46 - "Did you miss me?"

EDUARDO'S POV.

Li sentivo tutti.

Loro non lo sapevano perchè ancora non potevo parlargliene ma, una volta finito tutto questo, li avrei informati.

Avevo ricevuto varie visite in quei giorni: mamma, Josè, Emily,  Roger, sua moglie Rosa, Lydia, Gonzalo, Miguel, Selina e Clara.

Facendo un rapido calcolo mi ero stupito di quante persone mi fossero state intorno.

Non capivo quanto tempo fosse passato da quando vi era stata quella pseudo rissa in piscina con il macho.

Mesi, giorni, oppure ore.

Sapevo solamente che avevo sentito tante voci intorno a me tra cui una voce femminile che mi raccontava di sé e del suo nuovo marito di cui non mi poteva fregare di meno.

Le uniche due persone che si erano concesse un pianto erano state mia madre e Lydia che erano ovviamente le più sensibili tra le mie conoscenze.

Mi chiedevano di tornare da loro ma io ero lì, non ero andato da nessuna parte, quindi perché disperarsi?

Queste donne erano un mistero per me.

Molte volte, inoltre, erano venute anche Selina e Clara, la quale, aveva anche risposto alla mia Savannah.

Ero presente quando la mia pequena mi aveva chiamato al telefono per non so quale motivo poiché aveva risposto quella ragazzina.

Le aveva parlato male e non le aveva raccontato ciò che era successo in piscina.

"Quando tutto questo finirà, non la passerai liscia!" Avevo pensato per tutto il tempo della chiamata.

Cazzo, poteva benissimo passarmela e io le avrei raccontato tutto e le avrei detto che la amo più di qualunque altra persona al mondo.

Essere intrappolato nella bolla in cui ero, mi aveva fatto riflettere e, dovevo ammettere, che sarebbe potuto andarmi anche peggio di com'era effettivamente andata.

Diciamo che avevo schivato la morte per un pelo, così diceva il signor Meester quando parlava con Roger, il più forte tra tutti.

Roger, colui che per me era diventato una sorta di nonno acquisito ormai, mi veniva a trovare e mi raccontava delle partite di baseball che vedeva in televisione continuamente.

Anche lui diceva che dovevo tornare perchè i lavori di manutenzione dovevamo farli insieme e lui da solo non ci riusciva.

Io gli dicevo che ero lì con lui, non ero andato da nessuna parte, ma non so se effettivamente lui capisse o mi sentisse.

Fatto sta che presto o tardi avremmo ripreso a lavorare insieme.

Ma, tornando a Clara, avevo anche scoperto che aveva mandato dei messaggi a Savannah dal mio cellulare quando io non potevo vederla.

Quella ragazzina aveva architettato un piano con i fiocchi con Selina, il cui unico compito era quello di tacere.

Sapevo bene che la figlia di Josè non fosse in grado di essere così falsa e manipolatrice, come invece era la sua migliore amica.

Non vedevo l'ora di scoppiare la bolla in cui ero intrappolato perché dovevo occuparmi di troppe cose e di troppe persone.

Ma neanche il signor Meester poteva dire con certezza quando mi sarei risvegliato da questa sorta di coma.

SAVANNAH'S POV.

Lasciare il mio gruppo fu duro e spiazzante.

L'ultimo giorno allo chalet lo passammo a fare festa, senza doveri e ne rimpianti, solo spensieratezza e birra a volontà.

Avevamo giocato con le palle di neve e quando le nostre mani si erano completamente congelate ci eravamo tutti buttati nella piscina riscaldata.

Levi non mi aveva neanche in nota ma non potevo farci niente se il suo amore per me non era corrisposto.

Sapeva benissimo che amavo Eduardo e non capivo neanche io cosa provassi per Edward, ma, qualunque cosa fosse, sarebbe finita nel giro di poche ore.

Cenammo con degli hamburger deliziosi cucinati da Alberto e Beatrice, la quale, da quando era arrivata, si era avvicinata molto a lui.

Alberto era un tipo orgoglioso e fiero e non avrebbe mai ammesso a tutti noi che era interessato a lei, ma si vedeva benissimo dalla premura nei suoi confronti.

Ero contenta che alla fine mia cugina non fosse rimasta col rammarico e la delusione nel cuore e avesse trovato qualcuno che finalmente potesse darle la giusta attenzione ed importanza che meritava.

Dopo cena prendemmo le nostre cose e ritornammo a casa, contenti che, comunque, il fine settimana in montagna fosse stato divertente e memorabile.

Salutai tutti quando mi scaricarono davanti a casa, in particolare modo Ginevra ed Edward.

La mia migliore amica quando scoppiò in una crisi di pianto, si rifugiò tra le braccia di Saul ed infine abbracciai Clarke che mi augurò un buon viaggio.

