Capitolo 34
Leia e la giovane regina Dalné stavano uscendo dallo chalet del moff Panaka.
La regina di Naboo era coetanea di Leia, indossava gli abiti tipici da sovrana di quello che era stato anche il pianeta di Padmé, indossava un vestito di un viola quasi nero, impreziosito da ricami d'argento, i capelli scuri erano raccolti dai denti di un copricapo d'argento che si apriva come un ventaglio e un trucco bianco in viso che faceva risaltare le labbra rosse.
Il motivo della presenza della principessa di Aldeeran su Naboo era una missione umanitaria a favore dei minatori della luna di Onoam, i quali lamentavano un trattamento disumano da parte dei supervisori imperiali.
I rapporti tra Naboo e la sua colonia non erano mai stati semplici.
Padmé lo aveva spiegato a a Leia, quando la principessa era andata a riferirle la meta della sua prossima missione umanitaria.
La ex regina ed ex senatrice aveva raccontato alla figlia che ai in cui Padmé serviva in senato, i minatori erano entrati diverse volte in sciopero per rivendicare una quota superiore dei guadagni, alcuni erano arrivati anche a creare qualche piccolo disordine su Naboo.
Tuttavia i minatori attuali avrebbero fatto carte false per poter lavorare alle condizioni dei loro predecessori.
-Prima, i minatori di Onoam rivendicavano un trattamento più equo, ora chiedono solo un trattamento umano- aveva concluso Padmé il cui sguardo si era velato di tristezza al pensiero delle condizioni a cui dovevano sottostare i minatori.
Dopo essere scesi in miniera a portare le attrezzature che la principessa aveva portato da Aldeeran, lei e la regina avevano chiesto un'udienza con il Moff Panaka.
L'ufficio del moff aveva concesso l'udienza a condizione che fosse molto presto, forse speravano di liquidare la sovrana in fretta.
Peccato che non avevano fatto i conti con Leia.
La quale dopo un colloquio in cui Leia aveva difeso a spada tratta i minatori, cercando di fare in modo che le condizioni di lavoro fossero migliori, era riuscita a strappare una sorta di accordo con Panaka.
Lo chalet era una struttura imponente costruita con grosse travi di legno rosso finemente intarsiato, la stanza in cui il moff aveva accolto la regina e la principessa aveva i soffitti alti e ampie vetrate da cui si godeva una vista che spaziava in tre direzioni fino all'orizzonte, era quello l'unico lusso della casa.
Leia sapeva quanto astio sua madre provasse per Panaka per via del fatto che fosse rimasto fedele a Palpatine, gli aveva rivelato il suo segreto e questo aveva portato Padmé a detestare profondamente quello che era stato il capitano delle guardie quando ricopriva il ruolo che ora era della giovane Dalné.
La principessa tuttavia non poteva negare che la reazione di Panaka quando l'aveva vista, abbigliata come una regina di Naboo, l'avesse spiazzata.
L'uomo infatti, si era fermato e aveva spalancato gli occhi, era talmente turbato che la tazza del tè che teneva tra le mani aveva tremato.
Come se fosse sconvolto da quella visione.
Leia pensò che, nella mente di Panaka, il suo viso si fosse sovrapposto a quello di Padmé, anche perché la somiglianza tra lei e sua madre era ben visibile, e la giovane principessa non poteva fare niente per nasconderlo.
Leia non poteva permettere che il segreto di sua madre venisse alla luce.
Doveva proteggere la sua famiglia ad ogni costo, lo aveva giurato sulla tomba di suo padre.
Tuttavia, nonostante le remore per Panaka, Leia poteva dirsi soddisfatta del negoziato che era riuscita a concludere, forse quello strano pomeriggio era servito a qualcosa.
Mentre la regina e la principessa tornavano verso il Polestar, la nave con cui Leia era giunta nel sistema di Naboo, il vento increspava l'erba e muoveva anche gli abiti delle due donne, Leia sperò che che quel leggero rumore sovrastasse le sue parole quando borbottò :
-Ma cosa aveva il moff? -
-Non ne ho la più pallida idea, credete forse - ed ebbe un attimo di esitazione -...che il moff abbia notato la vostra somiglianza con la compianta senatrice Amidala? Perché voi, principessa le assomigliate molto. Oppure che vostro padre e il moff Panaka una volta fossero amici e che poi fosse successo qualcosa? Deve essere difficile digerire la fortuna del proprio nemico, anche se si tratta dell'adozione di una figlia - disse Dalné.
