Capitolo 2

Le lezioni erano sempre dure, ma Sara era decisa ad arrivare in fondo al l'addestramento.

Era determinata a raggiungere il suo obiettivo, ma sua madre aveva già iniziato a mostrare i primi segni di malcontento.

-Hai una minima idea di cosa succederà se l'impero ti scopre? - le chiese Zahira, sua madre, quella sera, dopo che fu tornata dall'ennesima lezione.

-Mamma ci stanno insegnando ad essere delle ancelle non delle terroriste - dichiarò Sara sedendosi su uno dei divani del salotto.

-La tradizione si è estinta sedici anni fa. Non avreste nemmeno il motivo per scegliere quella via, dal momento che la regina non ha più potere politico - rincarò la dose Zahira.

-Mamma! - sbuffò la ragazza.

-Non ammetto proteste, Sara! Domani vai da Sabé e le dici che lasci il corso! - ordinò Zahira, ma Sara non era disposta a cedere di un centimetro.

-Scordatelo! Non ho alcuna intenzione di farlo! Questa è la mia scelta! Ti da così fastidio che per una volta ho preso una decisione autonoma! Sto imparando tante cose, e non ho intenzione di mollare per le tue paure assurde! - affermò Sara stringendo i pugni per la rabbia.

Zahira a quel punto tirò uno schiaffo in faccia alla figlia, talmente forte da far voltare il viso della ragazza verso destra.

Sara sentí la guancia bruciare per il colpo, ma non batté ciglio.

-Non permetterti mai più di mancarmi di rispetto così! Devo ricordarti cosa ha fatto l'impero a tuo padre? - domandò furiosa Zahira.

La ragazza a quel punto sentí come se l'avessero trafitta.

Suo padre era stato ucciso tempo prima per aver falsificato dei documenti imperiali per permettere ad alcuni Jedi di sfuggire alla corte marziale.

Alla fine davanti alla corte marziale ci era finito lui e Sara era stata costretta a guardare mentre suo padre veniva ucciso.

Non era stata una bella visione, tutto il contrario, ma mentre sua madre aveva deciso di mantenere un basso profilo e sopportare tutte le angherie che venivano compiute, convinta che, finché non avesse attirato l'attenzione nessuno le avrebbe fatto del male, Sara aveva deciso che avrebbe combattuto.

La ragazza non avrebbe permesso che gli assassini di suo padre rimanessero impuniti.

Inoltre il suo sogno era sempre stato diventare un'ancella e nemmeno la disapprovazione di sua madre l'avrebbe fermata.

-No, mamma non l'ho dimenticato, come potrei, era mio padre - rispose lei.

-Ed è proprio per questo che devi lasciare il corso. Se ti scoprono ti uccideranno! Io non posso sopportare un altro lutto! Possibile che tu non lo capisca?! - Zahira aveva le lacrime agli occhi.

Sara capiva la sua paura, ma non sopportava l'idea di restare a casa come un coniglio spaventato che aspettava solo che il predatore sfondasse la porta e se lo mangiasse in un sol boccone.

-No, mamma lo capisco benissimo, non sono stupida! Ma non starò qui a guardare mentre gli assassini di papà dominano la galassia! Strapperò il vessillo imperiale dalle guglie del palazzo reale! Non ho intenzione di starmene con le mani in mano ad aspettare che altri decidano il mio destino - dichiarò Sara guardando la madre negli occhi.

Zahira comprese che le sue paure erano fondate. Sara assomigliava a suo marito, Adam, morto per mano dell'impero.

Lui voleva cambiare la galassia, non voleva essere spettatore passivo delle angherie, aveva aiutato un sacco di persone, falsificando documenti e liberando prigionieri.

Era un volontario della sicurezza del palazzo reale, quindi lo conosceva molto bene.

Il moff Panaka lo aveva voluto integrare nella guardia di palazzo proprio perché era uno dei più esperti combattenti di Naboo, oltre che un vero mago per quanto riguardava il computer.

Quello che però il moff non sapeva era che Adam era anche un fedelissimo della regina Amalia.

Era proprio grazie alle sue abilità che Adam era riuscito ad intercettare una trasmissione la quale spiegava che un trasporto con a bordo dei Jedi diretti su Coruscant avrebbe fatto scalo su Naboo per via di un problema tecnico.

Adam allora aveva raccolto un gruppo di compagni e aveva assaltato il convoglio, liberando i Jedi prigionieri e fornendo loro i documenti necessari alla fuga.

Purtroppo però l'uomo era stato catturato e giustiziato.

Sara - Zahira cercò di dire qualcosa, ma sapeva che non sarebbe riuscita a fare cambiare idea alla figlia.

-No, mamma, io non sono come te - affermò Sara voltando le spalle alla madre e chiudendosi la porta alle spalle.

Si buttò sul letto piangendo disperata.

Sua madre la trattava ancora come una bambina, ma in realtà lei era cresciuta, aveva quasi compiuto diciotto anni.

Alzò la testa dal cuscino e i suoi occhi, gonfi dal pianto osservorono attentamente la camera.

Sembrava la cameretta di una dodicenne, arredata con mobili rosa e con una moltitudine di peluche, ma non era questo il vero problema, poiché a Sara piaceva la sua stanza così come era.

Il vero problema era il fatto che la porta non poteva mai essere chiusa a chiave, come se sua madre temesse di lasciarla sola con sé stessa.

Sara pretendeva un po' di privacy, tanto che aveva cercato di farsi dare la chiave della stanza da Zahira, ma la donna era stata irremovibile.

La camera di Sara non sarebbe mai stata chiusa a chiave.

Ancora sconvolta e con il viso rosso per il pianto, la ragazza allungò la mano verso il comodino prendendo in mano il carillon, un regalo che suo padre le aveva fatto in onore del suo quattordicesimo compleanno.

Il carillon rappresentava una ballerina intenta a danzare sulle punte, ma, solo in quel momento, Sara notò un particolare.

Uno dei fiori sulla base del carillon era più pronunciato rispetto a tutti gli altri.

Incuriosita la ragazza premette quel fiore, ma non successe niente.

Allora provò a girarlo e questa volta il meccanismo si attivò e la ballerina sulla sommità si mosse rivelando uno scomparto segreto.

Dentro vi era un foglio piegato in quattro.

Sara lo prese in mano e lo spiegò.

Era una mappa.

Una Mappa che sembrava indicare una rotta, ma era incompleta.

Si capiva solo che partiva da Naboo per poi andare su Alderaan, ma il resto del foglio era stato strappato.

Sara girò la mappa e vi trovò poche righe scritte da suo padre.

Sara, amore mio, se per un qualche motivo hai per le mani anche solo una parte di questa mappa vuol dire che il piano ha funzionato, ma che io non sono più tra i vivi.
Non ho molto tempo prima che scoprano tutto, quindi devo muovermi.
Il passato non è come sembra, alcune cose sono state modificate per impedire all'impero di scoprire la verità.
Vai al mausoleo della regina Amidala, sulla vetrata che dà sulla via principale di Theed c'è un ritratto della regina. Guarda attentamente quel ritratto, lì vi è un indizio per trovare il secondo pezzo della mappa.
Conto su di te, piccola mia.
Che la Forza sia con te, sempre.

Angolo Autrice : e con questo messaggio di Adam vi saluto :) spero che il capitolo vi piaccia :)

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