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Jongin lanciò un grido di rabbia. Per scaricarsi scrollò nuovamente l'eunuco.

Chanyeol fece un passo avanti, con lo sguardo fisso sul ragazzo.

<<Non è maltrattando un vecchio indifeso che dimostri la tua forza, Jongin, né interrompendo il mio interrogatorio che manifesti la tua capacità di contenere le emozioni>>

Jongin chinò il capo rivolto verso il generale, quindi aiutò il vecchio a rialzarsi.

Chanyeol attese che il focoso soldato si fosse calmato, poi guardò nuovamente Yojun.

<<Da quanto tempo sei al servizio di questa casa?>> domandò.

<<Da vent'anni, quasi>> rispose con tono orgoglioso <<Sono sempre stato trattato bene, signore. Mi hanno fatto sentire importante come uno di loro>>

<<E dopo vent'anni di un così buon trattamento, hai il coraggio di tradire il tuo padrone?>> Scrollò il capo disgustato <<Non vantarti con me della tua lealtà, Yojun, perché la tua parola è infida>>

Chanyeol non perse altro tempo con, passo deciso si avviò alla porta degli alloggi e, allontanando i suoi uomini impazienti, vi entrò, mentre Jongin si affrettava dietro di lui.

Iniziò una ricerca metodica. Il palazzo principale era ingombro di detriti, i piccoli tavolini da pranzo erano rovesciati, i cuscini per la seduta erano sparsi disordinatamente per la sala e le ceramiche erano distrutte.

Dell'acqua era riversa lungo il corridoio che portava alle stanze dei signori a causa dei molteplici vasi di fiori rovesciati, le colonne che lo affiancavano erano adornate da alcune crepe che non le rendevano molto sicure.

Chanyeol era appena giunto in prossimità delle camere quando Jongin si precipitò davanti a lui, sguainando la spada. Era evidente che volesse proteggere il proprio signore. Il pavimento era scivoloso e Jongin perse sia la spada che l'equilibrio finendo scaraventato verso l'esterno. Chanyeol lo afferrò per la nuca e lo lanciò nella direzione opposta. Il ragazzo atterrò con un tonfo contro il muro interno, si scrollò come un cane bagnato per liberarsi dai brividi, raccolse la spada e si mise nuovamente a scortare il suo padrone.

Il gigante scosse il capo, esasperato dalla goffaggine del suo presunto braccio destro e dalla sua ostinazione nel volerlo difendere. Senza neppure sguainare la propria spada, si avviò lungo il corridoio. La porta della prima stanza era chiusa dall'interno, ma lui, senza scomporsi, l'aprì con un calcio ed entrò.

Era una camera da letto ed era vuota, ad eccezione di una cameriera rannicchiata in un angolo.

<<Chi abita in questa camera?>> domandò.

<<Il signorino Baekhyun>>, rispose la ragazza con un filo di voce.

Il generale indugiò qualche istante a osservare la stanza. Rimase leggermente sorpreso constatando come fosse ordinata e arredata spartanamente. Non gli sembrava possibile che un ragazzo tanto giovane potesse vivere senza essere circondato da dettagli particolari che rappresentassero il suo carattere e i suoi gusti. Ripensò alla stanza del propri fratelli, una ricca di ritratti e disegni mentre l'altra ricca di armi e trofei di guerra. La camera del signorino Baekhyun, però, era estremamente sobria. Contro una parete poggiava un grande letto con un diversi cuscini di svariate sfumature di rosso. Di fronte c'era un vaso con fiori freschi e colorati, mentre in un angolo era sistemato un unico cassettone basso, di legno rosso levigato.

Non era visibile nessun capo di abbigliamento che potesse dare a Chanyeol un'idea dell'altezza del ragazzo. Si voltò per uscire, ma si trovò la strada bloccata da Jongin, ma uno sguardo severo bastò a rimuovere l'ostacolo.

Anche la seconda porta era chiusa dall'interno. Stava per sfondarla con un calcio, quando sentì il rumore del catenaccio che veniva tolto.

