Capitolo 62

Jabba the Hutt era l'essere più rivoltante che Sara avesse mai visto.
Era una creatura extraterrestre simile a una lumaca, dotato di braccia antropomorfe, privo di arti inferiori e con una lunga coda, aveva una risata bellicosa e a quanto era parso di capire a Sara una propensione per il gioco d'azzardo, le schiave e la tortura.

Byron alto come una montagna, dai folti capelli scuri nascosti da un cappello da cowboy, indossava abiti pratici e possedeva due blaster leggeri più uno a lungo raggio.

Era molto forte, gli strattoni che aveva dato a Sara ne erano la prova, così come i tagli sui polsi che la ragazza si era creata cercando di togliersi le manette che il cacciatore le aveva stretto ai polsi.

La stanza intorno al quale era stato sviluppato il castello era la sala del trono di Jabba al di sotto della parte principale della struttura vi erano infinite celle sotterranee dove i nemici dello Hutt trovavano una morte lenta e dolorosa, vi era inoltre un fitta rete di scanner, il quale assicurava un accurato ombrello di sensori di 10 chilometri in ogni direzione dal palazzo.

Sara aveva notato anche la presenza di molte guardie Gamorreane, era ovvio che la rete della sicurezza fosse una delle più efficienti della galassia, e questo non sorprese la giovane, un signore del crimine doveva tenere sotto controllo qualunque cosa.

Le guardie si erano voltate a guardarla, e Sara non capiva il perché, dopotutto non doveva essere la prima ragazza ad essere condotta lì, parlavano tutti in huttese e, stranamente, Sara si rese conto che comprendeva quella lingua quasi sconosciuta.

Era vero che Sabé le aveva insegnato molto, ma non pensava di comprendere quello che le guardie stavano dicendo sottovoce.

Che fosse colpa della Forza?

Byron la strattonò fino alla sala del trono, dove Jabba sembrava attenderlo.

-Sono venuto a risquotere la taglia - affermò Byron in huttese.

Sara fissò l'enorme lumacone sdraiato, o forse seduto, su un trono e la ragazza si era resa conto che Jabba non le aveva staccato gli occhi di dosso.

Jabba si mise a ridere, una risata bellicosa che fece accapponare la pelle a Sara.

La taglia posta sulla sua testa dall'impero era circa un milione e mezzo di crediti imperiali, quanto era disposto a pagare Jabba?

Sara non avrebbe voluto dover rimanere per scoprirlo, ma c'erano troppe guardie lì vicino e non aveva armi per potersi difendere, inoltre non aveva notato falle nell'apparato di sicurezza, era praticamente impossibile riuscire a fuggire in quel preciso istante.

Doveva elaborare in fretta un piano, ma i suoi ragionamenti vennero interrotti dalle parole di Jabba.

-Per la ragazza ti offro cinque milioni di crediti, anche perché me l'hai portata incolume, come ti avevo ordinato - affermò il lumacone con la sua voce profonda.

Sara sgranò gli occhi, quindi Byron aveva stretto un accordo con Jabba per portarla da lui incolume, ma allo stesso tempo il cacciatore di taglie, aveva fatto credere ad Hask di essere dalla sua parte.

Jabba fece cenno alle guardie di prendere Sara e, nonostante lei avesse tentato di opporsi i due Gamorreani la trascinarono dal re del crimine senza molti problemi.

-È sempre un piacere fare affari con voi - ridacchiò Byron mentre si intascava i soldi che gli erano dovuti.

Quando il cacciatore se ne fu andato Sara fissò Jabba con astio per poi affermare.

-Ho amici potenti, te ne pentirai. - dichiarò Sara.

-Oh ne sono convinto - rise Jabba.

Qualche ora dopo Sara fu costretta a seguire alcune schiave in una stanza, non lontano dalla sala del trono.

Le tolsero i suoi abiti per farle indossare un reggiseno di rame fissato sul collo e dietro la schiena da un filo, da lastre nello stesso materiale tenuti davanti e dietro all'inguine su un perizoma di stoffa rossa, insomma era praticamente nuda e la cosa non le piaceva per niente.

Detestava scoprirsi ed essere costretta a farlo per compiacere una massa putrescente e verminosa le provocava ancora più disgusto.

Era ben consapevole di cosa volesse dire essere una schiava, non essere padrona nemmeno di sé stessa e del suo corpo e la cosa la preoccupava molto.

Doveva trovare il modo di andarsene il più in fretta possibile, non poteva restare rinchiusa lì per tutta la vita.

