-Capitolo 8- Un regalo inaspettato...
Usciamo dal negozio e il mio cervello, in un millesimo di secondo rivaluta almeno mille volte se lasciare la sua mano o tenerla nella mia...
Una piccola parte di me vorrebbe lasciarla nella sua, ma non sarebbe giusto, lo confonderei.
Senza aspettare altro, appena uscita dal negozio gliela lascio e resta un po' spiazzato.
Avrebbe voluto che non la lasciassi?
Davvero l'avrebbe voluto? Beh, ormai è troppo tardi...
Federico si schiarisce la voce prima di parlare
《ti serve... altro?》
In realtà mi servono altri vestiti, non ne ho molti... ma è meglio tornare a casa.
Sono davvero MOLTO imbarazzata
《No no, va bene così 》
《Umh... ti va di andare in spiaggia?》
《In spiaggia? A fare cosa?》
《Il bagno. Cosa vorresti fare in spiaggia?》
《Non ho il costume!》
《Puoi farlo anche così... c'è talmente caldo che i vestiti ti si asciugheranno subito》
《Umh...》
《E dai!》
《Okay》
Lui mi fa un sorriso dolcissimo e mi sforzo di non spalancare la bocca e tirarli le guance come faceva mia nonna quando ero piccola.
Mentre raggiungiamo la spiaggia, passiamo davanti ad un negozio e un vestito in vetrina mi attira, tanto da bloccarmi in mezzo alla strada e fissarlo come una bambina con una lecca-lecca.
《Ma che caz- ehm, tutto okay?》
《É bellissimo!》dico tenendo lo sguardo puntato sulla vetrina.
Ora, può sembrare esagerato. Ma è DAVVERO un vestito bellissimo.
Il corpetto è blu notte, la scollatura è molto particolare, ma non volgare.
Si stringe sui fianchi e aderisce alle gambe, il tutto sfuma dal blu del corpetto al nero della gonna stretta, con una sfumatura incredibile.
Semplicemente bellissimo.
《Compralo!》
《Cosa? Hai visto il prezzo? 240£. Non ho ancora tutti questi soldi. Devo trovarmi un lavoro per avere soldi in più》sbuffo triste 《peccato》sorrido leggermente a Federico e ci incamminiamo verso la spiaggia.
Appena metto piede sulla spiaggia cerco di resistere all'impulso di correre verso l'acqua e buttarmici dentro come facevo sempre con ...lui... ma ho intenzione di divertirmi e dopo pochi secondi mi ritrovo e emergere dall'acqua, ridendo guardando un Federico visibilmente perplesso e divertito.
《Mi hai fatto prendere un colpo! Pensavo fossi impazzita!》
《Ah, sta zitto e vieni qua!》ribatto indierreggiando nell'acqua alta.
《Non ci penso nemmeno!》 ride
《Mi hai convinta a buttarmi in acqua, e ora non vieni?》
《Non mi bagno mica i vestiti!》
《Ah no?》
《Non- Nicole, attenta!》
Seguo il suo sguardo dietro di me, giusto in tempo per vedere la gigantesca onda che mi travolge e mi scaraventa sul fondo, facendomi sbattere la schiena. Non mi ha fatto male, ma lo spavento mi ha fatto aprire la bocca.
L'acqua entra nei polmoni, mentre l'onda mi trascina a riva. Gli occhi si fanno pesanti.
L'ultima cosa che vedo é il viso spaventato di Federico e poi un brivido di freddo in tutto il corpo.
Sento il petto riempirsi di aria e non capisco come sia possibile, visto che non sto facendo alcuno sforzo per respirare.
L'acqua esce dalla mia bocca e mi sento subito molto più libera. Sento qualcosa di caldo sulle mie labbra, e il petto mi si riempie di nuovo di aria. Apro gli occhi tre volte, prima di riuscire a tenere le palpebre alzate.
《Oh dio, per fortuna stai bene!》mi dice Federico staccandosi dalle mie labbra e prendendomi il viso dalle mani.
Non capisco come mai le sua labbra erano sulle mie. Sembra leggermi nel pensiero e dice《respirazione bocca a bocca... scusa, ma era indispensabile, non potevo fare altro. Io-》
《Ei, grazie!》
Mi sorride
《Mi hai fatto spaventare!》
《Scusa, bhe, non volevo...》 dico mentre cerco di mettermi seduta, ma appena mi alzo, una fitta dietro la testa mi fa gemere, e premo la dove sento dolore, scoprendo di essermi ferita e di star perdendo sangue.
