Capitolo 102
Come previsto da Anakin le guardie sarebbero state lontane per un'ora e questo significava che dovevano sbrigarsi.
Sara, Luke, Leia, Jyn e Padmé si infilarono nella botola trovandosi all'interno di un lungo corridoio, stretto e illuminato solo dalla torcia che Jyn stringeva in mano.
-Non vorrei che voi foste qui - dichiarò Padmé mettendosi alla testa del gruppo.
-Mamma abbiamo voluto noi venire con te - dichiarò Luke.
-Infatti, se siamo qui è per una nostra scelta, quindi non sentitevi in colpa - affermò Jyn passando la torcia a Padmé e imbracciando il blaster.
Anakin aveva fatto una lezione a tutti loro sugli Assassini Sith e sulle loro abilità, metterli al muro non sarebbe stato per niente semplice, ma dovevano farcela, ne andava della salvezza dell'intera galassia.
Pooja avrebbe voluto seguire Padmé e gli altri, ma la ex senatrice si era opposta, non avrebbe permesso anche alla nipote di rischiare la vita.
Tuttavia le ancelle della giovane Naberrie si erano messe a disposizione come spie, ed erano state utilissime, perché avevano riferito al gruppo le posizioni di tutti gli Stormtroopers presenti nel palazzo più gli Assassini.
Padmé era però convinta che la nipote e le ancelle non sarebbero state ferme e buone in un angolo, avrebbero agito, il problema era che non sapeva in che modo.
-Coraggio, andiamo - affermò Padmé iniziando a camminare.
Il corridoio era stretto, si sentiva solo il rumore dei passi del gruppo e l'agitazione che si faceva sempre più palpabile mano a mano che la resa dei conti si avvicinava.
Le mani sudavano a contatto con le impugnature, i respiri si facevano sempre più affannati e i cuori battevano all'impazzata.
Erano tutti consapevoli di quello che stava per accadere, se avessero sconfitto Palpatine la galassia sarebbe stata salva, se invece avrebbero fallito, allora sarebbe stata la fine per tutti.
L'imperatore l'avrebbe fatta pagare ad ognuno dei rivoltosi, ne erano fin troppo consapevoli.
-Ci siamo - affermò Padmé estraendo il blaster dalla fondina.
Il passaggio si aprí in quel momento, lasciando intravedere il corridoio che si trovava oltre.
Non vi erano colonne dietro cui nascondersi, avrebbero dovuto essere abilissimi nell'evitare i colpi che sarebbero arrivati dai loro avversari.
Anakin era stato chiaro circa l'equipaggiamento degli Assassini Sith, raramente essi usavano i blaster, quindi loro avevano il vantaggio di poter attaccare da lontano.
Padmé avrebbe voluto che i suoi figli fossero da tutt'altra parte, avrebbe voluto che non fossero costretti a nascondersi, che avessero potuto avere una vita normale, ma non era possibile, non finché ci fosse stato Palpatine in circolazione.
La ex senatrice sentiva l'odio che provava verso colui che le aveva tolto suo marito dalle braccia ribollire come una pentola a pressione, presto sarebbe esplosa, tuttavia, sapeva che non poteva lasciarsi andare all'odio, perché era quello che l'imperatore voleva.
Aveva in testa un piano ben preciso, ma ci sarebbe voluto un bel po' per metterlo in atto.
-Direi che ci siamo - affermò Luke mentre Sara annuiva.
Il corridoio pareva deserto, ma Sara era certa che non fosse così, perché era impossibile che l'imperatore lasciasse un corridoio vuoto, e poi Anakin non avrebbe mai dato loro delle informazioni sbagliate.
-Ani, sono vicini, lo sento - dichiarò Padmé al marito che era apparso al suo fianco.
-Sí, state attenti, sono solo due, ma ricorda di non sottovalutarli -
Padmé annuì, la battaglia stava per cominciare.
***
Raggiungere Saché non fu per niente facile, nonostante Sabé conoscesse la capitale meglio di chiunque altro.