Non aveva fatto tutte quella strada per diventare una schiava.

I lunghi capelli castani vennero acconciati in una lunga treccia trattenuta da un ferma capelli d'oro, le misero dei bracciali ai polsi e poi, cosa che le fece capire di aver perso la sua libertà le legarono al collo una catena e un collare.

Jabba entrò in quel momento nella stanza ordinando alle donne lì presenti di lasciarli soli.

Le schiave abbassarono lo sguardo, come se non osassero guardarlo in faccia, o meglio sul muso e una di loro, probabilmente quella di "rango" più alto, quando gli passò vicino passò la catena al suo padrone che l'afferrò senza remore.

Quando la porta della stanza si chiuse alle loro spalle, Jabba puntò i suoi occhi da lucertola su Sara e tirò la catena con talmente tanta forza che la ragazza non riuscì a resistere finendo contro la pancia dell'alieno.

-Sei ancora più bella così - ridacchiò ancora Jabba.

Il suono della sua voce faceva venire i brividi a Sara, il problema era che, avendo la maggior parte del corpo scoperto, si vedeva e questo doveva fare un gran piacere al suo padrone.

Non voleva essere una schiava!

Avrebbe lottato per avere indietro la sua libertà.

Jabba doveva aver intuito cosa passava per la mente della sua giovane schiava e doveva ammettere che la sua forza di carattere lo aveva sorpreso.

C'era qualcosa di incredibilmente regale in quella giovane donna che osava opporsi persino a lui, all'interno della sua dimora.

-Non hai più alcun diritto, ragazza, appartieni a me, ora! - affermò Jabba.

-Non ho paura di te - rispose Sara alzando orgogliosamente il mento e in quel momento a Jabba parve davvero di avere di fronte una regina.

Tuttavia il lumacone non si fece intimidire e la trascinò fino alla sala del trono.

L'avrebbe tenuta lì, al suo fianco, finché non sarebbe riuscito a piegarla al suo volere.

Sara dal canto suo, pensò che non poteva in alcun modo arrendersi, non avrebbe permesso a nessuno di toglierle la libertà, sarebbe uscita da quella situazione più forte di prima.

***
La prima immagine che i gemelli videro una volta che si furono ripresi furono i visi preoccupati di loro madre, Ahsoka, Sabé e di un uomo anziano che loro non conoscevano.

-Cosa vi è saltato in mente? - affermò Padmé mentre i suoi figli cercavano di mettersi seduti.

-Ecco, noi...- Luke tentò di trovare una giustificazione, ma non c'erano scuse che potevano accampare.

-Sara è stata presa da un cacciatore di taglie e portata al Palazzo di Jabba the Hutt - affermò l'uomo dietro Ahsoka e Padmé.

-Dobbiamo andare a liberarla! - Leia si alzò in piedi talmente di scatto che rischiò di cadere di nuovo.

Ahsoka la afferrò al volo evitando che la principessa perdesse l'equilibrio.

-Non pensateci nemmeno, voi rimanete qui, con Sabé - affermò Padmé lanciando uno sguardo alla sua ancella, che pareva parecchio preoccupata.

-Padmé... - Sabé non disse altro, ma la, senatrice comprese.

Non avrebbe potuto lasciare la sua amica indietro.

-Un gruppo piccolo si muove più rapidamente e fa meno rumore - dichiarò l'uomo.

-Obi-Wan, ha ragione, dovremmo essere in pochi - intervenne Ahsoka.

Al nome di Obi-Wan i gemelli sgranarono gli occhi.

Quell'uomo era stato il maestro di loro padre prima della caduta dei Jedi.

-È bello potervi incontrare finalmente di persona, Luke, Leia - sorrise lo Jedi avvicinandosi.

-Il piacere è nostro - dichiarò Luke.

Obi-Wan sapeva che ora i ragazzi avevano in mente solo a salvare Sara, avrebbero parlato in seguito.

-Aspetteremo che il sole tramonti, conosco ogni angolo di quel castello e so esattamente come fare per liberare Sara...ma ci vorrà del tempo - detto questo Ahsoka si mise a spiegare come funzionava il sistema di sicurezza del palazzo di Jabba.

Angolo Autrice : Eccomi qui con un nuovo capitolo e sono comparsi Jabba, Padmé e tutti gli altri :)
Cosa ne pensate? 😉 Tenetevi forte perché potrebbero arrivare scioccanti rivelazioni nel prossimo capitolo :)
Alla prossima e che la Forza sia sempre con tutti noi :)

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