Capitolo 25

-Cosa ti è saltato in mente? Ora Palpatine sa che sei viva! - Bail Organa fissava Padmé con le braccia incrociate sul petto e l'aria contrariata.

-Potrebbe anche pensare di aver sognato - rispose Padmé.

Organa sedette sul divano prendendosi la testa tra le mani. Sapeva bene cosa spingeva Padmé a muoversi in un certo modo, inoltre era anche merito suo se la Ribellione era sorta, ma la ex senatrice doveva muoversi ancora più cauta di tutti gli altri, perché l'imperatore moriva dalla voglia di vendicarsi di lei.

Lei aveva impedito a Palpatine di avere il suo apprenrista, e la morte di Anakin per mano dei cloni bruciava ancora all'imperatore.

Padmé Amidala era la causa di tutte le disgrazie di Palpatine e lui avrebbe fatto di tutto pur di eliminarla dalla faccia della galassia una volta per tutte.

-Posso sapere perché lo hai fatto? - domandò Bail.

-Per fargli capire che non è invincibile - rispose lei.

Il senatore di Alderaan sospirò osservando la sua collega e amica.

Padmé era diventata più fredda dopo la morte di Anakin, provava tanto odio per l'imperatore, colpevole di aver distrutto la democrazia, ma odiava anche se stessa per non aver compreso che razza di persona fosse Palpatine.

Si sentiva in colpa e questo la portava, a volte ad agire da sola, senza il permesso dell'alto comando della ribellione.

Le indagini di Padmé si erano concentrate sul lavoro di un certo scienziato Galen Erso, un vero genio per quanto riguardava la scienza.

La donna aveva il sospetto che l'impero stesse progettando qualcosa di pericoloso, un' arma di distruzione di massa.

Un modo per accentuare la paura che il popolo già aveva del regime, un'arma in grado di distruggere un pianeta con un colpo solo pareva la cosa migliore per consolidare ancora di più il potere.

-Non pensi che così metti a rischio non solo la tua vita, ma anche quella dei ragazzi? Se muori anche tu cosa ne sarà di loro? Non possono sopportare un altro lutto! - dichiarò Bail.

Padmé si alzò dal davanzale su cui era seduta e si voltò verso il suo amico.

-Come puoi pensare che io non abbia pensato ai ragazzi? Per questo sto attentissima a ciò che faccio. - dichiarò Padmé rossa in viso per la rabbia.

-Non sto dicendo questo, Padmé, sto solo dicendo che cercare di vendicarti di Palpatine non ti renderà Anakin - affermò Bail rassegnato.

Padmé lo guardò ancora infuriata ma zittita da una frase terribilmente vera.

Lo sapeva, sapeva che vendicarsi di Palpatine non le avrebbe reso Anakin, ma voleva fare tutto quello che era possibile per deporre un potere ingiusto.

-Lo so, Bail, starò più attenta, te lo prometto. Leia è partita per Coruscant? - domandò la donna cercando di cambiare argomento.

-Sí, sta per cominciare il programma legislativo giovanile - Rispose Bail decisamente più felice di parlare di Leia, anziché di quello che Padmé aveva fatto.

-Sono così fiera di lei, e anche di Luke, vorrei che potessero vivere in una galassia migliore di quella in cui viviamo - dichiarò Padmé sospirando e tornando verso la finestra, e sedendosi di nuovo sul davanzale.

-Questo sta a noi darglielo -

-Vero, ma qualcosa mi dice che loro non staranno a guardare, vorranno avere una parte in questa guerra. Leia non è una persona che si lascia ingannare se c'è da combattere e Luke non è da meno - rispose Padmé e sobbalzò quando vide Anakin abbracciarla da dietro.

Un sorriso spontaneo le nacque sul viso.

Il suo sposo era lì, con lei. Sapeva che Bail non poteva vederlo, quindi fece finta di niente, almeno finché non sarebbero stati soli.