La mattina successiva mentre facevo la mia ultima colazione a casa mia, scoprii con stupore e felicità che anche mio fratello aveva anticipato la partenza e che quindi saremmo partiti insieme lo stesso.

Arrivammo all'aeroporto di Verona all'una di pomeriggio per fare il check-in in tutta tranquillità.

Salutammo rapidamente i miei genitori in lacrime, pronti per le quattordici ore da passare seduti sopra le nuvole.

Quando l'aereo finalmente decollò mi sentii emozionata di ritornare nel mio angolo di crescita personale.

Amavo la mia vita a Venice Beach e, nonostante avessi creato dei problemi, avevo anche plasmato delle amicizie e dei sogni.

Atterrammo all'aeroporto di Los Angeles alle sei di pomeriggio, dove ci aspettavano Finn, Sole e Jay che avevo in precedenza avvisato.

Non appena ci videro corsero tutti verso di noi ma fu Jay il primo ad abbracciarmi forte.

Mi era mancato quel ragazzo riccioluto che aveva da sempre visto in me un'amica fidata e leale.

"Cazzo spostati Jay, è anche amica mia!" Imprecò la mora per togliermi di dosso il fratello ed abbracciarmi.

"Non sai quanto mi sei mancata Sav!" Mi disse il biondo poco prima di sciogliere il nostro abbraccio.

"Finalmente sei tornata, non sai quando mi abbiano fatto penare questi ragazzi!" Ammise Sole allargando le braccia per poi abbracciarmi.

"Ragazzi, lui è Nicholas mio fratello." Dissi facendo le presentazioni.

"Ciao amico!" Lo salutarono i ragazzi abbracciandolo. "Anche tu ti unirai alla nostra pazza compagnia?" Gli domandarono.

"Così sembrerebbe." Scherzò mio fratello portandosi indietro la folta chioma bionda.

"Dai andiamo che gli altri ti aspettano." Annunciò Sole dirigendosi verso la macchina di Finn il quale caricò le nostre valigie nel bagagliaio.

Durante il tragitto per arrivare a Venice Beach, la mia amica mi raccontò un po' cosa mi fossi persa in quelle settimane: Troy e Jeremy stavano insieme in segreto, anche se, quest'ultimo aveva una ragazza, Robin, che usava come copertura.

Xin si allenava in piscina tutti i giorni con Ilianne che era diventata sempre più schiva e solitaria.

Jay non aveva più avuto contatti con Kristal da quella volta che mi aveva raccontato al telefono in cui aveva ceduto all'amore che provava ancora per lei.

Veronica faceva ancora parte delle cheerleader nonostante Kristal e Dana le rendessero la vita quasi impossibile.

La bionda, inoltre, aveva ammesso di aver riconosciuto una pistola nei jeans della rossa.

"Come? Una pistola?" Domandai io scioccata.

"Già. Veronica ha detto che Kristal è rientrata di soppiatto nella loro camera verso le tre del mattino e l'ha vista mentre tirava fuori l'arma da dentro i jeans per poi posarla sotto al materasso." Mi spiegò Sole diplomaticamente.

"Ma dovrebbe essere illegale per uno studente possedere una pistola!" Dissentì mio fratello come se si sentisse preso in causa durante il discorso.

"Il fatto è che non possiamo semplicemente andare dal preside Lodge e dirgli che un'alunna possiede una pistola. Ci servono le prove perché lui stravede per Kristal!" Sottolineò Sole girandosi verso i sedili posteriori dov'eravamo seduti noi.

"Io ci sono stata sotto il suo letto... non ho notato niente." Ammisi riflettendoci bene su quella volta in cui mi ero nascosta prima di trovare il diario segreto di Kristal.

"Tu cosa?" Mi domandò mio fratello allibito.

"Storia lunga Nick." Tagliai corto io. "Sole, domani mattina dobbiamo pensare ad un buon piano e bisogna cominciare con l'avere il maggior numero di risposte dal caro J.P." Dichiarai cercando l'appoggio della mia amica.

"Sav, non sei in un telefilm di N.C.I.S. o di Gomorra: qui rischi grosso." Mi ricordò mio fratello impaurito da ciò che aveva appena appreso.

"Lo so Nick, ma non posso permetterle di umiliarmi davanti a tutti e che poi la passi anche liscia. Tutti alla VBU pensano che io sia una poco di buono che se la spassa con i professori e devo dimostrare che non è così! Se sei venuto qui per mettermi i bastoni tra le ruote, invece che aiutarmi, forse è meglio che non ci vediamo finché questa storia non sarà finita." Annunciai infine ponendolo davanti ad un bivio in cui sperai che decidesse di restare al mio fianco.

