Muke

E con questa ff ho veramente buttato all'aria tutti i buoni propositi che mi ero data quando mi sono iscritta a wattpad. Ceh, sul serio, "non scriverò mai ffnsui cantanti" e ora sto scrivendo una muke. UNA MUKE, VI RENDETE CONTO?
Do tutte le colpe di questa ff ai 5sos e al video di Easier. Se non avessero legato Luke e fatto esplodere gli ormoni a tutti ora questa ff non ci sarebbe.
Sono però fiera di questa ff quindi inutile lamentarsi :3
Iniziamo.

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Categoria: Alternative Universe (potrebbe essere anche una in-story, ma non conosco abbastanza bene i soggetti da poter sapere se dei comportamenti simili da parte di tutti loro siano out of character o meno)
Fandom: 5 Seconds of Summer
Personaggi: Michael e Luke
Rating: Rosso
Dedicata a: pandianefele22 e DaddyIsDead

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Luke era stanco.

Era da ore che si trovava in quel posto buio e umido. Non aveva idea di come fosse fatto quel luogo, sapeva solo che il pavimento era in roccia ed era piuttosto sconnesso.

Non sapeva altro, solo che aveva le mani legate sopra la testa e che aveva perso la sensibilità alle braccia e alle mani da un bel po’.

In tutto questo, non aveva idea del perché fosse lì. Non aveva idea del perché fosse stato sistemato così, come se fosse un prigioniero di guerra.

Sentì dei passi in lontananza che gli fecero alzare la testa, poi la luce si accese di colpo.

Luke rimase accecato. Chiuse di colpo gli occhi con un lieve gemito e li nascose contro una delle braccia distese, aspettando di riuscire ad abituarsi.

Non si accorse che il suono dei passi era aumentato d’intensità finché non si accorse che aveva una persona davanti a sé.

Un paio di mani gli presero il viso e lo fecero girare verso quella figura indefinita che ormai Luke riusciva anche ad intravedere, poi essa posò le proprie labbra sulle sue.

Fu il profumo del suo proprietario a permettergli di capire almeno chi aveva davanti.

Quando l’altro si staccò per un momento, Luke mormorò con la voce rauca: “Michael”.

Non ottenne una risposta; sentì invece qualcosa posarsi delicatamente sui suoi occhi. Quando la sentì stringere, capì che non gli sarebbe stato concesso di vedere nulla.

Quella consapevolezza gli fece aumentare il battito cardiaco. Si fidava di Michael, ma non di quello che stava facendo.

Il ragazzo strinse Luke a sé e lo baciò di nuovo, un bacio dolce, in netto contrasto con la situazione intera. Si chinò poi a baciargli il collo, facendo ridacchiare Luke per il solletico. Una risata che si interruppe quando l’amico lo morse, né troppo piano né troppo forte, quanto bastava da strappargli un gemito.

“Michael… che stai facendo?”, sussurrò mentre l’altro iniziava ad accarezzargli la schiena da sotto la maglia.

“Non chiedertelo, Luke. Ti fidi di me?”, fu la risposta. Quella fu l’ultima prova che gli serviva per essere certo che quello fosse proprio Michael.

“Sì ma… Michael, non ricordo come sono finito qui, e non mi sento più le braccia…”.

Il ragazzo lo lasciò andare, privando Luke di quel piacevole calore a cui si stava abituando. Lo sentì allontanarsi e dire: “Appoggia bene i piedi per terra”.

Non capì il senso della frase finché non sentì uno strattone verso l’alto e, subito dopo, cadde in piedi sul pavimento della stanza. Le braccia gli si abbassarono di colpo, facendolo sbilanciare in avanti, ma riuscì a restare in equilibrio.

Mentre sentiva il sangue riprendere a scorrere nelle sue braccia, sentì Michael attirarlo contro il suo petto, mentre le sue mani si infilavano di nuovo sotto la sua maglia, stavolta ad accarezzargli il petto e a stuzzicargli i capezzoli.

“M-Michael”, sussurrò con voce spezzata, sentendo un certo dolore dalle sue parti intime. Un dolore che passò in secondo piano quando si rese conto che qualcosa di duro si era appoggiato contro il suo fondoschiena.

