33 - Natale
Alla fine il gruppo decise che Clarke avrebbe cantato con me alla festa di capodanno, di conseguenza dovevo accettare di vederlo ogni santo giorno in quel garage.
Non sapevo come mi sentissi, era strano descrivere come si potesse sentire una persona che vedeva ogni giorno un ragazzo paurosamente simile al suo ex che aveva tanto amato, pur non essendo davvero lui.
Sembrava una presa in giro da parte della vita ed era effettivamente così.
Ricevetti anche un messaggio da parte di Federico che mi chiedeva di vederci un pomeriggio, ma prontamente lo ignorai con la scusa di non avere tempo.
Natale arrivò in un battibaleno e quel giorno mia madre, nel suo tubino verde, schizzava da tutte le parti in cucina con mio padre alle calcagna.
Avevo apparecchiato accuratamente la tavola, anche per il ragazzo di mia cugina che avremmo conosciuto oggi per la prima volta e non vedevamo l'ora.
Tutte le pietanze erano ormai state preparate, bisognava solo portarle in tavola.
Decisi di indossare una maglietta rossa con le maniche a tre quarti, una gonna grigia in stile scozzese, delle parigine bordeaux e degli stivaletti neri abbastanza alti.
Mi piastrai i capelli per poi farci qualche boccolo e portare una ciocca a lato della testa con una forcina.
In seguito mi fiondai al piano di sotto per raggiungere i miei genitori ed aiutarli a portare le pietanze in tavola.
All'ora di pranzo c'eravamo quasi tutti: all'appello mancavano le mie cugine Eleonora e Beatrice con il suo nuovo fidanzato e quindi anche i miei zii.
Mia nonna Carolina si era immediatamente diretta in cucina per informare mio padre su come cucinare i suoi cappelletti, come faceva ogni anno.
Ero più che certa che lo facesse solo per il gusto di parlare poiché era sempre stata la persona più logorroica che avessi mai conosciuto, ma io l'amavo comunque.
Mio fratello non era ancora uscito dalla sua camera ed io mi trovavo in salotto con mia cugina Aurora e suo marito Carmine.
Erano davvero una bellissima coppia, si erano sposati due anni prima e avevano girato il mondo insieme.
Spesso, quando li guardavo, vedevo un po' l'amore che c'era stato con Eduardo e prontamente mi maledivo per i miei pensieri tediosi.
"Allora come va, Savannah? In America ti trovi bene?" Mi domandò l'affascinante Carmine.
"Sì, mi trovo abbastanza bene." Non mentii del tutto in fondo. "Mi sono fatta degli amici e anche dei nemici, ma niente di cui preoccuparsi." Spiegai per non farli preoccupare.
In quel momento suonarono al campanello e mi fiondai alla porta per aprire.
Entrarono in fila mia zia Marta, mio zio Angelo, le mie cugine Eleonora e Beatrice che teneva per mano un ragazzo.
Ma non era un ragazzo qualunque perché purtroppo lo conoscevo bene.
"Ciao Savannah!" Mi salutarono in coro. "Federico lei è Savannah, mia cugina. Savannah, lui è Federico: il mio fidanzato!" Mi presentò Beatrice allegra come sempre.
Ero impietrita.
Non ci potevo credere che stesse facendo il doppio gioco con me e mia cugina.
Come dovevo comportarmi?
Alla fine optai per una falsa presentazione tranquilla e in seguito gli avrei fatto una bella ramanzina.
Cos'altro avrei dovuto fare?
Non volevo fare scenate e compromettere la tranquillità di quel giorno tanto speciale per la mia famiglia.
"Adoro questo colore sui tuoi capelli!" Mi fece i complimenti Eleonora.
"Grazie Ele, peccato che sia una tinta semipermanente." La informai facendo spallucce.
Li invitai a prendere posto a tavola, in seguito mia madre, mio padre e mia nonna ci raggiunsero in soggiorno dove avevamo apparecchiato per dodici persone.
Corsi sù, su ordine di mia madre, ad informare mio fratello che avremmo cominciato a mangiare.
Senza neanche degnarmi di una sguardo, uscì dalla sua camera diretto alla tavola vestito elegantemente.
I nostri posti si trovavano vicini ed ero più che sicura che non avremmo scambiato neanche una misera parola.
Purtroppo però, alla mia sinistra vi era anche quel bastardo di Federico.
"Allora ragazze come va a scuola?" Chiese mia madre alle mie due cugine, mentre versava il brodo nel mio piatto.
