43 - Emma: il ritorno!

Volevo davvero che non ci vedessimo mai più?

In fondo questo ragazzo mi stava aiutando moltissimo, era grazie a lui se ero tornata a sorridere e a stare quasi bene dopo che Eduardo mi aveva abbandonata senza alcuna spiegazione.

Era questo che volevo?

Sentirmi abbandonata nuovamente?

Non provare più amore?

Non sentire più tutto quello che riusciva a farmi sentire lui?

Forse il destino aveva separato me ed Eduardo proprio perchè dovevo incontrare Edward.

Forse questo era il nostro momento e io volevo davvero far finire tutto questo?

"Non voglio lasciarti andare..." Sussurrai piano col timore che potesse arrabbiarsi ancora di più.

"Non possono esserci due ragazzi nella tua vita, non ci sto Savannah." Disse con voce più calma voltandosi verso di me e guardandomi con occhi arrossati.

Annuii piano, non pensavo che avrei mai potuto dire le parole che pronunciai successivamente.

Non a qualcuno che non fosse Eduardo ovviamente.

"Non voglio nessun altro oltre a te." Ammisi con la testa bassa.

Il ragazzo davanti a me si voltò molto lentamente e mi fissò.

Non riuscii a guardarlo in faccia, in quel momento sentirmi così tanto esposta mi imbarazzava da morire.

"Puoi... puoi ripetere per favore?" Mi domandò balbettando appena.

Era scioccato tanto quanto me.

Dove ci avrebbe portato tutto questo?

Io sarei ripartita nel giro di dieci giorni.

"Voglio te." Replicai io quasi sussurrando.

Vidi i suoi piedi avanzare verso la porta del bagno alla quale ero appoggiata.

Si fermò davanti a me e accarezzò la mia guancia sinistra.

"La mia stronza colossale si è finalmente sciolta?" Domandò con un flebile risolino.

Alzai lo sguardo per incontrare le sue meravigliose gemme verdi che mi fissavano brillanti come sempre.

Gli sorrisi debolmente riuscendo appena a mantenere gli occhi fissi su di lui.

Il suo pollice si spostò dalla mia guancia al mio labbro inferiore che cominciò a strofinare dolcemente.

Avevo voglia delle sue labbra così mi alzai in punta di piedi ed azzerai le distanze attorcigliando le mie braccia dietro al suo collo.

Mi prese in braccio e, dopo aver chiuso la porta del bagno con un tonfo sordo, mi fece sedere sul bancone di marmo freddo posizionandosi in mezzo alle mie gambe.

Le sue mani esploravano ogni singolo spazio del mio corpo mentre io facevo scorrere le mie tra i suoi capelli mossi che, tirandoli appena, gli facevano emettere dei silenziosi gemiti di piacere.

La sua voglia di me era palpabile e, probabilmente, anche la mia.

Successivamente gli tolsi quella felpa nera di dosso che nascondeva il suo fisico asciutto ma tonico ricco di inchiostro.

Riconobbi il mio tatuaggio preferito che accarezzai ed in seguito fu lui a togliermi il telo di dosso che rivelò il mio corpo in costume.

Non mi sentivo in imbarazzo, lui aveva il potere di farmi sentire sempre perfetta.

Anche Eduardo ci riusciva.

Cacciai prepotentemente quell'ultimo pensiero dalla mia testa per concentrarmi su Edward che, dopo un primo attimo di smarrimento, riprese a baciarmi accarezzandomi la schiena.

"Hey Clarke! Tutto a posto?" Sentimmo la voce di Alberto da fuori che lo richiamava.

In un attimo tornammo alla realtà e prendemmo i nostri indumenti e teli buttati a terra per infilarceli.

Quando Edward aprì la porta, Alberto mi guardò confuso in un primo momento per poi assumere un'espressione imbarazzata.

"Oh ehm... ho interrotto qualcosa?" Chiese grattandosi la fronte impacciato.

"No, mi stava solo medicando." Rispose Edward per entrambi, siccome io ero troppo a disagio per farlo.

Lo ringraziai mentalmente per non aver spifferato niente.

Sapevo benissimo che avrei dovuto dire di noi agli altri ma avevo bisogno ancora di tempo.