Si sentì arrossire, per l’imbarazzo e per la consapevolezza che Michael lo voleva.

Una delle due mani dell’amico scivolò direttamente nei suoi boxer, sfiorando l’erezione di Luke. Quest’ultimo trattenne il fiato, non sapendo cosa aveva intenzione di fare l’altro.

Michael gli abbassò il bordo dei pantaloni e dei boxer, facendo cessare il fastidioso dolore che Luke aveva sentito fino a quel momento, poi iniziò a stuzzicarlo e a muovere la mano lungo il suo membro, facendo ansimare il ragazzo. I suoi movimenti erano lenti e a lui quella sembrava sempre più una piacevole tortura, ben diversa dai classici lavori autonomi che hanno il semplice obiettivo di placare gli ormoni.

Durò pochi minuti, anche se a Luke parvero ore, ma raggiunse l’orgasmo, il più bello che avesse mai avuto. Gli cedettero le gambe, ma Michael lo sostenne, evitandogli una pessima caduta.

Fece sedere Luke a terra e poco dopo sdraiare, poi gli andò sopra, accarezzandogli il corpo con una mano e accarezzandogli i capelli con l’altra.

“Tu non sai quanto ti vorrei, Luke”, sussurrò Michael baciandogli il collo.

“Credo… credo di averlo appena capito”, fu la risposta del ragazzo.

Quando sentì la mano sul proprio fondoschiena, Luke si irrigidì per un istante e sussurrò: “Michael, io non mi sento pronto per una cosa del genere”.

Per un momento regnò il silenzio, poi la mano si spostò e tornò sul suo petto.

“Non mi permetterei mai di fare una cosa del genere senza il tuo consenso, Luke”. Il diretto interessato sorrise e lo attirò a sé con le braccia ancora legate, poi lo baciò, felice.

Quando si staccò sussurrò: “È meglio risolvere anche il tuo problema allora, non trovi?”.

Michael non rispose, ma gli liberò le mani e gli tolse la benda, poi lasciò un momento di ripresa a Luke per fargli riacquistare la vista anche alla luce delle lampade, nonché per fargli tornare sensibilità alle mani. Quando si fu ripreso totalmente, il ragazzo fece sdraiare l’amico e gli abbassò i pantaloni e i boxer, liberando l’erezione dall’impiccio dei vestiti.

Luke prese in mano l’erezione dell’amico titubante, poi iniziò a muovere la mano con lentezza, facendo ansimare Michael di piacere. Aumentò il ritmo poco alla volta, finché l’amico non venne con un urlo che tentò di soffocare senza successo. A quel punto, il ragazzo gli si sdraiò accanto.

Guardò il soffitto per diversi minuti, beandosi della presenza di Michael accanto a lui, poi disse: “Perché tutto questo?”.

“Stavamo giocando ad obbligo o verità, non so se ti ricordi. Ashton ha detto che ti avrei dovuto addormentare e dopo mi sarei… dovuto divertire con te. Questa cosa l’ha allestita lui, io sono solo entrato nel ruolo. Scusami, forse avrei dovuto rifiutare e basta”. Luke si girò verso di lui e gli diede un bacio sulla guancia, poi disse: “Nel tuo ruolo sei stato fantastico. Voglio fargliela pagare ad Ashton, però”.

“Ci ho già pensato io. Prima di venire qui ho dato come obbligo ad Ashton di farsi punire da Calum. Non so cosa sia successo, ma Calum sembrava felice della mia richiesta”.

Luke scoppiò a ridere, poi si accoccolò contro il corpo di Michael e sussurrò: “Ho sonno”.

“Sei sicuro di voler dormire qui?”.

“In questo momento dormirei anche a testa in giù”.

“In piedi, Luke. Ti porto io in camera, ma non ho intenzione di tirarti su da terra”.

Luke si alzò con uno sbadiglio e si tirò su boxer e pantaloni. Lo stesso fece Michael, poi prese il ragazzo in braccio e iniziò a dirigersi verso l’uscita.

Quell’obbligo era finalmente finito.

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Video di partenza:

Tanto per la cronaca: no, non è prevista una ff sulla cashton come seconda parte. Se però mi esaurisco di idee, prometto che scriverò pure quella.
Tanto per sapere, voi sareste interessati a leggerla?

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