56 - Visione o realtà?
"Ed ora annunceremo i tre vincitori della gara di surf della West Coast." Annunciarono all'altoparlante della spiaggia.
"Devo andare, a dopo!" Scattai in piedi salutando i miei amici ed unendomi agli altri partecipanti.
"Al terzo posto con un bell'otto e mezzo abbiamo Marjorie Bennet dall'Australia." Disse il capo della giuria e subito la ragazza mora salì sul podio guadagnandosi una bella medaglia di bronzo e tanti applausi.
"Al secondo posto con un bel nove abbiamo Savannah Zanetti dall'Italia." Venni annunciata e mi sentii trionfante.
Non era il primo posto, ma era il secondo e considerato che avevo imparato a surfare bene solo negli ultimi mesi era una grande vittoria per me.
Salii sul podio con cuore a mille e il capo della giuria mi mise al collo la mia bellissima medaglia d'argento.
Quello era il coronamento di tutti i miei sforzi compiuti in quei mesi, mi sentivo felice in quel momento.
"Questa è per te Eduardo." Pensai nella mia mente baciando quel dischetto argentato al mio collo.
"E al primo posto con un bellissimo nove e mezzo abbiamo Ambar Smith dal Messico."
Lei era la dimostrazione che purtroppo, anche se giochi sporco a volte, riesci a vincere.
Ma io preferivo di gran lunga essere arrivata seconda e aver giocato pulito perchè ci avevo messo il cuore e l'anima nella gara.
E tutto ciò che ho fatto, l'avevo fatto per lui.
*****
"Brindiamo alla mia alunna preferita che oggi si è guadagnata la sua prima medaglia d'argento anche grazie al mio aiuto!" Pronunciò felice Jay portando in alto il suo bicchiere di birra.
"Può non ruotare tutto intorno a te per una volta? Oggi è la giornata di Savannah, non la tua." Lo rimproverò Sole come sempre.
Subito dopo la gara di surf andammo nella caffetteria più vicina per festeggiare insieme questa mia vittoria.
"Dedico questa medaglia a tutti voi che siete miei amici e mi siete stati vicini in questi mesi, ma sopratutto la dedico a te Eduardo." Annunciai portando il mio frappé al cielo sapendo che l'amore mio mi stava guardando anche in quel momento.
"Alla nostra amicizia e ad Eduardo!" Gridammo in coro per poi bere tutti insieme.
Era bello poter condividere questi momenti con loro.
Vi erano tutti: Nicholas con Karol, Sole con Finn, Xin con Jerry, Troy con Jeremy, Sarah con Mason, Veronica con Christian ed infine io e Jay che ci eravamo accontentati del nostro straordinario rapporto fraterno.
Ero giunta alla conclusione che non sarei mai riuscita a vederlo con occhi diversi, non fino a quando il mio chiodo fisso sarebbe stato Eduardo.
Lui ne era consapevole e rispettava questo mio sentimento forte ed intenso, non come Levi che pretendeva qualcosa che non avrebbe mai potuto avere.
Il nostro rapporto, purtroppo, si era definitivamente incrinato e, da quella giornata invernale di gennaio allo Chalet di Alberto, non l'avevo più sentito.
Avevamo mandato tutto all'aria e la ferita era davvero mastodontica ed irrimediabile.
Improvvisamente, però, i miei pensieri felici e tristi, vennero interrotti da una probabile visione.
Lo vidi da fuori il vetro della caffetteria, era con Bianca ed aveva i capelli corti.
Il mio respiro cessò di esistere ed il mio cuore era fuori di sé dall'emozione: lo sentivo rimbombare nel petto e in tutto il mio corpo.
Com'era possibile che Eduardo stesse passeggiando con sua madre?
Per quel che ne sapevo era morto.
L'avevo visto io stessa, con questi occhi, disteso sul lettino, inerme e pallido come il suo camice.
L'emozione era davvero troppa ed infine vidi tutto nero e sfocato.
*****
"Savannah! Svegliati!" Sentii richiamarmi dopo quello che mi era sembrato un lungo sonno.
Mi girava ancora la testa e mi ritrovai distesa sul letto della mia camera.
"Che è successo?" Domandai un tantino rintontita.
"Sei svenuta alla caffetteria e ti abbiamo portata qui." Mi spiegò Sole preoccupata. "Come stai? Ti gira la testa? Ti ho preparato un po' di acqua zuccherata: ti aiuterà a riprenderti." Disse porgendomi un bicchiere di plastica bianco.
Ovviamente lo bevvi per farla stare tranquilla però, effettivamente, mi aiutò a stare un po' meglio.
"Perchè sei svenuta?" Mi domandò scettica Veronica.
"Non sarai mica incinta vero?" Chiese allibita Sole facendo guizzare lo sguardo da me a Jay.
