Harringrove
Ho combattuto contro me stessa per questa ff. Volevo scriverla ma mi sentivo in colpa eeee niente alla fine l'ho scritta comunque rip
-💙-
Categoria: Alternative Universe
Fandom: Stranger Things
Personaggi: Billy e Steve
Rating: Rosso
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In quel villaggio sperduto per i boschi vi era una leggenda che da centinaia di anni la teneva in balia del terrore: ogni notte, appena calato il sole, un vampiro assetato di sangue usciva dal suo covo e rapiva le giovani vergini per farle proprie, nutrirsi del loro sangue e trasformarle nelle sue spose.
Da centinaia di anni le giovani vergini erano costrette a stare segregate nelle loro case, da centinaia di anni tutti gli altri giravano con coltelli benedetti dall'acqua santa nelle tasche delle giacche.
Nessuno sapeva se fosse vera quella leggenda, ma nessuno voleva fare una prova. Nemmeno Steve Harrington, anzi, lui in particolare, dato che proprio lui era stato incaricato di vegliare sulla cittadina la notte.
Ecco perché quella notte, mentre tutti dormivano, una sola luce era accesa, nella casetta all'entrata del villaggio.
Alla luce della piccola candela Steve stava leggendo un libro che il sindaco gli aveva prestato. Non era molto colto, ma a senso capiva almeno di cosa parlavano i testi che gli capitavano sott'occhio. DI certo lo teneva sveglio quello sforzo immane di comprensione.
Ogni tanto guardava la strada fuori dalla finestra, trovandola puntualmente vuota. Anche quella notte la trovò vuota, così Steve continuò la sua lettura.
Quando però alzò di nuovo gli occhi poco dopo, non vide più la strada vuota.
Per lo spavento Steve sobbalzò. Una persona era in mezzo alla strada, apparsa dal nulla.
Chiuse il libro e si alzò, una mano sul pugnale. Guardò l'individuo un momento, poi uscì, nonostante le temperature piuttosto rigide.
Si avvicinò a lui e disse: "Signore, cosa ci fa fuori? È pericoloso, se crede alle leggende. Se non ci crede, è davvero freddo stanotte".
"Non soffro il freddo da lungo tempo ormai", rispose una voce maschile. Steve imprecò per l'assenza della luna; voleva vederlo in faccia, aveva qualcosa di sbagliato quell'individuo.
"Hai un profumo singolare", affermò poi l'uomo. Steve si era dato una sciacquata il giorno prima, ma da lì a dire che profumava c'era un abisso.
"Oh, affascinante... Sei vergine, non è vero?".
Steve capì con quella frase. Sfoderò il pugnale, racimolando quel poco di coraggio e stupidità che naturalmente aveva e di cui aveva particolarmente bisogno. "Vampiro".
La luna illuminò lo sconosciuto. Era di bell'aspetto, con lunghi capelli ricci, un'espressione accigliata e, ben in vista, i canini già allungati.
Steve era sempre stato un ragazzo dai riflessi pronti. Lo erano più che mai in quel momento, ma avrebbero potuto bloccare un umano, non un vampiro. Lo sconosciuto, più veloce di quanto potesse vedere il suo occhio, gli andò alle spalle, bloccandogli le braccia contro il corpo e mordendogli il collo.
Un urlo gli morì in gola. Il ragazzo lo prese a calci e si divincolò, ma fu tutto inutile; iniziò presto a sentirsi debole.
"Basta...", gemette con le lacrime agli occhi.
"Oh, non temere. Tra poco starai dormendo".
Gli occhi di Steve si chiusero e presto fu nel mondo dei sogni.
-
Quando Steve si svegliò, sentì freddo. Freddo e una stanchezza che quasi lo fece addormentare di nuovo. Non accadde solo perché ricordò quel ragazzo e i suoi canini estesi.
Un dolore al collo gli fece capire che non era stato un sogno, come aveva osato sperare. A quel punto si costrinse ad aprire gli occhi.