"Beh volevo sapere come stessi, dirvi che siamo tornati e che ha cominciato a nevicare pesantemente. C'è un'allerta meteo che consiglia di restare in casa per il momento, quindi ne approfitterei per cucinare il pranzo se a voi va bene." Ci spiegò il biondo gesticolando.

"Oh non c'è problema, avevo già in mente di farmi una doccia e di leggermi un buon libro a letto." Ammise il riccio al mio fianco.

"Ok, allora vado a cucinare." Disse Alberto salutandoci e guardandoci con sguardo furbo.

Non appena richiuse la porta della camera alle sue spalle Edward mi guardò dolcemente.

"Ti dispiace se mi faccio una doccia veloce?" Mi domandò dall'alto del suo metro e ottanta.

Scossi la testa e feci per uscire dal bagno quando mi prese per un braccio e mi avvicinò nuovamente a sé.

"Mi piacerebbe farla con te, ma penso che tu voglia fare le cose con calma." Sussurrò nel mio orecchio provocandomi dei brividi sul mio collo e una voglia assurda di saltargli addosso.

Richiamai tutto il mio contegno e mi limitai ad annuire con la testa deglutendo a fatica.

Non appena uscii dal bagno feci un profondo sospiro di sollievo per poi tornare giù in salotto dove trovai Niccolò, Eleonora, Andrea e Beatrice intenti a giocare alla play station .

Quando entrai in cucina, invece, rimasi scioccata sulla soglia.

Non mi aspettavo una simile sorpresa.

Non mi aspettavo che ci fosse un nuovo arrivato.

Non mi aspettavo lei: Emma seduta al bancone che parlava animatamente con Levi.

Che stava succedendo?

L'aveva chiamata lui?

Perchè?

Sapeva benissimo che non potevo sopportarla.

"Oh hey, ciao Savannah!" Mi salutò cordialmente.

Stavo sognando?

L'ultima volta ci eravamo salutate con un caloroso "vaffanculo" ed ora era tutto a posto?

"Ciao..." La salutai confusa.

La vidi alzarsi e venire verso di me nello stesso tempo in cui Levi si voltò dalla mia parte con uno sguardo duro che non avevo mai visto sul suo volto.

"Ora che sono ufficialmente la fidanzata del tuo migliore amico, credo che sia obbligatorio instaurare un normalissimo rapporto tra ragazze. Ti va?" Disse porgendomi la mano per farsela stringere.

Come?

Cosa?

Levi ed Emma stavano ufficialmente insieme?

Da quando?

Ma se pochi minuti prima Levi mi aveva dichiarato di essere innamorato ancora di me!?

Non ci stavo più capendo niente, ma visto che ero un'eterna pacifista, strinsi poco volentieri la mano della rossa che mi sorrise.

******

EDUARDO'S POV.

Purtroppo la serata della festa era arrivata.

Alla fine avevo optato per una semplice canotta nera, bermuda color cachi e delle Adidas.

Non avevo assolutamente voglia di vestirmi bene, non dovevo fare colpo su nessuno: sarebbe stata una normalissima serata passata con i miei amici e altre persone sconosciute.

Bastava ignorarle ed io ero bravo in questo tipo di passatempo.

Selina invece, indossava un carinissimo vestitino color pesca e dei sandali bassi.

Aveva raccolto i suoi folti capelli castani in una crocchia sulla testa che la facevano sembrare una vera e propria bambola di porcellana.

Passammo a prendere i miei amici verso le nove di sera: i ragazzi erano vestiti poco più eleganti di me mentre Lydia aveva sfoggiato un vestitino a fiori azzurro mai visto prima.

"Come siamo femminili Lydia!" La presi in giro non appena entrò in macchina dietro di me.

La mia amica Lydia era stata sempre una ragazza un po' mascolina che indossava solitamente jeans, canottiere e felpe sportive.

Raramente l'avevo vista con una gonna: forse al suo diciottesimo indossava una tuta che sembrava un abito e delle sneakers ai piedi per non smentirsi.

"Tu e i tuoi bermuda color cachi dovete solo tacere!" Mi rispose per le rime facendomi anche una linguaccia.

Adoravo quando la mia amica faceva la parte dell'acida, mi ricordava un po' Savannah all'inizio e, il fatto che anche lei fosse bionda con gli occhi chiari, non mi aiutava a non pensarla.

"Devo trovare un uomo stasera!" Annunciò la bionda.

