Capitolo 3
Vai al mausoleo della regina Amidala, sulla vetrata che dà sulla via principale di Theed c'è un ritratto della regina. Guarda attentamente quel ritratto, lì vi è un indizio per trovare il secondo pezzo della mappa.
Sara continuava a pensare a quelle parole, non sarebbe stato facile entrare al mausoleo della regina, poiché di giorno era sempre sorvegliato.
Ma forse di notte... La ragazza guardò fuori dalla finestra.
La notte non era ancora sorta, il crepuscolo stava tingendo di rosso le mura del palazzo reale, non poteva uscire ora.
E poi non poteva saltare la cena, Zahira se ne sarebbe arrabbiata ancora di più.
Ritirò il pezzo della mappa nel carillon e lo rimise a posto, questo qualche minuto prima che sua madre entrasse in camera.
-Tesoro mi dispiace, io non volevo tarparti le ali. So quanto tieni a questa cosa, ma comprendimi, ho perso già mio marito, non posso perdere anche mia figlia - Zahira attirò Sara in un abbraccio che la ragazza ricambiò.
-Scusa anche tu ho sbagliato a reagire in quel modo. -
Sara teneva molto alla madre, era la sua sola famiglia, non voleva parlare del loro litigio.
-Abbiamo sbagliato entrambe. Forza andiamo a mangiare.
Sara sorrise mentre seguiva la madre in cucina.
La ragazza si sedette a tavola mentre Zahira serviva la cena.
-Come va al lavoro? - domandò Sara.
Zahira era una fiorista, una delle più famose della città, tanto che molte persone influenti si servivano da lei per ogni genere di addobbo floreale.
Persino i fiori per il funerale della regina Amidala erano stati scelti lì.
Un onore del quale Zahira si era vantata per mesi con le sue amiche, le stesse che tentavano di affibiare a, Sara uno dei loro figli.
Ma la ragazza non aveva alcun interesse a fidanzarsi o a cercarsi un ragazzo, non aveva tempo per quelle cose.
-Senti una mia amica vorrebbe che conoscessi suo figlio. Un bel ragazzo. Per te sarebbe perfetto - ed ecco che sua madre toccava il tasto più sensibile di Sara.
Sembrava che Zahira lo facesse apposta.
-Mamma te l'ho già detto non ho interesse in queste cose - sbuffò la ragazza appoggiando la forchetta di lato al piatto, producendo un suono metallico.
-Ma cosa dici, a tutte le ragazze interessano queste cose... In più sto progettando di farti entrare in società. Conosco molte donne influenti, hai diciotto anni ormai, devi iniziare a pensare al tuo futuro, giusto la settimana prossima si terrà una festa a casa dei Naberrie. Io sono stata invitata perché sono amica di Sola, e ho intenzione di portare anche te - dichiarò la donna.
All'inizio Sara aveva una mezza idea di rifiutare, ma poi ci ripensò.
La festa si teneva dai Naberrie e, per quanto la ragazza non amasse quel genere di eventi o comunque li considerasse come frivolezze inutili, questa volta avrebbe potuto fare uno strappo alla regola e fare contenta la madre.
Sarebbe stato un buon motivo per indagare su Padmé Amidala, il cui vero cognome era, appunto Naberrie.
E poi Sara non aveva mai creduto al fatto che Padmé fosse morta.
-E va bene, mamma, verrò alla festa! Ma ad una condizione - la ragazza puntò il dito contro la madre.
-Quale? - volle sapere Zahira.
-Che tu non pretenda che quella sera mi trovi un fidanzato! - affermò Sara convinta.
Zahira si mise a ridere.
Non rideva per la condizione posta dalla figlia, ma per la faccia che la suddetta aveva fatto.
-Tranquilla non pretenderò questo - rise la donna.
-Bene -
-Tuttavia, tesoro, dovremmo andare a fare compere, perché nessuno dei tuoi vestiti è adatto ad una occasione come questa - Zahira assunse la sua solita aria determinata, e a Sara vennero i brividi.
Non amava andare per negozi, soprattutto per negozi di vestiti e scarpe.
Amava invece le librerie e ololibrerie, in quegli esercizi ci passava le ore.
-So che la cosa non ti piace, ma questa è la condizione che ti pongo, dopotutto per diventare ancella dovrai anche saperti truccare e vestire in un certo modo, non è solo un ruolo di combattimento - ci tenne a precisare Zahira.
Sara lo sapeva bene, ma sentirselo dire da sua madre ebbe l'effetto di zittirla.
