6 - La prima festa

"Buongiorno ragazzi, state zitti per favore" ci ordinò la professoressa Anton entrando in classe.

Quel giorno aveva i folti capelli corvini raccolti in uno chignon perfettamente ordinato ed indossava un vestito verde che sembrava indiscutibilmente fresco.

"Oggi vi dirò quale musical allestiremo prima di Natale..." annunciò prendendo un foglio dalla sua borsa.

A quel punto Jay e Jeremy cominciarono a battere le mani sui banchi per creare suspance.

La professoressa li guardò per poi buttare gli occhi al cielo e scuotere il capo rassegnata.

"Con mio grande piacere vi annuncio che la maggioranza di voi ha votato per High School Musical. Quindi sono ufficialmente aperti i provini per Gabriella Montez, Troy Bolton, Sharpey Evans, Ryan Evans, Taylor McKessie e Chad Danforth. Gli altri reciteranno ma senza avere una propria canzone. Questa è la lista..." spiegò alzandosi e andando verso la bacheca della classe. "La attacco qui e, chi vuole fare la parte di uno dei personaggi, basta che scriva il proprio nome di fianco. Da domani potete già farmi sentire una canzone a vostra scelta e io deciderò se siete all'altezza del personaggio"
annunciò per poi sedersi sulla cattedra.

"Ora riprendiamo la lezione di ieri, quella incentrata sul lasciare qualcosa al prossimo. Troy partiamo da te. Puoi per favore mostrarci cosa ti hanno lasciato i tuoi compagni?" Gli domandò.

"Si... ehm... Savannah mi ha donato un abbraccio, Xin un suo fermaglio, Veronica un suo anello ed infine Jeremy un orecchino" spiegò lui timidamente.

Quando disse il nome del ragazzo la sua voce si fece più morbida e tremante e i due si guardarono teneramente.

Negli occhi di Jeremy si vedeva l'affetto che provava per il riccio ma, allo stesso tempo, anche la paura di mostrarlo.

"Originale la scelta di donarvi un abbraccio" Disse la Anton guardando prima me e poi Troy.
"Tu Veronica cos'hai?" Chiese alla bionda seduta al banco alla mia destra.

"Io ho una foto del cane di Jeremy, un elastico di Mike, un libro di Nancy e un braccialetto di Xin" disse questa. Quando tirò fuori il braccialetto notai che era il mio, con la S e il ciondolo a forma di fiocco di neve.

Come mai ce l'aveva lei se io l'avevo dato a Xin?

Probabilmente Xin l'aveva dato a lei dopo essersi scontrata con me ma non era questo l'esercizio.

Guardai la ragazza che sollevò le spalle in segno di scuse e mi guardò dispiaciuta.

"Non ti preoccupare" le mimai con le labbra e lei mi sorrise tranquilla.

Non mi piaceva però che Veronica avesse qualcosa di mio, non dopo che aveva deciso di non rivolgermi più la parola.

In più era amica di Kristal: mi sarei dovuta preoccupare?
                                     ******
"Ventotto secondi, Savannah. Molto bene!" Si congratulò con me l'allenatore Max.

Mi stava cronometrando i cinquanta metri a stile libero per la sfida prenatalizia.

Volevo fare di meglio però.

"Ora vai pure a riposarti in panchina" mi liquidò per poi chiamare Karol a rapporto.

Mi piaceva l'allenatore Max, ci faceva lavorare e credeva in noi.

Appena mi sedetti sulla panchina sentii qualcuno chiamarmi da dietro.

Mi girai e vidi una testa bionda di ricci, ma non ne fui molto contenta.

"Che cosa vuole ora?"

Mi alzai per raggiungere gli spalti e sentire cosa avesse da dirmi Jay.

Salii dieci gradini e mi sedetti alla sua sinistra, lasciando un posto libero tra di noi.

"Cosa vuoi?" Gli domandai un po' di fretta.

Non volevo che l'allenatore pensasse che sono una scansafatiche.

