Capitolo 64

Quella notte Sara si svegliò urlando e strinse d'istinto la mano di qualcuno.

Quando gli occhi della ragazza si aprirono si rese conto di stare stringendo la mano evanescente di Anakin.

Immediatamente la giovane, forse conscia degli abiti succinti che era costretta ad indossare, oltre all'enorme imbarazzo che le era salito dalla bocca dello stomaco rendendo le sue guance rosse, lasciò la mano dello spirito e fece per allontanarsi, operazione resa difficile dalla catena che aveva al collo, la quale tintinnò leggermente.

-Sire Anakin - Sara incorciò le gambe facendo in modo che non si vedesse niente.

Anakin tentava di non guardare da nessuna parte se non il viso della ragazza, ma era difficile, dopotutto era pur sempre un uomo e capiva quanto Sara dovesse essere in imbarazzo.

Le ballerine che erano nel palazzo di Jabba erano tutte "abbigliate" in quel modo e la povera Sara non faceva eccezione.

La pelle della giovane quasi brillava alla luce della luna che entrava dalla finestra della stanza di Jabba, dove Sara era tenuta legata.

La catena era ancora in mano a Jabba, il quale, nonostante il sonno, aveva ancora una presa molto forte.

Essendo la schiava prediletta di Jabba era scontato che dovesse sempre essere vicina al padrone.

Anakin sapeva cosa voleva dire essere uno schiavo, e se avesse potuto avrebbe liberato Sara con le sue mani, ma era un fantasma e non poteva.

-Vi prego non dite a nessuno in quale stato mi trovo - affermò la ragazza con le lacrime agli occhi.

-Tranquilla non lo farò. - dichiarò il fantasma avvicinandosi alla giovane.

Sara lasciò che lui si sedesse al suo fianco e le cingesse le spalle con un braccio.

Gli occhi azzurri dell'uomo notarono dei segni sul corpo della giovane, non solo graffi dovuti alle catene, che probabilmente le erano state messe anche ai polsi, ma anche altro.

Sul collo candido della fanciulla si vedevano segni delle abrasioni causate dal collare.

-Fa male, vero? - domandò Anakin sfiorando appena la pelle violacea.

A quel contatto Sara sussultò a causa del dolore che quel semplice gesto le provocava.

-Vorrei strapparmelo dal collo, mi provoca un dolore lancinante, ora capisco molte cose, sire Anakin. - gli occhi di Sara brillarono di determinazione.

-L'unico modo per liberarmi è uccidere Jabba - affermò la ragazza stendendo le gambe, stando sempre attentissima che la seta rossa non si spostasse troppo.

Anakin notò un'elsa spuntare dallo stivale della giovane.

-Pensi di uccidere Jabba con questo? - domandò l'ex Jedi estraendo dal gambale il pugnale.

La lama rifletté la luce della luna, lanciando strani ed inquietanti giochi di luce sul viso di Sara.

-Non mi servirà per uccidere Jabba, ma per difendermi dalle guardie - rispose Sara prendendo dalle mani dello Jedi la lama.

-E poi devo parlarvi di una cosa e solo voi potete darmi la risposta - affermò la ragazza.

Anakin la guardò, rendendosi conto solo in quel momento quanto i capelli di Sara fossero lunghi.

Infatti una chiusura per capelli  posizionava la sua coda di cavallo intrecciata cadeva a cascata sulla spalla destra della ragazza rendendola ancora più bella.

-Da qualche notte faccio dei sogni strani - iniziò Sara.

-Che genere di sogni? - domandò Anakin prendendole d'istinto le mani e facendo arrossire ancora di più la povera Sara.

Ancora una volta la ragazza si maledisse per essersi innamorata di lui.

Purtroppo la vicinanza dell'ex Jedi non aiutava la giovane a guarire dai sentimenti per lui.

Anzi, purtroppo, la sua cotta aumentava.

Sospirò, prima di riprendere a raccontare.

-Le immagini sono sfuocate, all'inizio vedo una ragazza, che dice ad un ragazzo di essere incinta, poi la visione cambiava. La stessa ragazza di prima che urlava, come se stesse partorendo, (anzi stava sicuramente partorendo). Di colpo la visione si modificava di nuovo, e la ragazza diceva, in lacrime che non poteva tenere la bambina. Però non so spiegare cosa vogliano dire...-la ragazza si prese la testa tra le mani ed Anakin la strinse.

Non era la prima volta che accadeva, Anakin aveva già abbracciato Sara più di una volta, ma in quel momento la giovane si sentiva talmente imbarazzata, che avrebbe voluto allontanarsi da lui.

-Temo, che non siano sogni, Sara, ma ricordi - dichiarò Anakin.

-Ricordi? - la ragazza lo guardò confusa.

-Sí, hai per caso una parte della tua vita che non ricordi bene? Qualcosa che quando cerchi di afferrare ti sfugge? - domandò il guerriero accarezzando la chioma castana di lei.

Sara socchiuse gli occhi lasciandolo fare, cercando di afferrare quei ricordi, che però le sfuggivano.

-Ora che mi ci fate pensare, sì. I miei primi tre anni di vita sono un buco nero, non ricordo nulla. Come se ci fosse un velo nero nella mia mente, che io non riesco a recidere - rispose la giovane.

