Capitolo 42

-Lui chi è? - la domanda di Monteé sorprese non poco Sara.

Il medico si era deciso a firmare quelle maledette dimissioni e ora, Montée e Karté la stavano scortando fino all'appartamento di Pooja così che potesse riunirsi a loro e Sara avrebbe anche potuto chiedere alla senatrice se poteva partire per Alderaan.

Non aveva ancora pensato a come spiegare a Pooja il motivo per cui avrebbe dovuto andare sul pianeta di Bail Organa, ma sperava di riuscire a trovare un modo efficace per dirlo.

-Lui chi? - chiese la giovane senza capire dove volessero andare a parare le sue compagne.

-Il ragazzo che ti piace! - affermò Karté come se fosse la cosa più comune di cui chiedere ad un'amica.

E forse lo era, ma Sara non sapeva cosa rispondere e, soprattutto non sapeva come avessero fatto le sue compagne a capire che vi era un qualcuno che le interessasse.

-E tu come fai a sapere che c'è qualcuno che mi piace, scusa? - Sara voleva andare a fondo di quella faccenda.

-Intuito, in più, ogni tanto sembri immersa nei tuoi pensieri, come se pensassi a qualcuno - rispose Montée.

-Non pensavo a nessuno, solo alla missione che riguarda lady Padmé - affermò risoluta Sara.

Non poteva certamente ammettere che si era innamorata di un fantasma, l'avrebbero presa in giro per l'eternità se non peggio.

E lei aveva già subito fin troppe prese in giro quando era una ragazzina, a scuola.

Il fatto che non fosse come le altre ragazze della sua età le portava ad allontanare Sara e a prenderla in giro, per la sua passione per gli indovinelli e per il fatto che non amasse gli eventi mondani.

Nonostante Zahira volesse che la figlia si omolagasse o che almeno avesse qualche amica femmina.

Ma niente, Sara per tutto il periodo della scuola e poi oltre non era mai riuscita a legare con nessun coetaneo, maschio o femmina che fosse.

Alla giovane non importava di essere accettata, stava molto bene da sola, non aveva mai avuto grossi problemi con la solitudine, ne aveva avuti con i bulli, più volte.

Zahira soffriva, soprattutto quando Sara tornava a casa da scuola con qualche livido, affermando che ai suoi avversari era andata molto peggio.

Al pensiero della madre, Sara sentí una fitta all'altezza del cuore.

Zahira le mancava e le sarebbe mancata per sempre.

-Oh, andiamo Sara, ci sarà qualcuno che ti interessa! - cercò di insistere Karté.

La ragazza scosse la testa, e questo avrebbe dato nuova carica alle sue compagne, se Sabé, dalla cabina di pilotaggio dello speeder che trasportava Sara dall'ospedale all'appartamento di Pooja non fosse intervenuta affermando che non c'era bisogno di assillare Sara con domande stupide.

Le due ancelle si erano decise a non dire altro, anche se pensavano di ripartire all'attacco in un altro momento, magari senza la presenza di Sabé.

-Ah proposito, Sara, volevo avvisarti che ho trovato un altro diario di Padmé, era nascosto in un vano del comodino, l'ho portato nella tua stanza - sorrise Sabé sapendo quanto quella notizia avrebbe rallegrato la sua giovane protetta.

Infatti Sara sorrise felice, anche perché l'ultimo diario che aveva letto si interrompeva dopo il trasferimento di Padmé dall'unità che lavorava con Galen Erso a quella di Orson Krennic.

Forse avrebbe scoperto cosa fosse il Progetto Unicorno.

Era quasi certa che centrasse con una qualche arma, ma non poteva esserne sicura.

-Ci siamo - Sabé parcheggiò e aiutò Sara a scendere dallo speeder.

Nonostante Sara non avesse accusato giramenti di testa, il medico aveva prescritto assoluto riposo per almeno due giorni.

Era troppo tempo, a parer di Sara, ma la giovane sapeva di non poter andare contro gli ordini del dottore o sarebbero stati guai.

Karté prese il borsone con dentro i vestiti che avevano portato a Sara durante la sua convalescenza e tutte insieme entrarono nell'ascensore.

Quando giunsero all'appartamento, Sabé avvisò che Pooja non c'era perché era stata convocata una sessione straordinaria del senato.

-Capisco - dichiarò Sara, rinunciando all'idea di dire subito alla senatrice la sua idea di partire il prima possibile.

-Hai fame? - domandò Montée.

Sara annuì.

-Vado a preparare qualcosa - si offrí Karté.

-Non serve, faccio da sola - dichiarò Sara.

-Non dire scemate! Tu sei in convalescenza, ci pensiamo noi - sorrise Karté e Sara sorrise.

