-Capitolo 15- Serata con Daniel

Capitolo dedicato a @erede_serpeverde

Un casino.
La mia vita è un FOTTUTO CASINO.

In un giorno succedo tante di quelle cose che fatico a connettere il cervello. Avere un coinquilino era già abbastanza destabilizzante, mi doveva capitare quello lunatico poi!

"Lo fa per il mio bene" ma chi cazzo è?
Chi lo caga??
Beh... io, visto che gli permetto di dormire nel MIO letto.
Da oggi le cose cambieranno, tutta questa confidenza deve finire.
Io penso alle mie cose e lui alle sue.

'La prossima volta non venire a piangere a dosso a me o a rompermi con i tuo problemi'

stupida, stupida , stupida!
Mi sono fidata e confidata con questo... tizio che conoscevo appena, sperando in un amicizia o di più... e invece!
È troppo tardi per cambiare appartamento?
Mi sa di si...
E mo come torno a casa??
Ho fame e devo anche prepararmi per sta sera.
Sono furiosa!
Il cellulare squilla, leggo il nome di Alex e rifiuto la chiamata.
Non ora.
Nel momento stesso riprende a squillare, decido di lasciarlo in tasca in caso fosse di nuovo Alex, ma alla fine lo prendo e leggo un numero a me sconosciuto.

"Pronto?"

"Eii Nicole, sono Daniel!"

Sorrido "Ciao Daniel! Da quando hai il mio numero ?"

"L'ho preso in prestito, poi te lo restituisco!"
Rido e sento la rabbia abbandonare gradualmente il mio corpo.

"Va bene va bene, dimmi pure"

"Come ti piace la pizza?"

"Di già? Ma sono le..." allontano il cellulare e leggo l'ora " quasi le tre! Ci dobbiamo vedere alle otto!"

"Ti porti la testa, dimmelo e basta! "

"Salsa e patatine e... prosciutto"

"Perrrrfetto! Io prendo una... diavola. La serata si farà piccante..."

"Non sei per niente provocante" lo canzono ridendo.

"Vedremo sta sera"

"Aahh Zitto. Devo davvero indossare il pigiama ?" Ho un pigiama in valigia? Spero di si!

"Assolutamente! O niente pizza!"

"Spero di ricordarmelo allora...ehm... è..."

È un appuntamento? Penso

"È?"

"No, niente. Ci vediamo sta sera allora"

Riattacco e una leggera brezza mi investe, facendomi rabbrividire.

Ormai è settembre e le giornata non sono più così calde.
Intravedo delle nuvole temporalesche solcare il cielo sopra i grattacieli e mi dirigo a passo svelto verso un'accogliente pasticceria-bar dal tendone rosa e marrone.
Uso il cellulare come specchio per controllare il trucco e trovo due striscie nere di mascara, prendo un fazzolettino dal tavolo più vicino e cerco di sistemare il trucco. Lo schermo si illumina all'improvviso e leggo il nome dell'unica persona che probabilmente può farmi star meglio.
Non parlo con mia madre da un po': abbiamo litigato.

Niente di serio, il problema è il mio orgoglio che mi impedisce di rispondere alle sue chiamate ultimamente. Eppure è vero che sono poche le persone che ritrovi al momento del bisogno.

"Ei mamma" cerco di sembrare normale.
Come previsto rimane un po' spiazzata e quindi in silenzio per qualche secondo

"Era ora che rispondessi. Sempre il solito caratteraccio eh" sento che nella sua voce però non c'è traccia di rabbia.

"Senti, per caso puoi raggiungermi? Io..." alcune lacrime mi solcano le guance e mi rifugio in bagno.

"Le hai avute di nuovo?"
Si riferisce alle crisi nervose che ho da quando è morto.

