Capitolo 73
Dopo essersi liberati di Hask, Iden e Del avevano preso una licenza dalla scuola e si erano diretti su Alderaan.
Motivo?
Ricostruire gli ultimi movimenti di Sara per capire dove trovarla.
Iden pensava che avrebbe veramente odiato la ragazza la quale aveva ferito Del, invece, proprio grazie al ragazzo aveva iniziato a pensarla in maniera diversa.
Nella stessa situazione, lei, Iden Versio, cosa avrebbe fatto?
La risposta era stata semplice, avrebbe agito come Sara.
Se in palio vi era la vita, era ovvio che avrebbe fatto di tutto pur di portarla a casa, magari con qualche ferita, ma viva.
Sara aveva agito come avrebbe fatto chiunque nella medesimo situazione, solo che, tutto questo iniziava a mettere dei dubbi circa la legittimità dell'impero e dei suoi metodi agli occhi di Iden.
Era giusto quello che facevano?
Era giusto che arrestassero persone che avevano l'unica colpa di protestare perché le condizioni di lavoro in certi pianeti era inumana?
Una persona non soggetta all'impero avrebbe detto che no, non era giusto, ma loro che avevano giurato di seguirlo, quell'impero, cosa pensavano?
La verità era che Iden non lo sapeva.
Non ci aveva mai pensato, ma ora si ritrovava a fare ragionamenti che prima non avevano mai sfiorato la sua mente.
-Non so perché ma sento che su Alderaan non troveremo ciò che cerchiamo - affermò Del, quando il pianeta di Bail Organa comparve davanti a loro.
-È qui che Hask ha visto Sara l'ultima volta. - affermò Iden, ma Del non era d'accordo.
-Metti le coordinate per Tatooine -
Iden lo guardò con aria dubbiosa, perché sarebbero dovuti tornare su Tatooine?
Se ne erano appena andati.
-Perché Tatooine?
Del incrociò le braccia al petto sbuffando cercando di non dire ad Iden che, per una volta si sarebbe dovuta fidare.
-Perché Hask non aveva motivo di raggiungere Tatooine se non per Sara - fu la risposta di Del.
-Su questo hai ragione, allora si torna su Tatooine - dichiarò Iden.
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Dagobah comparve davanti agli occhi di Luke e Sara poco dopo l'uscita dello yacht nubiano dall'iperspazio.
-Ci siamo, Dagobah. - dichiarò Luke fissando il pianeta.
-Yoda si è nascosto nel luogo più lontano possibile - affermò Sara.
-Beh non mi sorprende - rispose Luke.
Prima di partire, Padmé aveva istruito sommariamente il figlio e Sara su alcuni aspetti del codice Jedi, anche per prepararli all'incontro con Yoda, in quanto la ex senatrice era convinta che il gran maestro non fosse affatto cambiato da quando si erano visti l'ultima volta, qualche anno prima.
Yoda non avrebbe voluto che Padmé lasciasse Dagobah prima di aver completato l'addestramento come Jedi, ma la causa della ribellione aveva bisogno della donna e lei non si era fatta ripetere due volte l'invito a tornare.
Il gran maestro aveva cercato di fermarla, ma Padmé non lo aveva ascoltato ed ora il suo addestramento era incompleto, anche se la ex senatrice si riteneva una Jedi a tutti gli effetti, visti gli studi fatti su Ahch-To ed Exgigol.
Luke e Sara avevano compreso una cosa molto importante parlando con Padmé, il più grande errore dei Jedi era stata adagiarsi sugli allori, pensando che niente avrebbe potuto scalfire la loro integrità, peccando di superbia esattamente come avrebbero fatto dei Sith.
Le teorie di Padmé sul fatto che Jedi e Sith fossero, in origine, un solo ordine, affascinava parecchio entrambi i ragazzi, ma la donna non aveva voluto approfondire, poiché il tempo per le nozione teoriche non era abbastanza ed era necessario che loro imparassero a combattere.
Ma Luke aveva la netta sensazione che la madre non volesse che lui o Sara arrivassero su Dagobah con dei pregiudizi sui Jedi.
Di storie se ne sentivano a bizzeffe per la galassia, ma per la maggior parte erano false, poiché create su misura dopo la purga, in modo che l'immagine degli ex custodi della pace venisse compromessa per sempre agli occhi delle generazioni future.
