Someone like you- Epilogo
Someone like you
Camminavo per le strade della città di ritorno dal Centro, ovvero la scuola per dominatori dell'acqua e della terra in cui lavoravo. Esistevano due Centri, uno era il mio e l'altro era governato da Michael Clifford. Erano anni che non lo vedevo, sinceramente non avevo voluto cercarlo dopo la nostra rottura. Infondo, sin dal principio della nostra storia sapevamo entrambi che non saremmo mai potuti durare molto insieme. Il nostro amore, per quanto forte e profondo potesse sembrare, era una guerra celata dietro belle parole. Come avrebbe potuto il fuoco convivere pacificamente von l'acqua, senza che uno dei due potesse farsi male? Semplice, non poteva. Stare con lui aveva rappresentato un pericolo fin dal primo secondo, ma ero giovane e non me ne remdevo conto, forse non volevo vedere quello che sapevo sarebbe successo.
Non ci vedevamo nemmeno durante le riunioni tra i due centri, perché di solito era Luke a presentarsi in rappresentanza del nostro elemento. Sospettavo che lo facesse per stare ancora più vicino a Veronika, ma non mi interessava più di tanto dato che ero felice che fossero ancora più uniti, forse più che mai. Stavano già progettando da tempo di sposarsi, comprare casa e farsi una famiglia. Ero certa che dovessero staccare un po' la spina dal Centro prima, perché esso occupava il novanta percento della nostra vita e del nostro tempo perciò se mai avessero messo in pratica il loro disegno di vita, avrebbero dovuto mollare tutto per un bel po'.
Stavo per infilare la chiave nella serratura della mia auto quando una voce vagamente familiare pronunciò il mio nome -Kresley Isabella Hemmings?- Mi voltai in quella direzione e il mio cuore quasi perse un battito, mentre mi si fermava il respiro. -Michael Gordon Clifford- replicai guardando il ragazzo davanti a me. Credo avesse compiuto ventisei o ventisette anni, non ricordavo con precisione i suoi dati. Dopo che ci eravamo lasciati, mi ero costretta a resettare qualsiasi cosa lo comprendesse. -Come stai?- mi chiese fissando le proprie iridi verdi nelle mie. Non le ricordavo così intense, sinceramente. -Tutto bene, tu? Ho sentito che ti sei sistemato, che hai trovato una ragazza e sei sposato.- Lui sorrise con un evidente felicità sul viso -Si, tutti i miei sogni si sono avverati- "Una volta ne facevo parte anche io", avrei voluto rispondere ma sarei risultata gelosa e infantile, la sottoscritta non era nessuno delle due cose. - immagino lei ti dia quelle cose che non potevo darti io... sai, una vita normale, senza rischiare di uccidersi se perdi il controllo... a proposito, lei lo sa?- cercai di risultare meno acida possibile, ma in un angolo del mio cuore ancora bruciava la rabbia per il motivo che aveva portato alla nostra rottura. Semplicemente, eravamo di elementi opposti e questo poteva essere pericoloso. -Intendi se sa che sono un incendio con i jeans? O se sa che sono una tromba d'aria con la fede al dito?- Ridacchiai scuotendo la testa. Non aveva perso la propria autoironia, cosa che trovavo piuttosto piacevole. -Non lo avrei detto così, ma hai capito- risposi incrociando le braccia al petto con un falso sorriso. Era davvero imbarazzante parlare con il tuo ex della niova fiamma nonché moglie.- si, lo sa. All"inizio è stato un pochino difficile per lei digerire la cosa, insomma... lo sai.- Si vedeva che era anche lui in imbarazzo, era così timido, come quando ci eravamo conosciuti, che facev lo spavaldo ma in realtà arrossiva quando ci guardavamo per troppo tempo. Mi accorsi solo in quel momento di quante cose ricordassi nonostante avessi provato a rimuoverle dalla mia memoria.- Perché sei così timido? Pensavo avessimo superato quella fase...- allusi a tutte le volte che ci eravamo confidati, baciati, stretti l'un l'altra, insomma non facciamo la lista. -Sai, sono sei, forse sette anni che non ci vediamo. Non c'è più quella confidenza di una volta- Sorrisi e dissi -non c'è proprio più nulla di una volta, per essere precisi-. Lui si grattò nervosamente il braccio prima di chiedere -E tu? Stai con qualcuno?