Era in una stanza a lui sconosciuta, piuttosto grande e apparentemente scavata direttamente nella roccia. Un fuoco era stato acceso in un angolo e forse solo quello rendeva vivibile quel luogo. Non c'erano mobili, se non quel letto su cui era stato sistemato; guardandosi, Steve si scoprì nudo, nonché legato al letto sia per i polsi che per le caviglie, costringendolo con le braccia sopra la testa e le gambe divaricate.
Provò a muoversi per liberarsi, ma se anche la forza bruta avesse potuto liberarlo, lui non avrebbe potuto sfruttarla. Era debole, non ci sarebbe riuscito.
Il panico si impadronì di lui. Per quanto tempo era rimasto svenuto? Lo stavano cercando? Cosa gli sarebbe successo?
Ogni notte aveva avuto paura, ma mai così tanta.
Poi una figura entrò nella stanza. Appena la vide, realizzò come la luce della luna non aveva mostrato neanche la metà di quello che quel vampiro era davvero.
Aveva una bellezza senza tempo che lo rendeva bellissimo per qualunque standard. Indossava in quel momento un abito che Steve non aveva mai visto, una sorta di giacca molto più lunga e colorata; era aperta sul davanti e sotto non indossava nulla. Non aveva nemmeno più i canini estesi, il che lo rendeva molto meno spaventoso. Li aveva comunque un po' più lunghi del normale, notò quando sorrise e iniziò a parlare.
"Sono affascinato. Da secoli sono sulla terra e questa è la prima volta che trovo uno come te".
SI sedette accanto a lui sul letto e lo squadrò per intero, un sorriso interessato stampato sul volto.
"Le vostre leggende sono tutte vere. È vero che c'è da secoli un vampiro che adora il sangue delle vergini. Ce lo hai davanti quel vampiro. Sono però inesatte in alcuni punti: non è che mi nutro solo del sangue delle vergini, o sarei già morto da tempo. Il sangue umano è buono in qualunque forma, purché non sia infetto: madri, padri, mogli, mariti... il sangue è sempre buono. Non vivo solo di vergini. Inoltre è vero che prediligo queste ultime: sono belle e il loro sangue è così buono... ma il sangue dei ragazzi vergini è ancora meglio. Rarissimo da trovare, soprattutto se è il sangue di un bel ragazzo, come lo sei tu. Sono anni che impazzisco vedendoti in quel villaggio, ma ora, finalmente, sei qui con me. Una lunga attesa ripagata nel migliore dei modi".
Steve si aspettava di essere morso, invece si ritrovò le labbra del vampiro sulle sue. Non ricambiò, ma apparentemente l'altro se lo aspettava. Si limitò quindi a mordergli il labbro con forza.
Iniziò a succhiargli un po' di sangue da lì e Steve perse lucidità, sia per la carenza di sangue, sia perché paradossalmente quella situazione stava iniziando a piacergli e ad eccitarlo.
"Un'altra cosa che le leggende non dicono è che il morso del vampiro ha un effetto che è in un certo senso anestetizzante. Anche il dolore diventerà piacere, non temere. Non devi avere paura, picolo Steve", sussurrò il vampiro al suo orecchio.
"Posso... almeno avere un nome?".
"Billy. Sono Billy", rispose il vampiro mordendogli il collo.
Al contrario del primo morso, Steve non sentì dolore, o forse ne sentì ma non lo elaborò in quanto tale.
Le mani di Billy iniziarono a percorrere il suo corpo, esperte, toccando punti precisi che fecero impazzire il ragazzo. Secoli di pratica non potevano che portare a quello, del resto.
"Dio, il tuo sangue è così buono... Peccato non possa berlo tutto", sussurrò il vampiro iniziando a scendere lentamente e a stimolarlo con baci e morsi. Steve, che era rimasto vergine perché credeva nell'amore vero e non nei matrimoni combinati al solo scopo di procreare, si sentì davanti ai cancelli del paradiso. Mai era stato tanto bene, mai aveva goduto tanto.
E non era che l'inizio. Lo capì quando Billy gli infilò un paio di dita in bocca e gli ordinò di inumidirle. Steve lo fece, curioso di sapere cosa lo aspettava: per quanto sbagliato, si fidava di quello che il vampiro stava facendo.
