32 - Make you stay
"Che cavolo succede qua dentro?" Sussurrai spaventata quando Levi mi fece entrare in casa mia seguita da Edward.
Scoprii che in soggiorno vi erano anche Alberto, Niccolò e Andrea.
"Chi è questo?" Mi guardò serio il mio migliore amico.
"Clarke!" Esclamò Alberto andando incontro al ragazzo.
Ero sempre più confusa.
"Come facevano loro a conoscersi?"
"Cosa ci fai qui con la nostra Savannah?" Gli domandò il ragazzo abbracciandolo e dandogli due colpi sul petto.
"Siamo andati a fare un giro..." Gli rispose guardandosi intorno un po' spaventato.
Effettivamente era tutto caduto a terra: l'attaccapanni, il tavolino, una lampada, i cuscini, alcune cornici e le candele.
"Esci con un ragazzo? E poi perché è la fotocopia di Eduardo?" Mi domandò Levi sussurrando scettico e sconcertato per la somiglianza tra i due.
"Piacere Edward Clarke." Si presentò a Levi.
"Oddio ti chiami anche come lui!" Esordì il mio amico sconvolto.
"Lui chi?" Domandò Edward.
"Il suo ex!" Rispose Levi.
"Nessuno!" Dissi sovrapponendo la mia voce su quella del mio migliore amico.
Non volevo che glielo dicesse così a brucia pelo.
Era una cosa solo e soltanto mia, di cui, in parte, mi vergognavo un po'.
Serrai i pugni e chiusi gli occhi per qualche secondo per poi rivolgermi a Levi.
"Dov'è mio fratello?"
"In camera sua, ha scoperto di me ed Emma." Ammise triste il riccio.
"Ok, vado da lui. Ma è possibile che dobbiate litigare per una ragazza del genere?" Dissi a voce abbastanza alta da farmi sentire da tutti mentre salivo le scale.
"Sav, hai bisogno di me?" Mi chiese Edward avanzando e fermandosi sotto le scale.
"No, Clarke. Aspettami qui." Pronunciai sorridendo debolmente e lui annuii per poi tornare dagli altri.
Bussai piano alla porta della camera di mio fratello.
"Andatevene tutti e lasciatemi solo!" Gridò dall'altra parte.
"Nick, sono tua sorella. Posso entrare?" Domandai gentilmente sperando che acconsentisse.
Dopo qualche secondo la porta si aprì debolmente, così entrai piano e, dietro di essa trovai mio fratello sanguinante e con le lacrime agli occhi.
"Oh Nick, cos'è successo?" Gli chiesi abbracciandolo dolcemente.
"Levi sta con Emma! Mi hanno entrambi mentito capisci? Lui è uno dei miei migliori amici e lei era la mia ragazza da neanche tre mesi! Non mi sarei mai aspettato un colpo così basso..."
"Capisco Nicholas, purtroppo l'amore va e viene senza regole ben precise. È una cosa un po' senza senso e imprevedibile..." Cercai di spiegargli come se fossi una grande esperta.
L'unica cosa carina era che entrambi, nello stesso momento, ci ritrovavamo col cuore spezzato.
"Immagino che tu lo sapessi già vero?" Mi chiese lui come se si fosse svegliato ora da uno stato di trance.
Non volevo che lui pensasse che io centrassi qualcosa in questa storia.
L'ultima cosa che volevo ora, era avere un'altro ennesimo problema.
"Non spettava a me dirtelo." Risposi semplicemente.
"Però tacendo hai coperto il tuo amichetto e di me chi se ne frega vero?" Cominciò a gridare ferito sia fuori che dentro. "Vattene per favore, non voglio più vedere nessuno!" Mi intimò indicando la porta senza guardarmi negli occhi.
Uscii dalla sua camera con la speranza che il tempo avrebbe guarito le sue ferite e i suoi sentimenti.
Non sapevo che fare e come aiutarlo, avrei soltanto voluto che questa Emma scomparisse dalla vita di entrambi.
