58 - Dolore e piacere
"Show me love" è la canzone che ho scelto per questo capitolo. Quando troverete questa emoji (🦋) vi prego di farla partire per immedesimarvi di più nella storia e nel momento più bello del capitolo.
Buona lettura 🧡
Non appena pronunciai le ultime parole di quella bellissima canzone, si levò dagli spettatori un silenzioso applauso.
Credo che almeno alcuni avessero capito come mi sentissi poiché, delle condizioni di Eduardo, erano tutti al corrente.
Scesi dal palco sotto l'occhio scrutatore della gente che non si faceva scrupoli nel dimostrare pietà per la sottoscritta.
Veronica andò al mio posto ma non sentii ciò che disse.
"Ho bisogno di una boccata d'aria." Dichiarai a Sole che annuii lasciandomi lo spazio che mi serviva in quel momento.
Attraversai il corridoio principale della VBU per poi uscire fuori nel vialetto semi deserto.
Era una serata mediamente calda, il cielo era pulito e mi permise di scrutare le sue stelle luminose.
Mi tolsi le scarpe che già cominciavano a darmi fastidio e percepii l'erba soffice ed umida sotto i miei piedi.
Che bella sensazione.
Guardandomi in giro notai una panchina deserta così mi avvicinai silenziosamente per sdraiarmici sopra, facendo attenzione a non rovinare il mio bellissimo vestito.
I miei occhi rivolti al cielo erano rapiti dalla luminosità degli astri che, anche loro, in assoluto silenzio, mi fissavano.
Era una tale magia pensare che ci fossero così tanti pianeti inesplorati che continuavano ad aspettarci e che l'avrebbero fatto per sempre.
In quel momento di totale relax il mio telefono cominciò a vibrare insistentemente: pensai che fosse uno dei miei amici che volesse chiedermi come stessi e dove fossi, così lo ignorai fino a quando non gettarono la spugna e non sentii più nulla.
Dopo qualche minuto però ricominciò e, un po' infastidita, lo estrassi dalla pochette.
"Che c'è?" Dissi nervosamente senza neanche guardare sul display chi mi avesse chiamato.
"Si risponde così ad un amico che non vedi da quattro mesi?" Mi domandò quella voce che tante volte avevo sognato di sentire.
"Levi!" Dissi con voce adorante.
"Ciao Savannah..." Mi salutò lui teneramente.
"Come stai? È successo qualcosa? Mi sei mancato così tanto..."
"Sto bene Sav, sono nel garage di Alberto con gli altri che ti salutano e mi chiedono quando tornerai a casa."
"Ho l'aereo tra dieci giorni, non vedo l'ora di rivedervi tutti!" Lo informai davvero contenta che mi avesse telefonato.
"Ottimo, anche noi non vediamo l'ora di vederti anche perchè abbiamo qualcosa da proporti." Disse furbo.
"Non me lo puoi dire ora? Lo sai che odio quando mi tieni sulle spine." Mi lamentai.
"Non ti sei fatta sentire per quattro mesi: questo è il minimo che io possa fare." Commentò ridendo.
"Pensavo che mi odiassi..." Gli confidai.
"Non potrei mai odiarti Riccioli d'oro, ero solo molto deluso ed arrabbiato con me stesso. Ti vorrò per sempre bene, nonostante tutto." Disse facendomi ben intendere a cosa si riferisse.
"Ti voglio tanto bene Levi, non immagini quanto sia bello risentire la tua voce... sopratutto ora." Ammisi con le lacrime agli occhi.
"Che è successo Sav?" Mi domandò con un briciolo di preoccupazione nella voce.
"Eduardo...è...lui è..." Non riuscivo proprio a dire quella parola. "Eduardo non c'è più..." Bisbigliai infine piangendo altre ed innumerevoli lacrime.
Al diavolo il mio trucco impeccabile.
"Come? Cosa? Da quando? Oddio Savannah ti ho lasciata da sola con un peso come questo. Mi sento così inutile..."
"L'ultima volta che l'ho visto è stato il giorno del mio compleanno..." Gli raccontai singhiozzando. "Era disteso su un lettino d'ospedale con milioni di tubi addosso, era pallido e smorto, statico come una pietra e i suoi capelli non erano più lucidi e ricci. Sua madre mi ha raccontato che durante una festa in piscina un ragazzo gli ha dato un pugno in pieno viso e la sua testa ha sbattuto contro il bordo piscina: da quel momento non si è più svegliato. È stato un vero e proprio incubo vederlo così..."
"Savannah mi dispiace così tanto, mi sento davvero uno schifo se penso che non ci sono stato."
