48 - Rubik

"Stai al mio gioco." Dissi a Jay mentre mi dirigevo verso la nostra amica.

"Ciao Ilianne, come stai?" La salutai calorosamente sedendomi accanto a lei sulla sabbia.

"Tutto bene, solo un po' stanca. Voi?" Ci domandò la francesina.

"Bene." Rispondemmo in coro. "Ti va un frullato? Io ne ho troppa voglia! Offre Jay!" Le assicurai. "Tesoro puoi andarci a prendere due frullati? Accertati che non mettano frutta secca, sono allergica." Mentii in parte al ragazzo che si stava già incamminando verso il piccolo bar affacciato alla spiaggia.

La frutta secca mi faceva solo venire qualche piccola bolla sulle braccia, niente di allarmante.

"Che gusto?" Ci domandò.

"Fragola." Urlò Ilianne al ragazzo già lontano.

"Due!" Gli gridai io per poi concentrarmi sulla mia amica.

"Che stai leggendo?" Le domandai curiosa avendo precedentemente notato il libro che stingeva tra le mani.

"È un giallo scritto da un autore francese di nome Vargas." Mi spiegò guardandomi appena in faccia.

"Anche a me piacciono i gialli!" Ammisi entusiasta.

"Davvero sei allergica alla frutta secca? Io la adoro!"

"Purtroppo sì. Quando ero piccola dopo aver mangiato una noce mi sono gonfiata come un pallone e poi sono rimbalzata all'ospedale!" Mentii scherzando alla ragazza.

"Poverina!" Rise lei per poi rendersi conto che si stava esponendo eccessivamente e così, si ricompose.

"Com'è andata in Italia?" Mi domandò tornando seria.

"Tutto bene. Sono stata con la mia famiglia e con i miei amici, ho conosciuto delle persone nuove e ho giocato con la neve." Le raccontai soddisfatta per poi ricordarmi per un secondo del tempo passato con Edward.

Chissà come stava.

Avrei dovuto telefonargli almeno per assicurarmi che fosse tutto a posto.

"E tu? Sei sempre rimasta qua? Perchè non sei tornata in Francia?" Le domandai curiosa io.

"Sono rimasta qui, non mi andava di tornare a casa..." Mi disse rabbuiandosi un po'.

"Perchè?"

A quella domanda corrucciò la fronte come se stesse facendo dei pensieri cattivi.

Avrei dovuto indagare anche sulla sua famiglia?

O almeno sulla sua vita in Francia?

Non sapevo neanche da quale paese provenisse.

"Eccomi signorine!" Annunciò Jay facendosi spazio tra di noi.

"Grazie tesoro!" Lo ringraziai baciandolo amorevolmente sulla guancia destra.

Se dovevamo fingere di essere una coppia, dovevamo farlo bene.

"Desidera altro la mia bellissima fidanzata?" Mi chiese il biondo sedendosi al mio fianco.

Scossi la testa sorseggiando il mio deliziosissimo frullato alla fragola.

"Grazie Jay." Lo ringraziò la mora guardandolo appena.

Era palesemente cotta.

*****

Poco prima dell'ora di pranzo io e Jay ritornammo nei nostri rispettivi dormitori.

Ilianne ci aveva studiato per tutto il tempo che avevamo trascorso allenandoci: il libro era tutta una messa in scena.

Avevo la vaga idea che stesse lavorando per Kristal, secondo i miei ragionamenti era la sua marionetta e, tutto ciò che la rossa comandava, Ilianne lo eseguiva senza battere ciglio.

Raccontai tutto alla mia compagna di stanza mentre ci preparavamo per scendere in mensa e pranzare.

"Io invece ho scoperto che Xin stanotte ha dormito con Jerry, quindi non è sicuramente lei che ci ha lasciato il messaggio sulla porta!" Mi spiegò Sole calatasi nei panni della detective.

Improvvisamente qualcuno bussò freneticamente alla porta e la cosa inizialmente ci spaventò.