Tornai al piano di sotto un po' afflitta e Clarke e Levi vennero subito verso di me.
"Sav tutto bene?" Mi chiese Levi vedendo la mia faccia mogia e squadrando il riccio al suo fianco, la cui unica colpa era che si preoccupava per me.
"Diciamo di sì... ehm avrei bisogno di qualcuno che mi accompagni alla mia macchina perché l'ho lasciata in centro..." Azzardai guardando i due ragazzi davanti a me.
"Ti posso accompagnare io, non è un problema. Inoltre lui sembra appena uscito da un film horror!" Scherzò appena Edward il quale si guadagnò un'altra occhiataccia dal mio migliore amico.
"Ok..." Sospirai. "Ripulisciti che tra non molto i miei saranno a casa." Suggerii a Levi che buttò gli occhi al cielo.
*****
"Mi dispiace per tuo fratello..." Mi disse Edward mentre mi allacciava il cinturino del casco.
"Non ti preoccupare, si riprenderà." Minimizzai io per non rubare altro tempo al ragazzo.
Edward mise in moto ed insieme sfrecciammo nuovamente per le strade veronesi mentre il sole calava sempre di più sulla città.
Guardando superficialmente tutti gli addobbi e le lucine mi ricordai improvvisamente che non avevo ancora fatto le spese natalizie e mi promisi che il giorno seguente, avrei sicuramente provveduto.
Dopo poco arrivammo finalmente alla mia macchina che se ne stava zitta e ferma nel parcheggio.
Scesi dalla moto, mi slacciai il casco e glielo porsi senza dire niente.
"Dopo tutto è stato un bell'appuntamento." Disse scherzando e sorridendo debolmente, scrutandomi per rilevare anche il più piccolo segno che gli facesse capire che avessi apprezzato il tempo passato in sua compagnia.
"Non era un appuntamento." Ribadii io lasciandomi sfuggire un piccolo sorrisetto guardando il casco che teneva ancora in mano.
Ogni volta che lo guardavo mi sembrava di stare con Eduardo.
Era una cosa inverosimile, eppure vedevo lui e per questo motivo ero dannatamente combattuta.
"Certo, come no..." Scherzò lui per poi frugare nella tasca della sua giacca. "Tieni, questo è tuo." Mi disse per poi consegnarmi il mio prezioso anellino che misi nella tasca dei jeans.
Era inutile tenerlo al dito, se quando lo indossavo sentivo morta in me la speranza di rivedere il vero Eduardo.
"Grazie..." Lo ringraziai allontanandomi. "Ciao Clarke." Lo salutai infine inserendo le chiavi nella serratura della macchina.
"Ci si vede Savannah." Disse sgasando con la sua moto.
"O forse no." Restai sul vago io sparendo nella mia 500.
Aspettai che se ne andasse dal parcheggio guardandolo dallo specchietto retrovisore.
Non ero pronta ad uscire con un altro ragazzo e sopratutto non con uno che era la fotocopia del mio ex.
*****
Il natale era alle porte ed io, come era mio solito, mi ritrovavo a fare le cose all'ultimo.
Quella mattina mi alzai alle nove, bussai alla porta di mio fratello che mi salutò con un silenzio stampa e alcuni borbottii di cui non capii il significato e Charlie alle calcagna.
Feci una rapida colazione per poi recarmi in centro nuovamente per fare le compere dei regali natalizi.
Mi fiondai ovviamente da Tiger, in quanto le mie risorse finanziarie erano spaventosamente limitate.
Presi due tazze ai miei genitori con un folletto natalizio, una pallina rosa alla mia bambina pelosa, uno stampo per fare i dolci a Ginevra visto che ogni tanto le piaceva cucinare le torte, una lava lamp a mio fratello e un quadernino con i pappagalli color verde acceso a Levi per scrivervi sopra le sue canzoni.
Infine andai in profumeria e comprai dei piccoli boccettini di bagnoschiuma ai miei zii, alle mie cugine, a mia nonna ed infine a Sole, Troy, Jay, Xin, Ilianne e Finn.
