Stony
Questa ff è una delle più brutte che abbia mai fatto. Non perché è angst, è che è vecchia, sarebbe stata perfetta per la me di due o tre anni fa. Ew I don't like it
Spero a voi piaccia
Enjoy
-💙-
Categoria: Alternative Universe
Fandom: Marvel
Soggetto: Tony e Steve
Rating: Verde
Spoiler: Sì
-💙-
… Bip. Bip. Bip. Bip...
Quel fastidioso suono si presentò ancora prima che il paziente potesse aprire gli occhi. Un suono che però parlava da sé sulle sue probabili condizioni.
Steve aprì gli occhi con una certa fatica, sentendosi tutto il corpo intorpidito. Se aveva qualcosa di rotto, non poteva sentirlo.
Girò la testa a destra senza trovarci nessuno. Alla sua sinistra, invece, vide una ragazza dai capelli rossi che conosceva molto bene.
《Natasha…》, disse con la bocca impastata, facendole alzare lo sguardo dal giornale che stava leggendo.
《Steve. Finalmente sei sveglio, temevamo non ti saresti più ripreso》, disse sporgendosi verso di lui, un lieve sorriso in volto.
《Sono pur sempre Capitan America, no?》, disse accennando ad un sorriso. Guardò un momento il soffitto mentre il sorriso spariva dal suo volto. Aveva ricordi confusi, ma il volto di una persona in particolare continuava a comparire come un flash. Una persona con un braccio solo.
《Dov’è Bucky? Sta bene?》, chiese guardando la rossa, che in risposta abbassò lo sguardo, senza aprir bocca.
《Natasha… Dov’è Bucky?》.
La ragazza non rispose di nuovo, facendolo incupire.
Poi si ricordò anche dell’altra persona che era presente. La persona per cui tutto era iniziato. La persona per cui era lì, su quel letto d’ospedale, sebbene ancora non lo ricordasse.
《Dov’è Stark?》, disse con un tono più duro.
La ragazza ancora non rispose.
《Natasha. Rispondimi》, disse con un tono minaccioso e insieme supplichevole. Aveva bisogno di una dannata risposta.
《È uscito oggi dall’ospedale. Si è spinto al limite per… riuscire a riportarti indietro ancora vivo》.
Steve guardò il soffitto e chiese a piano: 《Dov’è Bucky?》.
《È morto. Mi dispiace, Steve》.
Il cuore di Steve si fermò per un momento, facendo aumentare i bip della macchina.
《Steve, le tue puls-》.
《È stato Tony. È stato lui ad ucciderlo. Del resto perché meravigliarsi? Lui era pericoloso. Ma certo. Come se fosse ancora il soldato d’inverno, come se non fosse cambiato》, disse con disprezzo, mentre la macchina sembrava impazzire.
《Ascolta, Steve, non-》.
《Non? Che cosa, “non”? Non è così? Eppure mi è sembrato proprio quello il motivo per cui l’ho affrontato, cercando di proteggere il mio migliore amico che era appena tornato dopo settanta dannatissimi anni di sepoltura nella sua stessa testa!》, disse guardandola. Ricordava bene ora quel duello letteralmente all’ultimo sangue. E ricordava altrettanto bene il raggio partito da quell’armatura rossa che trapassava il petto del suo migliore amico proprio all’altezza del cuore.
Ricordava bene l’urlo che aveva lanciato mentre vedeva il suo corpo cadere ormai privo di vita. Il suo tentativo disperato, per una volta, di uccidere una persona. Di vendicare Bucky. E ricordava che Tony quasi lo aveva ucciso davvero allo stesso modo, ma alla fine aveva solo usato una scarica elettrica che gli aveva fatto perdere conoscenza.
《Ricordo tutto, Natasha. E avrei preferito morire lì anche io, piuttosto che risvegliarmi qui ricordandomi quel che è successo》, disse chiudendo gli occhi.
Ci fu un momento di silenzio, poi Natasha parlò di nuovo.
《Tony vorrebbe tu tornassi allo Shield. Gli avevo già anticipato un tuo rifiuto, vedendo come stavano le cose, ma aspetta la tua conferma》.
《Tony può andare al diavolo. Inoltre sono un criminale a livello nazionale e visto tutto mi sentirei meglio a stare in una cella che là dentro. Diglielo, che voglio andarci, in quella cella che sicuramente hanno fatto apposta per me. Almeno non deve rischiare di ritrovarsi con le mie dita sulla sua gola》.