Annuisco tra i singhiozzi, poi mi rendo conto che non può vedermi, perciò rispondo
"Si, e... sono state tremende...e l'ho visto"

"Ne hai già parlato con Veronica ,amore... le tue sono... tentativi del cervello di ricreare la sua immagine, perché ti manca"
Veronica è la mia psicologa

"Continui a non credermi eh?" Chiudo gli occhi e mi appoggio al muro di fronte allo specchio. Lascio le lacrime calde riscaldare le guance e sospiro.

"Potresti venire?"

"Certo, dove sei?"

"In questo momento in un bar vicino... il parco... quello degli scoiattoli..."

"Central park. Ancora non ti entra in testa eh? Tra dieci minuti sono là"

Faccio alcuni respiri profondi e chiamo un altra persona che può davvero aiutarmi. Spero risponda...

Veronica, o 'la müller' come preferisco chiamarla io, è una cara amica di mia madre, di professione psicologa. Quando vivevamo in Italia veniva spesso a casa nostra a salutare mio padre e le mie sorelle e a fermarsi spesso per cena. Dopo ciò che è accaduto ha consigliato a mia madre di provare a farmi fare alcune sedute, e nonostante ero contraria, alla fine ho potuto constatare che mi facevano sentire meglio.
Mia madre mi ha spiegato che lei poteva aiutarmi a sentirmi meglio e a farmi dimenticare, ma io l'ho vista per lo più come una persona pagata per sentirmi parlare, nonostante l'amicizia tra noi.
Ho pregato anche mia madre di smetterla di spendere soldi per cose inutili come una psicologa, ma d'altronde è stata lei a farmi parlare dopo giorni di muto silenzio ed è stata sempre lei a convincermi a mangiare, lavarmi e fare qualsiasi altra attività che non fosse fissare il vuoto per ore.
Dopo il nostro trasferimento ho saputo che anche lei aveva intenzione di mettere soldi da parte e aprire uno studio ben più grande qui a New York, anche perché essendo qua anche mia madre, aveva un punto di riferimento.

Ultimamente sembrano tutti volersi trsferire qua... anche i miei incubi.

Non sapendo se parlare in inglese come con mia madre e spesso con Sofia, decido di usare l'italiano.

"Salve dottoressa..."

"Nicole! Oh cara, è da tanto che non ci sentiamo! Come stai?"

"Non bene a dir la verità..."

"Crisi?"

"Si, tremende... sono arrivata anche a... prendere il coltello... ma mi sono fermata"

"Perché?"

"Mi hanno fermata"

"Chi ti ha fermata?"

"È un ragazzo... si chiama ... Federico " lo stesso che mi ha rinfacciato i miei stessi problemi.

"Capisco... mercoledì arrivo a New York, tua madre si è occupata di arredare lo studio, quindi è già pronto. Ci vediamo là e ne discutiamo. Continua pure "

"Veramente preferirei parlarne allo studio... e poi ora devo incontrare mia madre"

"Capisco. L'appuntamento è alle... quattro. Ti va bene ?"

"Si... grazie"

"Di niente, tesoro"

Uso un po' di carta per sistemare il trucco sugli occhi ed esco dal bagno, dirigendomi verso il bancone e ordinando una cioccolata e una ciambella al cioccolato.

Come ai vecchi tempi, a consolarmi c'è il cibo.
Nonostante il trucco sistemato, devo avere un'aria abbastanza stanca o depressa, perché il signore al bancone e alcuni clienti mi guardano in ogni mia mossa.

Ogni volta che qualcuno resta a fissarmi per un po', divento nervosa e inizio a muovermi a scatti e a gesticolare, tranne quando suono.

Il tizio, che avrà avuto quarant'anni, mi porta ciò che ho chiesto e mi dirigo a un tavolino vicino alla vetrata.
Per una persona altamente depressa, l'ideale di certo non è bere cioccolata davanti una vetrata che dà sulla fitta pioggia.
Mi sento in un videoclip di Adele.
Senza volerlo mi metto a pensare alla sera in cui io e Federico ci siamo baciati sul divano, e la mia mente fantastica su ciò che sarebbe potuto accadere se mia cugina non ci avesse interrotto.
Immagino lui che mi morde il collo, che scende fino al mio punto sensibile e inizia a fare cose fantastiche con la lingua mentre con le mani stringe talmente forte i miei fianchi da graffiarli. Eppure, più che una situazione creata dalla fantasia, questo somiglia più a un deja-vu.
Cerco di ricordare altro, ma tutto mi appare confuso e sfocato.

