La strada verso Agni[3/4]

I giorni divennero sabbia e i granelli scivolarono nella clessidra del tempo nella quale, inevitabilmente, si depositarono anche la maggior parte dei suoi pensieri. Nemeria li disseppelliva di tanto in tanto, in quegli istanti di libertà mentale che si inframmezzavano tra i vari allenamenti, ma questi non avevano l'occasione di riprendere la loro reale dimensione prima che la crudele realtà li relegasse di nuovo sul fondo della clessidra. Solo nel "Tempo del Ritorno" tornavano a farle visita e Nemeria, volente o nolente, era obbligata a fronteggiarli.

C'erano volte in cui la stanchezza accorreva in suo soccorso e altre, più numerose, in cui nemmeno la luce del sole bastava a scacciare i demoni che la tormentavano. Eppure, per quanto lei volesse trovare una risposta, doveva piegarsi alle esigenze della scuola, di Roshanai, di Pavona e di tutti quelli che avevano qualcosa da insegnarle: tutto della sua quotidianità era stato ridotto all'osso, dalle preoccupazioni ai pensieri, alle conversazioni. Persino le persone che le orbitavano attorno, quelle davvero importanti, non erano altro che figure evanescenti, tremolanti nell'arsura delle ore più calde e sfocate al calar del sole.

Era il lento rimarginarsi delle ferite assieme alle visite a Nande a scandire il passare del tempo, più dell'alternarsi del giorno e della notte. Nemeria ci andava spesso, soprattutto per cambiare i bendaggi e disinfettare i nuovi tagli che Roshanai le procurava, e di settimana in settimana la donna le prendeva le misure dalle spalle, delle braccia e delle gambe, annotando anche le fluttuazioni di peso. Nemeria immaginava che fosse un ordine che Tyrron le aveva dato per monitorare i suoi progressi, ma ben presto capì che era molto di più.

Una sera, venne a bussare alla loro porta un ragazzo alto un pollice più di Nemeria, con i capelli come setole di una scopa vecchia e le guance screpolate più delle mani. Indossava un chitone che lasciava scoperte le braccia e un paio di calzoni deformati all'altezza delle ginocchia.

- Tu e Noriko andare da Nande. - scandì in un sihamnstico incerto.

- Ora? - mugolò Nemeria.

- Sì, ora. - inclinò la testa per sbirciare, ma Noriko gli bloccò la visuale.

Batuffolo aveva deciso che doveva imparare a saltare e il suo trampolino di lancio era il letto di Nemeria. Anche se era mezza addormentata, i diversi fruscii alle sue spalle lasciavano già presagire la fine grama delle lenzuola.

- Sì, veniamo subito. - lo congedò e, prima che il ragazzo potesse aprir bocca, si chiuse la porta alle spalle.

- Perché devi venire anche tu da Nande? Non stai bene? -

- Forse vuole solo controllare di nuovo il taglio. - sospirò e prese gli abiti puliti dall'armadio.

Tyrron aveva comprato cinque capi a testa, tutti chitoni e kandys di ottima fattura. Noriko aveva ricevuto anche un umanori e uno jinbei, che però usava solo per dormire. Mentre si vestivano, Nemeria occhieggiò spesso nella sua direzione, ma la sua amica le dava sempre la schiena. Non le era parso fosse peggiorata, ma rammentava ancora l'ostinazione con cui le aveva taciuto dell'intervento.

"In ogni caso, non sarei stata abbastanza presente per accorgermene."

- Andiamo. -

Come sempre il tono di Noriko aveva l'inflessibilità dell'ordine e Nemeria attese che la raggiungesse.

Ad accoglierle non fu il solito corridoio vuoto, ma una lunga coda di ragazzi e ragazze, i più a loro sconosciuti, ma che a giudicare da com'erano vestiti dovevano essere studenti. Alcuni sedevano per terra, con la testa del loro compagno appoggiata sulla spalla; altri si erano riuniti in piccoli gruppi per chiacchierare. Le guardie sorvegliavano le scale e la fila dal perimetro delle pareti e dal fondo del corridoio, controllando chi entrava e chi usciva dall'infermeria.

- Cos'è tutta questa gente? -

Noriko scosse la testa e si accodò dietro un ragazzo con i capelli ricci e un orecchino d'osso che gli uncinava il lobo da parte a parte.

Nemeria indugiò un istante di troppo a cercare Durga e Ahhotep e una delle guardie le intimò di mettersi subito in fila. Era stupita di vedere così tante persone: certo, la scuola era grande, ma non le era mai capitato di contare quanti studenti ospitasse. Le sembrò strano che, mescolati a bambini dell'età sua e di Durga, ci fossero ragazzi adolescenti.

- Uno così non mi sarebbe sfuggito. - commentò, scrutando un ragazzo di sette piedi abbondanti.