La porta venne aperta da una giovane cameriera col viso coperto di lentiggini e di paura. Si accinse a salutarlo con un inchino, ma il gesto le rimase a metà quando alzò gli occhi sulla sua faccia. Con un grido si alzò, rifugiandosi dentro l'ampia camera.

All'interno della stanza vi erano varie sedie abbellite da candidi e ricamati cuscini bianchi che si accostavano alle leggere tende color verde acqua che danzavano mosse dal vento.

Chanyeol scorse immediatamente quella che doveva essere e padroncina della casa, elegantemente china sul tavolino impegnata nel cucire un candido fazzoletto.

Era vestita con un abito azzurro con ricami bianchi e un velo che le nascondeva i capelli. Il generale rimase sulla soglia, aspettando che ella si accorgesse della sua presenza La cameriera toccò timidamente la spalla della ragazza, si chinò e le parlò all'orecchio.

<<Signorina Sokja, è arrivato il capo dei nemici. Adesso ci arrendiamo?>>

Quella domanda sembrò molto ingenua a Chanyeol, che fu sul punto di sorridere. Fece segno a Jongin di riporre la spada, quindi entrò nella camera.

Vicino alla finestra all'altro capo della stanza c'erano due dame, una delle quali teneva in braccio un neonato, tutto impegnato a succhiarsi le manine.

Chanyeol riportò la propria attenzione sulla ragazza. Dalla sua posizione ne vedeva soltanto il profilo. Alla fine lei posò ciò che la impegnava e si alzò con grazia. Non appena fu in piedi, il neonato cominciò a piangere vigorosamente, allungando le braccine verso di lei.

La ragazza fece segno alla dama di avvicinarsi e prese in braccio il bimbo, lo baciò sulla fronte e si avviò verso Chanyeol.

Il generale non era ancora riuscito a vederla in viso, perché lei teneva la testa china, ma rimase positivamente impressionato dai suoi modi gentili e dalla sua voce dolce e vellutata mentre calmava il neonato. La testa del piccolo era coperta da ciuffi di capelli corvini dritti come lance, che gli davano un aspetto comico.

Con aria soddisfatta egli si faceva cullare dalla ragazza, mentre continuava a succhiarsi le mani chiuse a pugno, emettendo buffi suoni interrotti di tanto in tanto da uno sbadiglio.

Sokja si fermò a un paio di passi da Chanyeol. Gli arrivava a mala pena alle spalle e il generale la trovò estremamente fragile e vulnerabile.

Quando poi alzò gli occhi, fissandolo con calma, Chanyeol non riuscì più a pensare a niente.

Era stupenda. Aveva davvero il viso di un angelo, dall'incarnato perfetto. I suoi occhi, castani con striature d'oro, lo ammaliarono ed ebbe l'impressione di trovarsi davanti a una dea scesa sulla terra apposta per perseguitarlo. Le sottili sopracciglia castane erano perfettamente modellate ad arco, il naso era meravigliosamente dritto e la bocca piena, rosea e dannatamente irresistibile.

Chanyeol si accorse che il suo corpo reagiva alla bellezza di quella ragazza. Quell'improvvisa mancanza di autocontrollo lo sbigottì. Il respiro affannoso di Jongin alle sue spalle gli rivelò che anche lui stesse sperimentando la stessa reazione. Il generale si voltò a lanciargli un'occhiata perentoria, quindi tornò a guardare la ragazza.

Sokja, seppur potesse valere più di qualsiasi tesoro ai suoi occhi, non era ciò che cercava. Fece un lungo sospiro.

<<A chi appartiene questo bambino?>> chiese, nel tentativo di scacciare i pensieri impuri verso quella ragazza.

<<A Soyeon>> rispose lei con una voce vellutata che egli trovò incredibilmente eccitante. Indicò la donna castana che si era ritirata nell'ombra e che immediatamente fece un passo avanti. <<Soyeon ha servito questa casa lealmente per molti anni. Suo figlio si chiama Jisoo>>

Abbassò lo sguardo sul bambino e vide che stava mordendo la collana che adornava il suo collo. Allora gliela tolse e poi tornò a guardare Chanyeol.

