Capitolo 19

Sara afferrò la spada, anche se la rivelazione di Sabé l'aveva un po' destabilizzata.

Per affrontare questa prova la ragazza si era cambiata per non essere intralciata dall'ingombrante vestito.

Tuttavia non poteva dire di essere calma, anzi era molto agitata.

Se le prove precedenti erano state più o meno semplici da affrontare, quella doveva essere la VERA prova, quella che determinava se la ragazza sarebbe stata degna di diventare un'ancella oppure no.

Le due uscirono in giardino seguite da tutte le altre.

Zahira era in apprensione, temeva che potesse succedere qualcosa a sua figlia.

Ovviamente Sabé non avrebbe mai fatto del male a Sara, ma era ovvio che non si sarebbe risparmiate.

Eirtaé, Rabé, Saché, Dormé, Pooja e Zahira si sedettero ai lati della piazzola presente nel giardino, che le ancelle usavano per allenarsi pronte ad assistere al duello.

Sara estrasse dal fodero la spada, appena in tempo perché Sabé le fu subito addosso.

La migliore amica di Padmé brandiva due spade e per Sara sarebbe stato difficile prevedere le mosse di una combattente tanto esperta.

Le spade si incrociarono provocando un suono metallico e sprizzando scintille.

Sara indietreggiò di mezzo passo, dovuto al contraccolpo delle lame contro la sua.

Non poteva affrontare Sabé con una, spada sola.

Diede un calcio all'ancella per allontanarla per poi partire all'attacco, ma così facendo lasciò scoperto il fianco.

Questo non sfuggì alla sua avversaria che ne approfittò per colpirla proprio nel punto rimasto scoperto.

La ferita non era profonda, ma serviva a Sara come monito, doveva stare attenta, non poteva permettersi di abbassare la guardia.

Le due contendenti iniziarono a girare intorno ad un immaginario centro studiandosi a vicenda e aspettando la mossa dell'avversaria.

Sara decise di rompere gli indugi balzando verso Sabé che si preparò a ricevere il colpo che però non arrivò.

La giovane aveva fatto una finta e si fiondata sulla spada laser di Anakin Skywalker (che Dormé aveva lasciato per terra a pochi centimetri da loro) , attivandola.

-Notevole - fu l'unica cosa che disse Sabé.

Sara però non si lasciò distrarre. Il cuore le batteva forte, sentiva il sangue fischiarle nelle orecchie, le mani sudavano a contatto con le armi che teneva in pugno, il fiato si era fatto pesante per lo sforzo prolungato, ma non avrebbe permesso alla stanchezza, la quale iniziava a farsi sentire, di avere la meglio sulla sua forza di volontà.

Sabé non esitò oltre e partí all'attacco.

Sara incrociò le spade davanti a sé parando i colpi.

Lampi azzurri si sprigionarono al contatto della spada laser di Anakin con le lame di Sabé.

Le spade dell'ancella avevano subito un leggero danno, ma niente di grave se si pensava a quanto fossero letali le armi Jedi, infatti erano in grado di tagliare qualunque cosa, metalli compresi.

Le spade di Sabé dovevano essere state create per resistere persino agli assalti di uno Jedi.

-Coraggio, so che puoi fare di meglio - dichiarò Sabé allontanandosi.

Sara comprese che doveva inventarsi qualcosa, perché era certa che Sabé si stesse risparmiando.

Altrimenti l'ancella l'avrebbe già sconfitta senza alcun problema molto tempo prima.

Scattò di nuovo in avanti e questa volta puntava dritta a Sabé.

Le donne si scambiavano colpi precisi e potenti, lampi azzurri illuminavano i loro visi.

Tuttavia il duello pendeva leggermente in favore di Sabé, ma forse per via della pratica.

Ma Sara era determinata e non avrebbe permesso a nessuno di mettersi tra lei e il suo obiettivo.

Sabé ripartí alla carica e questa volta Sara era pronta.

Di nuovo le spade si incontrarono, ma stavolta Sara precedette l'attacco di Sabé.

