5. Harry( versione Larry della Sirenetta )
Storia suggerita da LastForKiss
In mezzo al mare l'acqua era azzurra come i petali dei più bei fiordalisi e trasparente come il cristallo più puro, ma era profonda, molto profonda.
Proprio lì abitavano le genti del mare....
Sul fondale crescevano alberi stranissimi e piante con gli steli e i petali così sottili che si curvavano al minimo movimento dell'acqua, come fossero eterei umani.
Tutti i pesci, grandi e piccoli, nuotavano tra i rami, proprio come facevano gli uccelli nell'aria.
Nel punto più profondo si trovava il castello del re del mare.
Le sue mura erano di corallo e le alte finestre ad arco erano fatte con ambra chiarissima, mentre il tetto era formato da conchiglie che si aprivano e si chiudevano secondo il movimento dell'acqua.
Il re del mare era vedovo da molti anni, ma la sua vecchia madre governava la casa e si occupava dei suoi nipoti.
Erano sei, cinque graziose fanciulle e, come ultimo, un ragazzo bellissimo, con una pelle chiara e delicata come un petalo di rosa e occhi verdi come un prato in primavera, ma, come le sue sorelle, non aveva piedi, dato che il suo corpo terminava con una coda di pesce.
Era, infatti, una sirena.
Harry, così si chiamava il giovane principe, amava sentire parlare del mondo degli uomini e la vecchia nonna dovette raccontargli tutto quello che sapeva delle terre emerse.
«Quando compirete quindici anni» disse la nonna un giorno «avrete il permesso di affacciarvi fuori dal mare, sedervi al chiaro di luna sulle rocce e osservare le grosse navi che navigano...vedrete inoltre anche i boschi e le città.»
La principessa più grande compì quindici anni dopo un mese e poté raggiungere la superficie del mare.
Tornata a casa, ebbe cento cose da raccontare, ma quella più bella, secondo lei, era stata stendersi al chiaro di luna su un banco di sabbia nel mare calmo e guardare, verso la costa, la grande città piena di luci che brillavano come centinaia di stelle, sentire la musica e il rumore delle carrozze degli uomini, guardare le moltissime torri e i campanili e ascoltare le campane che suonavano.
Harry ascoltò con attenzione il racconto e, quando poi a sera inoltrata andò alla finestra per guardare in alto attraverso l'acqua scura, pensò alla grande città con tutto quel rumore e gli sembrò di sentire il suono della campana che arrivava fino a lui.
L'anno dopo, la seconda sorella ebbe il permesso di risalire l'acqua e di nuotare dove voleva.
Si affacciò proprio quando il sole stava tramontando e trovò che quella vista fosse la cosa più bella.
Tutto il cielo sembrava dorato, raccontò, e le nuvole rosse e viola avevano navigato sopra di lei, ma, molto più veloce delle nuvole, era passato come un lungo velo bianco uno stormo di cigni selvatici, che si dirigeva verso il sole.
Anche lei aveva cominciato a nuotare verso esso, ma questo era scomparso e i riflessi rosati si erano spenti sulla superficie del mare e sulle nuvole.
L'anno successivo toccò alla terza sorella: era la più coraggiosa di tutte e risalì un largo fiume che sfociava nel mare.
Vide belle colline verdi con vigneti, castelli e fattorie che spuntavano tra verdissimi boschi, sentì come cantavano gli uccelli e il sole scaldava tanto che dovette spesso buttarsi in acqua per rinfrescare il viso infuocato.
La quarta sorella non fu così coraggiosa, restò in mezzo al mare aperto e raccontò che proprio lì stava il piacere, poteva guardare per molte miglia in ogni direzione e il cielo sopra di lei le era sembrato una grossa campana di vetro.
Aveva visto delle navi, ma da lontano e le erano parse simili a gabbiani, gli allegri delfini avevano fatto le capriole e le grandi balene avevano soffiato l'acqua dalle narici ed era stato come vedere cento fontane attorno a sé.
Venne poi il turno di Harry, il suo compleanno cadeva in inverno e, per questo, vide cose che le altre non avevano visto.
Il mare appariva verde e tutt'intorno galleggiavano grosse montagne di ghiaccio...sembravano perle, raccontò, ma erano molto più grandi dei campanili che gli uomini costruivano.
Si mostravano nelle forme più svariate e brillavano come diamanti.
Si era seduto su una delle più grosse e tutti i naviganti, avendolo visto, erano fuggiti spaventati dal luogo in cui lui si trovava, poi, verso sera, il cielo si era ricoperto di nuvole, c'erano stati lampi e tuoni e il mare nero aveva sollevato in alto i grossi blocchi di ghiaccio illuminati da lampi infuocati.
