Il Nome nel Buio[4/4]

- Tara mi ha detto che stamattina tornerò ad allenarmi con Roshanai. - Durga sorrise, per poi imbronciarsi subito, - Sono contenta, ma vorrei tanto rimanere con voi. -

- Saranno semplicemente nell'altro campo. - le rispose annoiata Ahhotep.

- Sì, lo so, ma non saremo tutte insieme. Mi mancherete molto... -

Noriko non disse nulla e così toccò a Nemeria rimediare.

- Ci vedremo tutte le mattine, a pranzo e a cena. Non ti devi preoccupare di niente, davvero. -

- Se Roshanai è tornata in forze, anche tu dovrai andare. - Ahhotep prese una lenticchia e, dopo averla ripulita da ogni residuo di zuppa, la portò alla bocca, - Quindi io e Noriko ci alleneremo con Sayuri, mentre tu e Durga starete assieme, così come doveva essere fin dall'inizio. -

I pensieri di Nemeria subirono un forte contraccolpo. Non sapeva perché, ma in fondo in fondo lo sguardo della Syad del fuoco la sera precedente era stato molto esplicativo. Era stata lei a non aver preso sul serio quel "domani".

- Oh... - sospirò Durga.

- Non è detto, Ahhotep. Ci sono stati casi in cui Sayuri ha allenato anche Dominatori di altri elementi. - intervenne Noriko.

La ragazza fece spallucce e inzuppò la mollica di pane nel latte. Nemeria notò lo sforzo che ci metteva a mangiare, era palese quasi quanto il sussulto che le contrasse le dita e le braccia.

"Mi teme."

A quella considerazione si accompagnò una piacevole e pungente soddisfazione.

- Non ho paura. - dichiarò, e mentre lo diceva si rese conto che era davvero così.

- Così parla una Dominatrice del fuoco! - Durga batté un pugno così forte sul tavolo da far tremare tutto.

Nemeria le sorrise di rimando e poi cercò gli occhi di Noriko, ma lei non sembrava essere molto interessata alla conversazione. Rimase dritta sulla sedia, anche se era chiaro dalla rigidezza della sua postura quanto le costasse comportarsi come al solito.

- Vuoi che ti accompagni in infermeria? -

La ragazza scosse la testa e si pulì la bocca.

- Vado appena finiamo di fare colazione. -

- Sarebbe meglio andassi ora. Sai com'è Sayuri. - azzardò Ahhotep.

- Lo so, ma... - trasse un profondo respiro e strinse forte il cucchiaio, - Finisco di mangiare, prima. Farò un allenamento diverso dal tuo, ma non per questo meno faticoso. Ho bisogno di energie se non voglio crollare prima di pranzo. -

Nemeria strinse il pugno e represse l'impulso di prenderla di forza e trascinarla da Nande.

Io sono l'incendio che divampa e distrugge. Jatharagni.

Le parole dell'elementale le rimbombarono nelle orecchie, autoritarie e potenti come la voce che le aveva pronunciate.

- Fiammella, eccoti qui. Ti stavamo cercando. -

Abayomi si avvicinò al loro tavolo, seguito da Zahra. Nemeria rimase seduta finché non si ritrovò faccia a faccia con lui e il suo ghigno da iena.

- Se hai finito di fare colazione, vorresti venire un attimo a parlare con noi? -

- Puoi farlo qui. - intervenne brusca Noriko.

Stringeva il cucchiaio come un'arma, così forte da far sbiancare le nocche.

Il sorrisetto di Abayomi si allargò.

- Devi sapere, cara Noriko, che io e Nemeria siamo diventati amici in tua assenza. E da cari amici quali siamo avremmo delle cose di cui parlare. -

- Non ha tempo da perdere. A differenza dei vostri allenatori, i nostri Syad non sono così permissivi. -

- Cos'è, hai perso la lingua, marmocchia? Ti fai mettere le parole in bocca da una sporca tian del cazzo? - ringhiò Zahra.

- Questa sporca tian del cazzo... -

Nemeria le cinse il braccio con una mano per metterla a tacere.

- Ho finito di mangiare. Possiamo pure andare a parlare qui fuori. -

Zahra snudò un sorriso da predatrice che le fece accapponare la pelle: si era fatta segare alcuni denti in modo da renderli affilati come quelli di uno squalo. La rabbia però era lì, a sostenerla, un fiume che premeva contro una diga crepata. Il collare e la pietra di luna cominciarono a surriscaldarsi.

Prese il vassoio quasi stritolandolo e si alzò. Noriko l'afferrò per un polso.