"Non ti preoccupare, ormai è passato. Con Emma va tutto bene?" Gli domandai per cambiare discorso il più in fretta possibile.
"Ci siamo mollati poco dopo che te ne sei andata: troppo frivola." Scherzò lui cercando, come al solito, di tirarmi su di morale.
"Oh meno male che te ne sei accorto!" Dichiarai contenta che avesse aperto gli occhi su quella gallina.
"Eh sì, la mia Savannah ha sempre ragione. Tuo fratello come sta? L'ha superata?" Mi chiese curioso.
"Sì certo, ora sta con una mia compagna della squadra di nuoto: sono tremendamente carini insieme e non li posso vedere." Scherzai a mia volta, per quanto riuscissi almeno.
"Non vedo l'ora di riabbracciarti..." Sussurrò piano per non farsi sentire dagli altri con quella voce calda e sexy che un tempo mi avrebbe mandato in estasi.
"Savannah cosa ci fai qui? Vieni dentro con me immediatamente!" Dichiarò con fare allarmato Sole.
"Che succede Sav?" Mi domandò Levi al telefono che probabilmente aveva sentito.
"Non ne ho idea Levi..." Ammisi al mio amico tirandomi su dalla panchina e seguendo Sole che mi stava tenendo il braccio con una presa assolutamente ferrea. "Ora devo andare, ci sentiamo ok?" Dissi chiudendo la telefonata senza dargli il tempo di rispondermi com'ero abituata a fare.
"Che sta succedendo Sole?" Le domandai preoccupata.
"Oh lo vedrai mia cara!" Annunciò con un sorrisetto strano in viso.
Quando varcammo la soglia del cortiletto e aprimmo il tendone che lo separava dal corridoio della VBU percepii lo sguardo di tutti i presenti su di me.
Anche la musica non suonava più e trovai la situazione davvero molto inquietante.
"Che hanno tutti? Perchè mi guardano?" Sussurrai piano alla mia amica che non mi rispose e continuò a guidarmi in mezzo alla folla.
Dove cavolo mi stava portando?
Che avevano tutti?
Mi sentii come in un film dell'orrore in cui tutti guardano con pietà la ragazza da sacrificare andare verso il patibolo.
Ad ogni modo, mi stavo davvero preoccupando.
Avevo sbagliato qualcosa nell'organizzazione del ballo?
Veronica voleva sgridarmi?
O addirittura il preside?
Mi avrebbero arrestata?
La folla si apriva man mano che io vi passavo in mezzo con Sole, fino a quando non arrivammo al nostro gruppo di amici e mi bloccai.
Vi era un ragazzo lì in mezzo che conoscevo molto bene.
Mi sentii avvampare: com'era possibile?
Il mio cuore avrebbe retto ancora per molto?
Lo sentivo impazzire nel mio petto e percepii il mio respiro accelerare.
La salivazione intanto si era azzerata e non riuscivo più a deglutire.
Cercai lo sguardo dei presenti intorno a me, non capivo se ciò che stessi guardando fosse pura fantasia, nel mio caso pazzia, o se fosse reale.
Se però fosse stato reale, com'era possibile?
"Non mi saluti?" Mi domandò venendo verso di me.
La sua voce.
La sua voce era più roca e spenta e la riconobbi: era quella che mi aveva chiamato in spiaggia durante la gara di surf.
Era a meno di un metro da me e il mio cuore esplodeva di stupore e di felicità che però non riuscivo ad esprimere per lo shock.
"S-sei reale?" Balbettai per quanto riuscii a parlare.
Era talmente diverso che non capivo se fosse veramente lui o un suo sosia.
I suoi capelli erano molto più corti, poco mossi ma almeno avevano ripreso il loro colore naturale.
Non vi era l'ombra del suo piercing e questa cosa mi destabilizzava, non che la situazione fosse normale.
"Si beh... sono qui." Disse prendendomi la mano.
Il suo tocco, Dio quante volte l'ho desiderato.
Mi sentivo rinata, completa ed appagata ora che finalmente lo sentivo ancora.