Volevo dimostrarmi attenta anche durante gli allenamenti delle altre.

"Ciao principessa, volevo sapere se partecipassi anche tu alla gara di surf che si terrà tra due settimane."

"No Jay non posso. Ho già l'allenamento in piscina, il teatro e lo studio. Non penso di aver tempo anche per la gara di surf" lo liquidai molto in fretta, alzandomi dal posto sulle gradinate.

"Aspetta, ma almeno ci verrai a vedere surfare ogni tanto?" Mi chiese quasi pregandomi.

"Sì, se avrò tempo verrò con Eduardo. A lui piace molto il surf" lo informai.

Nominarlo mi faceva sempre soffrire per il semplice fatto che non era lì con me.

"Stasera vieni alla festa?" Mi chiese infine quando arrivai al cancello che divideva le gradinate dalla vasca.

"Che festa?"

"Quella che faremo nella casa di una vecchia confraternita che ora non esiste più" mi spiegò.

"Vedremo!" Lo liquidai e mi sedetti sulla panchina vicino a Xin che mi parlò un po' di sé e sopratutto di come il mio braccialetto fosse finito nelle mani di Veronica.
*****
"Voi sapevate che stasera c'è una festa?" Chiesi ai miei due amici seduti con le spalle al muro sul letto di Sole.

Guardai Ilianne alla mia destra che scosse la testa ignara di tutto facendo spallucce.

"Ho sentito due ragazze del mio gruppo che ne parlavano" ammise Sole scorrendo le notifiche sul suo telefono.

"Ci sarà anche Jeremy?" Ci chiese Troy scattando come se avesse appena preso la scossa.

"Considerando che me l'ha chiesto Jay è probabile" spiegai.

"Mio fratello ti ha chiesto di andare alla festa?" Intervenne Sole lasciando cadere sul letto il suo telefono e guardandomi perplessa.

Annuii lentamente non capendo dove volesse arrivare.

"Non è che tra te e mio fratello..." cominciò la mora.

La interruppi bruscamente con un verso di disgusto che sembro bastarle.

Che schifo.

Io ero innamorata di Eduardo e non vedevo l'ora che arrivasse.

Mancavano solo dodici giorni e poi non ci saremmo mai più lasciati.

"Io voglio andarci!" Esclamò Troy scattando in piedi. "Voi venite con me?" Chiese esaltato.

Io guardai Sole e lei guardò me. Quel contatto bastò ad entrambe per capirci.

"Scusate ma ho da fare, a domani" ci liquidò Ilianne uscendo velocemente dalla nostra stanza.

"Quella ragazza è strana..." sentenziò Sole ricominciando a scorrere le notifiche sul suo telefono.

"Io vado a preparami per la festa" annunciò Troy incamminandosi verso la nostra porta.

"Secondo voi se venissi con la gonna e i tacchi creerei troppo scalpore?" Ci chiese lui scherzando.

Io e Sole ci mettemmo a ridere sonoramente per poi cominciare a prepararci.

Non avevo idea di cosa mettermi.

Dopo aver fissato l'armadio per circa dieci minuti buoni alla fine mi arresi e optai per una canotta larga e bianca a fiori di color rosa carne, dei jeans azzurri e strappati sulle ginocchia e un cardigan di maglia beige traforato perché la sera tirava un po' di vento.

Indossai degli stivaletti estivi scamosciati, misi un po' di mascara ed ero pronta.

Sole indossò invece una canotta a strisce bianche e azzurre che infilò dentro a dei jeans grigio topo, un cardigan bianco e le sue Vans nere.

Si truccò anche lei con un filo di mascara e infine uscimmo per aspettare Troy fuori dai dormitori maschili.

Non ci volle molto perché arrivasse vestito con una semplice maglietta bianca infilata dentro a dei jeans neri strappati.

"Voi sapete dove si trova questa casa?" Chiesi accorgendomi di non sapere dove dovessimo dirigerci.

