Capitolo 47
Hask era furioso, anzi no, furibondo, avrebbe voluto distruggere qualunque cosa gli capitasse a tiro da quanto era grande la sua ira.
Sara gli era sfuggita da sotto il naso, Del non gli aveva detto che Sara era stata dimessa qualche giorno prima, e nemmeno che avesse in programma di andare su Alderaan.
Dopotutto lui non poteva nemmeno chiederglielo, Del si sarebbe insospettito.
Decise che avrebbe raggiunto Sara su Alderaan all'insaputa di tutti, aveva conoscenze che gli avrebbero permesso di raggiungere il pianeta di Organa senza che nessuno se ne rendesse conto.
Così si era inventato con Iden che doveva finire delle cose per il loro ritorno su Vardos e aveva finto di andare verso i loro alloggi che si trovavano in una delle zone militari lì presenti.
Quando Iden aveva svoltato l'angolo per andare in ospedale da Del, lui si era diretto verso lo spazioporto.
Aveva affittato una nave abbastanza piccola, ma sufficiente per lasciare Coruscant.
Lo spazioporto era pieno di gente e di soldati, ma ad Hask non interessava, poteva muoversi per la galassia come voleva, nessuno aveva il diritto di chiedergli dove stesse andando, era un soldato imperiale, nessuno doveva chiedergli niente.
La navicella era parcheggiata in un punto abbastanza isolato rispetto a tutte le altre, ed era una nave lunga, nera, e ben armata.
Hask ridacchiò e fece scendere la rampa.
Salí e si sistemò nella cabina di pilotaggio, accese i motori e uscì dall'hangar immettendosi nell'atmosfera.
In poco tempo le stelle divennero scie luminose ed entrò nell'iperspazio.
***
-Sei proprio il ritratto di tua madre - affermò Breha osservando attentamente la ragazza di fronte a lei.
Sara rimase stupita.
-Voi conoscevate mia madre, maestà? - domandò Sara prendendo un po' di coraggio.
-Certo, eravamo molto amiche, abbiamo fatto le scuole insieme, nonostante i nostri ranghi differenti. - Sorrise la regina di Alderaan alzandosi dal trono e avvicinandosi a, Sara.
-Non sapevo che mia madre fosse vostra amica, quindi vi addolorerà sapere che purtroppo è morta - le parole uscirono dalla bocca di Sara troppo velocemente prima che la ragazza potesse fermarle.
A quella rivelazione il sorriso di Breha si adombrò, poi le poggiò le mani sulle spalle.
-Quando è successo? -
Sara abbassò lo sguardo, cercando di nascondere il dolore che ancora la pervadeva.
Non sapeva dire quanto tempo fosse passato dalla morte di Zahira, poiché la ferita era ancora fresca e mai si sarebbe rimarginata, ma sperava di riuscire ad andare avanti.
Le capitava ancora di scoppiare a piangere durante la notte quando era sola, nella sua stanza.
Non diceva nulla a Pooja e le altre per non farle preoccipare, ma Sara non stava bene, affatto.
-Non so dirvi quanto tempo è passato, per me troppo poco - Rispose la giovane.
Breha cercò di non mostrare a sua volta il dolore che quella notizia inaspettata le aveva provocato.
Lei e Zahira erano state compagne di scuole e amiche intime per anni.
La donna era stata una delle sue dame di corte prima per molti anni, prima che Zahira conoscesse Adam e lei partisse per Naboo.
Si erano tenute in contatto, per anni, insieme avevano visto la nascita dell'impero, e la loro vita era cambiata di colpo.
E ora sapere che la sua amica era morta lei si sentiva così male, soprattutto perché non poteva darle l'estremo saluto.
Breha abbracciò forte Sara, gettando alle ortiche il protocollo e la distanza tra i ranghi che vi era tra loro.
-Mi dispiace - Breha cercò di trattenere le lacrime, una regina non poteva piangere, anche se dentro si sentiva lacerata, e poi quella ragazza stava sicuramente più male di lei.
Sara scoppiò a piangere, dimenticando per mezzo secondo di essere in presenza di una sovrana.
Breha le accarezzò la testa, comprendendo quanto quella ragazza stesse soffrendo.
Sara si staccò da Breha e la guardò con gli occhi rossi.
Si sentiva veramente malissimo, come non si sentiva da tempo, aveva cercato di accantonare il lutto per sua madre, perché non vi era tempo per piangere, si promise che avrebbe trovato il tempo per piangere l'amata genitrice, ma non ci era riuscita.
Non voleva piangere, non voleva lasciare che il dolore uscisse di nuovo, ma ora, in presenza di Breha, era crollata di nuovo.
Sabé si era avvicinata a Sara poco dopo che lei si era allontanata dalla regina.
-Vorrei parlare con te in un regime un po' meno formale, venite in terrazza, siete giusto in tempo per la colazione.
