Capitolo 8

Il giorno dopo la festa a casa dei Naberrie, Sara era seduta,in uno stanzino sul retro del negozio di fiori di sua madre, una stanza veramente angusta piena di fiori di ogni tipo che spandevano nell'aria una dolce fragranza, con in mano uno dei diari di Padmé Amidala.

Era seduta sul tavolo di legno, vicino alla finestra da dove entrava la luce del pomeriggio inoltrato, i piedi appoggiati sulla sedia e i capelli lasciati liberi sulle spalle, intorno ad alcune ciocche aveva intrecciato dei fiori alderini, famosi per i loro petali blu.

Questo gesto era uno dei pochi vezzi femminili che Sara si concedeva di tanto in tanto, visto che anche il suo abbigliamento era piuttosto mascolino, pantaloni neri strappati sulle ginocchia e maglia a maniche corte bianca.

Insomma si vedeva lontano un miglio che fosse un maschiaccio, con grande delusione di sua madre.

La ragazza aveva rovistato nella cassetta che aveva trovato nel mausoleo, e aveva notato che le copertine di quei semplici quadernetti avevano delle simbologie precise e raccontavano una parte precisa della vita della regina.

Vi erano tre diari le cui copertine erano gialle: sul primo vi era inciso un fiore di Glicine, sul secondo un girasole, mentre sul terzo vi era inciso un fiore di pera, essi  parlavano della vita di Amidala prima e durante i suoi quattro anni di regno.

Sui due  blu vi erano incisi un giglio scarlatto e una piuma per scrivere, raccontavano il suo passaggio da regina a senatrice con i primi anni di servizio in senato e conteneva anche dei riferimenti ad una missione di Sabé su Tatooine, per conto di Amidala.

La regina, infatti, aveva molto a cuore le sorti di quel pianeta, ed era rimasta molto male quando, aveva scoperta che esisteva ancora la schiavitù su quel pianeta.

Padmé voleva appunto fare in modo che quella condizione finisse il prima possibile, avrebbe fatto di tutto pur di portare a termine il suo progetto, ovvero fare in modo che tutti, nella galassia avessero tutto ciò che era necessario loro per vivere, senza distinzioni.

"Un gran sogno, eccellenza, peccato che sia inattuabile, ci sarà sempre discriminazione nella galassia" pensò Sara mentre chiudeva uno dei diari dalla copertina blu, concentrando la sua attenzione sugli ultimi tre.

Erano diversi dagli altri, più che diari sembravano veri e propri libri, dalla copertina rigida, decorate con motivi geometrici in oro o argento, i colori andavano dal porpora al rosso intenso, ed erano molto più spessi degli altri.

Come se la senatrice avesse avuto bisogno di più spazio per scrivere i suoi pensieri.

Sara stava per prendere il primo, quello con la copertina porpora quando sentí dei passi avvicinarsi alla porta dello stanzino.

Svelta la ragazza nascose i diari dentro la sacca che si era portata dietro e sfoggiò il suo sorriso migliore quando vide entrare sua madre.

-Prima o poi mi dirai cosa stai tramando tu...-affermò Zahira mentre prendeva uno dei vasi, fece per uscire ma poi qualcosa le fece cambiare idea.

-A proposito cosa avevate da parlare tu e la senatrice Naberrie? - domandò a bruciapelo la donna.

Sara arrossì fino alla punta delle orecchie, avrebbe potuto mentire, ma Zahira l'avrebbe scoperta in un nanosecondo, decise di dire la verità, almeno in parte.

-La senatrice mi ha proposto di diventare sua ancella una volta che abbia superato i test - rispose con semplicità Sara.

A quel punto Zahira mise per terra il vaso per mettersi a guardare la figlia.

-E tu cosa hai riposto? -

La ragazza scosse le spalle, prendendosi un attimo prima di rispondere.

-Ho detto che per me sarebbe un onore e che avrei accettato la proposta - dichiarò Sara.

-E hai preso questa decisione senza dirmi nulla? - le guance di Zahira divennero rosse per la rabbia.

