Capitolo 38
Quando lo yacht nubiano uscì dall'iperspazio trovandosi nell'orbita di Lah'mu, Padmé represse una imprecazione.
Non che si aspettasse di non trovare nessuno però nemmeno uno Star Distroyer con tanto di caccia TIE che facevano la ronda.
Doveva inventarsi qualcosa e in fretta anche.
Poi si ricordò di una cosa. Durante una sua missione su Tatooine uno delle mille e più canaglie pagate da Jabba possedeva un lasciapassare imperiale che gli permetteva di poter atterrare in ogni spazio porto e in ogni punto di ristoro imperiale, il suddetto cacciatore di taglie aveva avuto la brutta idea di scommettere il suo lasciapassare per la spada laser di Padmé in una partita a Saabac.
La ex senatrice aveva imparato a giocare d'azzardo grazie al pilota di un mercantile che si vantava di aver fatto la rotta di Kessel a meno di dodici parsec.
Riuscire a ottenere la fiducia del suddetto pilota era stato difficile, convincerlo ad insegnarle tutti i trucchi di quel gioco così insidioso era stato molto complicato, ma Padmé alla fine ci era riuscita.
Doveva il lasciapassare che aveva vinto alla cantina di Mos Eisley a quel contrabbandiere che sperava di rincontrare solo per rendergli il favore.
Padmé inserì il lasciapassare su un pannello posto vicino ai comandi.
Questo bastò perché i TIE e lo Star Distroyer la lasciassero passare.
Merda! Dovevo immaginare che l'impero fosse più veloce di me!
Fu il pensiero della donna mentre si preparava ad entrare nell'atmosfera.
Lah'mu era un pianeta scarsamente abitato, ma con un terreno ricchissimo di minerali e di cristalli.
A Padmé non sembrava affatto strano che Galen Erso e la sua famiglia avessero scelto un pianeta così lontano da Coruscant per nascondersi.
Tuttavia la presenza di quelle navette imperiali non erano un buon presagio, proprio per niente.
Atterrò in un punto abbastanza isolato.
R2 cinguettò preoccupato.
-Tranquillo non farò gesti avventati, stai di guardia alla nave finché non torno, va bene? - la donna le sorrise, comprendendo che il piccolo droide doveva essere veramente in pensiero.
R2 non pareva molto d'accordo, ma non obiettò.
Padmé prese un profondo respiro, recuperando da un vano della nave un blaster a lungo raggio, più efficace di quello piccolo che portava nella fondina al fianco.
Si strinse nel mantello di Anakin, prese un profondo respiro e lasciò la cabina di pilotaggio, scendendo poi a terra.
Il luogo dove aveva deciso di atterrare era contornato da rocce, un punto abbastanza isolato dove nessuno avrebbe fatto caso alla sua nave, e anche se ciò fosse accaduto, Padmé aveva piena fiducia in R2.
Si allontanò dalla nave, stando vicinissima alle rocce di cui il pianeta era cosparso, ovunque si vedevano Stormtroopers intenti a setacciare ogni crepaccio e ogni insenatura, alla ricerca di qualcosa.
Cercano Cristalli Kyber per i cannoni della Morte Nera, oppure cercano Galen Erso! Devo trovarlo prima di loro.
Padmé sapeva di essere in netto svantaggio numerico, lei era da sola contro tanti, troppi soldati, tuttavia la donna constatò una cosa, mentre si nascondeva dietro ad una roccia, evitando di essere vista da un soldato che passava per quelle zone.
Vi erano in effetti troppe truppe per essere una semplice ronda nei pianeti periferici dell'impero, lo stesso Star Distroyer che aveva visto una volta uscita dall'iperspazio non era una nave normale, era una nave personale, doveva esserci un pezzo grosso nelle vicinanze e a giudicare dalla nave, Padmé pensò anche di sapere chi fosse.
Il suo procedere era reso difficile dal terreno sconnesso e dalle truppe lì presenti che la costringevano a nascondersi ogni tre per due.
-Non dovresti essere così nervosa, tesoro - la voce di Anakin la fece quasi urlare dallo spavento.
La donna si era nascosta per l'ennesima volta, e iniziava a spazientirsi.
-Mi hai spaventata - dichiarò lei visibilmente irritata.
Anakin rise, notando l'espressione della moglie, era evidente che la donna fosse giunta lì con pochi indizi e stesse andando più o meno alla cieca.
-Cosa c'è da ridere? - volle sapere Padmé mentre metteva mano al blaster a lungo raggio.
-Niente, però posso consigliarti di seguire quei due soldati lì? - Anakin indicò con un dito evanescente due Stormtroopers leggermente diversi dagli altri, infatti avevano un elmo con un design diverso, ed avevano i gradi.
-Dove stanno andando?
-Dal tuo obiettivo - rispose Anakin lasciando un bacio delicato sulla tempia di Padmé che accennò un sorriso.
La presenza di Anakin aveva questo effetto su di lei.
-Sei un genio, amore mio - dichiarò la donna.
-No, semplicemente essendo un fantasma posso muovermi senza che nessuno mi veda - rispose l'ex Jedi.
Padmé caricò il blaster e si mise alle calcagna dei soldati.
Non sapeva perché, ma sentiva il sangue nelle orecchie fischiare, il cuore aveva aumentato i battiti e le gambe tremavano, come quando era agitata.