"Lo so io, credo di esserci passato davanti un giorno in cui non sapevo che fare e allora sono andato un po' in giro senza meta" ci spiegò sogghignando Troy visibilmente nervoso.

Quando arrivammo davanti a questa casa completamente rosa su cui c'erano delle lettere greche che non sapevo leggere, notammo un gran via vai di gente, il cestino dei rifiuti fuori era stracolmo di lattine di birra e cartoni della pizza.

"Direi che siamo nel posto giusto" annunciò Sole nervosa e gettando un occhio a tutto quel disordine.

Io e lei odiavamo i posti così rumorosi e pieni di persone, infatti ci guardammo per farci forza ed infine entrammo.

La prima cosa che vidi fu una coppia che pomiciava sulle scale: la indicai a Sole e lei prontamente fece una smorfia di disgusto.

Ridemmo insieme per questa nuova complicità ma quando tornammo a guardarci in giro scoprimmo di aver perso Troy.

Ecco, volevo già tornare a casa.

"Sav io controllo in cucina, tu vai in salotto. Tra due minuti ci troviamo qui" ordinò Sole per poi scomparire nella folla.

Piuttosto che rimanere sola ed impalata almeno avrei fatto un giro alla ricerca del mio amico scomparso.

"Perché dovevo sempre fare la baby sitter a chiunque? Che palle!" Pensai mentre svoltavo svogliatamente nella prima stanza alla mia sinistra.

"Ma tu guarda! La nostra amichetta italiana" sentii dire da una vocina squillante e femminile.

"Ignorala!" Ordinai a me stessa continuando a cercare tra le persone che ballavano, chiacchieravano o pomiciavano in quella sala enorme.

"Troy ti prego salvami dall'arpia!"

"Hey cosa fai? Mi ignori?" Chiese lei alzandosi in piedi.

"Kristal, ma che piacere..." la salutai poco calorosamente.

Al suo fianco vi era Jay che mi guardava come un cane bastonato.

"Non posso dire lo stesso... cosa ci fai qui? Hai perso la strada di casa? Oh sono sicura che il coach Bolton ti accompagnerà volentieri" mi prese in giro ridendo con altre ragazze che non avevo mai visto prima.

Notai Veronica farsi seria e preoccupata.

Strano, si stava divertendo di gusto fino a pochi secondi prima mentre la sua amichetta si prendeva gioco di me.

Ad ogni modo quella stronza non si poteva permettere di prendermi in giro.

Tirai un calcio alle bottiglie di birra appoggiate sul tavolino proprio davanti a lei: il liquido schizzò sulle sue gambe nude per poi colare sulle sue scarpe scintillanti.

Cominciò a gridare come se l'avessi bagnata da capo a piedi ordinando a Jay di andarle a prendere qualcosa per asciugarsi.

Ne approfittai di quel momento di trambusto per filarmela via e tornare all'ingresso: speravo vivamente che Sole avesse trovato Troy perché io non avevo la minima idea di dove fosse.

SOLE'S POV
Dove cazzo si era cacciato?

Non era possibile che Troy fosse evaporato da un momento all'altro.

Da qualche parte doveva pur essere.

Cominciai seriamene a preoccuparmi: e se gli fosse successo qualcosa?

Se avesse bevuto o ingerito qualcosa di dannoso?

Se fosse allergico ad una qualche birra e stava stramazzando sul suolo inerme?

"Calma Sole, si sarà fermato a parlare con qualcuno. Avrà incontrato un amico o un'amica... ma lui ha amici oltre a me, a Savannah e ad Ilianne?"

Non sapendo rispondere a questa domanda presi il cellulare dalla borsa a tracolla e feci il suo numero ma mi dava ancora una volta la segreteria.

Lo richiamai altre tre volte ma niente.

"Non prende qua dentro" mi informò un ragazzo alle mie spalle.

Quando mi girai mi prese un colpo.

Ma come era possibile che fosse sempre in mezzo alle palle costui?

Però dovevo ammettere che appoggiato al bancone della cucina con quello sguardo indagatore non era niente male.