Ci avvicinammo ad essa furtivamente ma, quando l'aprimmo, scoprimmo essere solo la nostra amica Veronica.

"Ragazze devo fare di fretta perchè Kristal potrebbe notare la mia assenza." Disse entrando velocemente in camera nostra. "Kristal stasera andrà dal nostro caro amico J.P. alle undici e mezza più o meno. Vi ricordo che la parola è Kaleidoscope e non è cambiata." Ci informò guardandoci con i suoi occhioni azzurri contornati da un filo di mascara.

Era così bella e pulita che mi risultava difficile pensare che potesse essere stata amica di una strega del genere.

"Veronica!" La fermai poco prima che impugnasse la maniglia della porta per uscire dalla nostra camera. "Vorrei che tu non ti facessi più vedere da queste parti." Le dissi quasi pregandola.

"Perchè?" Mi chiesero spaventate e confuse le due ragazze.

"Ho il sospetto che Ilianne possa essere una marionetta di Kristal. Se ti vedesse potrebbe spifferarle tutto e incapperesti in non so quanti guai. Limitiamoci a dei messaggi o a delle telefonate fino a quando tutto questo non sarà finito, ok?"

"Sicuro! Hai avuto una buonissima idea!" Acconsentì la bionda per poi salutarci ed uscire velocemente dalla nostra camera.

"Mi sta salendo l'ansia!" Esordì improvvisamente la mora sedendosi sul suo letto e prendendosi la testa tra le mani.

"Non ti preoccupare Sole, insieme possiamo risolvere tutto!" Mi accucciai al suo fianco cingendole le spalle con il braccio destro.

Come avevamo stabilito, scrissi un messaggio a Veronica ricordandomi di Jared.

"Non appena Kristal esce della vostra camera, per favore avvisami. Vorrei dare un'altra sbirciata al suo diario!"

Premetti invio ed aspettai una risposta.

"Sei sicura di volerlo fare da sola? Posso darti una mano!" Propose Sole avendo letto il testo del messaggio.

"Non voglio che tu passi dei guai."

"Sav, ormai ci sono dentro quanto te. Ti ho già abbandonato una volta e non ripeterò di nuovo i miei sbagli. Permettimi di aiutarti perché stare con le mani in mano mi fa diventare pazza!" Mi spiegò ormai in preda all'ansia.

"Ok ok. Facciamo così: tu resti di guardia alla porta e se arriva Kristal o qualcun altro mi chiami. Io intanto attiverò la vibrazione del telefono così, in caso di pericolo, lo sentirò vibrare." Spiegai il piano al quale lei acconsentì.

"Possiamo indossare entrambe una felpa col cappuccio: in questo modo non ci riconosceranno." Propose Sole molto intelligentemente.

"Grande idea!" Esclamai correndo a prendere la mia felpa nera dell'Adidas.

Non appena tornai da lei sentii il mio telefono suonare nella tasca dei miei jeans.

Avevo ricevuto un messaggio da parte di Veronica.

"Stiamo uscendo ora. Ti lascio la chiave sull'ultimo scalino del vostro piano. Ti avviso se dovesse succedere qualcosa.
V."

Lessi a voce alta il contenuto del messaggio così da rendere partecipe anche Sole, la quale mi guardava con i suoi due bellissimi occhioni impauriti.

Non mi sarei mai aspettata di dover frugare in mezzo alle scartoffie di una ragazza per incastrarla.

Non mi sarei neanche mai aspettata di trovare un'arma.

Sempre se era vero.

Ci precipitammo alla porta della nostra camera appoggiando su di essa la testa per ascoltare i rumori provenienti dal corridoio.

Sentimmo la vocina di Kristal che scendeva le scale e, non appena questa cessò, sgattaiolammo fuori dalla nostra camera sperando di non essere viste.

Non appena raggiungemmo le scale vidi la chiave che mi aveva lasciato Veronica appoggiata in un angolo: la presi e corremmo al piano di sopra.