Su tutte le navi si ammainavano le vele, dominava la paura e l'angoscia, lui invece se ne stava tranquillo sulla sua montagna di ghiaccio galleggiante e guardava i fulmini azzurri colpire a zig-zag il mare illuminato.
Da quel momento ogni sera, quando poteva, Harry risaliva in superficie e guardava il mondo.
Un giorno il sole era appena tramontato, quando mise la testa fuori dall'acqua e si lasciò accarezzare dall'aria mite e fresca.
C'era una grande nave con tre alberi, ma una sola vela era tesa perché non c'era abbastanza vento, infatti fra le sartie e i pennoni stavano seduti i marinai in attesa.
C'erano musica e canti e, man mano che scendeva la sera, si accendevano centinaia di luci.
Harry nuotò fino all'oblò di una cabina e, ogni volta che l'acqua lo sollevava, vedeva attraverso i vetri trasparenti molti uomini ben vestiti, ma, il più bello di tutti era però un giovane abbigliato elegantemente, che aveva grandi occhi blu.
I marinai ballavano sul ponte e, quando il ragazzo uscì, si levarono in aria più di cento razzi che illuminarono a giorno la notte.
La sirena si spaventò e si rituffò nell'acqua, ma, poco dopo, rimise fuori la testa e gli sembrò che tutte le stelle del cielo cadessero su di lui.
Non aveva mai visto fuochi di quel genere....grandi soli giravano tutt'intorno, bellissimi pesci di fuoco nuotavano nell'aria azzurra e tutto si rifletteva nel bel mare calmo.
Era ormai tardi, ma Harry non riusciva a distogliere lo sguardo dalla nave e dal bel giovane che, da quello che riuscì a capire, doveva essere un principe.
Le luci variopinte ad un certo punto vennero spente, i razzi non vennero più lanciati in aria, non si udirono più colpi di cannone, ma, dal profondo del mare, si sentì un rombo, la nave prese velocità, le vele si spiegarono una dopo l'altra, le onde si fecero più grosse, comparvero grosse nuvole e da lontano si scorsero dei lampi.
Stava per arrivare una terribile tempesta!
I marinai ammainarono le vele e la grande nave cominciò a filare a gran velocità sul mare agitato.
L'acqua si alzò come grosse montagne nere che volevano rovesciarsi sull'albero maestro, la nave si immerse come un cigno tra le alte onde e si fece sollevare di nuovo dall'acqua in movimento.
Harry pensò che quella fosse una bella corsa, ma i marinai non erano della stessa opinione dato che la nave scricchiolò terribilmente, le assi robuste cominciarono a cedere sotto quei forti colpi, l'acqua colpì la carena, l'albero maestro si spezzò come fosse stato una canna, la nave si piegò su un fianco e l'acqua subito la riempì.
Allora la sirena capì che erano in pericolo, lui stesso infatti doveva stare attento alle assi e ai relitti della nave che galleggiavano sull'acqua.
Per un attimo fu talmente buio che non riuscì a vedere nulla, quando poi lampeggiò, divenne così chiaro che riconobbe tutti gli uomini della nave...ognuno se la cavava come poteva, ma lui cercò il principe e lo vide scomparire nel mare profondo, proprio quando la nave affondò.
In un primo momento fu molto felice, perché il giovane ora sarebbe sceso da lui, ma poi ricordò che gli uomini non potevano vivere nell'acqua e che, quindi, il principe sarebbe arrivato al castello di suo padre solo da morto.
Allora nuotò tra le assi e i relitti della nave, senza pensare che avrebbero potuto schiac- ciarlo, si immerse nell'acqua e risalì tra le onde finché giunse dal giovane, che quasi non riusciva più a nuotare nel mare infuriato.
Cominciava a indebolirsi nelle braccia e nelle gambe, gli occhi gli si stavano chiudendo...sarebbe certo morto se non fosse giunto Harry!
La sirena gli tenne la testa sollevata fuori dall'acqua e con lui si lasciò trasportare dalla corrente dove capitava.
Al mattino il brutto tempo era passato, della nave non era rimasta traccia e il sole sorgeva rosso e risplendeva sull'acqua.
Harry baciò la fronte del giovane principe ancora svenuto, che aveva fra le braccia e gli accarezzò i capelli bagnati.
Ad un certo punto vide davanti a sé la terra ferma, nuotò là con il ragazzo, lo posò sulla sabbia e si preoccupò che la testa fosse sollevata e rivolta verso il caldo sole.
Suonarono in quel momento le campane di un grande edificio bianco e molte persone comparvero vicino alla spiaggia.
Allora la sirena si ritirò, nuotando, dietro alcune alte pietre che spuntavano dall'acqua, si mise della schiuma tra i capelli e sul petto affinché nessuno lo vedesse e aspettò che qualcuno andasse dal povero principe.