《Cazzo, é sangue questo?》
《Tranquillo, mi sarò tagliata con una roccia》
Federico mi guarda per qualche secondo, poi si toglie la maglietta e con le mani tremanti me la preme dietro la testa. Penso che solo la vista di quegli addominali bagnati basterebbe a guarirmi. Sul serio.
Un forte impulso di baciarlo mi passa per la testa, e mi viene da prendermi a schiaffi. Che cazzo mi sta prendendo??
《É meglio se passiamo dal pronto soccorso, ti daranno dei punti. Stai sanguinando. É colpa mia. Invece di stare lì come un idiota, dovevo venire subito e magari non avresti sbattuto!》
《Federico...》
Ma lui continua a blaterare frasi come 'é colpa mia' 'pronto soccorso' 'punti' ecc.
Dovo calmarlo. Comico.
Io ho preso la botta e devo consolare lui che sta per andare in ipervantilazione.
Che tenero.
《Federico, non è niente》gli dico prendendogli la mano.
Si calma subito e fissa la mia mano e poi me. Si morde un labbro e poi sorride
《Sicura?》
《Sicura》
《Forse è meglio se sta sera restiamo a casa. Hai preso una bella botta...》
《Cosa? No, sto bene.》
《Nicole...》
《Non voglio perdermi la prima festa del mio nuovo collage.》
《Ma se poi-》
《Sta zitto. Sto bene, davvero. Ora aiutami ad alzarmi》 roteo gli occhi e gli sorrido.
Sembra titubante, ma mi mette una mano dietro la schiena e mi fa mettere in piedi. All'inizio mi gira un po' la testa, ma mi adatto subito.
《Hai la maglietta sporca di sangue 》mi informa mentre camminiamo verso il marciapiede
《Dove? Oh cazzo. Mi spiace che oggi sia andata così... mi stavo divertendo così tanto》
《Tranquilla, ora andiamo a casa, così puoi farti una doccia》
Gli sorrido ma un giramento di testa mi costringe a poggiarmi a lui per non cadere
《Tutto okay?》
《Mi gira solo un po' la testa... beh veramente, mi gira MOLTO la testa. Sarà la botta》
All'improvviso qualcosa mi solleva da terra e io urlo. Mi ritrovo sulle spalle di Federico, e stringo le gambe attorno a lui per non cadere.
《Ma che fai ?!》
《Non voglio che mi svieni per strada. Non ti affaticare》
《Ma... mica... dai ce la faccio da sola. E poi peso un sacco! Ti rompi la schiena, avanti, dai, mettiti giù!》
《Non dire cazzate. Sei leggerissima!》
Sbuffo
《Avrò il trucco tutto sbavato. Starò sembrando un mostro》
《A me sembri bellissima》
Arrossisco, contenta di essere sulle sue spalle; così che lui non possa vedere la mia espressione.
《Non lo sono》replico, e lo penso davvero.
《Lo urlerei al mondo intero quanto sei bella, e tutti mi darebbero ragione》
Rido pensando che scherza
《Nhaa, non lo faresti》
Rido ma mi blocco quando lui mi tiene le gambe, per non farmi scappare e inizia ad urlare rivolto alla gente intorno a noi
《NON È BELLISSIMA QUESTA RAGAZZA? PER ME SI. É LA RAGAZZA PIÙ BELLA CHE ABBIA MAI VISTO. SIETE D'ACCORDO?》
Molte persone si fermano, alcuni annuiscono sorridenti, altri (ragazzi della nostra età) iniziano ad urlare
《É uno schianto!》
《Davvero bellissima》
《E LEI NON PENSA DI ESSERE BELLA, VI RENDETE CONTO ? NON SI ACCORGE NEANCHE DI QUANTO SIA MERAVIGLIOSA. QUESTO PERCHÉ NON SI SFORZA DI ESSERLO. LEI È COSÌ.》
applausi e fischi si levano intorno a noi.
Una folla si è radunata e tutti ci guardano con dei sorrisi enormi
《Vedi? L'ho urlato per ora a una parte minuscola del mondo e potrei urlarlo a tutti quelli che vedrò. Sei bellissima》mi sussurra.
Arrossisco violentemente e resto a bocca aperta.
Una bambina ci indica alla sua mamma chiedendo cosa stiamo facendo e lei risponde
《Sono fidanzati amore, si vogliono bene》
Federico mi sorride e si fa spazio tra la folla per raggiungere la macchina, mi fa sedere sul sedile del passeggero
《Aspettami qua》
《Dove vai?》 Chiedo
《A... comprare una maglietta nuova》
《Oddio. Mi spiace si averla macchiata di sangue! Cazzo, l'ho lasciata sulla sabbia. Scusa!》
《Non fa niente tranquilla. Tanto era vecchia. Torno subito, non muoverti》
Chiude lo sportello e si allontana.