- Quella domanda mi lasciò leggermente impietrita. Schiusi le labbra e cercai un modo carino per rispondere -No, non sto con nessuno-. La sua bocca prese la forma di una piccola "o" e mi affrettai ad aggiungere -Non importa, troverò qualcuno che mi faccia sentire come facevi tu- Scrollai le spalle come se non me ne importasse nulla. -Troverai chi ti farà sentire molto meglio di così- mi assicurò, ma ne dubitavo. Nessuno avrebbe mai condiviso tutto ciò che avevo condiviso con lui, nessuno si sarebbe mai più preso carico del mio dolore come aveva fatto lui, semplicemente perché quelle situazioni, quelle esperienze, non si sarebbero più riproposte nel corso drlla mia esistenza -Ti auguro il meglio, Michael- dissi cercando di mettere fine a quel discorso troppo strano e troppo opprimente nonostante fossimo all'aria aperta. -Anche io te lo auguro- Senza farlo apposta, parlai dentro la sua testa dicendo *Non dimenticarmi*. Dannato legame tra alpha, che con lui era ancora più forte giacché lui aveva due poteri da rappresentare. Sgranò gli occhi guardandomi come se non avesse capito. -Scusa, cercavo di ricordarmi una cosa che mi ha chiesto un ragazzo del Centro.- Lui annuì e per qualche secondo rimanemmo in silenzio -Ora devo andare, devo accompagnare Kaley dal medico. È stato bello vederti- Feci per rispodere sciogliendo le braccia dall'incrocio sul petto , ma mi caddero le chiavi per terra. Io e Michael ci chinammo a raccoglierle entrambi e le nostre mani si toccarono. Alzai lo sguardo incontrando il suo, facendo perdere un battito-forse due, al mio cuore. Sapevo che avrei potuto avere milioni di persone davanti e avrei visto solo lui. Michael era così, ti catturava, come una calamita, come la sabbia che assorbe l'acqua sulla spiaggia, come la tela di un ragno che intrappola una mosca mal capitata. E fu così che successe, nonostante fossero passati anni, tutto intorno a me divenne invisibile: le persone, le case, le automobili, il traffico e il caos di Sydney che vorticavano intorno a noi sparirono nel nulla lasciandomi in balia di quelle iridi verdissime e cristalline.
Per qualche secondo rimanemmo l'una con la mano in qurlla dell'altro, guardandoci negli occhi. In quel preciso istante capì che per me non era mai finita -Grazie, anche per me è stato bello.- dissi sbrigativa riprendendo le mie chiavi e alzandomi. Infilai la chiave nel meccanismo di apertura e aprì la portiera. Salì sulla macchina e mi chiusi all'interno. Osservai per qualche secondo Michael allontanarsi, poi mi Sfregai le mani sulla faccia sospirando. Era ora di chiudere il capitolo "Clifford", ci sarei riuscita, lo dovevo a me. Lui era andato oltre, ora toccava a me. Accesi la radio mentre mettevo in moto. Cosa potevano passare se non una delle sue canzoni preferite? Scoppiai a ridere per l'assurdità della situazione.
Il mio telefono prese a squillare mentre ero ferma al semaforo. Lessi il nome sul display e sorrisi prima di rispondere -Ciao James, come posso aiutarti?- Lo sentì ridere leggermente -era dal liceo che non ci sentivamo- Mi morsi il labbro mentre un flash di tutto quel periodo mi attraversava la mente -James, ti va se usciamo stasera?- Chiesi, ricevendo un si davvero pieno di entusiasmo.
Decisi di tornare al Centro, dopo che un messaggio di Luke mi aveva ricordato che quel giorno era l'anniversario suo e di Nika, non potevo certo lasciare scoperta la dirigenza della struttura. Magari qualcuno avrebbe avuto bisogno di aiuto, consigli o qualsiasi altra cosa. Specie ora che si stava avvicinando un eclissi lunare e i poteri dei dominatori dell'acqua diventavano ingestibili.
Ero nel mio ufficio, leggendo alcuni fascicoli riguardanti una decina di alunni "prodigio", che secondo alcuni istruttori avrebbero potuto essere i futuri Alpha. Sinceramente dubitavo che da un fascicolo o un esame si potesse riconoscere il prossimo Alpha. Dopo tutto, la sottoscritta era un alpha ed era partita dal non sapere nemmeno che esistessero i dominatori . Chiusi le cartelle sbuffando e le riposi in un cassetto. Accesi il pc e controllai la posta elettronica, trovando solo mail che avevo già letto e a cui avevo già risposto. Spensi il pc e mi guardai le unghie laccate di beige e il braccialetto in oro bianco che avevo abbinato al tailleur. Mi annoiavo terribilmente in momenti come quelli. Accesi lo stereo a basso volume, esso diffuse la voce dolce di Ed Sheeran. Senza renderme conto presi un figlio per fotocopie e cominciai a disegnare senza nemmeno pensare a cosa stessi ritraendo. Canticchiai le parole che stavo ascoltando mentre lasciavo che la mia mente si svuotasse. Non ricordavo quale fosse lultima volta in cui avevo fatto un disegno, quando avevo lasciato che il mio hobby preferito venisse a galla.