Scossi la testa velocemente per schiarirmi le idee e sopratutto non farmele più venire.

Annuii velocemente e riposi il telefono in borsa, infine mi girai dandogli le spalle ed immergendo nel ponch uno dei bicchieri inutilizzati disposti sul tavolo.

"Perché non mi parli?" Mi chiese lui da dietro.

Evitai di rispondergli, cosa gli dovevo dire?

Che non gli parlavo perché era uno degli amici cretini di mio fratello?

Che era un donnaiolo e non volevo essere la prossima?

Che avevo appena rotto col mio ex e non volevo soffrire di nuovo?

No, dovevo solo aspettare e prima o poi avrebbe ceduto.

"Quindi? Non sai parlare? Hai perso la lingua?" Domandò ridacchiando e sfiorandomi appena un braccio.

"Non mi devi toccare" lo ammonii prontamente scattando a lato per allontanarmi il più possibile dal Casanova.

"Non volevo farti arrabbiare" si scusò il moro mostrandomi i palmi.

Lo guardai per un attimo e poi me ne andai dalla cucina.

Dovevo trovarmi con Savannah all'ingresso: speravo che almeno lei avesse avuto fortuna nella ricerca del ragazzo scomparso.

TROY'S POV

Sperai che le mie amiche non mi stessero cercando e si stessero godendo la festa ovunque fossero.

Appena entrai vidi una chioma castana chiara che riconobbi subito: attraversai il corridoio ed incontrai Jeremy intento a parlare con delle ragazze vestite poco sobriamente.

Quella sera ero determinato, non so come e non so il perché ma mi sentivo forte.

Forse frequentare due ragazze decise come Savannah e Sole mi faceva bene.

Fatto sta che avevo rubato Jeremy alle attenzioni di quelle signorine e in quel momento stavo guardando le stelle con lui.

Intorno a noi c'erano solo delle coppiette ubriache intente a baciarsi, quindi era un po' come essere da soli in giardino.

"Hey Troy ti va di sederci su quel dondolo? Queste sedie mi fanno venire male al collo" propose Jeremy e subito mi alzai per accontentarlo.

"Vuoi un massaggio?" Gli chiesi spinto dalla determinazione: mi stupii io stesso della mia domanda.

Inizialmente mi guardò scettico per poi alla fine fare spallucce ed acconsentire.

Appena ci sedemmo cominciai a massaggiargli leggermente il collo e le spalle per poi scendere lungo tutta la schiena.

La sua pelle era calda e sapeva di cannella, una fragranza inusuale per un ragazzo e ciò mi spinse ancora di più nella mia impresa.

Avvicinai il mio viso al suo collo: inspirai l'odore dei suoi capelli castani ed espirai per fargli sentire che ero lì vicino a lui.

Con la sua mano destra fermò il movimento della mia, si girò e mi guardò.

Penetrò i miei occhi ed io scattai mentalmente una fotografia ai suoi che erano così verdi e così marroni allo stesso tempo.

I nostri visi per poco non si toccavano ed io guardai la sua bocca dischiusa che lentamente si avvicinava.

Quelle rosee labbra sarebbero state a contatto con le mie nel giro di qualche istante ed il mio cuore batteva e batteva e batteva e batteva.

Mi baciò a stampo molto dolcemente ed ebbi un fremito.

Si staccò e mi guardò come se non avesse mai fatto una cosa simile.

Non sapevo quasi niente di lui quindi la domanda mi sorse spontanea: "Aveva mai baciato un ragazzo?"

AGGIORNAMENTO SPECIALE:
Buon compleanno Dove 😍❤️
Oggi la bella bambolina compie 22 anni (mi ha raggiunta)!!
Buona sera a tutti 😘
Siamo arrivati al sesto capitolo e spero che vi piaccia 💖 cominciate a sentire un po' di mistero? Spero di sì, sennò tra poco lo sentirete di sicuro! 😁
Baci baci 💋

A.

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