Sbuffo. Quella maglietta non era per niente vecchia, si vedeva che era appena comprata.
Forse non voleva essere scortese. Ma, aspetta... è entrato in negozio senza maglietta? Mi giro, ma non lo vedo. Tanto sono tutti in costume.
La testa fa già meno male, ma ho un bel graffio e molto sangue secco fra i capelli. Devo fare assolutamente una doccia e uno shampoo. Mi guardo nello specchietto. Fortunatamente il mascara (essendo waterproof) non si è sbavato, ho solo il rossetto rosa un po rovinato. Sento il cofano aprirsi e chiudersi subito. Federico entra dallo sportello del guidatore e mi posa una busta sulle gambe. Lo guardo interrogativa e lui mi sorride
Apro la busta e mi sorprendo vedendo una maglietta e dei pantaloncini
《Di chi sono, scusa?》
《Sono tuoi. Volevo scusarmi per questo》
Dice indicando la mia testa, e quindi, il mio taglio.
《Ma non devi scusarti di niente, davvero! Mi sono divertita tantissimo, almeno lascia che ti dia i soldi che hai speso》
《Neanche per sogno. É un regalo》
Prendo la maglietta per cercare l'etichetta del prezzo, ma non la trovo.
《Cercavi queste?》
E butta le etichette dal finestrino
《Stronzo》
Ride e accende la macchina. Apro il finestrino e mi accendo una sigaretta che ho trovato sul cruscotto.
《Ti conviene cambiarti ora. C'è vento e se ti si asciugano addosso ti prendi un bel raffreddore》
In effetti ha ragione
《Umh.. okay. Ma girati e non guardare》
《Non oserei mai》 ride.
Mi tolgo la maglietta. Potrebbe sembrare strano spogliarsi in macchina ma ehi, siamo a New York. Questa è la cosa meno strana che si potrebbe vedere, fidatevi. E poi sarò veloce. Prendo la maglietta e la infilo, vedendo con la coda dell'occhio Federico che mi fissa, nonostante stia guidando.
《Guarda la strada. Non ALTRO》
《Forse è meglio che ti togli il reggiseno. Potrebbe essere bagnato anche quello》 scherza
《É più che asciutto, tranquillo.》
Ride. Ride sempre. La sua risata é... wow. Non riesco a descriverla. É bellissima. Come lui... cosa? No, non è bello! Cioè si. Eccome se lo è.. meglio se sto zitta.
Mando un messaggio a Sofia
'Ho comprato il vestito per sta sera!!'
Risponde subito
'E come è??'
'Carino. Ne ho visto uno davvero bellissimo in una vetrina, ma costava più di duecento dollari. E non ho tutti questi soldi 😔'
'Sei a casa?'
'No, in macchina'
'Umh... tu NON HAI una macchina'
'In macchina di Federico...'
'ASPETTA ASPETTA ASPETTA.'
OH NO
'C'è forse qualcosa che devi dirmi?'
'Bhe... si. MOLTE cose'
'Appena sei a casa facciamo video chat.'
'Uffa ok'
'Yee. Così vedrò sto vestito. E ti aiuto a conciarti, se no saresti inguardabile'
'EHI!'
Sorrido e poso il telefono in tasca.
Noto che Federico ha preso una strada diversa da quella dell'andata.
《Ma questa strada non è quella che abbiamo fatto all'andata 》
《Emh... no. Devo andare in un posto》
Passiamo in una strada sul lungo mare. Un panorama bellissimo. È l'una e il sole spicca alto nel cielo, creando un'afa pazzesca.
《Federico... la tua maglietta?》
《La mia maglietta?》
《Non dovevi comprarti una maglietta?》
《Oh, ehm, si.》
《E quindi?》
《Non mi piacevano》
《Emh... okay 》
La cosa peggiore é che ora non posso non fissare i suoi pettorali. I suoi bicipiti che guizzano ad ogni movimento del braccio.
Indossa solo dei jeans strappati al ginocchio, da cui esce una V incredibile, seguita da degli addominali scolpiti come se fossero stati fatti con lo scalpello.
Probabilmente è meglio smettere di fargli la radiografia ai muscoli e smetterla di fissarlo. Già. Dovrei proprio smetterl.... oddio guarda che spalle... con tutti quei muscoli. Okay okay. Basta. Caaaaalma. Calma.