Sapeva della presenza degli inquisitori, così come sapeva che Del Meeko e Iden Versio si erano uniti alla causa del popolo di Naboo, tuttavia vi erano alcune cose che preoccupavano l'ancella, prima fra tutte il fatto che sua figlia fosse a pochi passi dall'imperatore con il rischio di perderla per sempre.
Se le fosse successo qualcosa Sabé non sapeva cosa sarebbe stata in grado di fare.
-Probabilmente uccideresti l'imperatore - affermò la voce di Tonra e la donna rimase sorpresa nel vederlo.
-Tonra - Sabé abbracciò il suo compagno che ricambiò.
-Sono felice di rivederti, ero preoccupato per te - dichiarò Tonra con aria visibilmente tesa.
-Mi dispiace, non era mia intenzione farti impensierire.
-Non fa niente, la nostra bambina come sta? - volle sapere Tonra, mentre faceva segno alla donna di seguirlo.
-La nostra bambina sta bene e combatte al fianco di Padmé - rispose Sabé.
In lontanza si sentiva il rumore dei blaster che sparavano, la battaglia era in pieno svolgimento e Sabé sentiva l'urgenza di raggiungere i compagni.
Erano in pochi, organizzati certo, ma pochi, contro un gigante che era l'esercito imperiale, Sabé non sapeva se sarebbe uscita viva da quello scontro, fatto stava che avrebbe combattuto fino all'ultima goccia di sudore e di sangue per impedire all'impero di vincere.
-Bentornata, Sabé - sorrise la giovane regina Dalné quando la donna e Tonra raggiunsero lei e il piccolo gruppo che le faceva da seguito, tra cui vi erano anche Saché e Del Meeko.
Il palazzo reale distava una strada, ma era troppo sorvegliato per riuscire a passare inosservato, in più non vi era ancora traccia dei caccia Ala- X che la ribellione avrebbe dovuto mandare in soccorso ai nubiani, Sabé aveva abbattuto uno Star Distroyer per riuscire ad atterrare e ringraziò mentalmente Padmé per aver munito la chiatta diplomatica di così tanti armamenti, di cui prima era sprovvista.
Padmé era stata molto abile nell'adattare armi e navi alle sue esigenze e Sabé la ammirava per questo.
Certo, sapeva anche che Padmé aveva usato la scusa di voler distruggere l'impero per vendicarsi, e Sabé sperava che la sua amica non facesse sciocchezze, perché la donna sapeva quanto la sua amica era in grado di arrivare quando le persone a cui teneva erano in pericolo.
-Grazie, altezza. Vedo che entrare non è possibile - affermò Sabé.
-Dovremmo riuscire ad allontanare le guardie dall'entrata - dichiarò la regina.
-Maestà, permettete? Io avrei un'idea - Del si fece avanti, in mano teneva un petardo.
-Cosa vuoi fare? - chiese la regina.
-Questo - il ragazzo lanciò il petardo abbastanza lontano, la piccola esplosione che provocò bastò per allontanare alcune delle guardie dall'entrata.
-È fatta! Andiamo - affermò Sabé mentre con il resto del gruppo si dirigeva verso le scale del palazzo.
Nel frattempo Saché spiegò alla collega che nel resto della città molti abitanti stavano usando tattiche di guerriglia in modo da tenere impegnate le truppe imperiali di terra, mentre i piloti avrebbero pensato alle navette, ma sarebbe stato molto complicato visto che erano in pochi, avevano veramente bisogno dei rinforzi promessi dalla ribellione.
Sabé pregò la Forza che i rinforzi arrivassero in fretta, ma per ora dovevano cavarsela con le loro sole forze.
Affrontare un inquisitore non sarebbe stato per niente semplice, ma loro erano in sette e l'inqisitore era solo, potevano contare sul numero, ma solo su quello, nulla di più, per il resto avrebbero dovuto basarsi sulla fortuna.
-Il coraggio è la nostra unica arma in questo momento - affermò Sabé.
Erano pronti. Almeno Sabé lo sperava.
Angolo Autrice : La resa dei conti è ufficialmente iniziata :) pronti per l'inizio della fine? 😉 😉 😉 Vi aspetto alla prossima e che la Forza sia sempre con tutti noi :)
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