Sembrò pensarci su per molto tempo per poi infine sospirare sonoramente e dichiarare con fare arrendevole un: "Puoi contare sul mio aiuto, ma non dirlo a mamma!"

"Se tu non glielo dirai, non glielo dirò neanche io." Dichiarai sorridendogli per rassicurarlo.

Dopo una quarantina di minuti in macchina e aver lasciato mio fratello a casa dei nonni, finalmente potei inspirare nuovamente l'aria salmastra dell'oceano e dell'erba appena tagliata del cortile della VBU.

Mi sembrava tutto più bello ora che ero tornata, era come essere più vicina alla risoluzione di tutti i miei problemi.

Quando ero in Italia, nonostante fossi più che felice di poter stare vicino alla mia famiglia, mi sentivo come se mi stessero fissando in attesa che io prestassi loro attenzione.

Erano diventati attivi spettatori della mia vita.

"Ci vediamo dopo a cena ragazze!" Annunciò Jay dirigendosi con Finn verso i dormitori maschili per farsi una doccia e prepararsi.

Io e Sole li salutammo per poi salire le scale dei dormitori femminili e sistemare la mia roba nella nostra camera.

Non appena aprimmo la porta vidi una figura saltarmi al collo e stringermi amorevolmente.

Dopo un primo momento di ansia capii che era solamente il mio amico Troy che era impaziente di rivedermi.

"Mi sei mancata tanto Sav!" Ammise continuando a stringermi nella sua debole presa.

"Anche tu Troy." Sussurrai contenta di questa sua reazione spontanea.

In seguito mi resi conto che in camera vi erano anche Xin e Veronica, le quali abbracciai nuovamente dopo così tanto tempo.

"Che ci fai tu qui? E se Kristal ti scoprisse?" Domandai preoccupata alla bionda.

"No, tranquilla. Al momento è sotto alla doccia e dopo ci metterà circa quaranta minuti per prepararsi per la cena." Mi spiegò buttando gli occhi al cielo.

"Come stai?" Le domandai un po' in ansia per la sua situazione.

"Diciamo che sono stata meglio. Kristal è sempre la solita, ultimamente è diventata molto amica con Dana e mi lascia un po' più in pace. L'unico spiraglio di luce in questo periodo è Chris che mi sta sempre vicino e lo amo sempre di più. A proposito: ho pensato a due modi per farti venire fuori dai guai per quanto riguarda la foto." Esordì la bionda facendomi un furbo occhiolino.

"Quali?" Chiedemmo all'unisono io e Sole, alla quale in seguito lanciai un rapido sguardo di intesa che lei contraccambiò.

"Prima di tutto potremmo andare dalla professoressa Anton e, se se ne ricorda, farle ammettere che quella mattina durante la lezione di teatro Xin mi ha prestato il tuo bracciale." Iniziò lei riflettendo.

"Non penso che la professoressa Anton si ricordi un particolare così insignificante." Asserì io un po' titubante.

"Ad ogni modo, un'altro piano potrebbe essere quello di chiamare il mio Chris, chiuderci nello sgabuzzino, indossare gli stessi vestiti, assumere la stessa posizione della foto e farci un video." Disse quasi con ovvietà.

"Questo tuo secondo piano potrebbe essere già più ragionevole!" Dichiarai io, contenta che la bionda fosse passata dalla nostra parte.

"Penserei a tutto io, tu occupati di J.P." Disse Veronica sicura si sé.

"Ragazze..." Richiamò la nostra attenzione Xin che aveva assunto un colorito un po' troppo pallido.

Seguimmo il suo sguardo che indicava la porta.

Davanti ad essa infatti vi era un foglietto di carta che precedentemente, quando ero entrata in camera, ero più che sicura che non vi fosse.

Come sempre, Sole mi seguì verso di esso e quando lo presi in mano e lo aprii, leggemmo insieme il contenuto:

"Welcome back to VBU, did you miss me?"

Per qualche minuto, l'unico rumore presente nella camera, fu il ticchettio del piccolo orologio di Sole sul suo comodino.

Ero tornata al College da neanche un'ora e il mio stalker si faceva già sentire?

"Ragazze, costui è un altro problema da risolvere." Annunciai ai presenti che annuirono in silenzio.

Buongiorno a tutti guys ☀️
Come stiamo?
Io bene dai, sono solo presa da un po' di cose e dalla mia partenza imminente per il mare della Puglia 😍
Mi dispiace se vi faccio aspettare così tanto per gli aggiornamenti ma è un periodo in cui mi scordo di fare troppe cose 🤦🏼‍♀️😂
Ad ogni modo spero che il capitolo vi sia piaciuto ☺️ perché nel prossimo conosceremo un nuovo personaggio che a molte di voi piacerà tanto 😉❤️
Baci baci 💋

A.

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