Dalla sala del trono, alla terrazza il tragitto fu corto e Sara scoprì che non sarebbe stata l'unica ospite, seduta al tavolo vi era una ragazza, di poco più giovane di Sara, dai capelli castani e gli occhi bruni, abbigliata con un semplice abito azzurro.
Per un secondo Sara pensò fosse Padmé, ma poi si ricredette, la ragazza era troppo giovane per essere la ex senatrice.
Doveva essere la principessa Leia, figlia di Padmé e Anakin, la quale però era ufficialmente la figlia adottiva di Bail e Breha Organa, quindi a tutti gli effetti principessa di Alderaan.
Le due ragazze si studiarono un attimo, come per capire se si potevano fidare una dell'altra.
-Leia, ti presento Sara, era la figlia di una mia carissima amica. Sara lei è Leia, mia figlia - sorrise la regina.
Leia a quel punto si alzò e si fermò e pochi centimetri dall'altra ragazza con fare pensieroso, studiandola attentamente.
Sara si sentiva sotto esame, e iniziava a temere che la principessa la trovasse antipatica, questo fino a quando, sul viso fino a quel momento serio di Leia non comparve un sorriso luminoso, che a Sara ricordò molto quello di Anakin.
-Piacere di conoscerti, qui non si vedono molte ragazzi vicini alla mia età, beh a parte mio fratello, ma questo è un altro paio di maniche - la principessa aveva saltato a pie pari tutti i convenevoli.
E Sara ne fu contenta, anche se non riusciva a dire una parola, si limitò a stringere la mano di Leia.
Sabé nel frattempo si era avvicinata a Breha, la quale era rimasta in disparte.
-Ha bisogno di qualcuno che la distragga un po' dalla sua missione, grazie per aver pensato di farle conoscere Leia- affermò Sabé con gratitudine.
Sara era sempre stata isolata, e questo aveva preoccupato molto Sabé, poiché vegliava su di lei da quando era poco più che una bambina.
Aveva subito bullismo e si era difesa creando un muro tra sé e i coetanei, in modo da non essere più ferita.
Si vestiva mascolina, sia perché le piaceva e perché non voleva essere uguale agli altri, sia perché voleva essere invisibile.
Rapporti con i ragazzi poi, nemmeno a pensarci.
O meglio quando era più piccola, a quattordici anni aveva preso una sbandata bella forte per un ragazzo che voleva diventare pittore.
Sara era persa per quel giovanotto alto e di bell'aspetto, poco più grande di lei.
Il problema era che per lui, lei era solo un passatempo, la ragazzetta più piccola con cui divertirsi.
Era successo che Sara e quel ragazzo, Robin, erano finiti a letto.
Per la ragazza era stato bello, peccato che Robin qualche tempo dopo l'aveva lasciata dicendo che doveva essere un'illusa se pensava che uno come lui potesse andare dietro ad una come lei.
Sabé avrebbe tanto voluto tirare due cazzotti a quel farabutto che si era divertito con una brava ragazza come Sara per poi scaricarla in modo così atroce.
Zahira teneva costantemente informata Sabé su quello che faceva Sara, anche quando l'ancella non era fisicamente su Naboo.
Faceva parte di quel patto che Sabé aveva stretto con Adam, il padre di Sara, affinché l'ancella vegliasse su sua moglie, ma soprattutto su sua figlia.
Zahira non era molto d'accordo, ma Adam era stato irremovibile.
Sara non sapeva cosa chiedere a Leia, non avendo mai avuto amiche femmine non era abituata a conversare sulla qualunque.
-Ti piacciono gli indovinelli? - domandò ad un certo punto la principessa mentre veniva servita la colazione.
A quelle parole il volto di Sara si illuminò.
-Sí, tantissimo, mio padre me ne insegnava uno diverso ogni giorno quando ero piccola - rispose Sara.
Sabé e Breha le osservavano dall'altro capo del tavolo soddisfatte che le due ragazze si fossero trovate bene in compagnia una dell'altra.
Anche Anakin annuì soddisfatto osservando la scena da lontano. La sua principessina aveva bisogno di un'amica come Sara e Sara aveva bisogno di Leia.
-No perché, sai, mia madre, Padmé Amidala, mi ha lasciato uno scrigno in eredità ma lo scrigno è chiuso con un lucchetto a codice e io non ho la più pallida idea di come aprirlo, sul biglietto che mi ha lasciato c'è solo scritto che dentro troverò delle risposte. - spiegò Leia.
Sara pensò che dentro quello scrigno potevano esserci i diari che riguardavano Alderaan.
-Se ti va dopo mi fai vedere lo scrigno? Magari in due riusciamo a risolvere l'enigma - propose Sara.
Leia annuì.
Padmé le aveva raccontato qualcosa riguardo ad alcuni diari sparsi per la galassia che la riguardavano, nascosti da indovinelli, e Leia sospettava che in quello scrigno fossero nascosti proprio quelli.
Sara invece era certa di aver trovato una nuova amica.
Angolo Autrice : Nuovo capitolo, lungo, forse troppo, ma spero che vi piaccia :)
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top