Capitolo 15

Sara non pensava che Sabé dicesse sul serio quando aveva affermato che il suo apprendistato da ancella era appena cominciato.

Invece la migliore amica di Padmé Amidala faceva terribilmente sul serio.

Da quando avevano letto quel brano del diario di Padmé, le giornate della giovane si erano riempite di ore di studio : della danza, delle acconciature, degli abiti, delle tattiche di spionaggio, di autodifesa, di scherma, tiro con l'arco, utilizzo del blaster e lingue straniere, poiché un'ancella doveva saper fare molte cose, ed era necessario che la ragazza imparasse in fretta.

Per fare ciò tutte le ex ancelle di Padmé si erano impegnate a farle da mentore.

Da Rabé aveva appreso l'abilità nel leggere il linguaggio del corpo e le labbra, per il quale la ex ancella aveva un grande talento.

Da Dormé aveva imparato l'incarico di curatrice del guardaroba e del trucco, utilissimo per celare la propria identità.

Da Saché le venne insegnata l'arte della diplomazia e la istruí sulla politica in generale.

Eirtaé le insegnò tutto quello che c'era da sapere sulla musica e la scienza, soprattutto a riconoscere veleni e antidoti attraverso il gusto e l'olfatto.

Sabé era la più esigente di tutte, e anche quella che aveva più materie a cui sottoporre Sara.

L'ancella infatti le insegnò un complicato codice (verbale e non verbale), che era stato inventato dalla regina Amidala e dalle ancelle stesse in modo da poter comunicare inosservate.

Inoltre le insegnò l'uso della spada, arte che Sabé aveva appreso da Versé, una delle ancelle morte insieme a Cordé nell'attentato alla piattaforma che avrebbe dovuto uccidere Amidala e l'abilità a modificare la voce al punto che anche un identificatore vocale sarebbe risultato difficile riconoscerla.

Per le abilità con il blaster collaboravano tutte e tutte erano esigenti e pretendevano il massimo impegno da parte di Sara.

Lei faceva del suo meglio, anche se a volte non eccelleva, ma si impegnava per riuscire anche dove non era molto brava.

-Non puoi aspettarti di eccellere subito in tutto, datti del tempo - le disse una sera Dormé dopo che Sara non era riuscita a fare una cosa.

-Non ho molto tempo, sento che dovrò essere pronta il prima possibile - affermò Sara.

-Dovrai aspettare - intervenne in quel momento Sabé entrando in quel momento nella stanza dove Dormé e Sara stavano parlando.

-Forse hai ragione - sbuffò la ragazza sdraiandosi sul divano su cui era seduta.

-Dovresti uscire in giardino e distrarti un attimo, so che è brutto il fatto che sei rinchiusa in questa casa, ma dobbiamo fare in modo che l'impero si distragga un attimo - affermò Sabé.

Sara annuì alzandosi e uscendo dalla stanza.

Recuperò i diari di Padmé, poiché voleva leggere il più possibile sulla vita della senatrice e regina.

Si sdraiò sulla panchina vicino alla fontana nel punto più ombreggiato, dove il caldo dell'estate era leggermente mitigato e prese di nuovo il diario color viola.

Sapendo bene che, probabilmente sarebbe stata una lettura impegnativa e forse dolorosa, Sara prese un profondo respiro.

Lo aprí nel punto successivo a dove aveva letto qualche giorno prima con le altre ancelle.

