Capitolo 66

I momenti successivi all'uscita dal palazzo di Jabba furono molto confusi per Sara.

Tanto che le sembrava di vivere la scena dall'esterno, come se non ne fosse lei la protagonista, ma solo una spettatrice esterna.

Quando la giovane torguta, che scoprì essere Ahsoka Tano la ex padawan di Anakin, le tolse il collare a Sara sembrò di tornare a respirare.

Insieme ad Ahsoka vi era anche Obi-Wan, oltre ai gemelli.

I due ragazzi non ne avevano voluto sapere di restare al sicuro nella casa di Sabé e Tonra, ma avevano seguito tutti gli altri, restando fuori insieme ad Obi-Wan.

Leia le aveva gettato le braccia al collo appena erano usciti dal palazzo, anche Luke avrebbe voluto fare lo stesso, ma, se lo avesse fatto sarebbe stato inevitabile per lui guardare certi punti che gli abiti succinti che Sara indossava, lasciava scoperti.

-Stai bene? Ti hanno fatto del male? - domandò la principessa di Alderaan staccandosi dall'amica per osservarla meglio.

Non erano state lontane per molto tempo, ma, nonostante tutto, Sara pareva cresciuta, forse, in quelle poche ore, aveva subito qualcosa che l'aveva cambiata nel profondo.

Il rumore di uno stomaco che brontolava fece tornare tutti alla realtà.

Sara arrossì per l'imbarazzo, per colpa dell'adrenalina non si era accorta di essere affamata, oltre ad avere estremo bisogno di abiti puliti.

-Andiamo a casa, Sara ha bisogno di cure - dichiarò Padmé cingendo le spalle della ragazza che la ringraziò mentalmente.

Il gruppo ritornò alla casa che era stata di Sabé e Tonra, e Sara non fu mai così contenta di vedere un luogo molto simile a casa. Gli unici che non li seguirono furono Han e Chewbacca, sostenendo che avevano degli affari da portare a termine.

Sara era pensierosa.

Aveva provato, anche solo per poche ore, cosa volesse dire essere una schiava e le era bastato, adesso si rendeva conto di tante cose, che fino a poco tempo prima ignorava.

La schiavitù era una pratica orribile, e forse ora che Jabba era morto, la vita su Tatooine sarebbe stata leggermente migliore, ma Sara ne dubitava.

Quel pianeta era in mano alla criminalità da talmente tanti anni che era molto difficile che la situazione migliorasse, anche prima dell'annessione da parte dell'impero, Tatooine non aveva un governo unitario, ma i vari accampamenti si autogestivano, con molta influenza da parte degli Hutt e dei loro scagnozzi.

-Non pensavo che sarei tornata qui, sono passati molti anni - dichiarò Sabé appoggiandosi al bancone della cucina ed osservando quegli ambienti che erano stati la sua casa per qualche tempo.

Sua e di Tonra.

Al pensiero del suo compagno una fitta le strinse il cuore in una morsa.

Non vedeva Tonra da molto tempo, da quando era partita per andare su Polis Massa e scoprire che la morte di Padmé era stato tutto uno stratagemma della sua dama per distogliere l'attenzione dalla sua persona e permetterle di agire di nascosto.

Sabé si mise a pensare quando era stata l'ultima volta che si era addormentata completamente rilassata?

Quanto tempo era che non si concedeva del tempo per sé e Tonra?

Troppo, come al solito lei metteva il dovere davanti all'amore, come Padmé.

Non per niente erano migliori amiche.

Tonra non si era mai lamentato per le mancanze di Sabé, la conosceva meglio di chiunque altro e sapeva cosa significava per lei aiutare Padmé, ma l'ancella si sentiva in colpa per non avergli dedicato abbastanza tempo in quel periodo.

Si sentiva in colpa anche per un altro motivo, ma per ore non voleva pensarci.

Nel frattempo Sara si era chiusa nel piccolo bagno della casa e si era gettata sotto la doccia, desiderosa di togliersi i residui di sangue e sudore che aveva appiccicato addosso.

Padmé le aveva portato degli abiti puliti, ma Sara non se ne era accorta, era troppo assorta nei suoi pensieri.

I sogni che aveva fatto la notte precedente continuavano a tormentarla.

Chi era la ragazza del sogno?

Perché non poteva tenere con sé il bambino appena nato?

Perché pareva soffrire così tanto nel separarsene?

E soprattutto, chi era il bambino del sogno?

Tutte domande che non avevano alcuna risposta, e Sara non riusciva a trovare una logica in quelle immagini così confuse.

Con la testa ancora pesante per via dei pensieri, Sara uscì dalla doccia e si rivestì, indossando finalmente i suoi amati abiti maschili.

-Eccomi qui - sorrise la ragazza uscendo dal bagno e, solo allora, Luke la abbracciò forte.

-Luke - ridacchiò Sara.

-Scusa per prima, ma non volevo metterti in imbarazzo - affermò Luke rosso in viso.

La giovane sorrise, comprendendo alla perfezione lo stato d'animo del giovane Skywalker.

-Nessun problema, penso che anche io, nella tua situazione avrei reagito allo stesso modo -

-Meglio se venite a mangiare - li ribeccò Padmé e i due obbedirono raggiungendo gli altri in cucina.

Si sedettero tutti intorno al tavolo della cucina e, a quel punto, i gemelli e Sara sapevano che Padmé avrebbe dato loro una bella strigliata.

-Mi avete fatto morire di paura, tutti e tre! Partire senza dire una parola! - Padmé fulminò con lo sguardo i tre giovani, era arrabbiata, ma anche sollevata perché Sara ora stava bene.

