Zosan

Dato che sono anche una otaku, mi sembrava triste non mettere anche una coppia gay che riguardasse anime e manga. Spero comunque vi piacerà.

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Manga: One Piece
Personaggi: Zoro e Sanji
Rating: Rosso

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Sanji osservò soddisfatto la dispensa.

Dopo giorni di navigazione senza vedere anima viva, Usop aveva avvistato un'isoletta solitaria, completamente ignorata persino dal log pose.

Su di essa c'era un solo villaggio, che però aveva tutto ciò che cercavano: cibo, bevande, vestiti ed informazioni.

Il cuoco era andato subito a rifornire la dispensa, evitando per poco di svaligiare tutto il negozio. Dopodiché era tornato immediatamente sulla nave, prima che Rufy arrivasse e divorasse tutto il cibo appena comprato.

Sanji sentì la porta della cucina sbattere. Andò a vedere, pronto a stendere chiunque fosse, ma si fermò nel vedere che si trattava solo di Zoro, chiaramente ubriaco.

《Che ci fai qui, Marimo?》 chiese seccato.

Lui non rispose, limitandosi ad avvicinarsi al cuoco con sicurezza.

《Marimo, vai a dormire che non sei messo affatto bene》 ripeté, nonostante a muoversi non sembrasse affatto ubriaco come sosteneva a parole.

Zoro gli arrivò di fronte. Fece per cacciarlo del tutto, ma lo spadaccino lo anticipò: lo prese per la giacca e lo baciò.

Se Sanji avesse avuto qualcosa in mano probabilmente gli sarebbe caduto. Era l'ultima persona che si aspettava facesse una cosa simile, ma non lo respinse; ricambiò il bacio, quasi senza rendersene conto.

Sentì la serratura della cucina scattare; Zoro lo aveva chiuso lì con lui.

Lo spadaccino lo alzò di peso e lo fece sedere sul tavolo, poi si sistemò in mezzo alle sue gambe e inizi a baciargli il collo, facendolo ansimare lievemente.

Fece per spingerlo via, ma Zoro gli bloccò i polsi e continuò

Sanji avrebbe potuto colpirlo con un calcio, ma non lo fece. Gli stava piacendo, quel che gli stava facendo, quindi perché farlo smettere?

Sentì Zoro spingergli le braccia dietro la schiena, poi delle corde attorno ai polsi. Lo stava legando, ma a che scopo, di preciso?

Una volta finito lo spadaccino lo imbavagliò con la sua stessa bandana, poi gli aprì la camicia e iniziò a baciargli il petto mentre gli stuzzicava entrambi i capezzoli.

Sanji fece un sospiro di piacere: quel che gli stava facendo Zoro gli stava piacendo sempre di più.

Lo spadaccino scese con i baci, finché non arrivò al bordo dei suoi pantaloni. Al contrario di quanto pensasse, non glieli tolse, limitandosi a sbottonarli e abbassare la zip.

Abbassò anche il bordo dei boxer, poi osservò l'erezione del cuoco e disse: 《Credevo fossero solo le donne a piacerti》

Anche Sanji lo credeva, ma non poteva dirlo, imbavagliato com'era.

Zoro, con grande sorpresa del cuoco, lo prese in bocca e iniziò a succhiarglielo.

Gambanera lo guardò, nonostante fosse certo di essere rosso per il piacere. Al contrario di quanto pensasse, lo spadaccino si stava impegnando per farlo godere. Fin troppo, a giudicare dal fatto che venne poco dopo.

Zoro si era staccato appena prima, evitando così di ingoiare. Per questo prese uno straccio e tolse lo sperma che c'era in giro, poi fecce scendere Sanji dal tavolo. Senza parlare lo fece girare e mettere a novanta, poi gli abbassò del tutto pantaloni e boxer.

Con la cosa dell'occhio lo vide spogliarsi a sua volta, poi lo sentì mentre lo penetrava.

Sanji si piantò le unghie nei palmi delle mani e inarcò la schiena. Faceva male, e fece ancora più male quando Zoro iniziò a muoversi, senza dargli il tempo di abituarsi alla nuova presenza.

In pochi minuti il dolore non lo sentì più: sentiva solo uno strano piacere, che lo rilassava come mai prima di quel momento.

Vene senza quasi accorgersene. Zoro, senza uscire da li, lo slegò e gli tolse il bavaglio, poi riprese a muoversi.

Sanji si mise ad ansimare e gemere. Avrebbe voluto dire al compagno quanto era bravo, ma non gli pareva il caso di umiliarsi ulteriormente.

venne di novo, e capì che anche allo spadaccino era successo lo stesso, a giudicare dallo strano calore che sentì dentro di sé.

Uscì e disse: 《Credo di essere abbastanza sobrio da dirti che mi è piaciuto, vorrei ripetere l'esperienza e che domani ricorderò perfettamente quel che abbiamo fatto》

Sanji si rivestì imbarazzato e disse:《Prova a dirlo a qualcuno e giuro che ti uccido. In ogni caso, complimenti, Marimo, sai quel che fai》

Zoro ghignò e aprì la porta, poi se ne andò.

Il cuoco rimase lì, pensieroso.

Era certo che quella serata non se la sarebbe mai scordata.

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