Stucky

Allora, cuccioli, ho deciso che la storia si conclude con il capitolo 50, quindi ancora due ff più la conclusione.
Questa in teoria doveva essere l'ultima, ma non sono riuscita a completare l'altra in tempo quindi quella sarà l'ultima. Inoltre cambierò la copertina mettendone una simile ma con colori diversi e fanart diverse.
Sappiate che in questa ff mi si è sballata la trama e la logica del film (copiandola stavo pure guardando TWS, immaginate) ma fa nulla, tanto è evidente che non sono più così portata per le ff.
Beh, non importa.
Buona lettura :3

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Fandom: Marvel
Personaggi: Steve e Bucky
Rating: Giallo

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Steve si svegliò con un gran mal di testa. Chiunque lo avesse colpito per farlo svenire ci aveva messo fin troppa forza.

Perché sì, sapeva che qualcuno lo aveva colpito. Lo aveva anche sentito arrivare, era stato solo troppo lento per il suo aggressore che lento proprio non lo era.

Aprì gli occhi con lentezza, gemendo di dolore. Riconobbe il proprio letto, sentendosi minimamente più tranquillo, ma tornò in allerta quando provò a sollevarsi e si accorse di non poter muovere le braccia, legate con un paio di manette dietro la sua schiena.

Provò a liberarsi, anche se sapeva non ci sarebbe riuscito, ma si fermò quando sentì un rumore di passi che diventava sempre più forte.

Sulla soglia della camera comparve il soldato d'inverno.

Steve trattenne il respiro. Sapeva che quello che aveva davanti era il suo vecchio amico Bucky, ma questa sua versione non la conosceva. Aveva davanti una macchina assassina di alto livello che per qualche motivo l'aveva lasciato vivo, null'altro.

《Vedo che sei sveglio. Ottimo》

《Bucky, cosa...?》

Il soldato d'inverno fu così rapido che Steve non riuscì a spostarsi in tempo; un momento prima era sulla soglia, un momento dopo era accanto a Steve, la mano di metallo che gli aveva afferrato la gola, impedendogli di respirare.

《Non chiamarmi così. Ti conviene stare zitto se non vuoi una punizione esemplare》

Il biondo annuì impercettibilmente, spaventato per la prima volta dopo tanto tempo.

La mano mollò il suo collo, permettendo a Steve di tornare a respirare.

《Ho il preciso ordine di ucciderti, Rogers. Intendo farlo, ma ho delle domande che voglio trovino risposta》 proseguì come se niente fosse accaduto.

Steve si limitò a guardarla. Doveva evitare di farlo arrabbiare, non sapeva cosa poteva succedergli.

《Tu mi hai già visto prima. Perché?》

《Perché eravamo... molto legati, da giovani》 rispose a piano il biondo. Avrebbe voluto dire che erano migliori amici, ma non sarebbe stato onesto.

《Tu menti》

《Perché dovrei mentire? È la verità. Abbiamo passato insieme la nostra giovinezza》

Guardando il soldato d'inverno, Steve poté quasi sentir il suono di ingranaggi che stavano girando.

《E allora perché io non mi ricordo di te?》

Per il biondo quella frase fu un colpo al cuore, ma cercò di non darlo a vedere.

《Non lo so. Non so cosa ti abbiano fatto. Però te lo giuro, io non sto mentendo. Non potrei mai mentire a te, Buck》

Aveva detto la parola proibita. Se ne accorse quando il moro scattò verso di lui, inchiodandolo a faccia in giù sul letto.

《Ti avevo avvertito. Adesso ne paghi le conseguenze》

Steve non era qualcuno che si spaventava così facilmente, ma quando sentì i suoi pantaloni venirgli violentemente strappati via sentì formarglisi un groppo in gola. Due volte in meno di un'ora era un record.

Provò a dimenarsi, ma il soldato d'inverno non era così facile da togliersi di torno e lui questo lo sapeva bene. Si beccò una gomitata dal braccio metallico in piena schiena che lo fece gemere di dolore.

Un colpo secco sul suo fondoschiena gli strappò un urlo.

《Buck, ti prego, basta!》 urlò realmente terrorizzato ad un secondo colpo che gli sembrava gli avesse tolto carne e pelle insieme. Il diretto interessato gli tappò la bocca mentre un altro colpo lo faceva trasalire.

Sentì delle lacrime scendergli lungo le guance e Steve non avrebbe saputo dire se erano per la frustrazione o per la paura. Di sicuro non per l'umiliazione, provava troppo dolore per quella.

Sentì un dito di metallo premere contro la propria apertura, poi tutto si fermò.

Il biondo fu girato violentemente a pancia in su, le mani del soldato che lo avevano lasciato andare. Si ritrovò il suo volto a pochi centimetri dal proprio, un'espressione sconvolta.

《Stevie...》 fece abbassando lo sguardo, probabilmente sulle sue lacrime, per poi spostarlo altrove, totalmente smarrito.

Steve fece l'unica cosa che avrebbe potuto o condannarlo o salvarlo e si sollevò quanto bastava per posare le proprie labbra sulle sue.

Il moro rimase paralizzato. Guardò il biondo, che vide in quegli occhi la confusione più totale.

Poi la mano normale andò dietro la sua testa, sorreggendola mentre il bacio veniva ricambiato e mentre la mano di metallo raggiungeva i suoi polsi.

Steve si ritrovò libero poco dopo. Appena si staccarono da quel bacio il biondo guardò Bucky, senza aver dubbi sul fatto che quello che aveva davanti fosse proprio lui.

《Stevie. Cosa ho fatto...》

Arretrò sul letto quanto bastava per far almeno mettere a sedere il biondo, che lo strinse in un abbraccio.

《Non ti preoccupare, sto bene》 sussurrò. Bugia, era certo che se qualcuno lo avesse toccato dopo una cosa del genere e lo avesse guardato negli occhi avrebbe sicuramente visto la paura nel suo sguardo, oltre ad un suo inevitabile irrigidimento.

《Devo andarmene》 sussurrò il soldato d'inverno alzandosi. Steve fece lo stesso e ignorando la propria nudità lo raggiunse e gli mise una mano sulla spalla prima che saltasse fuori dalla finestra.

《Bucky... ricordatelo, non è colpa tua》 disse a piano.

Il moro lo guardò un momento senza rispondere, per poi andarsene, lasciando il biondo solo.

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