-So anche questo, mamma. - sbuffò Sara.
-Bene, adesso aiutami a spreparare è già tardi.
Mentre Sara lavava i piatti, nella sua mente pratica si stava già delineando il piano che avrebbe messo in atto quella notte stessa.
Ovviamente doveva aspettare che sua madre andasse a dormire, prima di sgattaiolare fuori da casa, Zahira non doveva assolutamente scoprire cosa aveva in mente o l'avrebbe chiusa in camera e avrebbe gettato la chiave.
Mise a posto i piatti sbuffando leggermente.
-Cosa c'è?- la voce di sua madre la fece urlare.
Non si era accorta che sua madre fosse così vicina.
-Niente, perché?
-Hai sbuffato.
-Non è niente, vado a dormire, domani devo uscire prima del solito. Notte - Sara baciò la guancia della madre e si diresse nella sua stanza chiudendo la porta.
Si mise la camicia da notte, infilandosi a letto.
Cercò di non pensare alla stanchezza che, in quel momento stava scendendo su di lei.
Doveva rimanere vigile e sveglia, altrimenti il suo piano sarebbe fallito.
Poco dopo che si era infilata sotto le coperte la ragazza sentí i passi di sua madre che si dirigevano verso la camera da letto.
Fece mentalmente il conto di quanto tempo sua madre ci avrebbe messo per addormentarsi, arrivò a quaranta secondi.
Quando la casa divenne completamente silenziosa la ragazza saltò giù dal letto.
Si vestí con degli anonimi abiti neri, nascose nel gambale un pugnale, in tasca si infilò una piccola torcia, si assicurò al fianco un blaster e aprì la finestra.
Guardò che in strada non ci fosse nessuno e si calò dalla finestra usando le tende legate insieme.
Con un leggero tonfo la ragazza si ritrovò in strada.
Immediatamente si nascose nell'ombra di un edificio per non essere vista dai soldati che facevano la ronda lungo le strade della città.
Sara cercò di calmare il cuore che le batteva all'impazzata nel petto.
Non doveva essere vista, o i soldati le avrebbero chiesto perché era in giro a quell'ora di notte e perché avesse un blaster al fianco.
Si mosse silenziosa come un'ombra, restando sempre nascosta nelle tenebre, rischiando almeno una volta di essere scoperta, ma, grazie alla Forza, non venne vista.
Quando giunse in vista del mausoleo, la tensione che l'aveva accompagnata fino a quel momento parve sciogliersi come neve al sole.
Aspettò che i soldati passassero dando le spalle alla porta dell'edificio e Sara sgattaiolò veloce infilandosi oltre la porta.
Il mausoleo era un edificio alto, con al centro il sarcofago dove era custodito il corpo di Padmé, le vetrate erano decorate di dipinti che raffiguravano la regina nelle vesti tradizionali.
Vi erano fiori ovunque, segno di quanto fosse amata Padmé.
A Sara sembrava di violare un luogo sacro, talmente sacro che la sua presenza sembrava fuori posto.
La ragazza accese la torcia che si era portata dietro e si guardò meglio intorno.
Per la prima volta si rese conto che i sarcofagi erano due e non uno solo.
In uno vi era Padmé, ma chi aveva avuto l'onore di essere seppellito al suo fianco?
Sara non lo sapeva, e non aveva tempo per pensare a quello che le sembrava un dettaglio superfluo.
Si mise a cercare il ritratto di cui aveva scritto suo padre nell'indizio e quando lo trovò si mise ad osservarlo attentamente.
Suo padre aveva scritto che vi era un dettaglio più pronunciato degli altri.
Tuttavia alla ragazza sembrava che nulla fosse più pronunciato del resto, le sembrava tutto uguale.
Tutto perfettamente uguale.
Ma poi qualcosa attirò la sua attenzione, una delle pietre della corona della regina.
Con un certa esitazione la ragazza poggiò un dito su quel minuscolo dettaglio e all'inizio non accadde niente, tanto che Sara pensò di aver sbagliato, ma poi il mausoleo iniziò a tremare, come se fosse scosso dalle sue fondamenta.
Una parte del pavimento era sprofondato lasciando intravedere delle scale che scendevano nel buio più profondo.
Sara prese fiato e si avvicinò. Era ad un passo dal conoscere un'altra parte della verità.
Angolo Autrice : Nuovo capitolo :) cosa troverà Sara sotto il mausoleo di Padmé? 😉 E chi è seppellito con la regina? 😉 😉 😉
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