《Lo informerò》, disse Natasha. Steve sentì la sedia cigolare lievemente mentre la donna si alzava e andava verso l’uscita.
《Si pentirà di quel che ha fatto, Steve. La tua conferma è solo l’inizio, quando si renderà conto di cosa ha davvero fatto, allora saremo fortunati ad avercelo ancora, un Iron Man》, disse a piano prima di uscire dalla stanza.
Steve chiuse nuovamente gli occhi, sapendo che il futuro sarebbe stato da quel momento nero.
-
《Toh, vi vedo tutti in perfetta forma, ragazzi. Vi servono del buon cibo qui?》.
Steve sentendo quella voce e quel tono strafottente e sarcastico si piantò le unghie nei palmi delle mani, costringendosi a restare calmo. Non avrebbe comunque potuto pestarlo a sangue come avrebbe voluto, in teoria, quindi era inutile arrabbiarsi.
La cella in cui era stato portato era grande quanto tutte le altre lì presenti, ma era messa in modo da fronteggiarle tutte. Non poteva quindi comunicare con gli altri se non usando la lingua dei segni, che nemmeno conosceva abbastanza da dire qualcosa in più di un “sono stanco”.
Si girò, dando le spalle al vetro rinforzato della cella. Rinforzato probabilmente non abbastanza, dato che due giorni prima avevano dovuto cambiare il vetro perché per sfogare la rabbia gli aveva tirato un pugno e lo aveva infranto sul colpo. Si era immaginato qualcosa di meglio dalla cella che doveva tenerlo rinchiuso.
《Ah, Clint! Come sta il mio caro amico falco?》.
Non sentì la risposta di Clint, ma sentì una lieve risata da parte di Tony.
Lo sentì poi parlare a bassa voce con qualcuno che suppose essere Sam.
《Ah, quindi dovrei parlare a bassa voce?!》, urlò con una risata divertita.
《Perché, sennò cosa dovrebbe succedermi? Il vostro adorato capo dovrebbe uccidermi? Non ci è riuscito quando era in compagnia di un assassino spietato, non ci riuscirà neanche ora》.
Forse il vetro della cella era sottile abbastanza da distruggerlo e andarlo ad uccidere.
《Non è forse vero, Steven?》, disse la voce, ora vicina fin troppo a lui.
Steve restò in piedi con la faccia verso il muro, dandogli le spalle. Non lo avrebbe guardato.
《Beh, non è stata comunque una grande perdita, dico bene? Un nemico in meno a cui pensare》.
Si fermò dall’aggiungere altro. Forse aveva visto le gocce di sangue per terra e sulle sue mani. Il segno che era davvero al limite.
《Dovevi scegliere meglio la parte da cui stare》.
Come si accorse poco dopo, il vetro era stato rinforzato per davvero, ma non gli impedì di creparsi totalmente all’impatto della mano del biondo su di esso. Se fosse stato meno resistente, il colpo sarebbe arrivato a Tony e gli avrebbe forse staccato la testa di netto, se colpito nel punto giusto.
L’espressione del moro a vedere il vetro in quelle condizioni fu di puro terrore. Bastava un unico, secondo pugno per essere in pericolo.
E questo lo sapeva bene anche Steve.
《Ho scelto benissimo la parte da cui stare. Ho scelto di stare accanto al ragazzo che conoscevo da quando ero nato. Al ragazzo che ha passato settant’anni di torture e addestramenti per diventare una macchina assassina che non era più lui e che finalmente stava tornando ad essere il ragazzo che conoscevo. E lo farei ancora mille volte, di stare accanto a lui e di scegliere lui. Sai cosa invece non farei? Non mi limiterei a cercare di mandarti K.O. No, se potessi tornare indietro, io ucciderei te e salverei lui, perché lui mi è stato accanto quando non avevo niente di niente, mentre tu… tu sarai anche Iron Man, ma tolta l’armatura, resta una persona che è sola e che non ha accettato di essere l’unica sola. Spero davvero che tu lo abbia fatto per le ragioni che hai detto, Tony, perché se tu avessi ucciso il mio migliore amico per gelosia… le torture dell’hydra ti sembreranno un sogno in confronto a quello che ti farei io》.
Il silenzio calò nella stanza. Tutti avevano sentito quello che aveva detto e, anche se non poteva vederlo, Sam stava annuendo energicamente.
