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Adesso la ragazza faticava a celare la rabbia. Il viso le si imporporò; la voce, però, rimase calma.

<<Non capisco che cosa vogliate dire. Il re Wang Yo è morto>>

<<Il vostro re è morto>> spiegò Jongin, <<Ma il principe Minseok arriverà presto e tra poco verrà nominato re di Goryeo. Abbiamo l'ordine di portare Baekhyun da lui al più presto>>

<<A quale scopo?>> domandò la ragazza.

<<Vostro fratello appartiene al re, che ha intenzione di donarlo a un nobile combattente>>, rispose Jongin, che aggiunse con voce piena di orgoglio <<È un grande onore per lui>>.

Sokja però scosse la testa.

<<Non mi avete ancora spiegato perché mio fratello debba essere destinato al re>> mormorò. <<Come fa Minseok a essere al corrente della sua esistenza?>>

Chanyeol non intendeva permettere a Jongin di informare la ragazza. La verità l'avrebbe sconvolta. Per questo spinse il soldato verso la porta.

<<Avete la mia parola che non gli verrà fatto alcun male>> promise nuovamente <<Adesso ditemi dov'è diretto. Non avete idea dei pericoli in agguato al di fuori di queste mura. È solo questione di tempo, prima che venga catturato... E purtroppo c'è qualche soldato che non lo tratterebbe bene>>

Ovviamente aveva mitigato la realtà dei fatti per l'ignaro ragazzo. Non c'era motivo di spiegarle nei dettagli le atrocità a cui sarebbe stato sottoposto suo fratello se fosse caduto in mano a soldati sbandati. Voleva preservare la ragazza dalle atrocità della vita, proteggere la sua innocenza, ma se lei si fosse rifiutata, sarebbe stato costretto a essere più esplicito.

<<Mi date la vostra parola che lo cercherete personalmente? Che non affiderete il compito a nessun altro?>>

<<Per voi è importante?>>

Lei annuì.

<<In questo caso vi do la mia parola>> disse <<Anche se mi chiedo che importanza abbia per voi che sia io...>>

<<Credo che voi vi comporterete con rispetto nei confronti di mio fratello>> lo interruppe lei. <<Mi avete già promesso che non gli verrà fatto del male>> Sorrise di nuovo <<Non ricoprireste una posizione così prestigiosa se abitualmente non teneste fede alla parola data. Inoltre, siete molto più maturo e onorevole dei soldati ai vostri ordini, o almeno così mi è stato detto da uno dei servi. Credo che ormai abbiate pazienza e perseveranza. Avrete bisogno di entrambe per catturare Baekhyun, perché sa essere molto difficile quando è arrabbiato. Ed è anche molto intelligente>>

Prima che Chanyeol potesse rispondere a quelle osservazioni, Sokja si voltò e si avvicinò alle due donne vicino alla finestra. Porse il neonato a quella che si chiamava Seyeon, poi bisbigliò delle istruzioni all'altra. Infine si voltò verso il generale.

<<Vi darò indicazioni su come trovare mio fratello dopo che vi avrò curato la ferita>> annunciò <<Avete un taglio profondo sulla fronte. Ve lo pulirò e lo benderò. Sedetevi. Ci vorranno solo pochi minuti>>

Chanyeol rimase così colpito da quella manifestazione di gentilezza e premura, da non sapere come reagire. Fece per scrollare il capo, poi ci ripensò. Alla fine si mise a sedere. Jongin era in piedi sulla porta, di guardia. Una delle serve posò una ciotola piena di acqua sul cassettone accanto allo sgabello dove era seduto Chanyeol, mentre Sokja preparava parecchie strisce di tela bianca pulita. Il fisico del generale sembrava inghiottire lo sgabello. Egli teneva le lunghe gambe distese davanti a sé. Sokja si fece largo tra i suoi piedi e gli si mise davanti, standogli tra le cosce. Lui notò che le mani le tremavano mentre immergeva il panno nell'acqua. Non disse parola mentre si occupava della ferita, ma quando l'ebbe pulita accuratamente e vi ebbe applicato un unguento lenitivo, gli chiese come se la fosse fatta.