"Aspetta Sav!" Mi ordinò la mora afferrandomi saldamente il braccio sinistro. "C'è la telecamera lì." Me la indicò con un cenno del viso.

"Come facciamo ora?" Domandai infastidita dal fatto che non avessi pensato ad una cosa così scontata.

"Faccio io." Esclamò decisa la mia amica togliendosi la felpa nera che aveva addosso ed indossandosela al rovescio dal lato dell'etichetta.

Passò con non calanche sotto alla telecamera per poi salire sulla grande vetrata che dava sul cortile dell'università e, con un rapido balzo, direzionarla in un punto in cui sicuramente non saremmo passate.

"Sei geniale Sole!" Le dissi non appena scese dal muretto emettendo un piccolo tonfo sordo.

"Dai, muoviamoci a fare questa cosa." Mi ricordò lei dirigendosi verso la camera delle ragazze.

Con un rapido giro di chiave verso destra fummo dentro.

Il lato di Veronica era ordinato ed impeccabile come sempre, mentre quello di Kristal era poco più disordinato.

Velocemente mi diressi verso il comodino lasciando Sole fuori a fare da vedetta.

Non appena aprii l'anta che avevo scoperto in precedenza notai che all'interno non vi era più niente.

Com'era possibile?

L'aveva spostato?

Sapeva che l'avevo trovato?

Per un attimo pensai che fosse stata Veronica a spifferarle tutto, ma mi maledissi per aver dubitato della nostra amica.

D'altronde ci stava aiutando moltissimo, Kristal aveva fatto cacciare il Coach Bolton e non vi era un momento in cui non la facesse sentire una perfetta idiota.

Tuttavia pensai che, forse, qualcun altro avesse potuto fare la spia.

Ma chi?

Sistemai nuovamente il comodino come l'avevo trovato per poi guardare ed ispezionare il letto come mi aveva suggerito di fare Veronica.

Non appena vi ficcai la testa sotto per fare un sopralluogo, vidi la pistola incastrata tra le assi.

In un primo momento mi spaventai alla vista dell'arma ma, una volta aver pensato più razionalmente, dedussi che potesse utile per incastrare la rossa.

Le scattai una foto senza toccarla per poi tornare a cercare quel benedetto diario.

Guardai in bagno, sotto al lavandino dove vi era un piccolo armadietto, dietro al gabinetto per poi tornare in camera ed aprire le ante dell'armadio.

Riconobbi i vestiti di Kristal quindi cominciai a frugare in mezzo alla roba.

Un diario segreto non poteva essere in mezzo alle giacche appese alle grucce di conseguenza scrutai al piano inferiore dove si trovavano le scarpe.

Non si vedeva quasi niente, poiché l'armadio era nella zona buia della camera perciò accesi la torcia del telefono.

Non appena illuminò la parte inferiore dell'armadio vidi una serie di segni che assomigliavano quasi a dei graffi: erano tutti vicini ad un quadrato scolpito con forse un coltellino.

Lo sfiorai lievemente e feci un po' di pressione quando lo sentii muoversi.

Era un altro nascondiglio segreto di Kristal, chissà cosa vi avrei trovato questa volta.

Lo spinsi con tutta la forza che avevo e questo cadde all'interno del buco precedentemente tagliato.

All'improvviso bussarono lievemente alla porta e il mio cuore fece un balzo nel mio petto.

"Sav, sono io. Quanto ci stai mettendo? Sto facendo la muffa qua fuori!" Sentii sussurrare vicino alla porta la mia amica Sole.

"Arrivo subito, ho quasi fatto." Bisbigliai ritornando al buco.

Rividi in bella mostra il diario tanto prezioso che stavo cercando ed accanto ad esso un cubo di Rubik.

Non diedi troppo peso al cubo, era solo un giocattolo d'altronde, ma presi velocemente quel quadernino per poi sfogliarlo e cercare il nome di Jared.

Non so quanti ragazzi lessi con quel nome ma alla fine trovai il cognome che mi interessava.

