Capitolo 61
Quando i roventi soli gemelli di Tatooine sorsero, Sara era già sveglia e si trovava fuori dalla casa ad allenarsi nella scherma, per farlo non stava usando la spada laser di Anakin, perché qualcuno avrebbe potuto vederla e non era il caso, ma con un lungo pugnale.
L'allenamento fisico era fondamentale per un'ancella e Sara non voleva perdere niente delle nozioni che aveva imparato su Naboo dalle ex ancelle di Padmé.
La ragazza si era alzata presto quella mattina, molto prima dell'alba, dopo una fugace colazione era uscita dalla casa e si era fermata poco lontano.
Si era guardata intorno guardinga, ma, notando di essere l'unica persona in giro a quell'ora si era rilassata e aveva fatto qualche esercizio di riscaldamento.
Sfidando la sorte aveva tentato di meditare, ricordandosi quel trucco che gli aveva insegnato Anakin del celare la sua presenza nella Forza per non essere avvertita da nessuno, Palpatine compreso.
Non era facile, visto che doveva provare a connettersi con l'ambiente circostante, eppure Sara era certa di averlo già fatto tempo prima e con molta più facilità.
Mentre rimuginava le venne in mente quando quella connessione era successa.
La notte in cui aveva ferito Del, quando si era introdotta nel laboratorio, nel momenti di massimo pericolo, la Forza era come venuta in suo soccorso, in una maniera istintiva e primordiale, se all'epoca ci era riuscita, senza nessun addestramento, perché ora no?
Forse perché ci pensi troppo, la Forza è seguire l'istinto, sempre e comunque.
Una voce di uomo, che Sara non conosceva, fece sobbalzare la ragazza.
Si guardò intorno, ma oltre a lei non c'era nessuno.
Posso sapere chi sei?
Anakin non ti ha detto niente di me? Domandò la voce, anche se poi sembrò pensarci su e ribattere:
A dire il vero non mi sorprende che non ti abbia parlato di me, lui aveva solo nove anni quando ci siamo conosciuti e poco dopo io sono morto, è stato il mio allievo, Obi-Wan Kenobi a prenderlo come apprendista. Comunque, giovane ancella, il mio nome è Qui-Gon Jinn.
A quel nome gli occhi di Sara si spalancarono in una espressione di puro stupore.
Sapeva chi era Qui-Gon Jinn, l'eroico Cavaliere Jedi che aveva aiutato la regina Amidala a liberare Naboo dall'invasione, perendo in combattimento con un must zabrack.
Adam ammirava il maestro Qui-Gon e le aveva detto tutto quello che c'era da sapere su di lui, così come su Padmé.
Maestro Jinn, ho sentito molto parlare di voi, da mio padre, ma come è possibile, se posso chiedere, che voi non siate un fantasma di Forza , come sire Anakin?
Per tutta risposta la voce di Qui-Gon rise.
Il tuo rispetto per chi, a tuo avviso, è superiore a te è incredibile, comunque, per rispondere alla tua domanda...non posso ancora mostrarmi fisicamente perché non sono riuscito a capire il segreto dei Fantasmi di Forza quando ero in vita.
Sara annuì, sapeva talmente poco della Forza, che non era in grado di rispondere.
Devi solo usare l'istinto, nulla di più affermò la voce del Jedi.
La ragazza chiuse gli occhi, lasciando andare la mente, evitando di pensare e, in quell'esatto istante, sentí come se fosse parte di quel pianeta così ostile.
Ogni respiro era come se la terra su cui era seduta respirasse con lei.
Ad occhi chiusi le firme di Forza sembravano stelle luminose, quelle dei Jedi, e buchi neri, quelle dei Sith.
Sara individuò quasi subito quella di Padmé e quelle dei gemelli, tre stelle che brillavano al di sopra di tutte le altre.
Anche la tua di firma, brilla come le loro, se non sapessi che è impossibile, direi che sei una Skywalker. Ridacchiò Qui-Gon facendo sorridere anche la giovane.
Ma qualcosa riportò Sara bruscamente alla realtà, avvertiva una presenza non lontano da lei.
La mano scivolò d'istinto sull'elsa del pugnale.