"Tutto bene, io ho la media del nove." Esordì Eleonora che era sempre stata una ragazza molto studiosa.
"Io ho la media del sette e mi basta. Tanto una volta che usciremo dalle superiori, a nessuno importerà del nostro rendimento scolastico." Ammise Beatrice, la più razionale tra le due.
Vedendo quelle due ragazze, nessuno mai avrebbe detto che erano sorelle visto che Eleonora, avendo il gene degli Zanetti, aveva i capelli e gli occhi castani come il padre.
Beatrice invece, aveva preso dalla madre, ed erano entrambe bionde con gli occhi azzurri.
L'unica cosa che le accomunava, erano i modi di fare, tranne per il fatto che Beatrice era più pacata e razionale mentre Eleonora era più esplosiva ed imprevedibile.
"E tu Filippo, che scuola fai?" Chiese mia nonna rivolgendosi al ragazzo.
"Si chiama Federico, nonna." Lo corresse la bionda.
"Ah sì scusami, caro." Disse portandosi una cucchiaiata di cappelletti alla bocca.
Eravamo abituati a mia nonna che sbagliava sempre i nomi di qualsiasi persona.
Molte volte non azzeccava neanche il nome dei suoi due figli e li confondeva sempre.
"Io ho finito la scuola l'anno scorso, sto cercando di entrare all'Accademia delle belle arti." Spiegò il ragazzo.
"Ah abbiamo un'artista." Disse mio padre sorridendogli.
"Beh non proprio. Mio padre ci tiene molto che io vada lì, poiché anche lui l'ha frequentata ed è diventato professore. Diciamo che preferirei girare il mondo, piuttosto che stare chino su un libro." Parlò Federico prendendo un sorso d'acqua.
Era nervoso?
Aveva la gola secca?
Odiavo i tipi come lui che pretendevano di tenere il piede in due scarpe.
"Abbiamo una notizia da darvi..." Esordì Aurora guardando il marito con un sorriso complice.
Aveva catturato la nostra attenzione, spazzando via il leggero imbarazzo di pochi secondi prima.
Doveva essere sicuramente una bella notizia se si stavano sorridendo.
Ero impaziente di sapere cosa avessero da dirci.
"Sono incinta!" Annunciò Aurora con gli occhi lucidi.
Restammo per un momento sgomenti per la bellissima notizia, poi, una volta elaborato il concetto, scoppiammo in grida di gioia.
Aurora sognava da sempre di avere dei bambini e finalmente il primo stava arrivando, seppure, entrambi, avessero solo ventisette anni.
"Da quanto, tesoro?" Le domandò sua madre, che si era emozionata.
"Un mese." Ci informò mia cugina raggiante.
"Congratulazioni Aurora, finalmente avrò un pronipote da viziare!" Disse la nonna. "Voi le prendete le precauzioni vero?" Domandò a Beatrice che diventò bordeaux.
"Nonna!" La richiamai io, cercando di non pensare che quel verme avrebbe potuto anche solo sfiorare una ragazza ingenua come mia cugina.
"Dì che devi andare in bagno! Ti devo parlare!" Ordinai a Federico sussurrando ormai in preda alla rabbia.
Mi guardò strano per un momento e poi acconsentì.
"Dovrei recarmi in bagno, qualcuno può mostrarmi dove si trova?" Domandò Federico alzandosi dalla sedia.
Sapevo che mia madre ci teneva che facessi io gli onori di casa infatti mi pregò di mostrargli la strada.
"Vieni." L'obbligai facendolo sembrare un invito a seguirmi.
Non appena chiusi la porta alle mie spalle Federico mi spinse col suo corpo contro di essa.
"Non sai quanto mi sei mancata..." Disse con fare malizioso appoggiando le sue mani sui miei fianchi.
Il suo viso era troppo vicino al mio, volevo prenderlo a pugni.
"Cosa stai facendo? Stai con mia cugina, te ne sei dimenticato?" Gli dissi spingendolo via.
"Sì, ma è solo un passatempo finché non trovo una bomba sexy come te. Lo so che non vedevi l'ora di vedermi, ma sei troppo orgogliosa per ammetterlo." Esordì riavvicinandosi a me con un sopracciglio alzato.
"Ma quanto puoi essere schifoso?"
"Oh dai su, spassiamocela un po' prima di tornare giù." Propose facendomi l'occhiolino e togliendosi la maglietta che rivelava un fisico asciutto e tonico.