Il sole batte insistentemente sul parabrezza e Federico prende degli occhiali da sole, da uno sportellino che non ho ancora capito da dove spunta.
Okay. Ora è la perfezione. Un modello di intimissimi. Un... wow. Uno gnocco.
Finisco la mia sigaretta e la butto dal finestrino.
《Devo passare dall'ufficio postale. Devo spedire un pacco. É un problema per te?》
《No no, vai pure》
Alla radio passa una canzone che adoro
Stressed out.
《Ti prego, alza il volume!》
Fa come ho detto e non resisto all'impulso di suonare sulle gambe, come se fosse una batteria. All'età di undici anni ho iniziato per provare e me ne sono subito innamorata. Da quel momento mi sono sentita completa.
Quando ero frustrata suonavo, quando ero triste suonavo, quando ero arrabbiata suonavo, quando tornavo dalla lezione di violino, buttavo con disgusto la custodia da qualche parte, e suonavo. In poche parole, suonavo SEMPRE.
Federico mi guarda per un po', mentre suono e canto.
《Tu suoni》
Non è una domanda.
《Si》 rispondo in italiano
《La batteria》
《Esatto》
《Lo sapevo che scorreva del rock in te! Quando hai iniziato?》
《Stressed out, undici》 canticchio
《Anch'io suono 》
《Davvero???》
《Oui 》
《Voglio indovinare...》gli prendo la mano e la esamino. Calli nei polpastrelli. Tipico dei...
《Suoni la chitarra?》
《Esatto piccola》'piccola'... scossa di elettricità ovunque.
《Elettrica?》
《In verità, acustica e classica》
《Ho trovato con chi suonare! Finalmente!!》
Federico sorride e inizia a canticchiare una canzone francese alla radio.
Io in francese faccio pena. Davvero. Ogni volta che a scuola leggevo in francese, tutta la classe rideva, seguita da me.
La mia pronuncia era un immischio tra arabo, aramaico e qualche altra lingua incomprensibile.
È così sexy quando canta... cazzo. Ecco.
Sto impazzendo.
Guardo fuori dal finestrino e scopro che siamo nel parcheggio della posta.
Lui scende dalla macchina e apre il cofano, uscendone un pacco dentro una busta di plastica. Tuttavia non entra dentro, va incontro ad un ragazzo vestito da postino, sul classico scooter da postino, e lo saluta come se fosse un vecchio amico. Da qui non lo vedo bene, ma é alto quanto Federico e ha gli occhi chiari.
Non ho mai inviato un pacco, ma non mi sembra che si faccia così... boh.
Federico gli dà la busta, abbraccia quel tizio e torna in macchina.
Per un po' non parliamo, ma la situazione non è imbarazzante, perché per la maggiorparte del tempo ci lanciamo occhiate quando l'altro non guarda e cantiamo tutte le canzoni che passano alla radio. Anche se io sono palesemente stonata. Ma dettagli.
Un quarto d'ora dopo siamo a casa... é strano chiamare casa un posto dove viviamo entrambi...
《Fai prima tu la doccia, ne hai bisogno... senza offesa》 dice ridendo e indicandomi. Effettivamente sto uno schifo. La sabbia mi si è appiccicata ai capelli, che ora sono un ammasso arruffato.
La faccia non ne parliamo e i pantaloncini che indosso (non ho potuto sostituirli con quelli nuovi, perché equivaleva a spogliarsi praticamente) sono sporchi di non so cosa di preciso.
《Effettivamente... 》rido.
Entriamo in casa e mi fiondo nel bagno in corridoio, dove ho già sistemato sta mattina dei vestiti puliti e un accappatoio.
Dato ciò che è successo l'ultima volta che li ho scordati in camera, é meglio tenerli in bagno.
L'acqua calda mi rilassa e poi passo subito a quella fredda, che mi da un brivido.
Non so di preciso quanto tempo sono stata sotto la doccia, ma sono arrivata al punto di far diventare i polpastrelli tutti raggrinsiti. Esco e inizio a pettinare i capelli che, come ogni singola volta, sono pieni di nodi.
E non scherzo.
Dalla radice alle punte un ammasso di nodi che per scioglierli quasi mi si staccano i capelli. Li tampono con un asciugamano e li lascio sciolti sulle spalle, indossando i pantaloncini che mi ha comprato Federico e la maglietta che era in bagno. Okay, cosa molto inquietante: questi pantaloncini mi stanno alla perfezione. Come cazzo fa a sapere la mia misura?
Avrà indovinato credo...
Ora che mi sono pulita sono molto più tranquilla, anche se il taglio in mezzo ai capelli brucia un po'. Vado in cucina e sento Federico parlare al telefono, é di spalle, perciò non mi vede mentre parla.