"E se sono ancora vivo è solo grazie a te, Savannah. Quando mi hai detto che mi amavi ancora e che l'avresti fatto per sempre ho capito che dovevo tornare da te, che avevi bisogno di me e non potevo lasciarti ancora. Però, quando mi sono svegliato, gran parte della mia memoria mi ha abbandonato e non sapevo più chi fossi tu, mi ricordavo solo di mia madre e di mio padre e del loro divorzio. Credimi è stato imbarazzante scoprire di Josè, Emily e Seline. In tutti questi mesi poi ho dovuto sottostare alle cure di uno psicologo che mi aiutasse a riacquistare una parte della mia memoria e ho fatto un po' di riabilitazione. Comunque è stata mia madre a raccontarmi di te e ho trovato le nostre foto e la lettera che ti ho scritto nel comodino della mia camera. Ho pensato che questa Savannah dovesse essere importante per l'Eduardo che avevo scordato di essere stato, quindi ho preso il primo volo e sono arrivato qui con mia madre, che non vede l'ora di riabbracciarti per la cronaca. Ad ogni modo non ricordo chi tu sia, non ancora almeno, ma sento già che il mio corpo ti ha riconosciuta..." disse guardando la sua mano stretta nella mia. "Quindi, se non ti scoccia, vorrei tanto che mi aiutassi a riacquistare la memoria e a recuperare i bei momenti che abbiamo passato insieme, che so per certo essere molti. Ti andrebbe?" Mi domandò con occhi dolci.
Ero pietrificata, non sapevo che dire.
Avrei voluto saltargli al collo, toccarlo, parlargli, sorridergli ma mi sembrava solo un sogno molto lontano in quel momento.
"Devo prendere il tuo silenzio come un sì?" Mi domandò con un leggero sorriso su quelle labbra perfette che un tempo toccavano le mie.
Le sue fossette si fecero vedere per qualche minuto.
Annuii piano, quasi impercettibilmente ma capii che lui l'aveva notato.
I presenti intorno a noi lo guardavano ancora come se fosse un'apparizione per poi guardare me con tenerezza.
"Amici cari, stasera è una notte speciale in cui tutti i nostri sogni si possono avverare: come quello di Savannah che non ha mai smesso di pensare al suo Eduardo." Annunciò al microfono Veronica facendomi arrossire.
Non so perché mi sentissi così tanto esposta con questo nuovo Eduardo.
In fondo era sempre lui, ma il fatto che non si ricordasse di me mi faceva sentire come ad un primo appuntamento.
Il ragazzo al mio fianco, che ancora mi teneva per mano, mi guardò dolcemente come se in realtà sapesse benissimo tutta la nostra storia.
Era così strano allo stesso tempo pensare che non si ricordasse del Brasile e di quanto ci eravamo amati e allo stesso tempo odiati.
Ma col tempo avrebbe ricordato tutto.
"Vi prego quindi di prendere per mano la persona che più tra tutte amate o a cui volete bene e di ballare insieme a me su questa bellissima canzone d'amore interpretata da Nina Schmidt." Annunciò lasciando il suo posto ad una ragazza bionda ed alta vestita di viola, per poi correre dal suo amato.
🦋
"Posso avere l'onore di ballare con te?" Mi domandò il mio nuovo cavaliere un po' impacciato mentre tutti ancora ci fissavano.
"Certo." Sussurrai lasciando che le sue calde mani circondassero i miei fianchi per poi appoggiare le mie sulle sue spalle. "Come hai fatto ad entrare?" Gli domandai inspirando la sua acqua di colonia.
Dio che brividi.
"Da lì." Mi indicò con un cenno del capo. "Ho attraversato il viale e poi il corridoio, perché?"
"Perchè io ero proprio là fuori, non mi hai vista?" Gli chiesi sentendomi una stupida per non averlo visto prima io.
Da sdraiata non avevo molta visuale sulle persone, inoltre ero così presa dalla telefonata con Levi, che non me n'ero resa conto: che cretina.
"Sì, ho visto una ragazza sdraiata su una panchina in lontananza ma, visto che era al telefono con un probabile fidanzato, ho deciso di non disturbarla." Ammise lui abbassando lo sguardo.
"Ero al telefono con Levi, ti ricordi di lui?" Gli chiesi dolcemente.
"Levi, Levi, Levi... No, mi dispiace." Disse mortificato.
"Non ti preoccupare, lo ricorderai piano piano. Ad ogni modo non ci sentivamo da quattro mesi, pensavo che mi odiasse, ma stasera mi ha chiamata." Gli spiegai contenta di aver parlato col mio amico.
"Perchè non vi sentivate da così tanto?" Domandò curioso come un bambino.
"Quando sono tornata qui, dopo le vacanze di Natale, non ci siamo lasciati bene: mi ha confessato di provare qualcosa per me che però non era corrisposto e quindi si è messo con la ex di mio fratello per farmi un dispetto... Peggio di una telenovela non trovi?" Scherzai io leggermente per alleggerire la situazione che ancora mi risultava paranormale.
"Non hai mai provato niente per lui?" Chiese ed io capii molto bene dove volesse arrivare.