"Senti, io ti volevo parlare a proposito dell'altra sera. Non voglio spassarmela con te, ne ora e ne mai. E rivestiti, grazie."
"Cos'è, il mio fisico ti attrae? Non saresti la prima." Rise.
"Mia cugina non ti merita. Se avessi saputo che uscivi con lei o con chiunque altra, vi avrei dato buca quella maledetta sera."
Di conseguenza a quella riflessione pensai che se non fossi andata in discoteca con loro, di certo non avrei conosciuto Edward.
Sarebbe stato un bene per tutti, ma sopratutto per me.
"Però l'avresti potuto conoscere da Alberto, visto che sono vicini di casa ora." Mi ricordò il mio subconscio.
"Oh dai, ti divertivi a flirtare con me..."
"Io non ho mai flirtato con te!"
"Ah no? E quando mi hai fatto i complimenti per le mie lentiggini?"
"Hai detto bene: erano dei semplici complimenti. Ma voi maschi siete così egocentrici che pensate che anche un semplice sguardo equivalga ad un tentativo per flirtare. Senti, lascia stare mia cugina e non le dirò mai del tuo tentativo di baciarmi di quella sera e di molestarmi in questo momento in bagno."
"No, è molto brava a letto. Anche se sono sicuro che tu lo saresti di più." Mi fece l'occhiolino e a quel punto non ci vidi più dalla rabbia e gli diedi uno schiaffo.
Restò sbigottito per un attimo, per poi ritrovarmi nuovamente incastrata tra la porta e il suo corpo.
Lo guardai con ferocia, qualsiasi cosa avrebbe fatto sarei stata pronta a rispondere per le rime.
Non vedevo l'ora che facesse la prossima mossa.
"Sarebbe la tua parola contro la mia. Crederebbe che sei gelosa di lei e l'allontaneresti per sempre dalla tua vita. Vuoi davvero litigare con un'ingenua come la tua cuginetta?" Mi sfidò lui facendo un finto faccio triste.
"Ok..." Mi arresi io e lui indietreggiò lasciandomi spazio. Aprii la porta del bagno e feci per andarmene ma mi bloccai e mi girai verso di lui. "Sarebbe la tua parola contro la tua. Ho registrato tutto." Ammisi mostrandogli il mio telefono che continuava a registrare la nostra conversazione.
I suoi occhi erano sgranati e, quando elaborò ciò che gli avevo appena detto, avevo ormai cominciato a correre giù per le scale.
Nessuno poteva più fregarmi.
"Ti posso parlare un momento in privato?" Domandai trafelata a mia cugina Beatrice non appena la raggiunsi.
"Certo Sav!" Acconsentì sorridente seppur presa alla sprovvista.
Mi dispiaceva cancellare quel bel sorriso dal suo viso, ma era la mia piccola cuginetta e l'avrei per sempre protetta dai bastardi come Federico.
La condussi fino in camera mia dove la feci accomodare sul mio letto ben ordinato.
La porta del bagno era ancora chiusa, quindi immaginai che Federico fosse ancora all'interno.
"Sappi che ti voglio bene e farò il possibile per starti accanto. Lo sai che puoi sempre contare su di me, vero?" Le domandai prendendo le sue mani calde e pallide.
I suoi occhioni azzurri mi scrutavano cercando di capire perché, proprio in questo momento, io le stessi facendo questi discorsi.
"Lo so Savannah... ma cosa mi devi dire? Mi stai facendo preoccupare."
Cercai di spiegarle la situazione, trovando delle parole adatte che però non lo sarebbero state abbastanza.
"Ecco io... io e Federico ci eravamo già conosciuti." Ammisi e lei prontamente sgranò gli occhi. Sapevo benissimo a cosa stesse pensando e per quel motivo mi affrettai a parlare. "Tra noi non è accaduto niente di ciò che pensi. È un amico del ragazzo della mia migliore amica e, sabato scorso, siamo andati in discoteca tutti insieme. Ha tentato di baciarmi ma io me la sono svignata in tempo, tutto qui. Ti prego quindi di ascoltare attentamente questa registrazione." La invitai per poi premere PLAY.
Le espressioni di mia cugina Beatrice si alternavano tra lo sgomento e il disgusto per poi infine lasciare spazio alla tristezza e ad un paio di occhi lucidi.
Non appena la registrazione terminò, aspettai che Beatrice dicesse qualcosa che però tardava ad arrivare.