- Vengo con te. -

- No, tu devi andare in infermeria. -

- Allora ti accompagniamo io e Ahhotep. - si propose subito Durga.

- No, non mi serve aiuto, posso farcela da sola. -

- Non devi dimostrare niente a nessuno. - insistette Noriko.

Nemeria la fissò e capì: per Noriko, era una bambina debole e incapace di difendersi. E lei, fino a quel momento, non aveva fatto altro che rafforzare quella sua convinzione. Strattonò il braccio finché non la liberò dalla sua presa, furiosa e amareggiata al tempo stesso.

- Tu ora finisci di fare colazione e poi vai da Nande a farti medicare. Non serve che ti preoccupi per me: se provano a farmi del male, non esiterò a riferirlo a Tyrron. -

Non seppe nemmeno lei come fece a mantenere la calma. Si sentiva in fiamme, come se fosse preda della febbre, eppure il riflesso nel bicchiere d'acqua non mostrava alcun segno di rossore sulle sue guance.

- Durga, tu vai. Io ti raggiungerò quando ho finito. -

- È questione di un paio di minuti. Poi potrai correre libera e felice dalla tua amata Syad che, sono certo, non vede l'ora di rivederti. -

Nemeria ignorò la frecciatina di Abayomi. Senza aggiungere altro, posò il vassoio e uscì con loro.

Si fermarono al limitare del campo centrale, dove già due coppie di gladiatori si stavano allenando a colpi di spade e scudo. Zahra si posizionò alle spalle dell'ex capo dei Cani, mentre questi si appoggiò alla colonna.

- Dunque, in questi giorni ho riflettuto a lungo sulla nostra conversazione avuta nei bagni e credo di aver deciso cosa voglio in cambio delle informazioni che desideri. - fece una pausa a effetto e si mordicchiò l'interno della guancia come se stesse ancora riflettendo sul da farsi, - Quel ciondolo che hai al collo mi piace molto. Dammelo e prometto di dirti tutto quello che vuoi sui tuoi cari amichetti. -

La mano di Nemeria cercò il calore rassicurante della pietra di luna. Il suo regalo più caro, l'ultimo ricordo della sua tribù.

- E chi mi assicura che quello che mi dirai sarà la verità? -

- Nessuno. Però pensaci: se rifiuti a priori, rimarrai sempre col dubbio di aver perso la tua occasione. -

- Se è tutta una presa in giro, io... -

- Tu cosa? - ringhiò Zahra e le mise le mani ai lati della testa, in modo da tagliarle ogni possibile via di fuga, - Vai da Tyrron e gli racconti tutto? Non ti aiuterà perché sei solo una schiava. Finché non ti rompi del tutto, sarai sempre una pedina rara e speciale da buttare in arena. E noi non siamo così stupidi da picchiarti al di fuori di un combattimento ufficiale, anche se mi manca lo schiocco delle tue ossa sotto le nocche. -

Nemeria si morse la lingua a sangue, decisa a trattenersi, ma le parole le scivolarono dalle labbra senza che il suo cervello registrasse il movimento della bocca.

- A me pare che quella che è finita al tappeto fossi tu. - sibilò e inarcò entrambe le sopracciglia, inclinando la testa di lato, - E nell'aria c'era un gran puzzo di carne bruciata. -

Il passaggio d'espressione da balda tracotanza a rabbia incontrollata di Zahra le strapparono un sorriso.

- Calmiamo gli animi, signore. Non è il luogo né il momento adatto per scaldarsi così tanto, soprattutto con così tanti occhi indiscreti puntati addosso. -

Abayomi mise una mano sulla spalla della sua compagna. Zahra mantenne gli occhi puntati su Nemeria ancora un momento, prima di staccare entrambe le braccia dal muro e compiere qualche passo indietro. Le guardie che sorvegliavano il refettorio e il porticato li stavano fissando.

- Facciamo così: hai tempo tre giorni per pensarci. Tanto ci vedremo tutte le mattine, quindi quando hai preso la tua decisione basta che giri la testolina e io sarò lì vicino a te. - ghignò il ragazzo e aprì le braccia con fare teatrale, - Sai qual è la parte divertente delle scommesse, Fiammella? Sai quel che perdi, ma non sai quel che vinci. Ma se non si rischia un po' nella vita, non si può ottenere nulla, giusto? -

Si allontanò in una risata grassa e Zahra si affrettò a seguirlo spedita, salvo poi girarsi per lanciarle un'ultima occhiata truce. Nemeria ne sostenne il peso e rimase immobile finché non girarono sull'altro lato del porticato.

Le fiamme nel suo cuore divennero braci ardenti sotto la polvere della frustrazione.

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