- Cosa ti incuriosisce tanto? - la interrogò Noriko.

- Quel ragazzo. Non ricordo di averlo mai visto. Che sia uno nuovo? -

- È più probabile che appartenga all'altra ala della scuola. -

- Altra ala? -

- Sì. Loro hanno raggiunto la maggiore età. Per legge, non possono stare con noi. -

Nemeria annuì. Forse Arsalan lo aveva menzionato e lei non aveva prestato attenzione.

- E hanno chiamato sia noi sia quelli più grandi? -

- Non tutti, altrimenti vedresti anche degli adulti. - Noriko si appoggiò con una spalla alla parete, - Ti conviene sederti, dovremo aspettare un po'. -

- Credi che Durga e Ahhotep siano già dentro? -

- Non lo so, c'era una lunga coda già quando siamo arrivate. -

Nemeria si sedette vicino al muro, con una gamba inclinata a toccare quella di Noriko. Se il corridoio non avesse pullulato di guardie, sarebbe andata a cercare le sue compagne, quantomeno per chiedere che cosa stava succedendo. Sospirò e socchiuse gli occhi, seguendo attraverso la fessura tra le palpebre l'avanti indietro di una guardia finché la stanchezza non ebbe la meglio.

Noriko la svegliò a intervalli regolari, quando la fila avanzava. Non si poteva dire che fosse un sonno ristoratore, ma il suo corpo aveva bisogno di riposo e ignorava qualsiasi tentativo della sua mente di rimetterlo in piedi. Soltanto quando Noriko la tirò su e la costrinse a camminare per più di dieci passi, capì che era arrivato il loro turno.

L'infermeria era pulita come al solito, ma stavolta, oltre a Nande, c'era Kamyar. Il sorriso che gli si dipinse sul viso arrivò a illuminargli anche gli occhi.

- Svestitevi. Ormai credo conosciate entrambe la procedura. -

Noriko si svolse subito la cintura, mentre Nemeria rimase un attimo imbambolata a fissare il Dominatore dell'acqua, in attesa che uscisse. Invece lui rimase lì, in piedi di fianco a Nande.

- Ti imbarazza? -

Nemeria si morse le labbra e annuì.

- È solo per accelerare i tempi. E poi, mentre mi prendevo cura di te da aghà Tyrron, sono più le volte che ti ho vista senza vestiti che con. - le disse Kamyar brandendo il metro in una mano e le rivolse un sorriso incoraggiante, - Su, prima ti sbrighi, prima potrai andartene. -

Noriko era già nuda, con solo le mutande a coprirle le parti intime. Non si era legata i capelli e questi le ricadevano scomposti in ciocche rosse sulle spalle come fili di seta.

Mentre si toglieva il chitone, con le ombre che danzavano alla luce della lanterna, Nemeria indugiò più d'una volta sulla grazia del suo corpo, che, anche se immobile, sembrava permeare ogni fibra del suo essere. Non c'era muscolo che non fosse cresciuto in maniera armoniosa, definendo solo ciò che prima era meno proporzionato. Soltanto il taglio sul basso ventre, una specie di sorriso a labbra strette, e l'abbronzatura non uniforme ne deturpavano la bellezza.

Quando piegò il chitone sul letto, Nemeria trasse un profondo respiro. Il peso della sua nudità, la consapevolezza di essere completamente esposta allo sguardo di Kamyar, le aveva messo addosso un profondo senso di disagio, ma ben presto, prima ancora che la mente lo recepisse, la tensione aveva già abbandonato il suo corpo. Non c'era malizia né nel tocco né nello sguardo del Dominatore dell'acqua. Come Nande nelle settimane precedenti, la tastò con attenzione medica, senza soffermarsi più di quanto il suo dovere gli imponesse, con una delicatezza che Nemeria non riconobbe, finché il ricordo tattile non scacciò definitivamente l'inquietudine.

- Centotré libbre. - annunciò e segnò quel risultato sul libro aperto sulla scrivania.

- È buono? -

- Quando sei arrivata ne pesavi a malapena ottantasette. È un ottimo risultato, considerando che sei qui solo da due mesi. -

Nemeria strabuzzò gli occhi, abbassò lo sguardo sulle ginocchia e piegò una gamba appena un po' perché il muscolo emergesse da sotto la pelle. Un brivido d'eccitazione si diffuse lungo la spina dorsale e le pervase i lombi.

- Ora potete rivestirvi. Andate nel cortile centrale e aspettate lì. - le informò Nande.

Lo sguardo stanco di Nande fu più esplicativo delle sue sue parole.

Nemeria si infilò il chitone, si legò velocemente la corda attorno alla vita e infilò l'uscita, mentre Noriko che le teneva aperta la porta.

- Stammi vicina. - le soffiò all'orecchio, prima di affiancarla.

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