Questa è la seconda fanfiction con gli stessi personaggi, nonché la vera e propria fanfiction su questa coppia.
Spero comunque vi piaccia.
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Fandom: Inferorum Gemmae
Personaggi: Lucifero e Michele
Rating: Rosso
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Mi svegliai con un mal di testa allucinante.
Nonostante reggessi bene l'alcool, quando mi svegliavo il giorno successivo ad una bevuta stavo sempre abbastanza da schifo.
Provai ad alzarmi dal letto, accorgendomi con disappunto di essere legato ad esso.
Dovevo aver bevuto più del solito se qualche demone era addirittura riuscita a bloccarmi a quel modo.
Mi misi a sedere come meglio potevo, considerata la mia impossibilità di muovere i polsi.
Era evidente che non ero negli inferi. Lo dedussi sia dalla temperatura decisamente non infernale (era freschino) che da un odore che negli inferi non poteva esserci e che si stava concentrando sempre di più.
Osservai la figura che era appena comparsa sulla soglia.
Michele aveva un aspetto orrendo. Doveva aver bevuto quanto me, e probabilmente era ancora ubriaco, a giudicare dalla puzza. Curiosamente non sentivo il suo caratteristico odore di pennuto; probabilmente aveva bevuto tanto da nasconderlo.
《Michele. Per caso ti sei imbucato alla festa per soli demoni di ieri sera?》 chiesi sottolineando con la voce il "per soli demoni".
Lui non rispose e si avvicinò a me barcollando. Non mi piaceva il suo sguardo: era troppo sadico per un pennuto come lui.
《Michele, slegami》 ordinai direttamente. Magari stavolta qualcosa lo avrebbe capito e fatto.
《Perché dovrei liberarti dopo averci messo tanto impegno a bloccarti?》 chiese con un tono di voce che non gli apparteneva.
《Perché te l'ho ordinato》
《Non sei più il mio capo, Lucifero. Non puoi ordinarmi proprio nulla》
Lo fissai un momento ripercorrendo la serata. Doveva aver bevuto il vino... solo che tutto il vino era stato mischiato con il sangue demoniaco. Ecco perché si stava comportando in quel modo.
《Perché mi hai legato?》 chiesi di nuovo. Magari a questo avrebbe risposto in modo sensato.
《Perché mi voglio divertire》
Quella era la risposta che mi aspettavo e che speravo di non ottenere. Come poteva un pennuto come lui voler davvero fare una cosa del genere o anche solo pensarla?
《Pessima idea. Non sono una donna e nemmeno un pennuto, ma un demone》
《Un buco ce l'hai》
Ma mi stava prendendo per il culo? E poi, da quando assomigliava così tanto a me come carattere?
《Michele, non sei in te. Il pennuto che malauguratamente conosco non direbbe mai una cosa del genere e non gli passerebbe nemmeno per la testa di farla materialmente》
La sua risata fu in qualche modo peggiore di tutto quello che aveva detto fino a quel momento. Era completamente impazzito e io rischiavo di andarci di mezzo.
《Cos'è, il diavolo ha paura dell'angelo Michele? Lucifero, re delle tenebre, teme un pennuto come me? Mi fai ridere per quanto sei patetico. Sarà divertente》 disse con un tono malefico.
《Che cosa sarà divertente?!》
《Stuprarti》
Non attese un mio commento e mi andò sopra.
Cercai di togliermelo di dosso, ma mi bloccò le caviglie al letto, impedendomi qualunque via di fuga che poteva essermi rimasta.
Mi strappò la camicia e mi passò un dito sul petto, ignorando le mie proteste. Cercai nuovamente di liberarmi, ma era tutto inutile. Non potevo impedirgli di fare quel che più gli aggradava.
Lui si fermò e mi osservò un momento. Mi limitai a ricambiare con uno sguardo di sfida.
《Sai una cosa, Lucifero? Non sarebbe male farti abbassare la cresta almeno per stasera》
Si spogliò completamente e si avvicinò a me. Quando capii cosa aveva in mente esclamai: 《No. Non ti permetto di fare una cosa del genere, Michele! Mi fa schifo!》
《Il re della perversione ha schifo di un semplice servizietto?》 ripeté il pennuto alzando un sopracciglio, decisamente divertito.
《Se sono io a doverlo fare, sì!》 esclamai. Non volevo dover fare una cosa così umiliante. Non a lui.
《Non puoi impedirmelo》 disse lui indifferente mettendomi in bocca il suo membro.
Cercai di tirarmi indietro, ma lui mi spingeva la testa verso di sé, impedendomi di allontanarmi anche solo di un millimetro. Purtroppo, non potevo fare altro che accontentarlo.
Repressi l'istinto omicida e iniziai a succhiarglielo, sperando che quella tortura finisse presto.
Il pennuto mi accarezzò i capelli, soddisfatto, invitandomi a continuare. Non avevo altra scelta se non obbedire.
Decretai se non altro di stare facendo un buon lavoro; Michele stava godendo parecchio, a giudicare da quanto stesse ansimando e gemendo.
Alla fine venne nella mia bocca e disse: 《Ingoia. Resterò così finché non lo avrai fatto》
Gli rifilai uno sguardo assassino, poi eseguii il suo ordine. Fortunatamente il sapore del suo sperma non era così terribile come temevo, ma averlo dovuto ingoiare mi faceva comunque schifo, e non poco.