La ragazza, forte della sua determinazione, iniziò a tempestare la sua avversaria di colpi.

Sabé riuscì più o meno a pararli tutti, tranne l'ultimo.

Con due colpi di spada Sara riuscì a disarmare Sabé, che rimase giusto un po' sorpresa.

L'ancella rilasciò un sospiro di sollievo, forse perché era felice che lo scontro fosse finito.

Sara lasciò cadere a terra le armi rimanendo in attesa.

-Brava, c'è l'hai fatta. Mi hai battuta questo vuol dire che hai la stoffa per essere una vera ancella, adesso però devi scegliere un nome. - dichiarò Sabé con solennità.

Sara prese fiato, guardando le sue armi e poi le altre ancelle, sua madre e Pooja, consapevole che una parte del suo viaggio era terminata, un'altra stava per cominciare.

Un viaggio lungo e pericoloso che l'avrebbe portata nel cuore dell'impero, a Coruscant.

Là dove tutto era finito e cominciato allo stesso tempo.

-In onore di una ancella che ha dato la vita per la senatrice Amidala, il mio nome d'ora in avanti sarà : Cordé - annunciò la ragazza lasciando tutte le donne lì presenti di stucco.

Nessuno si immaginava che Sara avrebbe scelto come nome da ancella il nome di una di loro, morta tempo prima.

-Bene - Sabé sorrise per poi avvicinarsi alla sua pupilla e abbracciarla.

Dopo di lei si aggiunsero Dormé, Eirtaé, Saché, Rabé, Pooja e, ultima, ma non ultima Zahira più che mai fiera di sua figlia.

Sara si trovò sommersa da quegli abbracci sinceri e dovette trattenere le lacrime.

Quando le ragazze lasciarono libera Sara, Zahira si avvicinò e la strinse forte, come non aveva più fatto per molto tempo.

-Sono fiera di te, figlia mia - dichiarò la donna scompigliando i capelli di Sara e baciandole le guance.

-Mamma - Sara arrossì fino alla punta delle orecchie, terribilmente imbarazzata.

Non era abituata al fatto che sua madre si lasciasse andare ad effusioni in pubblico.

La ragazza però non poteva che esserne felice, era uno dei pochi momenti in cui Zahira si lasciava andare.

-Mi dispiace, per aver cercato di metterti i bastoni tra le ruote, per aver cercato di convincerti a lasciare le lezioni e per aver provato per anni a trasformarti nella copia di me quando ero ragazza - affermò Zahira senza riuscire a staccarsi da sua figlia, consapevole che presto sarebbe partita e che sarebbe passato molto tempo prima di rivederla.

Sara a quel punto scoppiò a piangere lasciando andare la tensione e l'adrenalina che le aveva permesso di vincere il duello contro Sabé.

Quel pianto liberatorio era il solo modo che Sara aveva per sfogarsi.

-Ehi, ehi, calma - affermò Saché a quel punto Zahira si staccò da Sara, ma la ragazza non aveva smesso di piangere.

Questa volta fu Sabé ad abbracciare Sara.

L'ancella le accarezzava i capelli cercando di calmare la giovane.

-Mi dispiace, mi dispiace, sono felice per questa vittoria, ma non so perché non riesco a smettere di piangere - affermò lei tra le braccia di Sabé.

-Non è così sbagliato piangere, Cordé. Sei un'ancella, ma sei anche un essere umano e provare emozioni è normale, così come il pianto - sorrise Sabé.

Sara fece cenno di assenso con la testa, senza dare peso al fatto che Sabé l'aveva chiamata con il suo nuovo nome.

Quando la giovane si fu calmata si voltò verso Pooja che sorrise.

-Prima di partire, Pooja vorrei fare una cosa - dichiarò Sara.

-Cosa?

-Vorrei rendere omaggio a sire Anakin.

Angolo Autrice : Eheh non pensavo di riuscire ad aggiornare, ma ci sono riuscita :) come vi sembra? 😉

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