<<Forse una pietra>> rispose lui, scrollando le spalle <<Non è niente>>

<<Credo che al momento non l'abbiate trovata tanto insignificante. Il colpo deve avervi perlomeno stordito>>

Il generale prestava scarsissima attenzione a quanto lei diceva. Dannazione, aveva un profumo buonissimo. Non riusciva a concentrarsi su nient'altro all'infuori della bellissima ragazza che aveva davanti. Una leggera fragranza di rose catturò la sua attenzione. Non appena lei si allontanò, il generale scattò in piedi.

<<Mio fratello è diretto al palazzo del funzionario Jinso>> gli disse la ragazza <<Si trova a poco più di tre ore di cavallo a nord. Jinso ha giurato di opporsi ai nemici e Baekhyun ha intenzione di aiutarlo nella lotta con i soldati fedeli a nostro fratello>>

Un grido dalla porta interruppe la conversazione. Uno dei soldati di Chanyeol chiedeva di parlargli.

<<Resta con lei>> ordinò a Jongin.

Il generale era già uscito dalla camera quando lo raggiunse la risposta entusiasta del ragazzo.

<<La proteggerò con la mia stessa vita, signore. Nessuno la toccherà>>

Il sospiro di Chanyeol riecheggiò per il corridoio. Se non avesse avuto un carattere tanto paziente, avrebbe già sbattuto la testa vuota di Jongin contro il muro. Nelle ultime ore si era immaginato di farlo numerose volte. In cima alle scale c'era ad attenderlo un altro giovane soldato.

<<Generale, la battaglia continua, a sud del palazzo. I soldati del re  sono riusciti ad accerchiare i nostri. Dai colori dello stendardo abbiamo capito che si tratta di un piccolo contingente del generale Junmyeon. Dobbiamo correre in suo aiuto?>>

Chanyeol si affrettò a raggiungere una delle alte finestre che dava all'esterno del palazzo per giudicare con i propri occhi. Il soldato che gli aveva riferito la notizia si affrettò a seguirlo. Purtroppo era anche lui inesperto quanto Jongin e altrettanto disperatamente entusiasta. Era una combinazione pericolosa.

<<Riuscite a vedere dove i soldati del re tengono testa ai nostri soldati, generale?>> chiese il soldato.

<<Tu guardi, ma non sai vedere>> borbottò <<Gli uomini di Junmyeon utilizzano la stessa tattica usata da noi nella battaglia dì Hanseong. Stanno attirando i nemici in una trappola>>

<<Ma le circostanze sono a favore dei nemici, signore. Sono tre volte più numerosi>>

<<I numeri non significano niente>> ribatté. Emise un tetro sospiro, si ricordò di essere un uomo paziente e si voltò verso il giovane dai capelli scuri.

<<Da quanto tempo sei ai miei ordini?>>

<<Quasi otto settimane, signore>>

L'irritazione di Chanyeol scomparve all'istante. Non c'era stato tempo per l'addestramento con tutti i preparativi necessari all'attacco al palazzo.

<<Sei scusato per la tua ignoranza>> disse. Si avviò verso i gradini <<Daremo aiuto agli uomini di Junmyeon, ma solo perché amiamo le battaglie combattute bene, e non perché ne abbiano bisogno. Noi siamo grandemente superiori in ogni scontro, e gli uomini di Junmyeon otterranno la vittoria con o senza il nostro aiuto>>

Il giovane soldato annuì, poi domandò di andare in battaglia a fianco del generale. Chanyeol acconsentì. Lasciò venti soldati al palazzo e partì con i rimanenti uomini. Dato che nel palazzo erano rimasti solo donne, servi e bambini, decise che Jongin sarebbe riuscito da solo a mantenere l'ordine fino al suo ritorno.