Quando il mio subconscio pensò di regalare qualcosa ad Eduardo, feci uno scatto improvviso e purtroppo, presi contro ad un boccettino di profumo che cadde a terra frantumandosi i milioni di pezzi.
Per fortuna non costava molto: lo pagai e me ne andai affranta.
Quanto tornai a casa, nascosi i regali nella mia cabina armadio e cominciai a preparare il pranzo per mia madre e mio fratello.
Subito dopo aver buttato la pasta il mio telefono cominciò a squillare.
Il mio migliore amico mi stava chiamando.
"Pronto, Levi dimmi tutto!"
"Ciao Sav, che stai facendo?" Mi domandò il riccio.
"Niente di che, cucino. Perché?"
"Ti volevo dire che il gruppo suonerà ad una festicciola per capodanno. Ti va di esibirti con noi come ai vecchi tempi?"
Non vedevo l'ora di suonare e cantare con loro.
Mi mancavano le nostre serate a provare o a scrivere canzoni mentre spiluccavamo le patatine del McDonald's.
"Ovvio che ci sarò! Quando cominciamo?" Chiesi eccitata.
"Oggi pomeriggio nel garage di Alberto alle 16.00, ti va?"
"Certo, a dopo allora!" Lo salutai chiudendo la chiamata.
Quella notizia mi aveva rallegrato la giornata che era cominciata di fretta.
L'unica cosa che mi intristiva era che sicuramente mio fratello non avrebbe suonato con noi.
Ma d'altronde aveva solo bisogno di tempo e speravo anche che avrebbe capito che perdere Emma sarebbe stato solo meglio.
******
Vista la bella giornata decisi di recarmi da Alberto in bicicletta.
Avevo voglia di stare all'aria aperta, anche se si trattava solamente di qualche minuto; infatti non ci misi molto per arrivare a destinazione.
"Hey Savannah!" Mi salutò Alberto che stava fumando una sigaretta davanti al suo garage in attesa che arrivassimo tutti.
"Ciao Albi, sono in anticipo?" Gli domandai tirando giù il cavalletto e lasciando la bici nel cortile di casa sua.
"Sì, come al solito i ragazzi sono in ritardo. Cosa ci può essere di peggio di una donna?" Chiese con fare arrendevole il mio amico.
"Tre donne!" Scherzai io e ridemmo insieme per un po', finché non mi fece una domanda strana.
"Cosa c'è tra te e Clarke?"
Perché mi faceva questa domanda?
Ci aveva visto insieme solo una volta.
E come mai si conoscevano?
Quando stavo per chiederglielo, arrivarono Levi, Niccolò e Andrea che si annunciarono strombazzando per la via.
"Che bambini!" Esclamai io.
"Sì e io li devo sopportare ogni giorno." Gridò Alberto per farsi sentire anche dagli altri tre ragazzi.
"Oh ma taci Albi, che senza di noi la tua vita sarebbe super monotona!" Gli rispose di rimando Andrea passandosi, come al solito, una mano tra i suoi capelli biondi tinti.
Avevo avuto in passato un mezzo flirt con lui non appena Levi me lo presentò, ma dopo qualche tempo capimmo che era meglio essere solo amici e quindi finì qualunque cosa fosse iniziata tra di noi.
"Ciao Sav!" Mi salutarono in coro i ragazzi e Levi mi diede anche un leggero bacio sulla guancia, a cui io risposi con un debole sorriso.
"Cominciamo dai, che ho in mente alcuni versi." Ci incoraggiò il mio migliore amico che aveva sempre una canzone in mente.
Io mi posizionai al solito posto frontale riservato alla cantante principale, Levi con la sua chitarra elettrica alla mia destra, Andrea alla mia sinistra, Niccolò alla batteria e Alberto alla pianola.
"Quale volete fare? True love o Make you stay?" Ci domandò Levi.