"Sì, in passato. Ma dall'istante in cui ho conosciuto te, i miei sentimenti per lui sono svaniti." Ammisi fissandolo in quelle sue gemme azzurre.
"Hai sempre amato me? Anche quando pensavi che io fossi morto?" Continuò a domandare.
Annuii continuando a mia volta a fissarlo negli occhi.
"Ti ho sempre pensata e amata in questi mesi, anche quando ero incosciente. Da quello che so, non me ne sarei mai dovuto andare da qua, avrei dovuto ascoltarti e fidarmi di te." Ammise mortificato.
"È inutile ripensare al passato Eduardo, cerchiamo di goderci il presente ed il futuro." Dichiarai fermamente ma con dolcezza.
"Hai ragione Savannah, hai ragione. Ehm... posso chiederti una cosa?" Domandò un po' impacciato.
"Dimmi."
"So che ci siamo appena rincontrati ed è una situazione strana per entrambi, ma sono maledettamente curioso di sapere che effetto mi fanno i tuoi baci..." Ammise facendosi più vicino.
Senza pensarci ed ascoltando unicamente il mio cuore, esaurii la sua curiosità.
Non vedevo l'ora di poter premere le mie labbra contro le sue e, dopo che avevo preso atto della sconvolgente notizia, pensai che non avrei mai più potuto farlo.
Ma ora stava succedendo ancora e mi sentii viva e accaldata.
Lo volevo ancora come tanto tempo fa, desideravo il suo corpo e viverlo fino alla fine dei miei giorni.
Non so che effetto gli fece quel bacio, ma quando si staccò da me i suoi occhi brillavano.
"Ho avuto un flash." Dichiarò emozionato.
"Quale?" Gli domandai curiosa.
"Eravamo in una grotta aperta in cima e ci stavamo baciando in mezzo all'acqua. Credi che io me lo sia sognato?" Mi domandò titubante.
"No Eduardo, ti sei ricordato il nostro primo bacio alla Playa de amor." Gli spiegai mentre i miei occhi ricominciavano ad inumidirsi per la felicità. "Mi avevi svegliato quasi all'alba per portarmi in questo posto senza nemmeno darmi il tempo di vestirmi. Anzi, la sera prima mi avevi prestato la tua maglietta preferita che mi hai poi regalato il giorno della mia partenza per tornare in Italia."
I ricordi si fecero strada insistentemente nel mio cuore e mi lasciai rapire dalla loro intensità e bellezza.
"Diamonds." Annunciò lui ricordandosi la parola scritta sulla maglietta.
"Sì, come il tema di questa serata." Sottolineai io un po' imbarazzata da questa situazione ancora paranormale.
"È sicuramente un segno del destino. Savannah per me è come averti conosciuta stasera, ma da ciò che ricordo penso che tu sia la donna della mia vita. Sono sicuro che l'Eduardo che ero la pensasse allo stesso modo e voglio che l'Eduardo che sarò la pensi per sempre così. Sento che sei parte di me e voglio vivere la nostra storia a pieno... ti va?" Mi domandò con un tono carico e stracolmo di speranza.
Non trovavo le parole che mi si erano incastrate in gola così feci la cosa più impulsiva che potessi fare: premetti le mie labbra sulle sue circondando il suo collo con le mie braccia.
Ero stata troppo tempo divisa da lui senza poter più sentire il suo corpo toccare il mio che fremeva dalla voglia.
Ero stata troppo tempo senza sentire il suo profumo infilarsi insistentemente nel mio piccolo corpo.
Ero stata troppo tempo senza ammirare la sua bellezza che mi faceva sognare.
Ero stata troppo tempo con un sapore amaro in bocca che, con quel bacio, avevo finalmente cancellato.
Stavo rinascendo grazie a lui e stavo abbandonando quel limbo in cui ormai da tempo mi nascondevo per non soffrire.
Sulle note di quella canzone d'amore intitolata "Show me love", stavo finalmente riscoprendo che amare qualcuno così profondamente era un tipo di dolore misto a piacere che valeva la pena provare.
Buongiorno guys ☀️
Come state?
Io sono un po' triste, mi sono quasi commossa per quest'ultimo capitolo di Feel it che è purtroppo finito.
Spero davvero che sia piaciuto a tutti poiché ci ho messo tutto l'amore che provo.
Spero inoltre che mi seguirete ancora nella prossima storia (ne ho troppe in mente, devo scegliere quale scrivere 😂)
Vi voglio bene e grazie per essere arrivati fino qui.
Lots of love 🧡
A.
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