《No no va bene... si... alle otto credo... piantala... perché si... quella volta che sono gentile... si, solo per gentilezza... nessuna cotta... mica sono una tredicenne con gli ormoni sballati... idiota... si, grazie amico... grazie mille, a dopo》
Mi rendo conto che potrebbe arrabbiarsi sul fatto che l'ho origliato (anche se non sarebbe la prima volta), perciò fingo di star entrando in cucina in quel momento. Lui fissa i pantaloncini e sorride .
《Lo sapevo che ti sarebbero stati》bisbiglia, anche se inizialmente non capisco bene cosa abbia detto
《Cosa?》
《No, niente》
《Umh... sto morendo di fame!》
《Sta mattina hai cucinato tu, ora cucino io》 dice facendomi l'occhiolino. Dio, com'è sexy...
《Vediamo che sai fare 》 prendo il pc e attivo la videochiamata, poi mando un messaggio a Sofia e le dico di collegarsi.
Lo fa immediatamente e le mando un altro messaggio per avvertirla che in cucina c'è quel mio coinquilino sexy che sta cucinando e che quindi deve fare finta che lui non sia il nostro oggetto di pettegolezzo da due giorni a questa parte.
Anche se sarà inutile, conoscendola.
Decido di sistemarmi sul bancone della cucina, dato che il Wi-Fi prende bene solo là. Federico é ai fornelli alla mia sinistra e per fortuna non entra nell'inquadratura della webcam.
Prima di scendere dalla macchina, quando eravamo alla posta si era messo una maglietta presa dal sedile posteriore, che arrivato a casa si era tolto.
Morale della favola: se Sofia lo vedeva così o:
-avrebbe fatto una qualche battuta della quale mi sarei vergognata da morire;
-avrebbe preso il primo aereo per poterlo incontrare subito...
La sua faccia compare sullo schermo
《Ehi cogliona!!!!》dice in perfetto inglese
《Ehi troiaaa》
《Allora, sto fatidico vestito dov'è?》
《Qua》 e le mostro il vestito che ho comprato oggi.
《Carino! E le scarpe?》
Gliele mostro
《Cooooosa??? No no no NO. Ma che orrore é?! 》
《Cosa c'è che non va?》
《Emh... tutto.
Uno: quelle scarpe sono troppo alte, sai che poi inciampi》 Federico ridacchia e capisco che sta pensando a quella volta che sono inciampata e siamo finiti sul divano.
《DUE : queste scarpe sono ormai fuori moda, TRE : quei brillantini sul tacco non ci stanno per niente con il vestito... ci vorrebbe un vestito più aderente... hai un fisico così bello, delle curve splendide e sexy...》
《CONCORDO》 urla Federico mentre gira la padella. Decido che è meglio sedermi sul divano in soggiorno.
Sofia spalanca gli occhi e sorride come un felino
《Dicevo, ci vorrebbe qualcosa di più stretto》
《Bhe, in effetti sarebbe bello quello che ho visto oggi in vetrina》
《Se lavorerai potrai p-》
Viene interrotta dal campanello che suona.
《Vado io!》 urlo a Federico, lui non si gira ma noto un sorriso sulle sue labbra.
Giro il computer verso la porta.
《Consegna per la signorina Nicole》
《Emh... sono io》
Mi consegna un pacco abbastanza grande e fa un sorrisino a Federico. É il ragazzo che ho visto oggi alla posta, solo che indossa dei jeans e una maglietta blu con il logo della posta e su scritto "fattorino".
《Arrivederci signorina》
Il ragazzo se ne va e chiudo la porta.
Mi siedo sul divano e rigiro il computer.
《MA MI SPIEGHI PERCHÉ TUTTI LÌ DA TE SONO DEI PORCI E QUI A STENTO C'È LORENZO IL PORCOSPINO? AVANTI, APRILO!》
Giro il computer verso la cucina e mi siedo a terra aprendo il pacco.
Dietro di me c'è Federico... sarà curioso?
Lo apro e io e Sofia smettiamo di respirare. Non riesco a crederci!
Dentro questa scatola c'è... quel vestito meraviglioso.
Non capisco... sono felicissima!
È meraviglioso, ma io non l'ho ordinato.
Trovo un bigliettino nella scatola
'Per farmi perdonare, mi dispiace per oggi'
Il mio cervello collega tutto è mi giro verso Federico, che trovo dietro di me.
《Allora mi perdoni?》
Non rispondo, gli butto le braccia al collo e lo abbraccio
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