Rimase immobile, facendo credere al suo avversario di non aver sentito la sua presenza, e questo questo si preparò a colpire, Sara aprì di scatto gli occhi, si voltò parlando il colpo.
-Ci rincontriamo, bambolina - ridacchiò Hask.
-Hask! Cosa ci fai qui? - domandò lei tirandogli un calcio per allontanarlo.
Lui la ignorò completamente preferendo concentrarsi sul pugnale che la giovane reggeva in mano.
-Stai attenta a quel coso, bambolina, potresti ferirti -
Sara odiava essere chiamata bambolina, quello era il soprannome che le aveva affibbiato quel maledetto di Robin, l'unico ragazzo di cui lei si fosse veramente innamorata.
Nonostante lui l'avesse usata e gettata via come una bambola rotta, appunto.
-Stai zitto! - ruggí Sara.
-Ehi, ragazzina, porta rispetto, io, un giorno, sarò un fedele soldato dell'impero galattico - dichiarò Hask con un sorriso malizioso stampato in volto.
Se pensava di impressionare Sara con quella rivelazione, beh, Hask aveva fallito miseramente.
-Proprio per questo ti disprezzo. Tu sei soltanto un codardo che si nasconde dietro ad una stupida uniforme - gli occhi di Sara brillavano di determinazione e questo fece pensare ad Hask che fosse ancora più bella.
Tuttavia, non avrebbe permesso a nessuno di insultare l'uniforme che indossava con tanto orgoglio, nemmeno se ad apostrofarlo in quel modo era la ragazza che gli piaceva.
-Taci! - il giovane scattò verso di lei stringendo un manganello tra le mani.
Evidentemente Hask voleva ingaggiare con Sara un combattimento corpo a corpo e lei non si sarebbe tirata indietro.
La superficie del manganello e la lama del pugnale si scontrarono sprizzando scintille.
-Cosa ci facevi al laboratorio abbandonato? - domandò lui cercando una falla nelle difese della sua avversaria.
-Non ci sono mai stata in quel laboratorio! Non sono io la tua fuggitiva - rispose Sara allontanando ancora Hask.
-Ti sbagli! Eri tu! Ti ho riconosciuto e ora pretendo la verità - affermò Hask.
Sara avvertiva il pericolo incombente, ma non riusciva a capire da dove.
-Tu non hai il diritto di pretendere niente, Hask, su Tatooine l'impero non ha alcun potere - di questo Sara ne era convinta.
Hask fece per ribattere, ma Sara non sentí la sua risposta perché un colpo stordente l'aveva colpita in pieno.
Il ragazzo si trovò con un blaster puntato al collo.
-Fermo dove sei, razza di feccia imperiale. - affermò il cacciatore di taglie con un ghigno gelido.
-Non puoi farlo! Avevamo un accordo Byron - affermò Hask.
-Sei proprio un illuso a fidarti di un cacciatore di taglie, questo bel bocconcino me lo prendo io, Jabba me la pagherà una fortuna, molto di più di quello che potrebbe pagarmi l'impero. Ragazzi prendete la ragazza - ordinò l'uomo indicando il corpo esamine di Sara.
-Voi non la toccherete con un dito - Leia era uscita dalla casa brandendo il blaster di fianco a lei vi era il fratello.
Ma il cacciatore non batté ciglio, si limitò a fare un cenno con la mano e altri due uomini spuntarono alle spalle dei gemelli costringendoli in ginocchio con i blaster dei loro nemici puntati alla testa.
Byron fece cenno ad un altro dei suoi uomini, Luke ne contò una decina, che prese il suo posto come aguzzino di Hask che si dimenava come un matto minacciando punizioni esemplari.
Dal canto loro i gemelli si sentivano impotenti, mentre guardavano Byron avvicinarsi, prendere Sara e poi fare un altro cenno.
Due colpi stordenti presero in pieno sia Luke che Leia facendoli svenire.
L'ultima cosa che i due videro prima di svenire fu Sara che veniva portata via.
Angolo Autrice : Sí lo so sono molto cattiva, ma volevo movimentare un po' questo capitolo, che spero vi piaccia :) nel prossimo forse rincontreremo Padmé e forse Jabba :) ci vediamo al prossimo e che la Forza sia con noi :)
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