Si osservarono in silenzio per qualche minuto. Lei intanto accarezzava le spalle del bambino, senza però distogliere lo sguardo dal generale.

Il suo viso non manifestava alcuna paura, e non aveva neppure mostrato interesse per la cicatrice che gli solcava il suo viso partendo dalla fronte per scendere in diagonale lungo la guancia, lasciando pulito solo l'occhio sinistro che la interrompeva, come fossero due cicatrici differenti . Questo fatto lasciava Chanyeol alquanto perplesso; era abituato a reazioni del tutto diverse, quando le donne lo vedevano per la prima volta erano solite lasciar trasparire i propri pensieri nonostante provassero a nasconderli, o semplicemente urlavano come la cameriera quando lo guardò in viso. Eppure quello sfregio non sembrava turbare affatto la ragazza, e ciò gli fece molto piacere.

<<Gli occhi di Jisoo sono dello stesso colore dei vostri>> osservò.

Si rese subito conto che non era proprio vero. Gli occhi del neonato erano belli. Quelli di Sokja stupendi.

<<Molti qui a Goryo hanno gli occhi castani>> rispose lei <<Tra meno di una settimana Jisoo compirà otto mesi. Vivrà fino ad allora?>>

Il tono gentile e umile con cui era stata posta quella domanda impedì a Chanyeol di offendersi. <<Non uccidiamo bambini innocenti>> replicò.

La ragazza annuì, poi lo onorò di un sorriso. Per reazione il cuore del generale cominciò a battere furiosamente. Quelle incantevoli labbra e quegli occhi avrebbero potuto stregarlo.

Doveva riprendere il controllo sui suoi pensieri, si stava comportando come un pivello ubriaco. E si sentiva anche imbarazzato come se lo fosse davvero.

Chanyeol non poteva permettersi di provare simili emozioni.

Jongin si avvicinò al generale.

<< Vostro fratello gemello assomiglia davvero a voi?>> domandò tutto d'un fiato.

La principessa si voltò a guardare il soldato. Sembrava che ne stesse prendendo le misure con sguardo intenso, fermo. Jongin arrossì violentemente di fronte a quell'esame e non riuscì a sostenere per molto lo sguardo della ragazza.

<<Io e Baekhyun ci assomigliamo molto nell'aspetto>> rispose alla fine. <<La maggior parte della gente non riuscirebbe a distinguerci se non fosse per gli abiti che indossiamo. Tuttavia i nostri caratteri sono estremamente diversi. Io sono di natura accomodante, mentre mio fratello assolutamente no. Ha giurato di morire piuttosto che arrendersi ai nemici. Ad essere sincera, temo per l'incolumità di mio fratello>>

<<Sapete dove è andato?>> domandò Jongin <<Il mio signore ha bisogno di saperlo>>

<<Sì>> rispose lei, con gli occhi fissi sul soldato <<Vi dirò dov'è diretto, a patto che il generale mi prometta che non gli verrà fatto alcun male>>

Jongin si lasciò sfuggire un'esclamazione irritata <<Noi non uccidiamo le donne o i giovani nobili di bell'aspetto. Li domiamo>>

Chanyeol avrebbe voluto scaraventare quell'idiota fuori dalla porta, quando udì quell'arrogante affermazione. Notò tuttavia che la ragazza non sembrò dare molto peso a quelle parole. Per una frazione di secondo i suoi occhi si accesero di rabbia, riprendendo però immediatamente la loro espressione serena.

Chanyeol si mise subito in allarme e, sebbene non riuscisse a trovare una spiegazione ai propri sospetti, intuì che c'era qualcosa di strano.

<<Vi do la mia parola che a vostro fratello non sarà fatto alcun male>> disse.

Lei sembrò sollevata e il generale concluse che quel lampo di rabbia era stata una reazione al timore che nutriva per il fratello.

<<Già>>, intervenne Jongin con entusiasmo. <<Baekhyun è destinato al re>>

<<Destinato al re?>> 

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