"Ma ci saranno solo diciottenni!" Dissentì Miguel già preoccupato che la sua Lydia potesse essere interessata a qualcun altro.

Quei due avevano un rapporto strano che io e Gonzalo non avevamo mai capito a pieno.

Vi erano periodi in cui non si sopportavano e altri in cui si stuzzicavano come due piccioncini.

Fatto sta che erano sempre motivo di scherno per noi.

"Che ne sai tu! C'è sempre qualcuno di più grande alle feste dei diciottenni. Un cugino, un fratello, un papà..." Disse lasciando la frase in sospeso.

"Vuoi scoparti il papà di Selina? Vuoi diventare la matrigna di Eduardo?" Chiese sghignazzando.

"Oh Miguel, quante volte ti devo dire che tra me e Selina non c'è niente? E poi contieniti che in macchina con noi c'è una minorenne." Ribadii un po' innervosito dalla sua insistenza e svoltando in una strada poco distante da casa mia.

A momenti saremmo arrivati e non vedevo l'ora di bermi qualcosa.

"Non voglio scoparmi proprio nessuno! Voglio trovarmi un uomo, come ho già espressamente detto." Spiegò Lydia cercando qualcosa nella sua pochette grande quanto un'unghia.

Mi chiedevo sempre come le ragazze potessero fare entrare così tana roba in quelle scatolette di tonno.

Erano tutte magiche come Mary Poppins?
"Ma il nostro amore? Lo ripudi così? Cosa ne sarà di me?" Recitò Miguel per fare lo stupido.

"Oh ma piantala, stasera te ne troverai una anche tu così poi Lydia sarà gelosa." Parlò finalmente Gonzalo che era rimasto zitto fino ad ora.

"Io non sono gelosa di Miguel!" Esordì la bionda voltandosi verso i sedili posteriori da cui Miguel e Gonzalo la stavano prendendo in giro.

"Siamo arrivati!" Esclamai io, contento che finalmente i miei amici sarebbero stati zitti per qualche minuto.

Una volta parcheggiato nel vialetto, dove vi erano già presenti altre macchine, ci accingemmo ad entrare.

Da fuori sembrava che la festa non fosse ancora iniziata, ma, una volta varcata la soglia, venimmo accerchiati da un bel po' di persone e sopratutto ragazze.

La villetta di Clara era abbastanza grande, forse poco più di quella di mia madre e di Josè ed era circondata da numerose ed enormi vetrate che davano sul giardino circostante.

L'arredamento era minuzioso ed elegante senza risultare snob e le luci erano di un colore violaceo tendente al blu.

Sin dal salotto dove eravamo, si poteva notare la piscina esterna e le varie persone che vi stavano già giocando dentro più quelle presenti sull'erba.

"Hey alla fine siete venuti." Venni distratto dalla vocina di Clara alla mia destra.

Come promesso indossava un abito blu molto aderente e molto corto e, ai piedi, aveva dei veri e propri trampoli dello stesso colore.

La ragazza, con in mano un bicchiere da cui ogni tanto sorseggiava la sua bibita, si presentò ai miei amici facendoli sentire a proprio agio ed invitandoli a sentirsi a casa loro.

Dopo averle fatto gli auguri lei si allontanò per qualche minuto così che noi fummo liberi di fare un po' un giro di quella bella villetta.

In cucina trovammo un bel buffet pieno di cose da mangiare, su cui ci fiondammo poiché affamati e ci versammo, nei rispettivi bicchieri, un po' di coca cola alcolica.

In seguito ci spostammo in giardino per consumare tranquillamente la nostra cena.

"Allora? Hai già visto qualche uomo maturo?" Domandò Miguel a Lydia con aria di superiorità.

"No, nessuno. Te compreso."

"Beh devo ammettere che la tua Clara stasera è una gran gnocca." Dichiarò Gonzalo alla mia sinistra.

"Non è la MIA Clara. Come devo farvelo capire?"

"Amico, secondo me dovresti lasciare andare questa Savannah e concentrarti su di lei. L'hai mollata tu in fin dei conti." Sottolineò il mio amico.

Mi sentivo uno schifo quando ci pensavo, non avrei mai dovuto lasciarla in quel modo tanto brutale.

"Vado a prendermi da bere, non fate casini intanto." Annunciai.

Ricordare certe cose faceva male ed era meglio berci su.

