Jacebastian: extra

Ho scritto questo extra perché avevo voglia di approfondire cosa è successo dopo e perché avevo voglia di gayness vera. Ogni tanto mi ci vuole
Also, la foto è stata recuperata dai meandri del tablet e sono convinta di averla usata di FF gay 2 ma pazienza
Enjoy

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Categoria: Alternative Universe
Fandom: Shadowhunters
Personaggi: Jace e Sebastian
Rating: Giallo

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Sebastian era steso sul letto di Jace ad occhi chiusi, le mani intrecciate dietro la testa, godendosi la calma serale.

Era ormai da almeno un mese che si trovava in quel luogo, e sebbene odiasse ammetterlo, non si trovava poi così male. Il motivo principale era che aveva convinto Jace a metterlo in contatto con l'istituto di New York e quindi poteva tenersi in contatto con Clary e gli altri.

La sorella gli aveva promesso che avrebbero cercato di riportarlo a casa e Sebastian l'aveva rassicurata che ne sarebbe stato più che felice, sebbene avesse precisato non ci fosse nessuna fretta. Dopo aver accettato di stare accanto a Jace, aveva avuto paura quello comportasse conseguenze come fare sesso con lui, ma Jace lo aveva rassicurato che non gli interessava e che non lo avrebbe fatto, soprattutto considerando che Sebastian non voleva.

Il fruscio della porta che si apriva gli fece aprire gli occhi. Osservò Jace entrare nella stanza, sorridente, e lo vide cambiarsi fino a restare in maglietta e in pantaloni della tuta. Sebastian era convinto dormisse nudo, questo finché il biondo non lo aveva convinto a dormire con lui e aveva scoperto la verità.

Se lo ritrovò sopra in un batter d'occhio, le mani sui suoi polsi come per impedirgli di muoversi. Sebastian, ormai abituato, non fece una piega; del resto quello era come doveva ricambiare il favore concesso da Jace di comunicare con la sorella.

"Mi sei mancato", disse Jace sorridendogli. Gli occhi neri lo puntavano quasi avidi.

"Ci siamo visti mezz'ora fa", replicò Sebastian.

"Anche cinque minuti basterebbero". Il nephilim era certo dicesse quelle frasi solo per stuzzicarlo, o per creare l'atmosfera.

Jace lo baciò poi con passione, un bacio che a Sebastian continuava a dare l'idea di cadere in un buco, anche se quella sensazione era un po' calata con l'abitudine. Quella scena si ripeteva quasi tutte le sere, del resto.

Il nephilim non ricambiava mai quel bacio. Non ce la faceva, e non sapeva neanche lui se era perché non provava attrazione per gli uomini, o perché aveva paura di aumentare quella sensazione sgradevole. A Jace comunque sembrava non pesare.

Poi si staccò e gli sorrise prima di chinarsi sul suo collo. Sebastian sentì un brivido percorrergli la spina dorsale appena sentì le sue labbra contro la pelle e fece: "Che stai facendo?".

"Nulla di cui debba preoccuparti".

E iniziò a baciarlo con lentezza su ogni lembo di pelle potesse raggiungere, facendogli mancare il respiro. E quando gli lasciò il primo succhiotto, Sebastian gemette abbastanza forte da far fermare Jace.

"Beh, questo mi è piaciuto", affermò, "E penso anche a te".

Il nephilim avrebbe voluto negarlo, ma Jace aveva già iniziato a fargliene un secondo, ottenendo gli stessi risultati del primo, e proseguì con la sua opera. Quando finì, Sebastian si sentiva il cervello in tilt, e non gli dispiaceva come sensazione. Si riprese un minimo quando sentì la voce di Jace all'orecchio.

"Sei sicuro che non vuoi che io vada un po' oltre?".

Glielo chiese in tono seducente, ma glielo chiese. Sebastian lo apprezzò, anche se in quel caso avrebbe anche potuto non porgli la domanda.

"Fai- Fai pure", balbettò ancora sconnesso.

Il suo petto subì lo stesso trattamento del suo collo. Di quella fase Sebastian non ricordava granché, ma ne vide i risultati il giorno successivo allo specchio.

Ricordava invece abbastanza bene quando Jace si era messo a cavallo sulle sue gambe e aveva mostrato che erano entrambi eccitati, il che aveva imbarazzato Sebastian più di tutto il resto che era successo prima, e non era che l'inizio.

Quel che accadde dopo gli impedì di guardare Jace in faccia per i giorni successivi, pur di non ricordarlo mentre gli risolveva il problema e insieme risolveva il proprio. Era troppo imbarazzante ricordare come aveva tenuto incatenati i loro sguardi mentre si chinava sul suo membro eccitato, pronto a prenderlo in bocca completamente calmo.

O forse era troppo imbarazzante ricordare quanto gli era piaciuto, difficile decidere. Ringraziò solo il cielo che non era successo null'altro.

E scene simili accaddero ancora nelle settimane successive, un segreto che non uscì mai fuori da Edom.

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