Michele tirò fuori il suo membro dalla mia bocca e disse: 《Sono quasi tentato di ricambiare il favore》
Non replicai nulla, ero troppo impegnato a sperare che quello fosse solo un sogno. Anzi, un incubo.
Mi calò i pantaloni e i boxer, facendomi rabbrividir; le sue mani erano a dir poco gelate, come quelle di tutti i pennuti.
《Il tuo membro mi sembra non abbia disprezzato le mie azioni》 commentò Michele vedendolo decisamente vivace.
《Chiudi il becco》
《Come vuoi》 disse prendendolo in bocca.
Iniziò a succhiarmelo con forza, tanto che dovetti trattenermi per non lasciarmi sfuggire alcun gemito. Dannazione, se era bravo!
Mi limitai ad ansimare nonostante sapessi che Michele voleva sentire ben altro. Probabilmente compensò tutto la mia espressione - che doveva essere l'immagine del mio sforzo di resistergli -, poiché lui non disse nulla, continuando il suo lavoro con un odioso sorriso soddisfatto stampato il faccia.
Non riuscii a resistere a lungo; venni, e lui, con mia grande sorpresa, ingoiò.
Si staccò senza dire nulla e si alzò dal letto, andando verso uno dei mobili della stanza.
Lo seguii con lo sguardo. Sapevo che stava architettando qualcosa di losco.
Michele aprì un cassetto e ne estrasse un oggetto che identificai come un vibratore.
《Potremmo usa...》 fece per proporre, ma si bloccò nel vedere che i miei occhi erano diventati rosso fuoco.
《No.》 dissi secco, e lui si affrettò a metterlo via. Sopportavo le sue azioni fino ad un certo punto; un vibratore era oltre il limite.
Ci fissammo un momento, poi si avvicinò di nuovo a me. Non aveva ancora finito.
Si sedette in mezzo alle mie gambe, pensieroso, poi mi guardò. Che volesse la mia approvazione per quel che stava per fare?
Ci pensai. Potevo chiedergli di smettere e di lasciarmi andare... ma sapevo che una parte di me, quella perversa, se ne sarebbe pentita. Tanto valeva approfittarne, già che c'ero.
Sospirai e dissi: 《Vedi di fare in fretta》
Lui sorrise e mi penetrò lentamente. Al contrario di quanto mi aspettassi, fu abbastanza piacevole.
《E se ci mettessi un tocco personale?》 chiese accarezzandomi i capezzoli.
《È già troppo così》 risposi, nascondendo il piacere che mi stava facendo provare, nonostante non si stesse muovendo.
《Ne sei proprio sicuro?》 Disse con un sorriso succhiandomi un capezzolo.
Rimasi in silenzio, sforzandomi di non cedere. Era piacevole, fin troppo.
Quanto avrei resistito prima che Michele riuscisse a farmi crollare?
《Ti stai trattenendo. Guarda che nessuno verrà a sapere di quel che stiamo facendo》
《Parli un po' troppo da sobrio. Sono Lucifero, non cedo a nulla》
《Non sono mai stato ubriaco. All'inizio ero brillo, ma ci stavo con la testa abbastanza da capire cosa stavo facendo. Ora sto bene》
《E stai facendo tutto questo comunque》 dissi un attimo dopo, interdetto.
《Esatto, ma anche io ho il diritto di divertirmi, no?》
Non potevo credere che lui stesse facendo tutto quello senza pentirsi e senza imbarazzarsi, considerando che era sobrio.
《Giura su nostro Padre che non lo dirai a nessuno e magari mi lascerò andare》 dissi dopo un altro momento di silenzio.
《Lo saprà solo Lui oltre a noi. Giuro sul Padre che nessuno lo verrà a sapere. Giura anche tu》
《Lo giuro》
Lui sorrise e iniziò a muoversi.
Anche se non avessi fatto giuramenti avrei ceduto comunque. Non lo avrei mai detto, ma Michele era bravo.
Non per niente era mio fratello.
Iniziai presto ad ansimare per il piacere e anche a gemere, quando iniziò a segarmi.
Non riuscii a resistere a lungo e venni nella sua mano. Michele non si fermò comunque e continuò a muoversi.
All'improvviso dissi: 《Ammetto di esserci cascato. Ho davvero creduto tu fossi ubriaco》
《Mica sei l'unico che sa nascondere la sua vera aura. Mi sono pure divertito ad imitare i tuoi comportamenti e usarli contro di te. Comunque, devo dire che credevo mi avresti fermato》
《Quando di preciso?》
《Quando ti ho chiesto il permesso di fare questo. Non pensavo avresti accettato》
《E invece l'ho fatto. Ti dispiace?》
《A dire il vero no, nemmeno un po'》
Ghignai e dissi: 《Spicciati a finire, pennuto》
Mi diede ascolto e iniziò a muoversi più velocemente, facendomi godere ben più di prima.
Venimmo quasi in contemporanea e finalmente Michele mi liberò da corde e manette.
《Quindi siamo d'accordo, Lucifero? Nessuno dovrà saperne nulla》 disse rivestendosi e passandomi una camicia presa dall'armadio.
《Non ci guadagnerei niente a rivelarlo. Io non parlerò》 affermai prendendola e indossandola.
《Bene, allora non abbiamo altro da aggiungere o controllare》
Uscimmo entrambi, lasciando che quella casa e quella stanza restassero gli unici testimoni dell'unica volta in cui io e Michele eravamo stati qualcosa di più di due fratelli rivali.
Eravamo stati a tutti gli effetti due amanti.
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