Arrivato in cucina mi versai due bicchieri di "Coca cola alcolica", come era scritto sulla descrizione a lato della bottiglia, per poi ingoiarla in pochi secondi.

Dio quanto avevo voglia di avere Savannah al mio fianco.

In quel momento si sarebbe sicuramente lamentata per l'assenza di quel suo succo tanto amato al cocco ed ananas.

Mi ritrovai a ridere impercettibilmente in completa solitudine quando sentii una presenza al mio fianco.

"Ti stai divertendo?" Mi domandò Clara versandosi da bere.

"Sì, quando finiremo di mangiare faremo un tuffo in piscina." Le dissi continuando a sorseggiare la mia bevanda.

"Avvisami così vengo a farti compagnia." Mi propose tenendo lo sguardo fisso sul suo bicchiere.

"Ok." Acconsentii uscendo dalla cucina sorseggiando la mia coca cola alcolica.

"Ah Eduardo!" Mi richiamò la biondo cenere appoggiata al bancone della cucina. "Cosa c'è tra te e Lydia?" Mi domandò curiosa.

Cosa gliene fregava a lei?

"È una mia cara amica, niente di più." Ammisi io sparendo fuori in giardino per raggiungere gli altri miei amici ancora seduti sull'erba.

Avevo la vaga impressione che Clara stesse cercando le mie attenzioni, ma, allo stesso tempo pensai che forse era abituata a comportarsi un po' da gatta morta con i ragazzi.

"Hey, chi è quello?" Domandò improvvisamente Lydia con uno sguardo furbo.

Quando guardai tra la folla notai un ragazzo seguito da altri tre suoi amici, probabilmente, che si guardava intorno.

Era abbastanza robusto, alto e con dei tratti duri.

"Frena gli ormoni Lydia..." Cercò di tranquillizzarla Miguel.

"Non mi dare ordini!" L'ammonì la ragazza guardandolo torva. "Ora vado da lui." Ci informò e velocemente si scolò la mia coca cola alcolica, precedentemente appoggiata a terra, per poi alzarsi ed andare verso il macho.

La guardammo allontanarsi da noi ed andare a sbattere "casualmente" contro questo ragazzo che la squadrò per bene per poi cominciare a parlarle.

"L'abbiamo persa." Annunciai io ai miei amici.

"Come mi fanno incazzare i tipi come lui!" Disse Miguel con tono serio.

"Ti fanno incazzare i tipi che parlano con Lydia." Scherzò Gonzalo sottolineando l'ovvio.

"Ma va! Guarda, ne ho già adocchiata una." Annunciò indicando col mento una ragazza mora in piscina che inizialmente mi ricordò Sole e quindi mi fece pensare a Savannah.

Era inutile, tutto mi riportava a lei.

Io e Gonzalo guardammo Miguel alzarsi in piedi e dirigersi verso la mora che, dopo avergli dato una rapida occhiata, sembrò invitarlo a prendere posto accanto a lei in piscina.

"Andiamo anche noi? Sembriamo due gay che si raccontano i segreti seduti qui da soli." Rise il mio amico a cui diedi in parte ragione.

Continuando a ridere ci dirigemmo verso la piscina gremita di ragazze che ci guardarono fisse quando ci togliemmo i vestiti per immergerci nell'acqua.

Gonzalo iniziò a chiacchierare con due di queste che ridevano ad ogni sua battuta ed io, mi ritrovai a fissare la vegetazione.

"Ah ma che bella questa serata. I miei amici abbordano senza pietà ed io guardo le palme da cocco." Cercai di ironizzare su quella situazione di disagio appoggiandomi al bordo piscina con le braccia.

Ciao a tutti guys!!!
Scusate il ritardo ma in questi giorni ho avuto un po' di cose da fare!!! 😇
Chiedo venia!!!!
Comunque spero che il capitolo vi piaccia, so che a molte di voi Edward sta sulle palle nonostante sia niente popo di meno che il nostro Harry Styles!! 💁🏼
Ehhhh come cambiano i gusti quando il nostro Harry non è il protagonista 😂
Comunque che succederà in piscina al nostro amato Eduardo? 😏 lo scoprirete solo leggendoooooo 😂
Comunque Olivia Holt interpreta Clara

Io l'adoro!!! ❤️❤️❤️
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, buona domenica! 🍑

A.

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