La battaglia fu tonificante, sebbene troppo breve, secondo i parametri di Chanyeol. Essendo cinico, trovò davvero strano che non appena i suoi si erano uniti nello scontro, i nemici, pur sempre due volte più numerosi, si fossero sparpagliati tra le colline come lupi di montagna. Che la battaglia fosse stata un pretesto per farlo uscire dal palazzo? Esausto per la mancanza di sonno, Chanyeol concluse che si stava preoccupando eccessivamente per la ritirata di quei uomini. Insieme ai suoi soldati trascorse un'altra ora a snidare i nemici dai cespugli prima di rinunciare alla caccia.

Junmyeon, era amico di Chanyeol, e suo pari agli ordini di Minseok, aveva pochi anni in più di lui.

<<Nella mia unità ci sono soltanto soldati scadenti>> confessò Junmyeon con voce esasperata <<I più bravi sono stati mandati al seguito Minseok. Sai che ti dico? Io non ho la tua pazienza per addestrare gli uomini. Se non fosse stato per il tuo intervento credo che avrei perso la maggior parte dei soldati. La nostra spia ci ha avvertito appena in tempo, facendo fallire l'imboscata che altrimenti avrebbe avuto un esito più tragico. I miei soldati sono senza disciplina>> Junmyeon si chinò in avanti e mormorò, con voce bassa <<Due dei miei soldati hanno anche perso la spada. Ci crederesti?>> Fece un lungo sospiro.<<Se non hai niente in contrario, chiederei di trasferire un paio di miei ragazzi nei tuoi ranghi, perché facciano un po' di addestramento>>

I due generali, scortati dalle rispettive truppe, si avviarono verso il palazzo.

<<Chi è l'informatore a cui ti riferivi prima?>> domandò Chanyeol <<E perché ti fidi di lui?>>

<<Si chiama Jenho, e non ho detto di fidarmi di lui>> replicò Junmyeon<<Finora si è dimostrato leale, ecco tutto. Mi ha raccontato di essere odiato perché spetta a lui l'odioso compito di riscuotere le tasse. Conosce molto bene le famiglie di questa zona. È cresciuto qui, e per questo conosce anche tutti i nascondigli. Non ti sembra che il vento si sia fatto più freddo?>> chiese Junmyeon cambiando argomento, mentre si stringeva il pesante mantello intorno alle spalle. <<Le mie ossa cominciano a sentire la violenza dell'inverno>>

Chanyeol non faceva caso al freddo. Erano immersi in una bufera di neve finissima, che non riusciva a imbiancare il terreno.

<<Le tue ossa sono vecchie, Junmyeon. È per questo che soffri il freddo>> Sorrise all'amico per mitigare l'offesa. Junmyeon gli restituì il sorriso.

<<Vecchie? Cambierai idea non appena sentirai delle mie sorprendenti vittorie>>

Il guerriero iniziò allora a elencare, metodicamente e puntigliosamente, tutte le vittorie accumulate, non smise finché non arrivarono al palazzo. Jongin non era lì a salutarli, e Chanyeol dedusse che quell'ottuso si trovasse ancora di sopra ad ammirare la ragazza. Il pensiero della signorina lo fece sentire a disagio, c'era qualcosa in lei che lo inquietava, ma non riusciva a capire che cosa fosse.

"Forse" si disse, "dipendeva dalla sua irresistibile bellezza".

Doveva essere la stanchezza a fargli venire tali pensieri. Entrò nel corpo di guardia a fianco di Junmyeon. Era già stato deciso che lui e il suo contingente avrebbero trascorso la notte al castello dato il calar della sera. Junmyeon appariva esausto e infreddolito così Chanyeol ordinò che venisse acceso il fuoco e poi che fosse chiamato l'informatore che secondo il generale poteva avere notizie interessanti.

<<Vorrei fargli qualche domanda su questo palazzo>> spiegò.

Un soldato venne subito incaricato di condurre lì l'informatore. Qualche minuto dopo, Jongin si precipitò correndo dentro la grande sala. Si fermò di scatto, fece un inchino al suo signore e si preparò a fare il suo rapporto ma Chanyeol lo bloccò con un ordine perentorio.