"Jared Parker: 30 ottobre 2017. 7.5"

Era un voto molto basso, sicuramente il moro se la sarebbe presa e magari avrebbe avuto voglia di vendicarsi.

L'avrei convinto ad unirsi al nostro gruppo?

Feci velocemente una foto alla pagina, anzi: le fotografai tutte.

Almeno fino a quando non sentii il mio telefono vibrare.

La vibrazione era l'allarme.

Kristal stava probabilmente tornando in camera e non potevo farmi trovare così con le mani nel sacco proprio ora che stavo raccogliendo le prove.

Chiusi il diario e lo appoggiai all'interno del buco con le mani che mi tremavano come delle foglie, presi il pezzo di legno che avevo fatto cadere all'interno e lo riposi accuratamente sulla superficie dell'armadio.

Chiusi tutto in preda all'ansia, mi guardai attorno sperando di non aver dimenticato niente e poi aprii lentamente la porta.

Fuori vidi Sole che mi faceva segno di uscire velocemente.

"Dov'è Kristal?" Le domandai furtiva.

"Non c'è. Perché?" Mi domandò lei confusa.

"Ho sentito il telefono vibrare..." Le spiegai avendo già capito tutto.

Tirai fuori il mio telefono dalla tasca posteriore dei jeans e vidi sul display una chiamata persa.

Ma non era di Sole: il numero era sconosciuto.

Glielo mostrai lentamente e vidi i suoi occhi assumere gradualmente sfumature di paura.

"Lui o lei sapeva che eravamo qui." Dissi senza alcuna emozione.

"Andiamocene." Esclamò lei decisamente.

Prima di arrivare in mensa senza proferire parola, lasciai la chiave della camera delle ragazze esattamente dove l'aveva lasciata Veronica: nell'angolo dell'ultimo scalino del primo piano.

Non appena mettemmo piede nella grande sala, notammo che c'erano ancora un sacco di persone intente a chiacchierare e a pranzare in allegria e spensieratezza.

Prendemmo un vassoio a testa e Marisa ci servì due cosce di pollo ciascuna, insalata e una mela.

La ringraziammo e mentre ci dirigevamo verso il nostro solito tavolo sentii qualcuno chiamarmi per nome.

Mi girai controvoglia, non volevo parlare con lei.

"Perchè tutto questo ritardo? Hai trovato un bell'insegnante nei corridoi?" Scherzò la rossa con la sua amica Dana che se la rideva.

"Non darle ascolto." Mi disse Sole prendendomi per un braccio e portandomi via con sé.

"Salutami Eduardo, sono convinta che se la stia spassando ora che non ti ha più tra i piedi." Continuò a scherzare con il suo gruppetto di cheerleader di cui, purtroppo, faceva parte anche Veronica.

Mi liberai dalla presa di Sole e mi incamminai a passo di marcia verso la rossa quando una figura maschile mi braccò.

"Non farlo, non cadere nella sua trappola. Ricordati chi sei." Mi sussurrò prendendomi il viso tra le mani costringendomi a guardarlo.

Jay mi guardava con quei suoi occhi verde muschio dritti nei miei.

Aveva il potere di infondere tranquillità in me, infatti inspirai lentamente e, successivamente, espirai.

Mi accompagnò al tavolo appoggiando un braccio intorno alla mia vita, come se volesse coccolarmi.

"Allora? Come mai siete arrivate in ritardo?" Ci domandò Finn non appena ci sedemmo.

Nel mentre io e Sole ci guardammo complici per decidere cosa dire, notai che al tavolo mancava una sola persona.

Ed io sapevo anche il perché.

Buongiorno guys!!! ☀️
Come stiamo?
Ora che Savannah sta accumulando le prove riuscirà finalmente a smascherare Kristal una volta per tutte?
Lo scopriremo solo leggendo ☺️
Spero che il capitolo vi sia piaciuto 🧜🏻‍♀️
Baci 💋

A.

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