Eppure sto solo immaginando, perché è praticamente impossibile che io abbia scopato con lui senza ricordarmene.

Torno a guardare fuori ed a osservare le persone avvolte in impermeabili che, nonostante la pioggia si muovono veloci tra il traffico, come formiche in estate. Penso a quanto sarebbe bello ritornare a disegnare su un muro per sfuggire ai miei problemi, ma non posso.

Non sono una ragazzina di sedici anni che scappa dai propri problemi, sono una donna, e come tale dovrei affrontarli i miei problemi...

Ma non posso farlo, perché il mio problema è una persona che non c'è, che è morta, che non è più qua, quindi il problema non è questa persona... sono io.
Sento di non poter reggere più tutto questo stress.

Mi sento uno zombie che vive tra la vita frenetica degli esseri umani.
Fuori sono normale, ma dentro sono distrutta, apatica.
Cerco di ripensare ai momenti felici del mio passato, in modo da risollevarmi il morale, e mi torna in mente quella volta che ho chiesto per la prima volta di uscire ad un ragazzo. Devo ammettere che avevo davvero dei gusti pessimi, in quanto il ragazzo in questione aveva occhiali, brufoli ed era un amante dei giochi di ruolo... beh, dell'ultimo non mi posso lamentare, visto che li amo anch'io.
Ricordo di averlo raggiunto all'uscita della scuola, con Sofia che mi guardava da lontano, sperando che sta volta le mie figure di merda avessero pietà e mi lasciassero in pace.

Dunque vado da questo per chiedergli se aveva voglia di andare a vedere Romeo e Giulietta al cinema, ma purtroppo ne è uscito qualcosa tipo:

"Ehm, ciao ! Volevo chiederti se oggi... vuoivenireavedere Giuliea e Rometto con me"

Esatto... ho detto proprio così, e lui invece di non mettermi in imbarazzo mi ha riso in faccia e se n'è andato.
Bello stronzo, eh?
Neanche con i nerd avevo fortuna.
Sorrido debolmente e mi giro, proprio nel momento in cui mia madre entra nel locale.
Mi raggiunge .

《Ei mamma》

《Hai un colorito pessimo... stai bene?》

《Non molto a dir la verità... Sento di non reggere più: prima lui che mi parla in sonno e mi compare davanti... e sai che è vero! E poi si ci mette Federico 》 mi lascio scappare.

《Federico ?》

《Te lo spiego dopo...》 sospiro 《Papà? 》

《Ha già chiesto al lavoro di essere trasferito qui, anche se la sede non è a New York ma un po' più lontano. Michelle è ancora in Austria per studio e Kitty se la cava bene a scuola.》
Mio padre è restato in Italia con le mie sorelle in attesa di ricevere il permesso per il trasferimento. Mia sorella Michelle è più grande di tre anni, e studia musica in Austria, "Kitty" (in realtà si chiama Miriam) è cinque anni più piccola di me e sta per finire il liceo.
Anche se entrambi i miei genitori sono italiani da generazioni, il loro amore per i nomi stranieri è abbastanza evidente.

《Non ce lo vedo papà a badare a kitty. Mangeranno tutti i giorni pane e salame e Miriam sarà di sicuro costretta a pulire in giro per casa dove papà sporca》

《Mi ha chiamato l'altro giorno e dice che invece lui e Miriam hanno trovato un equilibrio e che a volte lei riesce a convincerlo a mangiare vegetariano》ridiamo.

《Tu invece? Il lavoro?》

《Molto bene, tutti i dipendenti sono contenti delle promozioni e le vendite stanno aumentando》

Mia madre da qualche anno gestisce una ditta di trasporti di strumenti musicali.