Lei era più che convinta che tra me e suo fratello ci fosse qualcosa per la gran quantità di tempo che spendevamo insieme, ma non sapeva che ci volevamo semplicemente molto bene.
"Non dire cazzate!" La zittì per la prima volta suo fratello guadagnandosi uno sguardo di fuoco dalla mora.
"E allora che è successo?" Riformulò la domanda Veronica.
Ripensai al momento in cui avevo visto Eduardo passeggiare tranquillamente fuori dalla caffetteria e il cuore riprese a battere velocemente ed incessantemente nel mio povero petto.
"Forse penserete che io sia pazza ma... ehm... penso di aver visto Eduardo poco prima di perdere i sensi." Ammisi imbarazzata e fissando il pavimento della mia camera.
Ero sicura che stessero provando pena per me e la cosa mi dava sui nervi perchè sapevo benissimo che Eduardo non c'era più.
"Tesoro, hai solo bisogno di riposare. Oggi hai preso tanto sole e ti devi rimettere in forze per il ballo." Disse la mia compagna di stanza aiutandomi a sdraiarmi. "Dopo, con le ragazze, andrò alla boutique a ritirare i nostri vestiti e per domani sera ti sentirai sicuramente meglio."
"Ok, scusate se vi ho fatto preoccupare." Mi scusai con tutti per lo stato pietoso in cui mi trovavo al momento.
"Andiamo ragazzi, lasciamola riposare." Ordinò la mora spingendo tutti i presenti ad uscire dalla nostra camera.
Quando rimasi sola, il pensiero di averlo visto fuori dalla caffetteria mi stava così tanto tartassando che decisi di aprire Instagram per spiare un po' il suo profilo.
L'ultima sua foto era quella in piscina con la mocciosa bionda che non avevo ancora capito chi potesse essere.
Andai anche su Facebook ma non c'erano tracce del mio Eduardo.
Non avevo il coraggio di comporre quel numero: la mia più grande paura era che mi rispondesse Bianca in lacrime, dicendomi che suo figlio era morto.
Non sapevo come fare per capire se avessi solo sognato e quindi accettare di essere diventata pazza oppure no.
Mi ci era voluto tanto tempo per guardare in faccia alla realtà e non sentire la voragine che stava tornando a farsi sentire nel petto.
Non potevo mandare all'aria tutto il lavoro di autoconvinzione che avevo fatto negli ultimi mesi.
Scattai in piedi tacendo la parte razionale di me che mi avrebbe soltanto fermata e presa in giro.
Indossai le scarpe e tornai alla caffetteria dov'ero stata precedentemente con i miei amici per brindare.
Non osai pensare a niente in quel momento, mi feci solo guidare dall'istinto che mi portò per le strade di Venice Beach gremite di turisti che scattavano foto in continuazione.
Erano così felici e spensierati che mi ritrovai ad invidiarli ad uno ad uno.
Non appena aprii la porta della caffetteria mi diressi verso il bancone.
"Ciao scusa..." richiamai l'attenzione della cameriera girata di schiena intenta a preparare un cappuccino con la schiuma.
"Tu sei la ragazza svenuta, non è vero?" Mi domandò con fare concentrato.
"Ehm si..." Ammisi un po' imbarazzata.
"Come stai? Mi hai fatto preoccupare. Non capita tutti i giorni che una ragazza svenga senza neanche aver bevuto un bicchiere."
"Sì sto bene e scusami. Sono venuta qui per farti una domanda: per caso è entrato un ragazzo con due occhi meravigliosamente azzurri, poco alto, con una maglietta azzurra, i capelli castani corti e accompagnato da una donna bionda?" Le domandai tutto d'un fiato.
La ragazza bionda sembrò pensarci su e per tutto il tempo sperai in una risposta positiva.
"No, non penso. Me lo ricorderei se un ragazzo così bello, da come me l'hai descritto, entrasse qua dentro." Disse sogghignando.
"Ok, grazie ciao." La salutai tagliando corto.
Come si permetteva di fare apprezzamenti sul mio Eduardo?!
Non era quello però che mi diede fastidio: era più che altro il fatto di cominciare a realizzare che stessi diventando pazza.
Decisi comunque di fare un altro tentativo ed ero sicura che almeno lì avrei ricevuto la risposta che cercavo.
Arrivai allo spiazzo per gli skateboard a passo di marcia, mi guardai intorno e vidi Kade, un ragazzo con cui Sole aveva fatto amicizia negli ultimi mesi.
"Hey Kade!" Lo richiamai mentre eseguiva una delle sue mosse.
"Hey Savannah, come stai? Ho saputo che sei svenuta oggi!"
"Vedo che le notizie viaggiano in fretta..." dissi leggermente infastidita.
