Capitolo 6
La festa dei Naberrie era uno degli eventi mondani più importanti della città, tanto che molti avrebbero voluto partecipare, ma pochi facevano parte di quella ristretta cerchia di eletti.
Sara avrebbe potuto vantarsi con le amiche per mesi, ma lei non aveva amiche, non ne aveva mai avute, forse perché non era mai stata così femminile da potersi avvicinare ad altre donne che non fossero sua madre e Sabé.
Qualche giorno prima del fatidico evento, Zahira aveva trascinato la figlia in una lunga maratona di shopping che era finita per esasperare la povera ragazza.
L'enorme quantità di possibilità a sua disposizione, modelli, tessuti, taglio, avevano avuto la capacità di far venire il mal di testa a Sara, la quale, intorno al cinquantesimo giro dalla sarta (perché alla fine Zahira aveva deciso di portarla dalla sarta), la giovane si sedette su una delle poltroncine che occupavano la stanza.
-Vi prego scegliamo qualcosa di sobrio, non sono il genere di persona che ama i fronzoli - dichiarò la ragazza.
-Ma tesoro, è una festa importante, non puoi presentarti con abiti anonimi - affermò Zahira.
-Zahira, puoi lasciarci sole - intervenne in quel momento la sarta.
Zahira guardò per un secondo la figlia che annuì, come per farle capire che andava bene.
Quando sua madre fu uscita dalla stanza la sarta si sedette al fianco di Sara e la guardò attentamente.
-Sei una bella ragazza, è normale che tua madre voglia vederti con abiti un po' più femminili - dichiarò la donna indicando i pantaloni e la maglia, alquanto anonimi che Sara portava.
-La mamma non ha mai accettato il fatto che io non fossi come tutte le altre. Avrebbe voluto avere una figlia "normale", alla quale piaceva andare per negozi, frequentare ragazzi, insomma una giovane donna più vicina agli standard. Io invece sono sempre stata un po' maschiaccio. Ho sempre amato gli indovinelli, gli enigmi i passaggi segreti e tutti quello che faceva mio padre. Fin da piccola avrei voluto unirmi al Programma legislativo giovanile, ma mamma non me lo ha mai permesso, affermando che non era la strada giusta per me. - dichiarò Sara, sorprendendosi del fatto che stava parlando di sé stessa ad una perfetta sconosciuta.
-Però poi hai deciso di prendere lezioni per diventare ancella - intervenne la sarta.
-Sí, all'inizio pensavo di tenerlo nascosto, ma poi Zahira si sarebbe arrabbiata ancora di più, così gliel'ho detto. Non era molto entusiasta, ma ha accettato questa mia decisione. Lei vorrebbe ancora che mi trovassi un ragazzo, ma io non posso, non con il percorso che ho deciso di intraprendere - affermò Sara sospirando.
-Secondo me, non devi sforzarti, tutte hanno un po' di femminilità dentro di loro. Guarda la regina Amidala lei portava abiti molto femminili, ma anche pantaloni senza mai sfigurare.
-La regina aveva una grazia innata, così mi è stato raccontato, perché io non ero ancora nata quando lei godeva ancora della luce del sole. Io non sarò mai come lei - ammise tristemente Sara.
Lei non sarebbe mai stata come Amidala. Non possedeva lo stesso carisma, la stessa passione, aveva solo la sua abilità con le armi.
-Sara tu non devi essere una copia di Padmé Amidala, tu devi essere semplicemente Sara Hershlag. Sono certa che Sabé ti direbbe così - sorrise la sarta.
Sara annuì soddisfatta poi il suo sguardo venne attratto da un abito viola, quasi nero, impreziosito da ricami d'argento.
-Ecco, mi piace questo - la ragazza prese in mano il vestito e la sarta annuì.
-Direi che per te è perfetto.
***
Qualche ora dopo Sabé era giunta a casa di Sara perché era certa che la ragazza "non sapesse acconciarsi i capelli da sola".
Così dopo averla aiutata ad indossare l'abito la fece sedere davanti alla specchiera del bagno e si mise a sistemarle i lunghi capelli.
-Non era necessario che venissi, so quanto sei indaffarata - dichiarò Sara, mentre Sabé le districava i capelli.
-Lo so, ma non potevo lasciarti in balia di Zahira che, sicuramente ti avrebbe fatto mille raccomandazioni su come ci si comporta di fronte a dei nobili eccetera. Tua madre è una brava donna, ma a volte sa essere assillante. La conosco bene, perché l'ho vista molte volte a palazzo quando tuo padre serviva nella guardia reale - affermò Sabé.
Sara non disse nulla mentre l'ancella si metteva ad intrecciarle i capelli, quando ebbe finito prese un copricapo d'argento e raccolse i capelli sulla sommità della testa.
L'effetto era straordinario, tanto che Sara non si riconobbe nemmeno.
-Sembro una...
-Regina - sorrise Sabé contemplando soddisfatta il suo lavoro.
-Sabé è bellissimo, grazie.
-Figurati. Ora andiamo, oppure Sola si chiederà dove sono finita.
Sara sorrise e insieme a Sabé lasciò casa sua e si diresse verso la tenuta dei Naberrie.
***
L'aria di Dagobah era umida, e quel giorno lo era ancora di più.
Le zanzare si accumulavano sopra gli acquitrini e una strana quiete avvolgeva tutto, come in attesa di un evento che di lì a poco si sarebbe verificato.
Seduta al centro di una radura a poca distanza da quello che un tempo era stato il gran maestro dell'ordine Jedi una donna dalla folta chioma castana, sembrava meditare.
Gli occhi chiusi, le braccia lasciate molli lungo le gambe, la fronte agrottata come se stesse cercando di afferrare qualche pensiero sfuggente.
Il piccolo alieno verde la osservava, armato del suo fedele bastone.
-Coraggio senatrice, la Forza in voi scorre. - dichiarò il maestro quando Padmé aprí gli occhi per fissarli in quelli di Yoda.
-Non penso che sia così semplice, maestro io non sono una Jedi - dichiarò Padmé.
-Jedi non serve essere, dimenticate chi vostro marito è?
La domanda era volutamente provocatoria e la ex senatrice non poté fare altro che annuire.
-Mi manca, maestro, tutti loro mi mancano - dichiarò la donna alzando il viso verso l'immensità del cielo.
La maggior parte delle persone a lei care erano convinte che lei fosse morta su Polis Massa, dando alla luce i gemelli, i suoi amatissimi figli che non avrebbe mai visto crescere, ma non era così.
Avevano dovuto dividersi e nascondersi, potevano sentirsi poche volte e molto di rado.
A Padmé mancava incredibilmente Anakin, una mancanza che andava ben oltre la semplice mancanza fisica.
Era qualcosa di più profondo.
-Nella Forza fiducia dovete avere, senatrice, presto il tempo verrà - dichiarò Yoda indicando il cielo.
Angolo Autrice : Nuovo capitolo e nuova rivelazione 😉😉😉😉😉 ve l'avevo detto che sarebbe successo qualcosa 😎😎😎😎😎
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