Maze×Linda
Non ho francamente idea di come si chiami la ship help me + non ho neanche la fanart quindi se ne trovate una spacciatemela su insta (account: fangirl_yaoista)
Non so più valutare le queste ff facciano schifo o meno sad
E sì, sto diminuendo la quantità di smut. Mi viene difficile da scrivere, mi trovo più a mio agio con il soft e l'angst
Sad voi
Buona lettura
-❤-
Categoria: In-Story
Fandom: Lucifer
Personaggi: Maze e Linda
Rating: Verde
-❤-
“Linda? Linda, ci sei?”.
Maze bussò con forza alla porta dello studio della dottoressa e attese. La porta era chiusa a chiave e non aveva voglia di sfondarla.
Attese pochi secondi, poi bussò di nuovo.
“Linda, sono Maze, mi apri?”.
Smise di bussare quando sentì dei rumori metallici venire dalla porta, che si aprì poco dopo, mostrando una Linda piuttosto stanca.
“Buongiorno, Maze. Cosa ti porta qui?”, chiese soffocando uno sbadiglio e cercando di ricomporsi.
“Stai bene?”, chiese Maze guardandola con un sopracciglio alzato.
“Sì, sì, sono solo stanca. Sono piena di lavoro e faccio fatica a concentrarmi. Entra, comunque”.
Maze entrò e si sedette sul divanetto, mentre la donna si sedeva sulla poltrona davanti a lei.
“Tu invece, Maze? Come mai sei qui? Ѐ successo qualcosa?”.
“Avevo voglia di vederti. Non ho criminali da cacciare, quindi ho pensato di passare a salutarti”.
Linda annuì e rimase in silenzio, senza sapere cosa dire. Maze rimase a fissarla, poi disse: “Tu hai bisogno di svagarti”.
Si alzò, la fece alzare a sua volta e disse: “Ti porto fuori a divertirti. Ne hai bisogno”.
“Aspetta, non posso andarmene ora, ho dei pazienti!”.
“Allora ti porto fuori stasera. Alle dieci, al Lux. Ti aspetto”.
Maze uscì senza aggiungere altro, lasciando la dottoressa in piedi nel bel mezzo della stanza, senza parole e indecisa sul da farsi.
-
Maze era appoggiata al muro del Lux da almeno dieci minuti, impegnata a giocherellare con i suoi pugnali preferiti. Il locale era già aperto, anche senza il suo proprietario, dato che Lucifer era in giro con Decker a risolvere chissà che omicidio.
Linda arrivò finalmente in macchina e Maze dovette impedirsi sia di sbuffare che di fare commenti.
L’ultima volta che l’aveva vista al Lux, vestita normalmente, l’aveva trovata bella. Per quella sera si era però messa un abito lungo che le stava d’incanto, tanto che Maze sarebbe rimasta senza parole se si fosse trovata nel bel mezzo di un discorso.
Non potè però fare a meno di guardarla, tanto che Linda si guardò e chiese: “Mi sta male? È la prima volta che lo metto”.
“Ti sta d’incanto”, disse la demone riprendendosi dallo shock. Sorrise e le offrì il braccio.
“Andiamo?”.
Linda la prese sul ridere ed entrò con lei. La musica era già a palla e la sala già piena, ma Maze era socia del locale già dalla sua fondazione e poteva quindi trovare sia i posti migliori al bancone, sia i posti migliori in cui ballare.
Bastarono pochi drink e la psicologa fu totalmente andata. Al contrario della demone che reggeva l’alcol benissimo, l’umana non lo aveva mai retto benissimo. Iniziò però a godersi totalmente la serata solo a quel punto.
“Il soffitto luccica!”, esclamò contenta come una bambina, nel bel mezzo della pista. Maze scoppiò a ridere, guardando le luci proiettate per tutta la stanza, poi la prese per le mani e le fece fare una giravolta, infine iniziò a convincerla a ballare con lei in un modo più sensuale.
Fu da lì che la situazione iniziò a sfuggire di mano. Linda iniziò presto a ballare con tutti, finalmente sciolta da tutta la sua libertà professionale, divertendosi come mai Maze l’aveva vista fare.
Proprio per questo non avrebbe dovuto stupirsi quando la psicologa la ritrovò nel casino, la attirò a sé con uno strattone e la baciò. Invece rimase sorpresa eccome, non tanto perché era una donna ad aver poggiato le labbra sulle sue - aveva fatto decisamente di peggio con persone che con lei, come con Lucifer, confessavano tutti i loro segreti e le loro perversioni -, ma perché era assolutamente certa che alla donna piacessero gli uomini, in particolare, purtroppo, Amenadiel.
Si era sbagliata, ma la cosa non le dispiacque. Ricambiò il bacio, dando il via ad una lunga serie di questi ultimi che Maze si stampò nella mente, al contrario di Linda che si svegliò la mattina dopo su uno dei divanetti del locale senza alcun ricordo dell’accaduto, al di fuori di un gran mal di testa e di una sorta di gioia che non riusciva a spiegarsi.
La demone non le rivelò mai cos’era accaduto, sia perché la cosa sarebbe potuta saltar fuori con Amenadiel e sarebbe potuto accadere un casino, sia perché non voleva sapere come l’amica avrebbe potuto reagire.
Erano amiche, del resto, e Maze non avrebbe mai voluto rovinare quel rapporto così speciale, che non aveva mai potuto provare all’inferno.
Mai.
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