Capitolo 123
Padmé entrò in quella che era stata la stanza sua e di Anakin con un misto di nostalgia e felicità al tempo stesso.
Varykino le dava sempre quella sensazione, quel luogo l'aveva vista felice, insieme al suo sposo e non poteva dimenticare che a quel luogo erano legati molti ricordi belli, dal matrimonio, al concepimento dei loro figli, perché sì, Luke e Leia erano stati concepiti proprio lì a Varykino.
La donna si concesse una risata, come non accadeva da tempo, forse poteva finalmente togliersi la maschera da donna tutta d'un pezzo e provare a sorridere di più, anche se non le era facile.
Forse era ora di andare avanti anche per lei, Ayrton e gli altri le avevano impedito di uccidere Palpatine, forse perché sapevano che Padmé lo avrebbe ucciso per vendetta e questo avrebbe, in qualche modo, incrementato il lato oscuro già presente nella ex regina ed ex senatrice.
Padmé, sotto un certo punto di vista, doveva la sua salvezza proprio ai sei Jedi Grigi, i quali avevano deciso di rimanere su Coruscant con Leia e Jyn, poiché volevano aiutare e la donna sapeva bene a cosa si riferivano gli Jedi.
L'imperatore era morto, ma la battaglia non era ancora finita, vi erano ancora degli ammiragli che avrebbero fatto di tutto pur di occupare il posto lasciato vuoto da Palpatine, eppure Padmé non era del tutto convinta che fosse veramente finita.
-Sei troppo tesa, angelo mio, perché non riesci a goderti questa vittoria? - domandò Anakin comparendo alle spalle della donna e abbracciandola da dietro.
Padmé sorrise quando lo avvertì così vicino, sospirando appena.
-Perché sento che non è finita, Ani, questo è solo l'inizio - il tono di Padmé era cupo era come se lei sapesse qualcosa o forse era solo una sensazione di Anakin.
-Hai avuto una visione, vero? - volle sapere Anakin.
Padmé si limitò ad annuire, senza dare alcuna spiegazione in più, era come se non volesse aprirsi con nessuno, nemmeno con lui.
La donna mise una mano nella scollatura del vestito, tirando fuori il ciondolo di jackpor che le aveva regalato suo marito molti anni prima.
-Ricordo quando te l'ho dato - affermò l'uomo con un sorriso strappandone uno anche a Padmé.
-Anche io, all'epoca non avrei mai immaginato che ci saremmo sposati e avremmo avuto dei figli - Padmé lasciò che quel ricordo le riempisse la mente e allontanasse, almeno per il momento, i brutti pensieri.
-Penso che solo la Forza sapeva come si sarebbero evoluti i nostri destini -
Padmé annuì, la Forza sapeva tutto, così come sapeva che prima o poi lei e Anakin si sarebbero innamorati.
Un sentimento, il loro, che era riuscito a superare anche la morte.
Padmé si staccò da Anakin uscendo sul balcone.
La gentile brezza del pomeriggio mosse le chiome castane della donna, la quale però continuava a sentirsi irrequieta, e non sapeva il perché, almeno non di preciso.
-Sei preoccupata per Sara e Luke, vero? - domandò Anakin raggiungendola.
-Anche. Non scherzavo quando affermavo che diventerà una grande regina, forse una delle più abili che abbiano mai governato Naboo. Ma in questo momento non è Sara a preoccuparmi, lei ha me, Sabé, Tonra e Luke al suo fianco e non la abbandoneremo. No io sono preoccupata per un altro motivo. Sono certo che Palpatine aveva previsto la sua morte, c'è qualcos'altro sotto, mio amore e io ne sono certa - dichiarò Padmé.
Non ne aveva scritto nel suo ultimo diario, non ne aveva avuto il tempo, ma sentiva che vi erano delle cose che non erano molto chiare.
-Ritieni che Palpatine avesse immaginato la sua morte e che quindi si fosse organizzato di conseguenza? - chiese Anakin, anche se, forse, iniziava a capire il senso del discorso di sua moglie.
-Mi sembrava il genere di persona che vagliava ogni possibile opzione, morte compresa, io l'ho conosciuto bene, dal punto di vista politico e so che non avrebbe mai permesso a nessuno di prendere il suo posto. Forse non era riuscito a prevedere come sarebbe morto o da chi sarebbe stato tradito, ma sono certa che avesse un piano di riserva - Padmé si sentiva quasi male a parlare di quelle cose, ora che l'imperatore era morto.
-Scusa, non volevo riempirti la testa di dubbi, hai ragione, dovrei essere felice, perché Palpatine è stato sconfitto, e sono felice, ma al tempo stesso non riesco a togliermi dalla testa la visione che ho avuto qualche tempo fa. - continuò la donna.
Anakin le baciò con dolcezza il collo fino all'orecchio per poi sussurrarle :
-Parlamene.
Padmé prese un profondo respiro, abbandonandosi alla sensazione meravigliosa che Anakin le stava trasmettendo solo con quei gesti.
-Non è molto chiara, vedo una flotta di Star Distroyer, talmente grande come non ne avevo mai viste. Non so dirti in che punto dello spazio ero, ma erano stardistroyer imperiali, poi la visione cambiava, vedevo il tempio Sith di Exigol. Non so cosa significhino queste visioni, ma sono preoccupata.
Anakin era preoccupato a sua volta, Padmé non era il genere di persona che si allarmava facilmente, ma quelle visioni erano decisamente allarmanti.
Avrebbero dovuto indagare, ma non in quel momento.
-Adesso non pensarci, troveremo una soluzione, ma ora cerca di riprenderti e di aiutare Sara con la campagna elettorale, le servirà la tua esperienza-
Padmé dovette dare ragione ad Anakin, non aveva le forze necessarie per poter affrontare una nuova avventura, anche perché la guerra, non era ancora finita, vi erano ancora degli uomini fedeli a Palpatine all'interno della galassia.
Prima dovevano riformare la repubblica, poi avrebbero pensato al piano post-mortem di Palpatine.
Chiuse gli occhi, godendosi la prezznza di Anakin e la sensazione delle labbra di lui sul suo collo.
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