Rimasero in silenzio per un po', poi Organa prese la parola.

-Devo andare, Padmé, però promettimi che non farai altre sciocchezze - dichiarò Bail.

-Tranquillo, non farò altre cavolate - rispose Padmé voltandosi verso di lui.

Bail sorrise per poi allontanarsi.

-Lo capisco, anche io ero molto preoccupato per te, se ti fosse successo qualcosa io... - Anakin la fissò e Padmé comprese di aver fatto un errore a spingersi di nuovo fino a Coruscant.

-Non incominciare anche tu, Ani, perché dubito di riuscire a sopportare un'altra predica - sbuffò la donna.

-Non ho intenzione di farti la przdica, anche perché penso che io, nei tuoi panni avrei fatto le stesse cose che stai compiendo tu - affermò il ragazzo sfiorando la guancia di sua moglie.

I fantasmi di Forza in un certo senso avevano una consistenza quasi fisica e questo portava Anakin a poter toccare Padmé e viceversa, ma forse solo perché erano stati sposati o forse perché la Forza lo permetteva.

-Si sta muovendo qualcosa nella galassia lo sento, ma non so se è una cosa positiva o negativa - dichiarò Padmé, felice di poter essere di nuovo tra le braccia di Anakin, anche se sapeva che il tempo a loro disposizione era molto limitato.

-Posso dirti che è positiva e che non è un qualcosa, ma un qualcuno. Una persona che potrebbe diventare una potente alleata - affermò Anakin accarezzando i lunghi capelli della moglie.

-Alleata? È una donna? - domandò Padmé.

-Una ragazza, la figlia di Adam - rispose Anakin.

-Sara! - il volto di Padmé si illuminò.

Aveva visto la piccola Hershlag solo per poco, ma, da quel poco aveva capito che sarebbe diventata una giovane donna intelligente e sveglia, come lo era stato Adam.

-Sí, sta indagando su di noi, soprattutto su di te, vuole sapere la nostra storia. Ha trovato i tuoi diari su Naboo, e quello su Coruscant - spiegò lo Jedi.

Padmé appoggiò la testa al petto di Anakin cercando le sue mani, il suo calore, che purtroppo non poteva ottenere.

La morte si era messa in mezzo tra loro, separandoli.

-Anche lei rischia la vita, ho visto che ha una taglia molto alta sulla testa. Ho paura che potrebbero farle del male. - Padmé non avrebbe mai sopportato che la figlia di Adam morisse nel tentare di scoprire la verità su di lei.

-Sí, ma non le importa, lei vuole una galassia migliore come lo vuoi tu. Ed è disposta a tutto pur di ottenerla, anche mettere a rischio la sua vita - affermò Anakin.

-Stai vegliando su di lei, vero? - ridacchiò Padmé.

-Sí, è una ragazza in gamba. Ma ora cosa hai in mente di fare? Perché so che non te ne starai con le mani in mano -

-Per ora credo che andrò in città, per il resto ancora non lo so - rispose Padmé e Anakin sorrise stampandole un leggero bacio sulle labbra.

Bacio che lei accolse godendosi il momento fino all'ultimo.

***
Sara tornò all'appartamento di Pooja qualche ora dopo e subito notò il silenzio tombale che era calato come un pesante mantello.

Quando giunse in salotto, trovò le sue compagne e Pooja sedute sul divano, e i loro sguardi parevano tristi e spenti.

-Ragazze cosa succede? - domandò la giovane preoccupata.

Pooja la guardò e Sara sentí che sarebbe svenuta da un momento all'altro.

-Si tratta di tua madre...

-Cosa è successo? - domandò Sara spaventata.

-È morta stamattina, un attentato - rispose Pooja cercando di trattenere le lacrime.

-NO!

Angolo Autrice : e con questa bomba sganciata vi do appuntamento al prossimo capitolo :)

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