Billy sorrise nel vedere quanto era perso, quanto già era ai suoi piedi. Era affascinante e bellissimo, vedere Steve così indifeso, così sottomesso.
Gli uomini dovevano comandare, essere sempre forti, controllare ogni cosa, le donne invece doveva essere sempre sottomesse, costrette a stare nelle case e ad eseguire ordini. Tutte le donne erano cadute ai suoi piedi, forse anche troppo facilmente, ma non gli avevano dato la stessa soddisfazione di vedere un uomo ai suoi piedi.
Sottomissione. Amava quella parola.
Con le dita bagnate iniziò a stuzzicare il suo orifizio. Steve si irrigidì a quel tocco, ma non avrebbe potuto allontanarlo nemmeno se lo avesse davvero voluto.
Un dito si infilò nel suo corpo. Il ragazzo si lasciò sfuggire un gemito di dolore e provò istintivamente a divincolarsi, senza risultato. Non ne aveva la forza.
Il secondo quasi non lo sentì, solo perché Billy lo aveva morso di nuovo, difficile dire se per distrarlo o se perché il sapore del suo sangue gli aveva dato dipendenza.
"Rilassati, piccolo Steve. Ora ci divertiamo", sussurrò vicino al suo orecchio. Il tempo di liberargli le caviglie e Billy entrò in lui con un movimento esperto di chi lo ha fatto chissà quante volte.
Fu proprio la sua esperienza ad impedire un dolore indicibile al ragazzo e a sostituirlo con un dolore comunque sopportabile, che fu subito smorzato da un altro morso. Quando finalmente sentì Steve più tranquillo iniziò a muoversi.
Il ragazzo non aveva mai provato niente di simile. Era una sensazione bellissima, quella che stava provando, e iniziò presto a percepirla sempre più forte.
Iniziò a gemere e ad urlare, si aggrappò alla corde che gli tenevano ancora bloccati i polsi alla ricerca di un appiglio. Billy assistette a tutto quello leccandosi le labbra, eccitato quanto lui.
Fu lì che decise che non poteva aspettare. Lo voleva, non poteva aspettare altro.
"Ti voglio come mio compagno, Steve. Ti voglio al mio fianco per sempre", disse fermandosi un istante.
Steve ci mise un momento prima di comprendere quello che il vampiro gli aveva detto e fece: "Non significa... morire?".
"Sì, ma non te ne accorgerai nemmeno".
Steve non ebbe il tempo di replicare. Billy riprese a muoversi, facendolo tornare a gemere ed urlare. Quando ormai era chiaro che il ragazzo era di nuovo scollegato, il vampiro lo morse di nuovo e iniziò a nutrirsi. Per la prima volta si rese conto che non era per voglia di sangue che stava trasformando qualcuno: voleva davvero conoscere meglio quel ragazzo, che fosse praticamente suo marito.
Steve spirò tra le sue braccia senza che il diretto interessato se ne rendesse conto. A quel punto Billy iniziò la trasformazione tramite il proprio sangue: pochi minuti e Steve aprì di nuovo gli occhi e prese un lungo respiro.
"Cosa... che è successo? Credo di essere svenuto", chiese imbarazzato.
"Sei morto e resuscitato. Sei un vampiro ora", disse Billy liberandogli i polsi e riprendendo il suo lavoro. Steve si aggrappò a lui, gemendo e urlando di piacere come prima, finché non sentì un profumo invitante venire da Billy e non lo morse di slancio, soffocando ogni suono.
Il vampiro centenario non si aspettava una simile reazione, ma questo non lo fermò. Era quasi al limite, ma sapeva che anche Steve lo era.
Raggiunsero l'apice del piacere insieme, urlando. Billy uscì poco dopo dal corpo del ragazzo e si stese accanto a lui. Lo attirò a sé e lo baciò, sentendo il sapore del proprio sangue nella sua bocca.
"E da oggi sarai sempre al mio fianco, Steve. Finché la morte definitiva non ci separi".
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