《Allora, chi è Federico?》
Le racconto quasi tutto, manomettendo le scene "hot", facendole capire di avere un coinquilino strano di cui mi ero quasi innamorata che mi ha portata a fare shopping, in spiaggia ecc ecc...
Le dico di Alex e Daniel e dei loro appuntamenti, del modo in cui si è comportato Alex e di come Federico ha reagito male, rinfacciandomi i miei momenti di debolezza in cui mi ha consolata senza che io volessi.

《Io non lo capisco》

《A te piace?》

A me piace?
Si, è carino e dolce.
No, è uno stronzo patentato.

《Non lo so davvero. Il suo comportamento mi confonde》

《State facendo tira e molla entrambi, tu resta indifferente, sarà lui a decidere cosa vuole da te e deve capire che deve rispettarti anche nei tuoi momenti di debolezza》

Le sorrido e continuiamo a conversare fino alle cinque e un quarto, poi decido di tornare a casa in macchina con mia madre. Mi chiede se può entrare, ma la distraggo chiedendole di passare in segreteria a richiedere un altro letto, dato che si è rotto.
Il corridoio è pieno di ragazzi e ragazze e fatico a raggiungere la mia porta.
Fra meno di tre ore sarò a casa di Daniel!
Il solo pensiero mi fa restringere lo stomaco.
Entro in casa e trovo Federico in mutande che mangia yogurt sul divano. Lo ignoro e mi rifugio in camera.
L'unica cosa che voglio è perdermi in un libro.
Mi sdraio sul letto e inizio a leggere, perdendomi nelle parole che mi trascinano in un altro mondo, come a volermi dire
'lascia indietro il dolore e vivi un'altra vita'.

Sento dei passi che si arrestano davanti alla porta, ignoro Federico continuando a leggere.
Dopo un po' sospira e se ne va.
Finisco il libro (sono sempre stata velocissima e ho spesso letto interi libri in un pomeriggio) e inizio a riordinare la stanza, mettendo lenzuola pulite e aprendo il balcone per far entrare l'aria. Poi mi dedico al bagno e mi strucco. Fortunatamente sono quasi le otto, e posso mandare a fanculo Federico e rifugiarmi a casa di Daniel.

Indosso una maglietta senza maniche grigia e dei pantaloncini di tuta neri, insieme a delle infradito. Il fatto di essere in pigiama e quasi truccata mi tranquillizza.
È come se stessi andando a casa di un amico che conosco molto bene, e mi accerta che questo non è un appuntamento.
Metto un po' di fard, un tocco di mascara e lego i capelli in una coda. Piu semplice di così non esiste!
Daniel mi chiama e mi avvisa che è sotto casa con le pizze in macchina e che è 'pronto a vedere i vampiri'.
Mentre quasi corro per il corridoio , visto che sono dotata di infinita grazia ed eleganza, inciampo nel divano e mi sfracello a terra. Federico si gira ma non dice niente, rimandando a guardarmi.
Lo ignoro e chiudo la porta alle mie spalle, correndo per il corridoio più felice che mai. È tanto che non esco con un amico... avevo solo lui come amico....
Lo raggiungo in macchina e mi saluta con un sorriso, il fatto che non abbia usato il contatto fisico attraverso un bacio sulla guancia o altro mi tranquillizza. Mi sarei sentita tremendamente in imbarazzo.

《È questo il tuo pigiama?》chiedo alludendo ai suoi jeans e alla sua semplice maglietta. Mi guarda con la coda dell'occhio attraverso il ciuffo e sorride.

《Oh no, questi li tolgo》

Oh cazzo. Intende che se li toglie e che mette altro, giusto?
GIUSTO??

《Federico esce sta sera?》

《Non lo so.》rispondo spostando lo sguardo fuori dal finestrino.