In quel momento venimmo interrotti da qualcuno che ci salutò, proveniente dal cortile.
Quando mi girai per poco non svenni nel vedere il ragazzo che mi ricordava il mio Eduardo.
"Hey Clarke! Vieni dentro, non stare lì impalato!" Lo invitò ad entrare Alberto.
"Non volevo disturbare, è solo che Mattia non è in casa e ho visto il tuo garage aperto così ho pesato che potevamo fare un giro insieme ma vedo che sei impegnato..." Spiegò Edward alternando lo sguardo dal ragazzo a me.
"Non ti preoccupare, puoi restare per le prove." Lo rassicurò. "Ragazzi, dovete sapere che Clarke è ospite del mio vicino di casa: per questo ci conosciamo." Ci informò Alberto.
"Ok dai cominciamo queste prove, sennò si fa notte. Io scelgo di provare Make you stay, che dite?" Chiese Niccolò.
Accettammo tutti e così cominciammo a suonare e a cantare.
Edward non staccava mai gli occhi da me che cercavo si seguire lo spartito consegnatomi dal mio migliore amico.
"Posso darvi una mia opinione?" Chiese Clarke quando finimmo di suonare e cantare il pezzo.
"Certo amico!" Disse Alberto invitandolo a prendere posto nel gruppo.
"Ci vorrebbe anche una voce maschile. Savannah canta idilliacamente, ma ha bisogno di un compagno e di una voce che si fonda con la sua." Disse il riccio.
Rimanemmo interdetti per un po', ero sempre stata io la cantante principale del gruppo, qualche volta avevo cantato con Levi perché c'era quell'intesa speciale nata da un sentimento nascosto che, però, ormai non c'era più.
Gli altri si rifiutavano di fare la seconda voce perché dicevano che io li facevo sfigurare e quindi si accontentavano di fare il coro in alcuni versi.
"Vorresti provare tu?" Gli propose Alberto che si guadagnò un'occhiata di fuoco da Levi.
"Posso?" Mi chiese prendendo posto accanto a me.
Non sapevo che dire, i suoi occhi mi facevano pensare a lui.
Guardare Edward era come guardare Eduardo.
Mi incantavano e non riuscivo a resistere loro.
"Sì..." Sussurrai piano lasciandogli prendere il mio microfono.
Fece un cenno con la testa e i ragazzi cominciarono a suonare.
I'd sing acapella in the rain
Let the whole world think I've gone insane
Give you all my money, and my name
Nothing I wouldn't do,
Nothing I wouldn't do
La sua voce era profonda e sensuale, mi faceva percorrere miriadi di brividi su tutta la pelle.
Era così travolgente che avevo voglia di abbracciarlo o di posare nuovamente le mie labbra sulle sue, calde e carnose come quelle di Eduardo.
Mi risvegliai quando fu il mio momento di cantare.
When I'm crazy and I don't know why
Would you calm me down and read my mind?
Would you still send shivers up my spine?
Nothing I wouldn't do,
Nothing I wouldn't do
Mi guardò per tutto il tempo, come se non ci fosse nessun altro con noi.
I suoi occhi verdi mi perforavano, insinuandosi dentro di me come serpenti velenosi.
In seguito fu il momento di cantare insieme e fu magico.
We could be,
We could be anything tonight,
just tell me everything you like
Can't you see,
We could be something if we tried,
just tell me how to make you mine
What have I gotta do to make you,
What have I gotta do to make you,
What have I gotta do to make you,
Stay-ay-ay-ay-ay-ay
Avrei cantato con lui per sempre, ma non riuscivo a capire per quale dei due motivi.
Buongiorno a tutti
Come state?
Buona pasqua 🐣
Che succederà con questo Edward?
Savannah cederà?
Continuate a seguire la storia perché nel prossimo capitolo si scoprirà qualcos'altro 😉
Austin Corini è Alberto
Drew Dirksen è Andrea
Nate Parker è Niccolò
Spero che il capitolo vi sia piaciuto,
Baci baci 💋
A.
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