<<Porta qui la ragazza. Voglio interrogarla>>

Quell'ordine lasciò Jongin sbigottito. Chanyeol stava per dare uno strattone al ragazzo per farlo muovere, quando la sua attenzione fu catturata da un movimento sulla porta. Il soldato mandato fuori da Junmyeon era tornato insieme all'informatore. La spia portava abiti semplici, che gli fecero capire la sua misera condizione. La tunica scura gli strisciava a terra ed era macchiata di fango. Quell'uomo sembrava davvero un gufo, pensò il generale. Era basso, con le spalle curve, e aveva le palpebre talmente appesantite da sembrare perennemente socchiuse. Già, era proprio un gufo, ma con l'animo di un avvoltoio per tradire i propri compatrioti, pensò ancora con disprezzo.

<<Vieni avanti, Jenho>> gli ordinò.

Lui obbedì e raggiunti i generali, fece un profondo inchino.

<<Ai vostri ordini, signori>>

Chanyeol si trovava in piedi accanto a Junmyeon e teneva le mani intrecciate dietro la schiena. Junmyeon indossava un mantello di lana nel tentativo di far passare i brividi che gli invadevano il corpo. Chanyeol notò il suo pallore, il luccichio della febbre nei suoi occhi castani e ordinò che venisse portata subito una sedia.

<<Porta al tuo generale un bicchiere di vino>> gridò a uno dei soldati di Junmyeon di guardia all'entrata.

<<Fallo assaggiare prima a uno dei servi. Se non muore, saremo sicuri che non è avvelenato>>

Junmyeon protestò borbottando.

<<Sto benissimo>> disse <<So badare da solo alle mie necessità>>

<<Sì, è vero>> riconobbe Chanyeol <<Ma rispetto a me hai combattuto il doppio delle battaglie, questa settimana>> Naturalmente era una bugia, ma cercava di lusingare l'amico nel suo amor proprio<<Anch'io mi sentirei stanco, se avessi ottenuto solo metà delle vittorie che hai conseguito tu>>

Junmyeon confermò.

<<Proprio così, saresti sfinito>> borbottò. L'orgoglio di Junmyeon ne era uscito intatto. Chanyeol sorrise e si rivolse quindi all'informatore.

<<Parlami di questo castello>> ordinò.

La spia si fece da parte, mentre un soldato portava una pesante sedia. Aspettò che Junmyeon si fosse seduto, prima di rispondere.

<<Va bene, signore. I genitori sono morti entrambi. Sono sepolti nella tomba di famiglia in cima al colle a nord>> Jenho cominciava ad avere il collo indolenzito a forza di aver la testa alzata per osservare in viso il generale. Quando non ce la fece più, abbassò la testa e guardò il pavimento. Quel gesto si dimostrò provvidenziale, perché immediatamente gli scomparve l'oppressione al petto provata fin tanto che aveva fissato negli occhi il generale. Il suo sguardo freddo e duro era molto più impressionante della sua statura o delle sue cicatrici.

<<Parlami degli altri membri della famiglia>> richiese Chanyeol.

<<C'è il fratello maggiore, Jiyoung è stato dato per morto durante la battaglia a nord. Ma non è ancora sicuro>>

<<E il fratello  minore?>>

<<Si chiama Sehun. È stato ferito nella stessa battaglia. Adesso è affidato alle cure dei maestri nel tempio. Probabilmente però non ce la farà. È stato ferito molto gravemente>>

Jongin, intanto, era rimasto per tutto il tempo a fianco del suo padrone e quando Chanyeol se ne rese conto si voltò improvvisamente verso di lui.

<<Non ti avevo detto di portarmi la ragazza?>> gli chiese.

<<Non sapevo che avevate intenzione di interrogarla, generale>>

<<Non spetta a te sapere quali siano le mie intenzioni, Jongin. Il tuo dovere è di obbedire senza fare domande>>

<<Non è più qui>> disse tutto d'un fiato.