Il telefono squillò sulla mia scrivania e appoggiai la matita accanto al foglio decorato. -Pronto?- La voce del receptionist mi annunciò che c'era uno del Centro diretto da Michael che voleva parlare con me. -Accompagnalo pure-. Mi preparai mentalmente a quel colloquio. Nella mia mente balenò la figura di Michael, averlo incontrato mi aveva lasciata davvero sconvolta. Quando bussarono alla porta e diedi il permesso per aprirla restai quasi paralizzata. -Di nuovo buon giorno, Kresley- Disse avanzando nella stanza -Ciao, Michael-risposi mentre si accomodava davanti a me -Posso portarvi qualcosa, signorina Hemmings?- Guardai Michael -Per me un caffè- Lui si voltò verso la porta e rispose -anche per me- Guardai la porta fin quando essa fu chiusa, poi spostai lo sguardo su Michael -Di cosa dovevi parlarmi?- lui si sistemò meglio sulla poltrona di pelle scura e rispose -vorrei che i nostri allievi potessero confrontarsi, in un torneo di combattimenti- lo guardai come se fosse pazzo -Sai che tra poco l'eclissi lunare farà impazzire i poteri dei dominatori dell'acqua?- Lui annuì -Infatti, non ho precisato quando- Sorrisi -Quando pensi di organizzare questa cosa?- Lui aprì una piccola agenda e scorse le pagine velocemente -Vediamo, intorno al 12 di luglio?- Mi strozzai con il caffè che stavo bevendo, dato che giusto due minuti prima ci era stato portato. -Proprio quel giorno? Ma dico, ti sembra il caso?- non mi piaceva quella data, anni prima avevamo perso davvero molte vite in una battaglia e non avrei organizzato una specie di torneo di yughi-oh solo perché Michael lo proponeva. -Oh, è vero. Scusami. Che ne dici del 23 allora?- lanciai uno sguardo al calendario da scrivania che avevo davanti e annuì, non avevamo impegni -Ti darò conferma entro venerdì, voglio parlarne con Nika e Luke.- Risposi segnando a matita l'appunto. -Posso?- chiese indicando un foglio davanti a me -Fa pure-dissi senza guardare il foglio, quando dicevo a qualcuno che potevo parlargli, riponevo i fogli importanti nel terzo cassetto della scrivania, così da non perderli nella confusione. Lui sorrise e chiese - eravamo davvero così a diciotto anni?- Girò il foglio verso di me e ni sentì arrossire -Uhm, si, credo. Ho disegnato quello che ricordavo- Lui continuò a fissare il foglio sorridendo -Wow, sei sempre stata bellissima- Lo guardai con un sopracciglio alzato -Sai... se ti avessi incotrata due anni e mezzo fa avrei lottato per tornare con te- Alzai lo sguardo, incontrando i suoi occhioni verdi che mi guardavano intensamente. La sua mano era poggiata sulla figura di noi due disegnata a matita. -Ma... non stai con tua moglie da cinque anni?- Lui annuì -sarei tornato sui miei passi se ti avessi incotrata prima della proposta a Ley- Sospirai -Cisa stai cercando di dirmi?- Lui rispose senza nessun attimo di esitazione -Che per me non è mai finita. È stato l'errore più grosso della mia vita lasciarti per quella cazzata sui poteri- Sentì un nodo alla gola formarsi e mozzarmi il respiro.-Come hai potuto sposare una donna che non ami?-chiesi -La amo, ma non come amavo te- sospirai -Credo tu debba andare- Mi alzai andando verso la porta, camminando sui miei tacchi neri come la mia camicetta. -Lo penso davvero, Kres- Lo guardai negli occhi -Non posso farci nulla- Lui mi mise una mano sulla spalla -Per me sei ancora la principessa delle nevi, anche se avrei voluto renderti regina.- Il mio cuore stava impazzendo. Senza farlo apposta entrai nella sua testa e sentì i suoi pensieri "Dannazione come sei diventata bella, come ho fatto ad essere così stupido?" Anche mio fratello me lo diceva sempre, che nonostante non ci riuscisse a credere, ero cresciuta acquisendo il fisico perfetto di una modella. Non ero eccessivamente magra come quelle ragazze da pubblicità di costumi, ma avevo le curve al posto giusto e non avevo neanche un grammo in più del mio peso ideale. -Hai deciso di rendere regina una ragazza normale, non credo tu debba dire queste cose a me- non condividevo il fatto che lui dicesse cose così romantiche a me, quando era sposato. La sua mano si spostò verso il mio collo e disegnò alcuni cerchi con il pollice. -Sei così bella che potrei fare una pazzia- Il suo viso era cosi vicino al mio, troppo per un uomo sposato che parlava con la sua ex. -Tua moglie ti aspetta a casa,Michael. E io ho un appuntamento perciò ti chiedo di uscire dal mio ufficio- lui si spostò confuso -Hai detto che non stai con nessuno-. Ridacchiai -questo non nega che io esca con qualcuno- lui annuì -E chi è il fortunato? - Spostai il peso da un piede all'altro e risposi -James Callaghan- strabuzzò gli occhu -Per Dio, come sei caduta in basso- lo guardai e decisi di essere stronza -Non ho mai puntato molto in alto- Lui fece una faccia offesa -Che bastarda- sorrisi malefica -Ti piaceva questa bastarda- Lui alzò le mani -Hai vinto- Risi e aprì la porta -Ciao, Michael. Ti telefono per farti sapere per il 23-
Dopo aver acconsentito, Michael se ne andò. Lo guardai dalla finestra del mio ufficio.
Un amore come il nostro, non sarebbe mai finito.
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