《Mh...》capisce che non ne voglio parlare e cambia discorso 《Sta sera voglio farti vedere una cosa...》

《Cosa?》
《Io... ho creato un videogame. È mesi che ci lavoro e finalmente è completo... mi chiedevo se volevi provarlo》

《Sul serio? Certo! Che gioco è?》

《Sopravvivenza. Si gioca tipo online, ma per ora si può giocare massimo in tre. Io uso un altro schermo. Il gioco coinsiste in uccidere e mangiare l'altro. Cioè, noi siamo in un Isola. Uno fa il cannibale e l'altro il naufrago. Facciamo che sei tu: devi costruire interamente tutte le protezioni che puoi, e puoi fare di tutto. Puoi tagliare alberi e decidere tu dove e come metterli. È simile a the Forrest, con la differenza che posso fare il cannibale e giocare in gruppo o online...》mi guarda e sorride timido《forse è un po infantile, d'altronde...》

《Cosa? No, assolutamente! Sono curiosissima e voglio assolutamente giocarci. Mai provato un gioco così !》
Sorride più sicuro ed arriviamo al suo condominio.

《Una curiosità...》

《Dimmi》

《Ci sono appartamenti con addirittura quattro persone, perché nel mio siamo in due?》

《Ti sbagli, tutti quelli dell'edifio A sono due o massimo tre. Quando assegnano le case, iniziano prima da chi le paga, e poi passano a quelli che l'hanno gratis. Nonostante l'offerta, poche persone ne hanno approfittato e quindi invece di cento persone, gli appartamenti ne ospitano una sessantina》

《Oh, non lo sapevo》
Si offre di prendere le pizze e iniziamo a cercare la sua porta, parlando del suo videogame.

《Quindi che titolo gli dai?》chiedo mentre apre la porta di casa.

《Non lo so. Non c'ho ancora pensato》
Apre la porta e accende la luce.

《Eccoci》

Rimango sbalordita. Lo spazio che dovrebbe restare vuoto davanti alla tv, è pieno di controller, computer e cd.
Mi avvicino e inizio ad ammirare il sogno di ogni videogiocatore .

《Wow...》

Daniel ridacchia mentre posa le pizze sul bancone.

《È fantastico!》mi giro verso lui sorridendo.

《Lo so! Se vuoi possiamo mangiare sul divano mentre guardiamo la tv》

Annuisco e ci dirigiamo al divano. Mi lancia il telecomando, che non riesco a prendere e che quindi mi finisce in testa. Scoppia a ridere e gli faccio una smorfia mentre spegne la luce. Metto sul canale e nel momento in cui Daniel si avvicina il film inizia.
Ascolto la colonna sonora fissando i boschi che adoro. Con la coda dell'occhio vedo Daniel dirigersi in corridoio per poi riapparire poco dopo con una maglietta più larga e dei pantaloncini. Noto che è molto magro, e ha solo un accenno di pettorali e addominali, mentre le braccia sono esili sotto la pelle pallida.
Iniziamo a guardare il film, e lui ogni tanto fa qualche battuta su Edward e Jake che mi fa ridere.
Cerca di rubarmi le patatine e gli schiaffeggio la mano.
Nonostante vivo a New York da più di tre anni, alcune parole mi confondono, e il modo veloce di parlare a volte non mi fa comprendere l'intero discorso.
Per questo durante il film alcune frasi stento a tradurle mentalmente, ma ormai conosco il film a memoria e Daniel mi fa ridere fino alle lacrime, quindi non è un problema.

《Vuoi?》 mi porge una fetta di pizza inondata da salame piccante. Annuisco e la prendo mentre lui ne prende una mia. Mordo la pizza e subito sento la bocca in fiamme, che cerco di placare con un lungo sorso di birra.
Quando Jacob fa la sua apparizione, non posso fare a meno di esclamare e sospirare quanto sia figo.

《Io tutta questa bellezza proprio non la vedo》 replica Daniel alzando il sopracciglio evidenziato dal piercing, e con la pizza a pochi centimetri dalle labbra.