Chanyeol represse l'impulso di strangolarlo.

<<Spiegati>> gli ordinò con voce dura.

Jongin. raccolse tutto il coraggio che aveva e guardò il generale negli occhi.

<<Sokja mi ha chiesto di essere scortata al tempio. Era profondamente preoccupata per il fratello. Essendo il più giovane della famiglia, lei si sentiva responsabile per lui>>

Durante tutta la spiegazione, Chanyeol non aveva mostrato alcuna emozione. Jongin non aveva la più pallida idea di quel che stesse pensando il suo signore e questo gli rese insicura la voce, mentre procedeva.

<<Le ferite del fratello sono mortali, e lei desiderava stargli accanto durante la notte. Mi ha promesso di tornare domattina. Sono sicuro che allora risponderà volentieri a qualunque domanda vogliate rivolgerle>>

Prima di aprire bocca, Chanyeol fece un profondo respiro.

<<E se non ritornasse qui domattina?>>domandò con voce mite e controllata.

Quella domanda lasciò di stucco Jongin. Non aveva pensato a una simile evenienza.

<<Mi ha dato la sua parola, generale. Non può avermi mentito. Se, per qualche ragione, non fosse in grado di lasciare il tempio, sarò felice di andarla a prendere io stesso>>

Anni di pratica avevano insegnato a Chanyeol a controllare le proprie reazioni. Anche in quel momento ci riuscì, sebbene l'impulso di urlare contro quell'idiota gli facesse dolere la gola. La presenza nella sala dell'informatore gli fu d'aiuto, perché Chanyeol non avrebbe mai sgridato uno dei suoi uomini in presenza di uno sconosciuto. Sarebbe stato indegno, e lui trattava sempre i suoi uomini come desiderava essere trattato da loro. Il rispetto andava guadagnato, non preteso.

Junmyeon si schiarì la voce, attirando l'attenzione di Chanyeol. L'amico gli rivolse uno sguardo di solidarietà, quindi interpellò Jongin.

<<Non puoi entrare in quel tempio così facilemente. Potrebbe essere la fine per te>>

<<P-Perché dite questo?>> balbettò Jongin, che non riusciva a capire.

Jonmyeon rivolse gli occhi al cielo.

<<In quel luogo vi sono dei monaci ben addestrati nella lotta, e non è detto che non decidano di attaccarti, in più quello è un luogo sacro, non si può usare la forza fra quelle mura, come convinceresti la ragazza a venire con te se si rifiutasse?>>

Jongin cominciava lentamente a capire le conseguenze del proprio gesto. La propria condotta lo lasciò stupefatto. Doveva cercare a tutti i costi un modo per redimersi agli occhi del suo signore.

<<Ma mi ha promesso...>>

<<Fai silenzio>>

Chanyeol aveva pronunciato quelle parole senza alzare la voce, ma l'informatore trasalì terrorizzato, perché aveva visto la rabbia che lampeggiava negli occhi del generale. Indietreggiò di parecchi passi, nel tentativo di allontanarsi dalla sua furia. L'atteggiamento codardo della spia divertì Chanyeol.

<<Finora mi hai parlato dei fratelli>> disse allora Chanyeol, riprendendo il filo della conversazione <<Parlami del resto della famiglia ...>>

Si fermò vedendo l'uomo leggermente confuso.

<<C'è Il signorino Baekhyun...>>

Chanyeol lo interruppe.

<<Già lo sappiamo>> disse <È lui che ha difeso il palazzo contro di noi, giusto?>>

<<Sì, mio signore. Proprio così>>

<<Adesso voglio sapere della ragazza>> 

<<Quale ragazza signore?>> 

<<La sorella gemella di Baekhyun>> dissè ancora Chanyeol.

La spia scrollò il capo. Adesso sembrava più perplesso che impaurito.

<<Ma signore>> mormorò <<C'è soltanto il signorino Baekhyun, non ha una sorella gemella>>.

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