Tony gli diede in risposta uno sguardo freddo - che Steve sospettò stesse celando qualcosa d’altro - e se ne andò, lasciando il capitano da solo. Quest’ultimo si stese sul suo letto, senza pensare a niente.
Aveva detto ciò che pensava. Ciò che seguiva non gli interessava.
Non era più affar suo.
-
Fu Natasha a volerlo vedere, un paio di giorni dopo. La sua espressione era seria e dalle occhiaie Steve decretò che quei due giorni non aveva affatto dormito.
La ragazza entrò nel carcere e ignorò tutti, salutando solo con un cenno Clint, dirigendosi verso la cella del biondo, che era stata riaggiustata per la seconda volta.
《Steve》, disse andandogli davanti. Il biondo si sedette davanti a lei e chiese: 《A cosa devo la tua visita?》.
《Tony si è suicidato》.
Il nome lo aveva fatto subito ribollire di rabbia, ma quando sentì il resto della frase si limitò a guardarla sbalordito. Tony Stark era morto? Quel Tony Stark, che aveva potuto avere tutto nella sua vita?
《Sì, Steve, hai sentito bene. Tony ci ha lasciato, un mix di alcol e droghe che gli è stato letale. Sono qui per dirti che ha lasciato una lettera di addio e tu sei stato citato molte volte. Adesso ce l’ha Pepper, ma entro pochi giorni ne verrai in possesso anche tu》.
《Fammi indovinare, mi accusa del suo gesto?》.
《Sì, ma chi lo conosce bene sa che non è qualcosa che si può ridurre a questo. Tony stava male da tempo, negli ultimi tempi era depresso e aveva iniziato a soffrire di attacchi di panico. Il Tony che conoscevamo noi era solo una facciata, tu al massimo hai dato il colpo finale. Per questi motivi ti supplico di non prenderla sul personale: secondo tutti prima o poi sarebbe successo, e per quello che stava passando… forse è meglio che sia andata così》.
Steve annuì. Gli dispiaceva, e come avrebbe potuto non dispiacergli del resto? Un’icona era morta suicida, lui era pure una delle cause. E si sentì comunque sollevato, per quanto gli dolesse ammetterlo, perché finalmente non c’era più, lui e il suo ghigno strafottente.
《Cosa ne pensi?》, chiese Natasha mettendo fine all’ultima traccia di formalità.
《Non penso. Meglio non pensarci finché quel documento non dirà tutto. Tu sei stata citata?》.
Natasha annuì, e aggiunse: 《Tutti quelli della sua “fazione” sono stati citati. Oltre a loro ha citato Pepper, Clint e tu》.
Steve annuì e disse: 《Ti meriti una dormita, Nat》.
《Fosse tutto così semplice, Steve. Ti faremo sapere》.
Steve annuì e si stese di nuovo sul letto della cella, sentendosi più leggero.
-
Avevano permesso a tutti di uscire purché se ne stessero tutti buoni. Era quello il prezzo per uscire un momento da quelle celle e poter sentire il contenuto della lettera di Tony Stark.
Per la verità, molti di coloro che erano lì non erano nemmeno stati citati in quella lettera di addio e di accuse. Steve e Clint sì, e infatti erano in prima linea, vicini e intenzionati a capire.
Natasha era lì. Avrebbe letto lei la lettera, e la presenza di Clint lì davanti era forse la sua garanzia che avrebbe retto, che non sarebbe crollata mentre leggeva. Era quello che anche Steve si aspettava, viste le occhiaie.
《Bene. Questa è la lettera che Tony Stark ha lasciato prima di morire. Ha detto di leggerla anche a voi, in particolare a Steve e Clint》, disse la donna mentre apriva il foglietto bianco, anonimo.
Prese un respiro profondo e iniziò a leggere.
《”Non pensavo sarei mai arrivato a tanto. Tony Stark, anzi no, Iron Man che scrive una lettera di addio. Non lo avrei mai pensato. Eppure lo sto facendo. Ho incassato tanti colpi, tra il mio rapimento, i casini tra alieni, Ultron, terroristi e quant’altro. Non pensavo che sarei crollato per delle parole. Me ne hanno detto tante, davvero mai lo avrei pensato.
《Ma andiamo con ordine. Voglio ringraziare delle persone che mi sono state accanto in questi anni. Natasha, ti ringrazio per essermi stata accanto fino alla fine. Non avrei mai pensato di poter trovare in una spia russa una spia, soprattutto dopo ciò che è successo con il soldato d’inverno.