Aveva un gran brutto presentimento.
I soldati si fermarono in uno spiazzo erboso e Padmé si appiattí contro le rocce che lo circondavano.
Alle loro spalle vi era una navetta, da cui erano scesi altri uomini in divisa, ufficiali visti così, insieme a loro vi era un uomo, dai capelli brizzolati, alto e dagli occhi scuri.
A differenza degli altri, oltre alla classica divisa degli alti ufficiali portava un mantello a coprirgli le spalle.
Padmé ci mise un nanosecondo a riconoscerlo.
Era Orson Krennic, direttore della divisione ricerca armi avanzate dell'Impero Galattico, a capo del progetto cosiddetto Unicorno.
Praticamente colui da cui dipendeva lo sviluppo della Morte Nera.
Padmé aveva avuto modo di lavorare per lui quando era infiltrata nei ranghi dell'impero e aveva compreso che il direttore era un uomo molto furbo e intelligente.
Era molto ambizioso e avrebbe fatto di tutto pur di raggiungere il suo obiettivo, non gli importava quale fosse il prezzo da pagare.
Di uomini così i ranghi alti dell'impero ne erano pieni.
Se Palpatine dovesse mai essere deposto si scatenerebbe una guerra tra gli ammiragli per ottenere il posto che l'imperatore lascerebbe vuoto, sarebbe una guerra dentro la guerra.
Nel frattempo oltre a Krennic era comparso anche un altro uomo, probabilmente più grande di Krennic di qualche anno.
Padmé comprese che doveva essere Galen Erso, con lui vi era una donna, forse sua moglie Lyra e una ragazza di poco più giovane dei gemelli, Jyn.
La ex senatrice prese la mira sui soldati.
Non poteva colpire Krennic, prima i "pesci piccoli".
Doveva sparare da punti differenti, in modo da disorientare i nemici e causare un po' di caos.
Strisciò lungo le pareti rocciose, fino a trovarsi direttamente dietro la navetta di Krennic.
Vi erano soltanto due soldati di guardia. La ex senatrice ritirò il blaster a lungo raggio per usare quello a corto, sicuramente più efficace.
Padmé sparò colpendo il primo, che cadde a terra con un grido strozzato, senza perdere tempo la donna sparò al secondo.
Impedire loro di dare l'allarme era una priorità o per lei sarebbe stata la fine.
Una volta disfatasi delle guardie Padmé caricò di nuovo il blaster a lungo raggio e sparò alle due guardie di Krennic.
Il direttore a quel punto si voltò verso di lei con un blaster in mano, ma, Padmé fu più veloce.
Ferì l'uomo alle ginocchia, costringendolo a terra, poi corse fino agli Erso.
Lyra fece per alzare il blaster ma Padmé le fece cenno di no.
-Venite con me! Vi spiegherò tutto, ma ora non abbiamo tempo! - dichiarò la ex senatrice.
Al suono della voce di quella donna Galen sgranò gli occhi incredulo.
-Dove dobbiamo andare? - domandò Jyn sospettosa.
-Alla mia nave, ma dobbiamo muoverci, le truppe arriveranno a momenti.
Galen si fece spiegare a grandi linee dove Padmé aveva lasciato la nave e riuscirono per pura fortuna a non essere scoperti, anche grazie alle abilità congiunte di cecchini di Padmé, Lyra e Jyn.
-R2 fa scendere la rampa! - ordinò Padmé al comlink.
Il bip del piccolo droide fece comprendere alla donna che aveva compreso.
La rampa scese di colpo, e gli Erso salirono seguiti da Padmé.
-Dovremmo essere al sicuro - dichiarò la senatrice.
-Sí può sapere chi sei? - domandò Jyn.
Padmé sorrise da sotto il casco da pilota nubiano che portava.
Mise le mani intorno al casco e se lo tolse facendo ricadere i lunghi capelli scuri sulle spalle.
Si girò verso gli Erso e sorrise.
Galen a quel punto fu certo di quello che aveva sospettato sentendo la voce della donna.
Anche Lyra era rimasta senza parole.
-Voi? - domandò incredulo lo scienziato.
Padmé annuì.
-Voi, chi? - chiese Jyn, forse irritata perché non riusciva a capire perché entrambi i suoi genitori fossero così stupiti.
-Lei è Padmé Amidala! - affermò Lyra e a quel punto anche Jyn rimase stupita.
-Sí, ma ora non ho tempo di spiegarvi niente, dobbiamo scappare prima che l'impero ci trovi. R2 inserisci le coordinate per Yavin IV - ordinò Padmé sedendosi al posto del pilota.
Lo yacht nubiano si sollevò leggero nell'aria uscendo presto dall'atmosfera del pianeta.
La famiglia Erso guardò il pianeta che era stato la loro casa per molti anni diventare sempre più piccolo fino a quando il ronzio tipico del salto nell'iperspazio li fece voltare tutti e tre verso Padmé.
Di colpo le stelle divennero scie luminose e Lah'mu scomparve alla vista.
Angolo Autrice : Capitolo che arriva un po' prima rispetto al solito, detto ciò devo fare alcune precisazioni : lo so che Krennic arriva su Lah'mu quando Jyn Erso è ancora una bambina, però diciamo che io ho accelerato i tempi facendola già ragazza, poco prima dell'inizio di Rogue One per essere precisi.
Detto questo, spero che il capitolo vi piaccia :)
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