Capitolo 63
-Non penso proprio che voi riusciate ad entrare e uscire dal palazzo di Jabba incolumi, non lo conoscete affatto, così come non conoscete che razza di sistema di sicurezza possiede il castello, rassegnatevi la vostra amica è perduta - dichiarò una voce maschile alle loro spalle, interrompendo Ahsoka che stava spiegando il suo piano per liberare Sara.
Tutti si votarono verso la voce con le armi puntate, con loro enorme sorpresa scoprirono che si trattava di un uomo sui ventisei anni, dai capelli castani e gli occhi bruni, al suo fianco vi era un gigantesco Wookie.
-Han Solo, è da un pezzo che non ci vediamo, pensavo che fossi morto o finito in mano a qualche cacciatore di taglie - affermò Padmé spiazzando tutti, i suoi figli compresi.
Nessuno di loro sapeva che lei e il contrabbandiere si erano incontrati tempo prima e che lui le aveva insegnato parecchie cose, molto utili nelle missioni di Padmé sotto copertura, oltre che a giocare d'azzardo, utilissimo quando si aveva a che fare con la feccia.
E Padmé aveva dovuto avere a che fare con molta della feccia presente nella galassia durante la sua vita come spia ribelle.
-Ladyhawke, o forse dovrei chiamarti con il tuo vero nome, Padmé Naberrie Skywalker - questa volta fu l'uomo a sorprendere tutti, ma non Padmé, la quale sfoderò un sorriso strafottente, molto simile a quello che mostrava Anakin quando voleva tirare fuori il suo sarcasmo.
-Vedo che le voci girano in fretta - dichiarò Padmé.
Lo Wookie disse qualcosa nella sua lingua, e la ex senatrice si maledisse di non conoscere anche quel linguaggio così strano.
-Chuwie dice che bisognerebbe stare attenti quando si parla, certe nozioni potrebbero essere usate contro di te - dichiarò Han.
Padmé scosse le spalle, ma non disse altro.
-Tu conosci bene Jabba, sei uno dei pochi che dopo essere entrato in quel palazzo sei anche uscito, da lì, lo conosci meglio di chiunque altro, ovviamente ci sarà un compenso - dichiarò Padmé, ignorando l'occhiataccia che Leia aveva lanciato in direzione del contrabbandiere.
-Non ho intenzione di entrare lì dentro, ci sono guardie ovunque - affermò Han visibilmente contrariato.
-Voi fate quello che volete, io ho tutte le intenzioni di liberare Sara - intervenne a quel punto Sabé attirando su di sé tutta l'attenzione.
-Sei pazza se pensi di riuscire a entrare, ti cattureranno e finirai come la ragazza che vuoi salvare. -
Sabé tuttavia non aveva intenzione di lasciare Sara come schiava di un signore del crimine.
Non se lo meritava, non si meritava niente delle varie disgrazie che le erano capitate nella sua giovane vita.
-Non abbandoneremo Sara nelle grinfie di Jabba, se vuoi aiutarci bene, altrimenti puoi tornare nel luogo da cui sei venuto - la voce di Leia era tagliente come un coltello.
Padmé guardò la figlia, comprendendo bene come mai avesse risposto così.
-Tenace la ragazzina - ridacchiò il contrabbandiere.
Ahsoka guardò l'uomo e lo Wookie, avevano bisogno di tutto l'aiuto possibile, e se per questo dovevano farsi aiutare da dei contrabbandieri allora lo avrebbero fatto.
-A te la scelta, Solo - dichiarò Padmé.
-Eh va bene, allora vi aiuterò, e poi ho un debito con te, Skywalker, e credo che sia giunto il momento di ripagarti - dichiarò Han.
Leia guardò il suo gemello che annuì, il periodo da prigioniera di Sara stava per finire.
*****
Sara non sapeva cosa fosse peggio, se essere costretta a catena da un verme gigante, oppure sopportare le urla che provenivano dalle prigioni tutte le volte che vi erano dei prigionieri.
La ragazza sapeva che nessuno sopravviveva alle torture a cui Jabba sottoponeva i suoi prigionieri, la loro morte sarebbe stata lenta e dolorosa, il più dolorosa possibile.
Vi era qualcosa di terribilmente perverso nel divertimento con cui il signore del crimine usava le torture.
-Sei un mostro - affermò la ragazza.
Jabba ridacchiò, sfiorando la spalla della schiava che sentí il disgusto salirle dalla bocca dello stomaco.
Detestava il signore del crimine, ma non poteva opporsi, a parte quelle rare che usava la Forza per evitare di essere toccata da chiunque, anche se nessuno osava davvero toccare anche solo con un dito la schiava prediletta del padrone.
-Imparerai ad apprezzarmi - ridacchiò ancora lui, ma Sara lo ignorò, doveva trovare un modo per scappare, anche se non sapeva come.
Il suo addestramento non prevedeva certo di poter scappare dal palazzo di un signore del crimine, ma si sarebbe inventata qualcosa.
Tuttavia non poteva dire di essere nel pieno delle forze, né fisiche, né tanto meno mentali.
Quella notte era stata tormentata da sogni strani, sogni che però sembravano ricordi di un passato lontano, come quando era molto piccola.
Quando cercava di afferrare quelle immagini, esse le sfuggivano prima che potesse capire cosa la Forza stesse cercando di mostrarle.
Ricordava la voce di una donna che diceva di essere incinta, una voce che conosceva bene, la quale però era diversa rispetto a quella che lei ricordava.
Sentiva le urla di un neonato appena venuto al mondo, la ragazza che Sara aveva visto all'inizio di quella strana visione, che parlava di una missione e della sua impossibilità di poter crescere quel bambino che tanto aveva desiderato.
Quelle visioni avevano tormentato Sara per tutta la notte.
Non bastava il mistero che aleggiava intorno a Padmé, ma anche quegli strani sogni che si erano risvegliati poco dopo che era entrata nel palazzo di Jabba.
Era come se i suoi ricordi fossero sigillati per una parte, in effetti Sara non aveva ricordi dei suoi primi tre anni di vita.
Era una parte della sua infanzia occultata come se lei fosse lì lì per afferrare la verità, ma poi essa le sfuggisse tra le dita, come granelli di sabbia.
Doveva scoprire chi era quella ragazza e perché lei aveva quelle visioni.
Sara stava già premeditando la sua fuga, anche perché era riuscita, per pura fortuna, o forse grazie alla Forza, ad impossessarsi di uno dei pugnali in dotazioni alle guardie.
Lo aveva nascosto nel gambale, e doveva stare molto attenta a come si muoveva poiché ci voleva veramente poco affinché il velo che la copriva si spostasse mostrando al mondo le sue grazie.
Ed era una cosa che Sara non sopportava, quasi quasi preferiva gli abiti da senatrice ultraelaborati che aveva indossato su Naboo.
Chiuse gli occhi sperando che quel giorno finisse presto, perché aveva un piano da mettere in atto e niente l'avrebbe fermata.
Angolo autrice : Nuovo capitolo :) spero che vi piaccia :) è comparso Han 😍😍😍😍
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