Il parto è stato molto doloroso, ma sono felice di stringere tra le braccia i miei figli.
Sí, Anakin, i nostri figli, sono due gemelli, un maschio e una femmina, li ho chiamati Luke e Leia.
Sono nati da poche ore, ma già li amo più di ogni altra cosa nella galassia.
Queste due creaturine così piccole e innocenti, sono il frutto del nostro amore proibito e io li crescerò al meglio.
Per un po' starò a Varykino, poi non so cosa succederà, per ora non voglio pensarci.
Forse avvertirò i miei genitori che sto arrivando, magari darò loro delle spiegazioni, dopotutto gliele devo.
Loro non sapevano niente, né della mia relazione con Anakin, né del nostro matrimonio e neppure che fossi incinta di lui.
D'altronde non potevo nemmeno dire molto, visto che, in teoria, i Jedi non potevano sposarsi né avere relazioni stabili.
Una regola stupida a mio parere.
Ma d'altronde cosa ci si può aspettare da coloro che non si erano accorti che la galassia intera era nelle mani di un signore oscuro dei Sith?
Non dovrei sorprendermi.
Le loro stupide regole mi hanno portato via il mio sposo!
Loro che non avevano mai fatto niente per aiutarlo!
Lo hanno sempre e solo rimproverato e umiliato!
Non lo hanno mai nemmeno ascoltato!
Persino Obi-Wan non aveva compreso Anakin fino in fondo!
Obi-Wan, chissà dov'è ora e se sa che Anakin è...
Adesso sono a bordo della mia chiatta diplomatica, diretta su Naboo.
Non tornerò su Coruscant, non voglio vedere altre morti.
In questo momento i gemelli dormono, sono rimasta a osservarli per ore, guardando ogni minimo particolare dei loro piccoli visi.
Anakin, sarai fiero dell'uomo e della donna che diventeranno, te lo posso giurare.
Adesso vado a letto, ho bisogno di riposare .

Sara voltò la pagina sperando di trovarne un'altra, ma invece il diario era finito.

No, non poteva essere terminato così!

Padmé doveva avere lasciato altri indizi.

Si alzò di scatto dalla panchina, rientrò in casa, ignorando sua madre che le domandava dove stesse correndo e salí velocemente le scale che portavano ai piani superiori della villa.

Aprí la porta della sua stanza e si sdraiò a terra estraendo da sotto il letto la cassetta che aveva trovato nel mausoleo della regina.

La aprí e rovesciò il suo contenuto sul pavimento, ma non vi erano altri diari oltre a quelli che aveva trovato la prima volta.

Eppure DOVEVA esserci dell'altro.

Riprese in mano il diario viola e lo osservò attentamente, tanto che, se qualcuno l'avesse vista, avrebbe potuto pensare che volesse scomporlo e analizzarlo in ogni sua parte.

Sara era certa che ci fosse un altro diario oltre a quelli che aveva già letto, era una sensazione che si portava dietro da quando aveva aperto quello viola.

Recuperò il suddetto diario e iniziò a sfogliarne le pagine, rileggendo ogni singola riga, cercando oltre quelle fitte righe scritte in vari colori, un'indizio, una traccia, un'auto che le dicesse che le sue supposizioni erano giuste e non frutto di una fantasia.

Sara era sicura, o meglio qualcosa dentro di lei le suggeriva, che la storia non era finita con il diario viola, che Padmé Amidala o meglio Padmé Naberrie Skywalker aveva altro da raccontare.

Ma non vi era niente tra quelle righe che desse ragione a quella sua sensazione.

Frustrata, la ragazza gettò a terra il diario affondando i talloni nel morbido tappeto che copriva il pavimento.

Era una reazione infantile, questo lo sapeva ma la faceva sentire meglio.

Tuttavia qualcosa attirò l'attenzione della ragazza, un rumore a cui all'inizio non aveva fatto caso.

Il segnalibro viola, con preziose decorazioni in ametista, aveva prodotto un suono metallico quando il diario era stato sbattuto a terra.

Incuriosita, la ragazza riprese in mano il quaderno, osservando attentamente il segnalibro.

All'inizio non notò nulla, ma una osservatina più attenta rivelava che vi era qualcosa.

Infatti, proprio al centro del segnalibro vi era una tasca.

Sara prese fiato e aprì la tasca. Le mancò il respiro quando estrasse una piccola chiave.

Oltre alla chiave vi era un foglietto piegato in quattro.

La ragazza estrasse il foglio e lo aprí.

Vi era un disegno, fatto a carboncino, di Padmé che abbracciava Anakin, in un angolo vi era una scritta.

Varikyno.

Sara ebbe un'idea.

Doveva raggiungere la regione dei laghi.

Angolo Autrice : Eccomi, eccomi nuovo capitolo, che doveva uscire ieri, ma visto che era tardi (le undici) ho deciso di posticipare ad oggi.
Spero che vi piaccia :)

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