Capitolo 59

Sara allungò la mano verso l'incavo lasciato vuoto dallo specchio e prese in mano i diari.

Si sarebbe aspettata di trovare i quaderni con le copertine color sabbia, in tema al pianeta in cui erano, invece no.

Ce n'erano due, uno era blu d'oriente, l'altro era color zaffiro.

-Le sole copertine vogliono dire sicuramente qualcosa - affermò Sara osservando meglio i quaderni che aveva davanti.

Il primo, color blu d'oriente, aveva al centro della copertina una sirena che sembrava nuotare nel mare con un braccio proteso verso l'alto.

L'artista che aveva creato quella copertina doveva aver voluto rendere omaggio alla regina, poiché il volto della sirena era quello di Padmé.

Presa da una strana consapevolezza la ragazza sparse sul pavimento della stanza anche gli altri diari, osservandone attentamente le copertine.

Ognuno aveva una simbologia, non solo per i colori ma anche per i simboli che vi erano incisi sopra.

Era come se Padmé avesse creato una sua mappa personale, come se volesse guidare chiunque avesse trovato quei quaderni in un punto preciso, per svolgere un compito preciso.

Non sapeva se aprire quegli scritti in quel momento oppure aspettare.

-Meglio se c'è ne andiamo di qui, potremo esaminare i diari della mamma sulla nave - dichiarò Leia.

Quel posto non le piaceva affatto, sapeva bene quale nomea si portasse dietro Tatooine e l'idea di dover rimanere lì un secondo di più la terrorizzava.

-È meglio se restiamo qui per stanotte, Leia - dichiarò Sara con tono fermo osservando la principessa.

-Così perdiamo tempo! - affermò Leia.

-Guarda fuori, Leia! I soli stanno tramontando! Presto il caldo del giorno farà spazio al freddo della notte, non possiamo farci sorprendere dalle ombre notturne all'aperto, non siamo abituati a queste temperature, né sappiamo cosa si aggira di notte per queste lande è meglio che restiamo qui, domani mattina torneremo a casa -

Era la prima volta che Sara prendeva una posizione così netta nei confronti dei gemelli, soprattutto di Leia, di colpo era diventata più grande di loro, aveva preso in mano la situazione, senza vacillare un attimo.

Sara aveva solo due anni in più dei gemelli, ma a Leia, in quel momento sembrava un abisso, era la prima volta che una sua quasi coetanea le diceva cosa fare in tono così schietto e che non ammetteva alcun genere di obiezione.

Luke sorrise appena notando il disappunto sul volto della sorella, per una volta non era lui l'oggetto dell'ira di Leia.

-Esamineremo i diari di lady Padmé dopo adesso vediamo di mettere qualcosa sotto i denti - Sara si alzò da terra e andò in cucina, seguita dai gemelli.

Sara si sentiva già terribilmente in colpa per aver coinvolto Luke e Leia in quella sua missione, i gemelli avrebbero dovuto essere al sicuro su Alderaan, non con lei su Tatooine.

-Luke blocca la porta, non sappiamo cosa c'è là fuori una volta che cala il buio - ordinò Sara, mentre il ragazzo eseguiva.

Come immaginava la dispensa era vuota, chissà da quanti anni Sabé non andava su Tatooine, forse da quando la madre di Anakin era morta, quindi erano passati più di vent'anni.

-Ci faremo bastare le poche provviste che abbiamo - affermò Sara guardando un attimo Leia che aveva raggiunto lei e Luke in cucina.

La principessa annuì per poi prendere dalla sacca di Sara uno dei diari di sua madre, il primo quello dalla copertina gialla, da come aveva spiegato la giovane ancella.

Si sedette sul piccolo divano iniziando a leggere, ignorando sia Sara, sia Luke.

-Mi dispiace di aver indispettito tua sorella, Luke - dichiarò Sara mentre cercava di preparare qualcosa con le loro modeste provviste.

Sara si maledisse per non aver pensato prima alla possibilità di rimanere bloccata su Tatooine, come ancella avrebbe dovuto prendere in considerazione ogni genere di scenario, aveva ancora molto da imparare, di questo ne era sempre più convinta.

-Le passerà, passa sempre - affermò Luke scuotendo le spalle.

Sara non poté fare a meno di pensare che l'atteggiamento di Leia era molto simile a quello che doveva aver avuto Anakin quando era giovane.

Padmé lo aveva descritto più volte nei suoi diari di questo lato del carattere della piccola di casa molto simile a quello del padre e Sara si ritrovò a chiedersi cosa sarebbe successo se Anakin avesse potuto essere presente, fisicamente, nella vita dei suoi figli.

Palpatine e la sua dannata sete di potere era la causa di tutto quel dolore, andava fermato, il suo regno di terrore doveva finire.

Per un attimo le tornò in mente la sua infanzia, o meglio suo padre.

Cercava di pensare ad Adam e Zahira il meno possibile, non perché volesse loro meno bene o perché non volesse ricordarli, ma perché il solo pensiero le stringeva la stomaco in una morsa dolorosa.

