#0

Lena

Ogni madre è un'incapace.

La mia è stata così stupida da farsi ingravidare, spingermi fuori dall'utero e poi morire. Alla tua nove mesi non sono bastati per costruirti un corpo diverso, incapace di provare dolore. Meno debole; perciò basta un pugno a piegarti. Uno schiaffo a girarti la faccia: capillari esplosi sotto il palmo di chiunque ti abbia mai colpita, lasciandoti addosso la forma delle sue mani, perché ti guardassi allo specchio e rammentassi:

"Sei così facile da uccidere."

Per tutta la vita ho cercato di raggiungerla, quella debolezza. L'ho tracciata con la lingua fra le tue cosce. L'ho raccolta sulla punta delle dita, abbracciando i fianchi sollevati per accogliermi di più. Ma non ti ho raggiunta.

Ho fallito.

Ti ho stretta così forte da deformarci le ossa, l'una contro il corpo dell'altra, ma – alla fine – ci separiamo ancora senza farci male. Non c'è strappo né ferita, solo troppo spazio da riempire la notte successiva. Ho ruotato le dita, senza mai sfilacciarti abbastanza da legarci assieme. Le nostre cellule si sfiorano, fanno calore e attrito e s'incendiano fra noi, eppure non s'intrecciano.

Non siamo la stessa carne.

E non è giusto.

Non è giusto, perché vorrei essere la parte vitale di cui non puoi sbarazzarti con un bisturi, un paio di cesoie, una motosega. Un arto che non puoi colpire o amputare, altrimenti muori.

Senza di me, tu muori, Alissa.

Ma se tu muori, muoio anch'io.

Nelle mie fantasie sono la bistecca che hai nel piatto: ben cotta o al sangue, dopo che mi hai uccisa. Fai affondare i denti di una forchetta d'acciaio, poi i tuoi. Mastica bene, prendimi dentro – ancora –, spingimi a fondo, contro l'ugola, e ingoia.

Tante volte ti sono scivolata dentro, ma mai per percorrerti. Ho tracciato le linee dei tuoi fianchi, non quella dell'esofago. Ho visto altri organi contrarsi, non il tuo stomaco. Fammi tracciare il retro delle tue vertebre, fino a ricordarne la forma. Fatti attraversare, da parte a parte, come se fossi burro e io coltello, attraverso tutti gli strati che nessun altro ha mai toccato. Fatti spezzare perché tu non debba mai più camminare da sola, senza il mio aiuto, e cadi nelle braccia di nessun altro, ma le mie. Se puoi muovere le gambe, allora puoi scappare, perciò ti vorrei un po' diversa, Alissa: sul pavimento, a pezzi, piuttosto che distante. In una pozza di sangue, purché io possa ancora raggiungerti.

Perché ti allontani?

Perché non sono abbastanza?

Chi altro vuoi che io uccida?

Non devono esserci terzi incomodi.

Soltanto noi.


🥀🥀🥀

Grazie per aver letto il capitolo #0 di FIDELIS AD MORTEM. Questo è uno di quei capitoli che ha subito un editing molto invasivo, al punto da risultare (quasi) totalmente diverso dal capitolo di bozza. Se volete, fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti. Mi farebbe tanto piacere🖤

I miei profili social (dove sono attiva quotidianamente per dare aggiornamenti sulla pubblicazione e molto altro):

IG, TikTok: essea.des

Pinterest: Esse A. Desiderio

Il mio profilo Patreon (se volete supportare i miei progetti): patreon.com/esseades

Potrebbe piacerti "Blackstone Cross - la città delle apparenze", il mio romanzo disturbante di genere mystery: https://amzn.eu/d/9fdX7vE

Ci vediamo il 9 Maggio per il capitolo #1 di FIDELIS AD MORTEM.


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top