-So che sei curiosa, vai pure nella tua camera, troverai il diario sul letto - avvertì Sabé.

Sara camminò fino alla sua stanza, stando attenta a non fare movimenti bruschi in quanto i residui della ferita alla testa si facevano ancora sentire.

Il diario era appoggiato sul letto, la copertina era blu notte, con una rosa d'argento disegnata sopra.

La ragazza lo prese in mano, ma qualcosa cadde sul letto attirando la sua attenzione.

La calligrafia era quella di Padmé. La busta recava solo un nome di per Anakin.

Sara era indecisa se aprire o meno la lettera , doveva essere qualcosa di molto intimo e lei non aveva il diritto di ficcanasare.

Ma la curiosità era troppa così estrasse il foglio dalla busta e lo aprí.

La lettera era priva di data, quindi Sara non poté risalire a quando Padmé poteva averla scritta.

Abbassò gli occhi sulle righe scritte di suo pugno dalla senatrice di Naboo e iniziò a leggere.

Caro Anakin,
mi manchi tanto
e conto i giorni finché non torni da me.
Tornerai da me amore mio.
So che lo farai.
Che sia oggi o tra cento anni ... Ma so che lo farai.
Che sia presto, amore mio

Con Amore

Padmé

Quelle parole traboccavano di amore, un amore che Sara aveva scoperto essere più profondo di quanto un sentimento tra esseri umani potesse essere.

Avevano superato la morte, tanto che Anakin era ancora al fianco della senatrice.

Come era possibile amare così tanto una persona?

Sara non lo sapeva, e non lo avrebbe mai saputo perché non si era mai veramente innamorata, di una persona fisica, si intende, perché era innamorata di un fantasma.

E questo la irritava, perché non era possibile innamorarsi di un fantasma!

Ma lei era riuscita a fare anche quello.

-Smettila di autocommiserarti! - la voce di Anakin la fece sobbalzare.

-Sire Anakin! Non piombatemi così alle spalle vi prego - dichiarò Sara forse con la voce un po' troppo stridula.

-Scusa, però, ti prego smettila di pensare che non ti innamorerai mai - dichiarò Anakin.

-Per voi è facile parlare, vostra moglie è un modello irraggiungibile - dichiarò Sara sdraiandosi sul letto e sprofondando nel materasso.

-Non dire così! Non è vero - dichiarò Anakin sedendosi di fianco a lei.

-Padmé non è perfetta, Amidala doveva essere perfetta e impeccabile sempre e comunque, ma Padmé no. Se la conoscessi ti renderesti conto quanto, negli anni, la stampa abbia ricamato molto sulla sua figura - rispose Anakin con naturalezza.

-Sí, forse avete ragione - sbuffò Sara.

Anakin sorrise togliendole una ciocca di capelli color cioccolato dal collo, mostrando una lunga cicatrice.

-Chi ti ha fatto questa? - domandò lui sfiorando appena quel taglio, causando un brivido freddo sulla pelle di Sara.

-Eh? Ah questo...una caduta da piccola - rispose frettolosamente la giovane chiudendo gli occhi.

Anakin non sembrava convinto, ma non indagò oltre.

-Mia madre mi manca - affermò Sara scoprendosi incredibilmente fragile.

-Lo so, è un lutto terribile - dichiarò Anakin accarezzandole la chioma scura.

Sara scoppiò di nuovo a piangere, maledendo se stessa per la sua fragilità.

Anakin non smetteva di accarezzarle la testa cercando di calmarla e lei gli fu grata, mentre le lacrime le scivolavano lungo il viso di porcellana.

-Hai il diritto di piangere, Sara-

-È da bambine! Le bambine piangono, non le donne - rispose lei tra i singhiozzi.

Anakin le prese il viso tra le mani asciugandole le lacrime con le dita evanescenti.

-È da esseri umani, indipendentemente dal genere - rispose lui e lei fece cenno di assenso.

-Sei esausta è meglio se riposi un po' -

Sara annuì poggiando la testa al petto di Anakin e addormentandosi come una bambina e lo Jedi pensò che quella ragazza aveva bisogno veramente di qualcuno che le stesse accanto, non lui, qualcun altro, che potesse amarla davvero.

Sospirò, appoggiando la testa di Sara sul cuscino e sparendo, doveva parlare con  Padmé.

Angolo Autrice : Il capitolo doveva uscire ieri sera, ma non ci sono riuscita così è uscito oggi.
Comunque come vi sembra? 😉 È ancora attivo l'astag #troviamounfidanzatoasarapossibilmentevivoesinge, lanciato da @Lyls88 😄 si accettano proposte :)

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top