-Quello che vedi in sogno, sono quei ricordi che stanno venendo a galla - spiegò lui.

-Voi sapete chi è la ragazza che vedo in sogno, vero? Vi prego, se è così ditemelo - affermò la ragazza in tono supplice.

Anakin aprí la bocca per rispondere, ma il suono dell'allarme interruppe la conversazione.

-Ma cosa? - domandò Jabba svegmiandosi di colpo.

Approfittando dell'attimo di sorpresa del suo aguzzino la ragazza strappò la catena dalle mani di Jabba bittandola intorno al collo.

Il signore del crimine tentò di tigliersela dal collo ma inutilmente, Sara iniziò a tirare, mentre Jabba si dimenava per liberarsi.

Non era fiera di quello che stava facendo, ma non aveva altra scelta.

Tirò sempre di più, finché di Jabba the Hutt non rimase che il cadavere.

-Devo andarmene in fretta, Sire Anakin - dichiarò Sara girandosi verso il fantasma che annuì.

-Dobbiamo uscire da questa stanza, prima di tutto.

****
Han Solo giurò su tutto ciò che gli era possibile, che non avrebbe mai più fatto favori a Padmé Skywalker.

Accidenti a lui , come le era venuto in mente di accettare di entrare di nascosto nel palazzo del suo più grande creditore, per liberare una ragazzina poi?

Chewbacca al suo fianco disse qualcosa nella sua lingua natale.

-Sí, amico, hai ragione, non dovremmo nemmeno essere qui, noi due - affermò il contrabbandiere appiattendosi contro la parete del corridoio principale del palazzo.

Grazie a Sabé, erano riusciti ad eludere le telecamere di sorveglianza e ad entrare, ma ora il problema era trovare quella ragazza, in un ambiente così enorme.

Jabba aveva almeno un centinaio di schiave, tutte molto belle, e trovare quella giusta, non sarebbe stato facile.

Oltre a lui e Chewbe, vi erano anche Padmé e Sabé, non i ragazzini, perché la ex senatrice non voleva che si cacciassero ancora di più nei guai.

Il vecchio fossile, poi non li aveva seguiti all'interno, preferendo fare la guardia all'esterno, sostenendo che meno si entrava nel palazzo meglio era.

Sabé si spostò appena in tempo per non essere vista da una guardia che passava di lì.

Fece cenno alla sua dama che l'affiancò.

-Trovare Sara qui dentro sarà un'impresa - affermò Sabé.

-Io l'avevo detto che era da pazzi - dichiarò Han affianacandole entrambe.

-Nessuno ti ha obbligato a venire con noi - rispose a tono Padmé e dal tono di voce, Han colse una certa somiglianza con Leia, erano proprio madre e figlia.

Chewbe ridacchiò stringendo la sua balestra laser.

-Ridi, ridi ammasso di peli, la prossima volta che riscuoto un premio, mi tengo i crediti tutti per me - brontoló Han.

Per tutta risposa Chewbe mormorò qualcosa di incomprensibile per Padmé e Sabé, ma non per Han che infatti affermò :

-Lo so che i crediti ci servono per riparare il Falcon, ma... - la frase di Han rimase stroncata a metà perché, in quel momento l'allarme intrusi risuonò.

-Merda! Dobbiamo muoverci - imprecò Padmé, spiazzando tutti.

Sabé imbracciò il blaster e sparò ad una guardia che si stava avventando su di loro.

-Facci strada, Solo - ordinò l'ancella bloccando la protesta del corelliano sul nascere.

-Non so dove sia la vostra amica - sbuffò lui sparando ad un'altra guardia.

Preso sarebbero stati circondati.

Padmé mise mano al fianco, sguainando, sotto gli occhi sorpresi di tutti, una spada laser dalla lama verde.

-Coraggio! -

Han non credeva ai suoi occhi.

-Sí va in scena - dichiarò a sua volta Sabé.

***
La guardia rantolò, uno schizzo di sangue scuro imbrattò la lama del pugnale e la seta rossa che copriva il corpo di Sara.

La ragazza era uscita dalla stanza di Jabba, e si era trovata a doversi difendere più volte.

Tutte le volte che prendeva una vita le veniva voglia di vomitare, lei non avrebbe mai voluto arrivare a tanto, ma doveva o da lì non sarebbe uscita viva.

-Sire Anakin, questo posto è un labirinto - dichiarò la ragazza appiattendosi contro un muro.

Le guardie che non andavano verso le stanze di Jabba si dirigevano tutte verso il corridoio principale.

-Penso che si debba andare di lì - dichiarò Anakin indicando la porta oltre la quale erano sparite alcune guardie.

-Probabilmente avete ragione.

Sara strinse forte l'elsa del pugnale e si preparò a dover combattere ancora.

Con un profondo respiro si gettò verso la porta.

La sua fuga era appena all'inizio.

Angolo Autrice: E pensavate che vi facessi vedere come andava a finire la fuga di Sara in questo capitolo eh? 😉 😉 😉 Invece no, vi tocca aspettare, spero comunque che questo capitolo vi piaccia :) un'altra scena con Sara e Anakin (adoro scriverle 😍😍) cosa ne pensate? 😉 😉 😉 😉 😉

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