Poiché il solo pensiero di tornare a casa e realizzare di essere rimasta sola al mondo, la faceva stare male, insieme alla mole di senso di colpa che provava per non essere riuscita ad evitare la morte di sua madre.

Ma in quel momento, mentre preparava la cena con Luke, a Sara tornò in mente suo padre.

Adam amava gli indivinelli, ma amava anche fare piccole sorprese a sua moglie e questo lasciava Zahira sempre all'erta, poiché non sapeva cosa si sarebbe inventato Adam in quella occasione.

Sara, da piccola si divertiva a guardare la faccia che Zahira faceva quando trovava le sorprese di suo marito, era sempre bello vedere Zahira sorridere.

Per un attimo la ragazza tornò indietro nel tempo con la memoria, aprendo uno di quei cassetti del suo archivio mnemonico dove non andava spesso a ripescare un ricordo che le era molto caro, risaliva a quando aveva cinque anni.

Riguardava suo padre.

Flashback

Sara non riusciva a dormire quella notte, così aveva deciso che sarebbe andata da suo padre.

Adam nella torretta, con il suo grande telescopio ad osservare le stelle e a Sara le stelle piacevano molto.

Scese dal letto indossò un paio di pantofole a forma di coniglietto, strinse a sé la sua bambola preferita e si incamminò lungo il corridoio silenzioso.

Nulla si muoveva in quella notte di fine gennaio, non una fronda, non i gatti in piazza, niente, solo lei.

La mamma dormiva quindi Sara doveva essere ancora più silenziosa.

Aprí la porta che conduceva alla torretta e si incamminò su per le scale con le gambette mal ferme che, ogni tanto le tremavano.

La scala a chiocciola si inerpicava per un po' lungo un pilastro sul quale Adam aveva fatto dipingere alcuni fiori.

Dalla parte opposta da dove si trovava Sara vi erano delle finestre che davano sulla città.

-Ci siamo quasi, Lucy - affermò la bimba rivolta alla bambola che teneva tra le braccia.

Quando giunse in cima, Sara aveva il fiato corto.

Sbuffò osservando la porta  che si stagliava di fronte a lei, poi bussò.

I passi provenienti dall'interno le fecero capire che papà aveva sentito.

-Stellina mia, cosa ci fai sveglia a quest'ora? - Adam la prese in braccio e Sara arrossì.

-Volevo vedere le stelle - rispose lei.

Adam le scompigliò i capelli castani mentre lei appoggiava la testa sulla spalla dell'uomo.

-Sai perché ho voluto chiamarti Sara? - chiese Adam.

La bambina alzò la testa e guardò il padre.

-No, perché? - chiese facendo comparire sul visino una espressione buffa.

-Perché vuol dire principessa e io sono assolutamente certo che un giorno tu sarai una vera principessa.

Fine flashback

-Avrei voluto che tu fossi qui, papà - sussurrò Sara mentre una lacrima le scendeva lungo il viso.

Adam le mancava tantissimo, non aveva mai veramente metabolizzato il lutto, sperava di farcela prima o poi.

-Sara, stai bene? - la voce che aveva posto la domanda era quella di Leia, non di Luke.

-Eh? Oh sì certo, stavo solo pensando a mio padre - dichiarò Sara accennando un sorriso.

-Adam. Ti manca, vero?

Sara annuì.

-Perché non ci mettiamo a leggere i diari della mamma mentre mangiamo, non pensiamo alle cose tristi? - domandò Luke permettendo così a Sara di non scoppiare a piangere al pensiero di Adam.

Si sedettero tutti e tre intorno al tavolo della cucina e aprirono il diario con sopra la sirena.

Amore mio sono di nuovo qui, dove tutto è cominciato, dove ci siamo incontrati e tu mi hai chiesto se ero un angelo, e dove, purtroppo tua madre è morta.
So quanto odi Tatooine per via del tuo passato da schiavo e voglio che tu sappia che non sono qui per farti un torto.
Una delle nostre spie mi ha detto dei traffici illeciti tra l'impero e gli Hutt e io sono qui per capire qualcosa in più.
Ufficialmente sono qui perché Krennic ha bisogno di un cacciatore di taglie bravo, ma in realtà io sono qui per indagare e ho tutte le intenzioni di arrivare in fondo a questa storia.
Se gli Hutt lavorano davvero per l'impero devono esserci sotto interessi comuni, anche perché gli Hutt non riconoscono altra autorità se non la propria.
I gemelli stanno bene, vorrebbero venire con me, ma io non voglio che succede loro qualcosa.
Vorrei che non fossero costretti a dover nascondere la loro vera identità, sarebbero così fieri di poter dire di essere degli Skywalker.
Ora ti devo lasciare, tra poco dovrò andare.

Per sempre tua

Padmé

Angolo Autrice : Nuovo capitolo con un piccolo flashback riguardante Sara e suo padre, Adam.
Cosa ne pensate? 😉 😉 😉 😉

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