《Ma stai scherzando?? Beh, magari ora no perché ha i capelli lunghi ma devi vedere come diventa poi》

《Hai qualcosa contro i capelli lunghi?》fingendosi offeso alza il mento facendo sì che i capelli gli nascondano il viso.

《Oh no, assolutamente!》ridacchio.

《E comunque Jake è più figo》continuo.

《Più figo di Edward o più figo di me?》

《Uhm... più figo di entrambi》rido.
Scuote la testa e sorride.

Ora, vi è capitato di dover ...ehm... far evacuare l'aria dallo stomaco? Direi di si, siamo esseri umani.
Il problema si presenta quando devi farlo accanto ad uno strafigo. E la situazione diventa abbastanza imbarazzante...

Quando il film finisce, Daniel si alza per accendere la luce, mentre io piego i cartoni della pizza.
All'improvviso mi rendo conto di quanto sono stupida e mi sbatto una mano in fronte.

《Le noccioline!》urlo

《Noccioline?》ripete confuso.
Annuisco .

《Sono in cucina》
Spalanco gli occhi.

《Davvero? SEI SERIO?》

《Ehm... si》

《Ma io ti adoro!》
Corro in cucina e quando le trovo esulto e saltello.

《Per farti felice basta un pacco di noccioline? Sul serio?》
Rido e mi butto sul divano a peso morto. Dei ciuffi ricci sfuggono all'elastico per andare ad infastidire i miei occhi.
Daniel va in bagno e ne approfitto per visualizzare le varie notifiche.

《DAAN TI MUOVI??》

《Dimmi 》

《Oh sei qua... che si fa?》

《Tu cosa vuoi fare?》 Domanda sedendosi a terra e iniziando a rollare una cartina.
《...Ti stai facendo una canna?》

《Oh giusto...se ti da fastidio la metto via》

《Cosa? Veramente ti volevo chiedere un tiro》

《Oh》me la passa e l'accedo. Faccio un tiro e mi stendo sul divano.

Federico può andarsi a fare fottere per me.





#spazioautrice




Aggiornare presto? Non fa per me...

IMPORTANTE!

-SIAMO ARRIVATI A PIÙ DI MILLE STELLINE !!! Sono davvero senza parole e soprattutto felicissima!
Dovevo fare uno speciale ma purtroppo i miei piani non si possono realizzare perché sono affetta da una grave malattia di nome "mai 'na gioia"
Lo speciale però si deve fare... pensavo ad uno speciale in cui vi parlo del ragazzo che ha ispirato il personaggio del migliore amico... persona a cui chiedo scusa per aver rovinato tutto...
Oppure altre curiosità sulla storia... Non so...
Ditemi voi... sono senza idee...

QUELLO NELLA FOTO È ALEX... HO CERCATO UN PERSONAGGIO CHE COME ALEX ASSOMIGLIASSE A DRACO... E CHI MEGLIO DI TOM FELTON? HAHAHA

COME VEDETE, HO DEDICATO IL CAPITOLO AD UNA PERSONA. (QUALCUNO SA COME FANNO CERTE PERSONE A METTERE LE DEDICHE PROPRIO SOTTO IL TITOLO?? NESSUNO ME LO VUOLE SPIEGARE ! )

DICEVO, QUESTA PERSONA È QUELLA CHE STIMO E TEMO DI PIU ... È MOLTO INTELLIGENTE E QUANDO HO SAPUTO CHE LEGGE LA MIA STORIA, LA MIA AUTOSTIMA È RESUSCITATA DALL'OLTRETOMBA.

DEDICHERÒ IL PROSSIMO al primo che mi spiega come cazzo si scrive sotto il titolo...

Cosa ho fatto durante tutto il tempo in cui non mi sono fatta sentire?
Ho lavorato all'uncinetto!

*si accorge di aver appena rivelato il suo segreto più imbarazzante a centinaia di persone*

Bene, adesso che ho buttato nel tartaro la mia reputazione, vi saluto...

AUGURI PERCY!!❤❤

-rinco11-

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