《Non riesco a scrivere questo nome. Non è nemmeno stato lui in persona a condannarmi, è stato solo il suo nome. Ne parlerò dopo però; grazie Natasha per esserci stata, per aver creduto in me… finché è durata.
《Fury, grazie anche a te di essere mio amico e di aver creduto in me e nei miei progetti, anche se ho fatto un bel po’ di casini. Del resto però ne abbiamo fatti tutti, no? Chi più, chi meno. Ancora, grazie.
《Pepper… Sarai la persona che più mi mancherà e a cui più mancherò, penso. Voglio però dirti una cosa… il mio cuore non appartiene solo a te. Purtroppo è in mano a due persone, ed è per una di loro che sta succedendo tutto questo.
《Clint, amico mio, odio che ti sia opposto a me perché ancora ti voglio bene, e so che anche tu ne vuoi a me. Spero riuscirai a uscire presto, la tua famiglia di aspetta… almeno tu che hai potuto averne una.
《Bruce, amico mio… anche tu mi mancherai un sacco. Eri l’unica persona che mi capiva davvero, che era intelligente quanto me, senza offesa per gli altri. Spero riuscirai a riappacificarti con Hulk e a collaborare con lui per davvero, un giorno.
《Grazie a tutti voialtri che non ho nominato. Vi ho voluto bene, anche se non mi parlavate sappiate che ve ne ho voluto.
《E ora passiamo all’ultima persona.
《Rogers. Ti vorrei odiare, sai? Ti vorrei odiare di cuore, è per te che sto per morire. Tu e il tuo amore per il tuo amato Bucky. Quanto ti vorrei odiare dopo quello che mi hai detto, dopo le responsabilità che mi hai scaricato addosso in qualunque modo. Ti vorrei odiare per tutto questo, Capitan America, eppure non riesco perché ti amo. E non sai quanto ti odio per questo, quanto odio me stesso per questo.
《Non fraintendere, non ho ucciso il tuo caro amico per gelosia. O meglio, in minima parte sì, ma aveva ucciso mio padre e tu lo sapevi. Lo odiavo, e odiavo anche te. Lo volevo, almeno, e invece ho dei dannati sentimenti che si sono rifiutati di uccidere anche te, sempre se è umanamente possibile.
《Ti odio e ti amo, Rogers. Almeno avevo Pepper.
《Che altro dire? Penso nulla. Ho detto tutto, no? Non so se avrete pianto, se avrete brindato, non lo so. Non voglio saperlo.
《Mi dispiace, ma sono un debole e semplicemente non ce la faccio. Non ce la faccio proprio.
《Addio"》.
Il silenzio calò sulla stanza. Quasi neanche i respiri si potevano sentire.
Alcuni sguardi erano rivolti a Steve, che stava però fissando Natasha senza vederla.
Dunque era questa la verità. Tony era innamorato di lui. Lo aveva sempre visto come un rivale, non avrebbe mai notato che quell’uomo provava qualcosa per lui.
La responsabilità del suo suicidio era colpa sua. Steve lo realizzò con un certo ritardo. Aveva dato a lui la colpa principale di tutto, anche se sapeva che era da un po’ che quel processo andava avanti.
Chiuse gli occhi senza dire nulla. Cosa avrebbe dovuto dire, del resto? Steve non aveva provato nulla per lui se non rispetto misto a voglia di picchiarlo.
《Ora di tornare in cella》, disse una guardia. Steve riaprì gli occhi e se ne andò nella sua cella senza dire nulla. Prima che la porta venisse chiusa Natasha lo raggiunse.
《Io… mi dispiace tanto Steve》, disse asciugandosi gli occhi.
《Sarebbe successo comunque prima o poi credo. Avrei voluto sapere prima che aveva una cotta per me, però… Però è andata così. Non si può modificare il passato. Mi dispiace, Natasha》.
La abbracciò e la donna pianse tra le sue braccia. Per quanto non sopportasse quell’uomo, Steve non avrebbe mai voluto accadesse tutto quello. Non avrebbe voluto vedere Natasha soffrire in quel modo.
Furono le guardie a dividerli e a rinchiudere Steve di nuovo. I due si salutarono e l’uomo rimase solo.
Troppi pochi erano rimasti in vita. Lo comprese quando rimase da solo con i suoi pensieri.
Da quel momento Steve smise di vivere.
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