Leia ci mise un attimo a capire che con il termine padre, la regina di Naboo intendeva Bail Organa.
Ufficialmente in effetti, Leia era stata adottata da Bail e Breha, anche per questo poteva fregiarsi del titolo di principessa e aveva potuto fare la sua Pretesa al Trono di Alderaan.
Non si poteva dire la stessa cosa di Luke, il quale, era anche lui un membro della famiglia reale, ma privo di ogni titolo, così come del rango di Altezza Reale che spettava invece alla gemella.
Era un modo, questo, per permettere a Luke di essere più libero e di poter scegliere da solo la sua strada, senza imposizione alcuna, ed era una cosa che il giovane aveva apprezzato molto.
Nonostante questo, Leia era stata cresciuta dalla sua vera madre, Padmé Amidala che tutti credevano morta, e poteva dire che, insieme a Luke e agli Organa formavano una bellissima famiglia allargata.
-Sono più incline a credere che sia la prima opzione che avete dato, Vostra Maestà, anche perché mio padre è critico nei confronti di Palpatine e non lo nasconde. Se Panaka è così leale all'imperatore, forse lo urta che... -
All'improvviso, un muro di calore investí Leia sbalzandola a terra e il mondo intorno diventò tutto bianco.
Un fragore assordante sovrastò ogni rumore finché le sue orecchie non riuscirono ad udire più nulla.
Dalné era una visone sfuocata che ruzzolava giù dai gradini e fra quel bagliore accecante Leia riuscì a scorgere solo lingue di fuoco.
LEIA! la voce di suo padre, il suo vero padre le arrivò alla mente lontana, come un sussurro.
PAPÀ!
La principessa venne sbalzata violentemente a terra a pancia in giù e non riuscì a respirare per quello che le parve un tempo lunghissimo.
Dalné le si avvicinò strisciando, con lunghe ciocche nere scompigliate e il trucco sciolto dalle lacrime.
Ovunque si vedevano solo i detriti dello chalet, era impossibile che si fosse salvato qualcuno, quell'attentato era stato progettato per uccidere tutti coloro che erano presenti nello chalet.
Leia pensò che se lei e Dalné avessero tardato anche solo di un secondo, anche loro sarebbero morte.
Dalné piangeva e tremava, sembrava più una ragazzina che una regina, ma Leia non poteva biasimarla, anche lei era sconvolta.
La mano evanescente di Anakin le si poggiò sulla spalla e la ragazza sentí la presenza rassicurante del padre e accennò un sorriso, stando attenta a non essere vista da nessuno.
Come stai? Domandò mentalmente Anakin.
Sconvolta
Lo so, piccola mia.
Leia si voltò verso di lui domandadogli con lo sguardo se lui sapesse qualcosa ma Anakin scosse il capo.
Un droide medico arrivò in quel momento, ronzandole intorno per capire se fosse ferita e in effetti lo era.
Un attimo dopo si ritrovò con dei sintecerotti sui tagli più profondi e una fasciatura a energia intorno alla caviglia che pulsava in maniera preoccupante.
Devo parlare con la mamma, lei sicuramente sa chi c'è dietro a tutto questo.
Fu questo il primo pensiero di Leia.
Da quando aveva scoperto che sua madre, Bail e Breha Organa erano legati ad un gruppo clandestino del quale però non conosceva gli obiettivi, si era chiesta se non potevano esserci loro dietro ad un atto del genere.
Poi però si maledisse, sua madre non avrebbe mai approvato un attentato così violento.
Non era da lei, così come non era il modus operandi di Bail e Breha.
Quarsh Panaka era un brav'uomo constatò Anakin, anche se non nutriva particolare simpatia per l'uomo.
Leia annuì, mentre fissava le fiamme che divoravano lo chalet sapendo di essere stata miracolata.
Angolo Autrice ; Sto capitolo è stato un'odissea da scrivere, spero che vi piaccia :)
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