-La proposta della senatrice mi ha sorpreso, ma non ho mai nascosto il mio interesse per la politica, quindi non puoi dire di essere stata totalmente all'oscuro delle mie intenzioni, e te ne avrei parlato se tu mi avresti ascoltato qualche giorno fa a cena - dichiarò Sara incrociando le braccia al petto.

Punta sul vivo Zahira rimase ferma sulla soglia dello stanzino qualche secondo prima di recuperare il vaso che aveva lasciato per terra e marciare verso il negozio con aria tutt'altro che allegra.

A Sara dispiaceva di aver fatto arrabbiare sua madre, ma non poteva rinunciare al suo piano e aveva trovato in Pooja una valida alleata.

Ritirò fuori il diario color porpora, decisa ad iniziare la lettura, ma le sue intenzioni vennero interrotte di nuovo da sua madre, che, a quanto pare aveva deciso di ficcare ancora un po' il naso nei suoi affari.

-Hanno inventato le sedie per sedersi, signorina. E ti costa tanto vestirti un po'  più femminile - dichiarò Zahira indicando la posizione in cui la figlia si era seduta.

Sara sbuffò pesantemente, riuscendo a far scappare un sorriso alla madre.

-Sto scherzando, cucciola. Continua a leggere quel diario che ti ostini a nascondere - le parole di Zahira ebbero il potere di far spalancare la bocca di Sara, la quale non riusciva più a richiuderla.

Sua madre sapeva?

-Sí tesoro so tutto. So che sei uscita qualche notte fa perché hai trovato l'indizio nel carillon di tuo padre, so che hai trovato i diari della regina e che li stai leggendo, ma non so altro. - Zahira poggiò le mani sulle spalle di Sara sorridendo appena.

-Qualunque cosa farai voglio che tu sappia che sono fiera di te. - dichiarò la donna baciando la fronte della figlia lasciandola senza parole.

-Grazie, mamma - Sara abbracciò Zahira sorridendo.

-Adesso ti lascio al tuo lavoro, so che non vedi l'ora di leggerli - Zahira si staccò da Sara e tornò in negozio.

Sara a quel punto riprese in mano il diario e iniziò a sfogliarlo.

Trovò una pagina sulla quale vi erano segni di lacrime.

Insospettita la ragazza si mise a leggere.

"Non pensavo che avrei dovuto piangere una delle mie ancelle. Invece sto piangendo una di loro. Cordé è morta. Ha perso la vita stamattina durante un attentato, qualcuno voleva impedirmi di votare contro la creazione dell'esercito della Repubblica, così hanno piazzato una bomba sulla piattaforma in modo che, una volta che avessi messo piede sulla pedana la bomba sarebbe esplosa. Ma io non ero su quella nave. C'era Cordé. Non riesco nemmeno a scrivere su questa pagina quanto dolore provo in questo momento, vorrei soltanto piangere ed essere lasciata in pace per qualche ora. Non chiedo altro.
Inoltre è successa un'altra cosa che mi ha turbata...
Anakin è tornato. Ed è...bellissimo, è fiorito in un uomo veramente bello, sarà difficile riuscire a mantenere un distacco.
Molto difficile. "

Il brano si interrompeva lì anche perché tutta la pagina era cosparsa di lacrime e molto dell'inchiostro era stato cancellato.

Probabilmente dopo che aveva scritto quella piccola parte su Anakin, il dolore per la morte di Cordé era tornato a farsi sentire e, nonostante Padmé, fosse una donna molto forte non era riuscita a trattenere le lacrime, tanto che avevano lavato via l'inchiostro.

La forse vi era un modo per recuperare quel brano, e Sara sapeva anche dove trovare gli strumenti per attuare il suo piano ma prima doveva trovare Sabé.

Angolo Autrice : Lo so, lo so sono un ritardo 😅😅😅😅 il capitolo in teoria doveva uscire ieri, ma poi non sono riuscita a finirlo e quindi esce oggi 😂 spero che vi piaccia 😊

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