Capitolo 9
Trovare Sabé fu un'impresa tutt'altro che semplice.
Uno perché era una ancella incredibilmente capace e due perché Sara non aveva la più pallida idea di dove potesse essere.
Era uscita dal negozio di sua madre con la sacca in spalla convinta che avrebbe trovato la donna in un attimo, invece, dopo due ore passate sotto il sole a cercarla in tutti i luoghi che sapeva essere i preferiti dell'ancella, la giovane aveva rinunciato all'idea di trovarla e si era seduta su una panchina che dava su uno dei numerosi parchi cittadini.
La vita a Theed non sembrava cambiata, nonostante la presenza, asfissiante, di soldati imperiali, come a ricordare che non vi era più la monarchia al suo pieno potere ma l'impero.
Le elezioni della regina si erano svolte normalmente, ma tutti sapevano che ormai la sovrana non aveva più alcun potere effettivo, era soltanto una figura di rappresentanza, questo spiegava la quasi totale estinzione della tradizione delle ancelle.
La regina non aveva bisogno di loro non essendo più lei a governare.
Prese dallo zaino una bottiglia d'acqua e iniziò a bere come se non bevesse da secoli, nel frattempo le parole di Pooja iniziavano a danzarle nella testa.
La senatrice le aveva proposto di entrare al suo servizio come ancella e la ragazza non vedeva l'ora di fare il test per diventare una ancella a tutti gli effetti.
Ma, se non trovava Sabé, sarebbe stato molto difficile riuscire a finire di leggere quella parte del diario di Padmé reso illeggibile dalle lacrime.
Padmé doveva essere rimasta chiusa in camera per molto tempo a piangere la sua ancella che non c'era più.
Una morte atroce quella di Cordé, della quale, nemmeno Sabé osava parlare, forse perché, anche per lei era stato un colpo durissimo da digerire.
Una sua compagna morta.
Sebbene Cordé non facesse parte del gruppo originario delle ancelle che avevano servito Padmé durante i suoi due mandati da regina, era chiaro come il legame creatasi tra loro fosse molto forte, più un'amicizia, quasi sorellanza.
Era questo che Sara aveva sempre ammirato nelle ancelle, oltre al loro coraggio, anche la capacità di rimanere calme anche quando la situazione era disperata.
-Tu sei Sara vero? - una voce che Sara era certa di non conoscere la riscosse dai suoi pensieri.
Una donna dai capelli color oro era davanti a lei.
-Certo e voi siete? - volle sapere la ragazza.
-Sono Eirtaé, forse avrai sentito parlare di me, da Sabé - sorrise la donna.
Sara sentí i capelli rizzarle in testa.
Eirtaé era stata una delle ancelle della regina Amidala, aveva lasciato il servizio dopo la fine del mandato di Padmé e si era dedicata all'arte e alla scienza.
Come per tutte le altre ancelle, Sara sapeva quasi tutto di Eirtaé.
Quindi si sentiva ancora più emozionata ad averla di fronte.
-Sabé mi ha parlato molto di te. Dice che hai la stoffa per diventare una grande ancella e forse anche una grande politica. - dichiarò Eirtaé con un sorriso rassicurante.
Sara cercò di ricambiare il sorriso, solo che le uscì una smorfia terribile, si sentiva sovraccaricata di aspettative.
Sabé aveva una vera e propria predilezione per lei, ma questo era motivo di ansia per la ragazza, aveva una gran paura di non riuscire a soddisfare tutte le aspettative della sua maestra e se non ci fosse riuscita sarebbe stata una catastrofe.
-Vieni, dobbiamo parlare - Eirtaé le tese la mano che Sara afferrò senza pensarci su due volte.
Una ex ancella di Amidala non avrebbe mai lavorato per l'impero quindi non poteva succederle nulla di male.
Eirtaé le fece segno di seguirla e Sara annuì.
***
Un poderoso calcio sfondò la porta del negozio di fiori di Zahira e un gruppo di Stormtroopers entrò con prepotenza facendo prendere un colpo a, Zahira e alla cliente che stava servendo.
-Zahira Hershlag? - domandò uno di loro, probabilmente il capitano puntando il blaster contro Zahira.
-Sí - rispose la donna con freddezza.
Se c'era una cosa che aveva imparato da suo marito era che non bisognava mai mostrare paura davanti ai Stormtroopers o loro ne avrebbero approfittato.
-Setacciate il negozio! - ordinò il capitano.
-Non potete farlo! - si ribellò Zahira.
-Fatela stare zitta!
A quelle parole due soldati la afferrarono e la legarono insieme alla povera sventurata che aveva avuto la sfortuna di essere lì in quel momento.
Zahira venne legata ad una sedia insieme all'altra donna ed entrambe vennero imbavagliate.
I soldati mettevano a soqquadro tutto, come se stessero cercando qualcosa.
O qualcuno.
Zahira temeva che i soldati stessero cercando sua figlia e ringraziò la Forza che Sara non fosse lì.
Non avrebbe sopportato la vista della sua bambina trascinata via dai soldati come se fosse la peggiore criminale della galassia.
Sara non aveva fatto niente, era soltanto curiosa e amava la verità sopra ogni cosa.
Zahira si pentí, solo in quel momento, mentre i soldati ribaltavano il suo negozio, di non averle permesso di prendere parte al programma legislativo giovanile.
Sua figlia era nata per essere una leader.
-Dov'è tua figlia? - volle sapere il capitano togliendo il bavaglio a Zahira.
-È uscita, ma non so dove sia - rispose la donna.
Il capitano, forse capendo che non avrebbe cavato un ragno dal buco si voltò verso uno dei suoi soldati e fece un cenno.
Un cenno che Zahira riconobbe subito.
-Terminatele - dichiarò il capitano.
La donna legata con Zahira iniziò a muoversi come una forsennata, non voleva morire, non senza un motivo.
Gli stormtroopers alzarono i blaster pronti a colpire, ma furono altri blaster a sparare.
I soldati caddero a terra come pere cotte.
Nessuno di loro si salvò.
Zahira non riusciva a crederci, davanti a lei vi erano Sabé, Rabé, Dormé e Saché.
-Sleghiamole -
Rabé non ci mise molto a liberarle.
La donna che era con Zahira ne approfittò per scappare.
-Cercano Sara - affermò Zahira spaventata.
-Tranquilla è al sicuro, Eirtaé è con lei - sorrise Sabé.
-Zahira è meglio se vieni con noi, casa tua non è più sicura - dichiarò Rabé e Zahira annuì.
Angolo Autrice : Nuovo capitolo 😊😊😊😊😊😊😊😊😊
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