Anche Sara, come ogni bambino nato sotto l'impero, conosceva quelle storie, ma non ci aveva mai davvero creduto.
Non sapeva per quale motivo, ma, nonostante tutte le bugie messe in giro sul conto dei Jedi, Sara avvertiva come se quello che le veniva raccontato fosse falso.
Non aveva mai avuto paura dei Jedi, anche se Zahira lì usava come spauracchio, quando Sara faceva i capricci da piccola.
Sara, infatti, fin da piccola raccontava alla madre di vedere lo spirito di un bellissimo ragazzo dai capelli biondi e gli occhi color del cielo quasi sempre nelle sue vicinanze e che in più di un'occasione quel ragazzo, o forse uomo, l'aveva aiutata e confortata.
Zahira all'epoca si spaventava sempre molto, quando Sara raccontava di quegli incontri, e la, sgridava, accusandola di inventarsi storie.
Ma, ora che Sara era così vicina a Dagobah, si rendeva conto che quei ricordi, un tempo sfuocati diventavano sempre più nitidi.
Era come se qualcuno li avesse sigillati per impedirle di ricordare che lei e Anakin si erano già incontrati in passato, quando lei era solo una bambina.
Anakin era stato presente, esattamente come Sabé, sullo sfondo di quella storia, la sua storia.
Se non fosse stato per la passione di Adam per gli indovinelli e la sua fedeltà a Padmé Amidala, Sara non avrebbe mai trovato i diari e non avrebbe mai cominciato quella avventura che la stava portando al cospetto di uno dei più grandi Jedi della storia.
-Stai bene, Sara? - domandò Luke, notando che l'amica era silenziosa.
-Sí, tranquillo, stavo solo pensando - rispose Sara.
Luke però, questa volta, voleva andare fino in fondo al silenzio di Sara, convinto di sapere il motivo per cui la sua amica pareva continuamente pensierosa e triste.
-Stai pensando a Zahira e Adam, vero?
Quella domanda fece sobbalzare Sara.
Ebbene sì, Luke era il degno figlio di Anakin e Padmé, capace di leggere dentro le persone come in un libro e comprendere alla perfezione cosa stavano provando.
-Non solo a loro, da quando Sabé mi ha rivelato la sua vera identità è come se nella mia mente si fosse spezzato un sigillo. Mi rendo conto solo ora di aver già visto sire Anakin quando io ero poco più che una bambina. E io non so perché mi siano stati sigillati questi ricordi, Luke e la verità è che a volte mi sento sola. - affermò Sara con gli occhi lucidi.
Luke inserì il pilota automatico e si avvicinò all'amica stringendola in un abbraccio sincero.
Sara ricambiò l'abbraccio, sentendo che ne aveva bisogno.
Il giovane Skywalker era più giovane di lei di due anni, ma, a volte sembrava più grande, il ragazzo assomigliava a Padmé, di questo Sara ne aveva avuto la prova.
-Scusami - fu l'unica cosa che disse Sara mentre alcune lacrime le rigavano il viso.
Non sapeva per quale motivo si sentisse di colpo così triste, una tristezza che non aveva provato da quando anche Zahira era morta.
Forse aveva paura di perdere anche la nuova famiglia che aveva incontrato ovvero Luke, Leia, Padmé, Anakin e Sabé.
Sentiva che doveva essere forte, ma al tempo stesso tutte le sue fragilità, accumulate in anni di bullismo a scuola, stavano saltando fuori tutte in un momento decisivo per la sua vita.
-Non è male essere fragili - la voce era quella di Anakin che strinse entrambi.
-Io non sono senza paura, ma so che dovrei, sto per incontrare Yoda e proprio ora la paura mi sta bloccando un vero Jedi non deve provare paura - dichiarò Sara staccandosi da Luke ed evitando di guardare Anakin.
L'ex Jedi le fece alzare il viso sorridendo appena.
-Senza paura, piccola mia, non vi è il coraggio, ma quando riesci a dominarla, sono i tuoi nemici ad avere vera paura - affermò Anakin baciandole la fronte e facendo sorridere Luke che poi si concentrò sul pianeta che si stagliava davanti a loro.
Preparati Yoda, stiamo arrivando.
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