Ma questo non toglieva il fatto che i ragazzi si erano spinti in territorio nemico, rischiando la vita, oltre che l'impero li scoprisse.

-Avete una mezza idea di cosa avete messo sul piatto? Le vostre vite, ragazzi! Non c'è bene più prezioso della vita! - continuò Padmé.

-Padmé - cercò di dire Sabé, ma la senatrice non le prestò attenzione.

-Vi prego, Padmé, prendetevela con me! Sono io che volevo venire qui e ho convinto Luke e Leia a seguirmi - intervenne Sara, cercando di deviare la colpa su di lei.

Era vero, era stata lei a dire ai gemelli dei diari che parlavano di Tatooine ed era sempre stata lei a voler andare laggiù, quindi se c'era una colpevole, quella era sicuramente lei.

-Qui non si tratta di decidere chi sia colpevole e chi innocente, si tratta di farvi comprendere il rischio che avete corso, non voglio che accada mai più. - affermò Padmé e i tre ragazzi annuirono.

La cena proseguí nel più religioso silenzio, come se nessuno avesse nulla da dire e ognuno fosse immerso in cupi pensieri.

Sara era la più silenziosa di tutti, anche perché da quando aveva messo piede su Tatooine era come se dei ricordi remoti si fossero risvegliati nella sua mente e non capiva come fosse possibile.

Di colpo, le certezze che l'avevano tenuta in piedi per tutti quegli anni minacciavano di sgretolarsi come cristallo.

-Sara, posso sapere cosa ti preoccupa? - domandò ad un certo punto Sabé, dopo che i gemelli furono andati a letto e Obi-Wan ed Ahsoka erano tornati alla casa di quest'ultimo.

Nella stanza erano rimaste solo lei, Padmé e Sabé.

La ragazza poggiò la schiena contro il divano cercando le parole adatte a cominciare quel racconto così confuso.

-Mentre ero prigioniera di Jabba ho iniziato ad avere dei sogni. Sire Anakin sostiene che siano ricordi repressi e che ora stiano tornando a galla - iniziò a dire Sara.

Padmé annuì e Sabé fece la stessa cosa, era come se le due fossero in simbiosi tra loro.

-Ho visto una ragazza, della quale non ho visto viso, che diceva ad un giovane di essere incinta. Poi la visione mutava e ho visto la stessa ragazza che partoriva, in seguito l'ho vista piangere affermando che non poteva crescere quel bambino. E io non so perché vedo questo, non so nemmeno chi sia quella ragazza, né quale legame possa avere con me - spiegò la giovane.

Padmé lanciò uno sguardo a Sabé che abbassò gli occhi per non incontrare quello della sua dama e della ragazza.

Sara riconobbe quel gesto, era come se Padmé stesse spingendo la sua ancella e migliore amica, a dire qualcosa di importante.

-Sara, promettimi che mi ascolterai, fino alla fine - affermò Sabé misurando le parole e alzando finalmente lo sguardo sulla ragazza di fronte a lei.

Sara annuì rigidamente, forse aveva compreso cosa stava per dirle Sabé.

L'ancella iniziò a spiegare di come lei e Tonra fossero giunti su Tatooine, quando Padmé era appena diventata senatrice, con il compito di liberare gli schiavi.

Raccontò di come si dividesse tra Tatooine, Naboo e Coruscant e di come, a poco a poco, lei e Tonra si fossero innamorati.

Raccontò della deriva totalitaria che aveva preso la repubblica, ma, soprattutto, la scoperta di essere incinta.

Sabé all'epoca aveva ventitré anni, alla stessa età, Padmé si univa  in matrimonio con Anakin Skywalker.

Una gravidanza non era prevista, ma lei e Tonra erano certi che sarebbero riusciti a crescere quel bambino.

Entrambi desideravano un po' di normalità e una famiglia non era la cosa più bella che si potesse costruire?

Ma poi la guerra era scoppiata. I loro progetti erano andati in fumo, più volte Sabé aveva rischiato di perdere il bambino, visti i vari attentati che avevano visto coinvolta Padmé.

Alla fine, Sabé era tornata su Naboo, su ordine di Padmé che l'aveva fatta sistemare a Varykino e dove la senatrice e Anakin andavano di continuo per assicurarsi che l'ancella non mettesse ancora di più a rischio la sua vita, visto che le sue condizioni si erano aggravate e il medico aveva detto che, se Sabé non avesse smesso con le sue missioni ci sarebbero state conseguenze gravissime sia per lei che per il nascituro.

Dopo qualche mese, Sabé aveva dato alla luce una bambina.

Il parto era stato difficilissimo, le era sembrato di cadere più volte all'interno della bocca dell'inferno, tanto forte era il dolore che aveva provato l'ancella.

Non pensava che si potesse provare un dolore così forte, nemmeno tutti i suoi anni di addestramento l'avevano preparata al parto.

-Chi era quella bambina, Sabé? È sopravvissuta al parto? - domandò Sara con un nodo alla gola.

Sabé annuì.

-Sí, perché quella bambina, la mia bambina, sei tu, Sara.

Angolo Autrice : Vi avevo promesso una notizia shock e la notizia shock è arrivata! 😎😎😏 Cosa ne pensate? 😉 Lo avevate capito? Se sì, quando?
Fatemelo sapere, sono molto curiosa :) e se avete teorie di ogni tipo scrivetele nei commenti che mi piace molto sapere cosa pensate di questa storia :)
Ci vediamo al prossimo capitolo e che la Forza sia sempre con tutti noi :)

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