"Beh non capita tutti i giorni che la seconda classificata alla gara di surf svenga dopo essersi guadagnata la medaglia d'argento!" Scherzò il ragazzo facendo ondeggiare i suoi numerosi rasta.
"Ok ok Kade, sono venuta solo per farti una domanda." Dichiarai fermamente. "Hai per caso visto passare di qui un ragazzo con gli occhi azzurri, capelli corti castani, poco alto, con addosso una maglietta azzurra e accompagnato da una donna bionda?" Gli domandai speranzosa.
"Tesoro, sono etero. Non faccio molto caso ai ragazzi e, inoltre, vedo un sacco di gente passare di qua: non posso mica ricordarmi di tutti!" Scherzò nuovamente facendo spallucce.
"Ok Kade, scusa se ti ho disturbato." Lo salutai nervosa.
"Ciao Savannah, salutami Sole!" Lo sentii gridare mentre me ne andavo con la consapevolezza di essere diventata ufficialmente pazza.
Come mi ero potuta ridurre così?
Avrei dovuto dirlo ai miei?
Mi avrebbero rinchiuso in un manicomio?
"Dirò che ho avuto un calo di zuccheri e l'ho sognato." Decisi infine.
Mi vergognavo troppo ad ammettere una realtà come quella così il mio subconscio per una volta decise di collaborare.
*****
La serata del ballo di fine anno organizzato dalla nostra ex rappresentante Kristal, arrivò molto velocemente ed io non avevo alcuna voglia di presentarmici visto la situazione in cui mi ero ritrovata il giorno prima.
Ma purtroppo dovevo esserci, ero una presenza fondamentale e mi maledissi per essermi offerta.
Mi lasciai truccare da Sole che aveva tanto insistito: non mi applicò altro che un mascara blu scuro, eye-liner dello stesso colore e mi fece uno smokey sulle tonalità dell'azzurro.
In seguito indossai quel meraviglioso vestito che la mia compagna di stanza aveva adocchiato in uno dei negozi qui vicino.
Era semplicemente magnifico e mi dispiaceva indossarlo con questo umore barcollante: il corpetto a cuore bianco era pieno di pietruzze azzurre e man mano che arrivava in vita sfumava lasciando che la gonna morbida e lunga diventasse di colore verde acqua.
Era un bellissimo colore abbinato alla mia pelle pallida e poco abbronzata.
Decisi poi di lisciarmi i capelli e farci una coda alta, non avevo voglia di farmi i boccoli.
Sole invece optò per un vestito corto e giallo: il suo corpetto che aveva un lungo scollo a V era anch'esso pieno di pietre argentate, in vita portava una fascia gialla che univa la gonna corta e morbida.
Stava davvero magnificamente poiché quell'abitino risaltava non solo la sua pelle abbronzata, ma anche il suo fisico tonico e magro.
Lasciò che i suoi capelli scuri e mossi cadessero sul petto raccogliendoli solo in cima così che non le finissero negli occhi.
Si truccò con un semplice mascara nero, eye-liner dello stesso colore e un ombretto in crema color oro che illuminava i suoi occhi verdi.
"Non ti vuoi fare i boccoli?" Mi domandò premurosa come sempre.
"No grazie, per stavolta passo." Tagliai corto io, cercando di non sembrare troppo acida.
"Ok, io sono pronta." Ammise infine prendendo la sua pochette argentata dal letto.
"Anche io." Dissi raccogliendo il telefono, i fazzoletti e qualche dollaro per poi buttare tutto nella mia pochette bianca.
"Veronica, Xin, Sarah e Karol ci aspettano giù." Mi informò la mia compagna di stanza mentre chiudevo la porta alle nostre spalle.
Mi limitai ad annuire con la testa e mi incitai mentalmente a cercare di essere un attimo più positiva: era il mio primo ballo al college, era come un rito di passaggio.
Scendemmo le scale molto lentamente: avevamo entrambe scelto due paia di scarpe uguali argentate molto alte e dovevamo muoverci con davvero tanta attenzione.
"Se sentirai qualcuno urlare stasera, sappi che sarò io che mi sono presa una storta." Scherzai leggermente tenendo il corrimano come se fosse la mia ancora di salvezza.
"Allora terrò in mano il telefono così da essere pronta a chiamare un'ambulanza!" Rispose prontamente Sole guardandomi teneramente.
Odiavo fare pena alle persone, ma d'altronde se non mi davo una regolata quello sarebbe stato lo sguardo con cui mi avrebbero guardato per sempre.
Buongiorno guys come stiamo? ☀️
Spero che il capitolo vi sia piaciuto ma, secondo voi, cosa succederà durante il ballo? 😉
Restate connessi per scoprirlo, non ve ne pentirete!! 😊
Baci baci 💋
A.
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