C'era una volta un cacciatore.

Egli viveva in una baita sperduta tra i monti. Ogni mattina si levava all'alba e andava nel bosco in cerca di cibo aiutato dal suo fedelissimo cane, mentre di sera si recava a bere e divertirsi con gli amici nella solita locanda.

Vi era infatti nei dintorni un piccolo villaggio di contadini e pastori, i quali nutrivano un profondo affetto nei confronti del cacciatore che da anni proteggeva i loro raccolti e i loro greggi dai lupi.

Al contrario, guardavano con grande diffidenza il mastino da lui addomesticato. Era una bestia pericolosa, dicevano. E non a torto: ringhiava sempre, azzannava chiunque provasse a toccarlo e aveva il brutto vizio di sbranare pecore e galline.

Presto divenne opinione collettiva che quella belva fosse uno strumento del diavolo, e che andasse abbattuta, ma il cacciatore si rifiutò poiché ne aveva bisogno per procurarsi da mangiare.

Almeno finché, durante una notte oscura, l'intero villaggio non venne svegliato da grida terribili.

Gli uomini più coraggiosi accorsero, muniti di torce e forconi, e trovarono i resti dilaniati di una donna che ancora stringeva il corpo altrettanto martoriato del suo bambino. Il colpevole non poteva che essere quel mastino tanto feroce.

Non potendo opporsi di fronte a una simile tragedia, il cacciatore accettò a malincuore di sottostare alle richieste dei popolani. La mattina seguente condusse quindi il cane nel bosco, che lo seguì docile com'era abituato a fare fin da cucciolo. Imbracciò il fucile, gli sparò e ne seppellì la carcassa in una fossa.

Quando la notizia della sua morte raggiunse il villaggio, tutti ne furono rallegrati. Finalmente il demonio se n'era andato! Il male era stato estirpato! Erano al sicuro!

All'indomani, il buon cacciatore avrebbe acquistato un altro mastino. Lo avrebbe cresciuto a bastonate, a calci, affamandolo e incatenandolo per renderlo obbediente ai suoi comandi, senza mai dargli una sola carezza o rivolgergli un gesto d'amore.

Lo avrebbe addestrato, esattamente come aveva fatto con il primo.