Sperai vivamente che non pensasse che stessi facendo il doppio gioco.
"Bea?" La richiamai quasi sussurrando il suo nome.
La ragazza si riscosse dai suoi pensieri e mi guardò con sguardo assente.
"Che bastardo..." Disse quasi impercettibilmente.
"Già, ne so qualcosa anche io." Ammisi ripensando ad una persona che mi ero promessa di non far più entrare nei miei pensieri. "Se vuoi piangere fallo pure, io starò qui per tutto il tempo."
"Non manderò al diavolo tutto il tempo che ho impiegato per farmi questo trucco. Quell'infame non merita neanche una mia lacrima." Disse duramente guardando un punto fisso sul pavimento.
Beatrice era esattamente come me: era difficile che si lasciasse andare alle emozioni e preferiva tenersi tutto dentro.
Probabilmente avrebbe esternato ciò che sentiva, una volta tornata a casa, lontana da tutti e restando sola con i suoi pensieri.
"Vuoi tornare giù?" Le domandai premurosamente.
"Sì, per favore. Non voglio rovinare il Natale a nessuno, però prima assicurati che se ne sia andato." Mi pregò la bionda.
"Certamente. Mi aspetti qui?"
Annuì debolmente e mi precipitai giù dalle scale alla ricerca dello stronzo.
"Che cerchi? Dov'è Bea?" Mi chiese mia madre non appena arrivai in salotto.
"Dov'è Federico?" Domandai ai presenti.
"Chi è Federico?" Chiese mia nonna.
"Il ragazzo di Beatrice." Le ricordai io.
"Ah, ero convinta che si chiamasse Francesco..." Ammise lei tagliandosi una fetta di agnello nel piatto.
"Se n'è andato, ha detto che aveva dei problemi a casa e doveva scappare." Spiegò mia madre guardandomi dubbiosa.
Tornai sù da mia cugina per avvertirla.
"Il verme è scappato." Dichiarai sentendomi quasi una vincente in quella situazione, ma poi pensai al cuore spezzato di Beatrice e mi sentii quasi colpevole del suo malessere.
"Grazie." Sussurrò quando si sedette al mio fianco, al posto di Federico.
La giornata, tutto sommato, procedette a gonfie vele.
Finimmo il pranzo verso le cinque di pomeriggio, com'era nostro solito, mangiammo il Pandoro ed il Panettone, bevemmo un po' di spumante ed in seguito aprimmo i regali.
Ricevetti da mamma e papà un ciondolo di Pandora a forma di aeroplano da aggiungere al mio braccialetto, mia nonna mi regalò degli orecchini color corallo e la trilogia dei libri di Cassandra Clare dell'Angelo, la Principessa e il Principe.
Le mie cugine e i miei zii mi regalarono tutti i libri di Harry Potter della vecchia edizione che da sempre sognavo di collezionare ed infine Aurora e Carmine mi regalarono una collana con un ciondolo a forma di "S" di colore azzurro.
Una volta finito di aprire i regali cominciammo a giocare a carte fino alle nove e mezza quando se ne andarono stanchi e contenti della bella giornata.
"Grazie di tutto Sav." Mi ringraziò Beatrice.
"Non ti preoccupare, fatti sentire eh." Le ricordai io prima che sparisse dietro alla porta d'ingresso.
Era stata una giornata lunga e pesante, nonostante avessi avuto piacere nel rivedere tutti i miei parenti che non vedevo dall'estate scorsa.
Presi il telefono che avevo ignorato da quella mattina e lessi tutti i messaggi di auguri di "Buon Natale" ai quali risposi.
Tra questi c'era anche il messaggio in Direct di Edward e mi scappò un lieve sorriso, risposi agli auguri di Eduardo senza battere ciglio ed infine trovai anche un messaggio in inglese da parte di un numero sconosciuto:
"Spero che tu stia passando un Buon Natale lì in Italia, ma ti ricordo che prima o poi dovrai tornare."
Buongiorno a tutti!!
Come stiamo?
Federico è stato incastrato, ma finirà così?
E Beatrice? Si riprenderà?
Scoprirete tutto questo solo continuando a leggere 😉
Intanto vi metto le foto di Beatrice ed Eleonora 🧜🏻♀️
Beatrice Vendramin è Beatrice
Eleonora Gaggero è Eleonora
Baci 💋
P.s. Qualcuna di voi ha visto Call me by your name? 🍑❤️
A.
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