Non passò molto tempo e una fanciulla si avvicinò, si spaventò, ma solo per un attimo, poi andò a chiamare altra gente e Harry vide che il principe tornò in vita e sorrise a quanti lo circondavano, ma non sorrise a lui, anche perché non sapeva che era stato lui a salvarlo.
Si sentì molto triste e, quando lo ebbero portato dentro quel grande edificio, si reimmerse dispiaciuto nell'acqua e tornò al castello del padre.
Se era sempre stato calmo e pensieroso, ora lo fu molto di più.
Le sorelle gli chiesero che cosa avesse visto la prima volta che era stato in superficie, ma lui non raccontò nulla.
Per molte volte, al mattino e alla sera, risalì fino al punto in cui aveva lasciato il principe, ma non lo rivide più.
Alla fine non resistette e raccontò tutto a una sorella e così anche le altre ne furono subito informate.
Grazie ad un amico di una delle sue sorelle, Harry scoprì dove si trovasse il castello del suo principe.
Un mattino, quindi, la sirena risalì il mare fino al punto in cui esso era collocato.
Il palazzo era fatto di una lucente pietra gialla e aveva grandi scalinate di marmo, una delle quali scendeva fino al mare.
Splendide cupole dorate si innalzavano dal tetto e, tra le colonne che circondavano l'intero edificio, si trovavano statue di marmo, che sembravano vive.
Attraverso i vetri trasparenti delle alte finestre si poteva guardare in saloni meravigliosi, con preziose tende di seta e tappeti e con grandi quadri alle pareti.
In mezzo al salone si trovava una fontana con lo zampillo che arrivava fino alla cupola di vetro del soffitto, attraverso la quale il sole faceva luccicare l'acqua e le belle piante che vi crescevano dentro.
Ora Harry sapeva dove abitava il principe e vi tornò per molte sere.
Nuotava molto vicino alla terra, come nessun altro aveva osato fare e risaliva addirittura lo stretto canale fino alla magnifica terrazza di marmo che gettava una grande ombra sull'acqua.
Qui si metteva a guardare il giovane principe, che credeva di trovarsi tutto solo al chiaro di luna.
Lo vide molte volte navigare in una splendida barca, con la musica e le bandiere al vento, allora si affacciava tra le verdi canne e lo spiava con il sorriso sulle labbra.
Gli uomini gli piacevano ogni giorno di più e, sempre più spesso, desiderava salire e stare con loro, pensava, infatti, che il loro mondo fosse molto più grande del suo.
Un giorno Harry andò dalla nonna e iniziò con lei a parlare degli umani.
«Se gli uomini non affogano» chiese il ragazzo «possono vivere per sempre? Non muoiono come facciamo noi, nel mare?»
«Certo» rispose la vecchia. «Anche loro devono morire e la lunghezza della loro vita è più breve della nostra.
Noi possiamo arrivare fino a trecento anni, quando però non viviamo più diventiamo schiuma dell'acqua, non abbiamo una tomba tra i nostri cari e non abbiamo un'anima immortale e non vivremo mai più: siamo come le verdi canne che, una volta tagliate, non rinverdiscono!
Gli uomini invece hanno un'anima che continua a vivere, vive anche dopo che il corpo è diventato terra, sale attraverso l'aria fino alle stelle lucenti!
Come noi saliamo per il mare e vediamo la terra degli uomini, così loro salgono fino a luoghi bellissimi e sconosciuti, che noi non potremo mai vedere!»
«Perché non abbiamo un'anima immortale?» chiese Harry triste << Io darei cento degli anni che devo ancora vivere per essere un solo giorno come gli uomini e poi abitare nel mondo celeste!»
«Non devi neanche pensare queste cose!» esclamò la vecchia. «Noi siamo molto più felici e stiamo certo meglio degli uomini.»
«Allora io devo morire e diventare schiuma del mare e non sentire più la musica delle onde o vedere i bei fiori e il sole rosso? Non posso fare proprio nulla per ottenere un'anima immortale?»
«No» rispose la vecchia << solo se un uomo ti amasse più di suo padre e di sua madre e tu fossi l'unico suo pensiero e il solo oggetto del suo amore e se un prete mettesse la sua mano nella tua con un giuramento di fedeltà eterna, solo allora la sua anima entrerebbe nel tuo corpo e tu riceveresti parte della felicità degli uomini.
Egli ti darebbe un'anima, conservando sempre la propria, ma questo non potrà mai accadere.
La cosa che qui è così bella, la coda di pesce, è considerata orribile sulla terra.
Non capiscono niente: per loro bisogna avere due strani sostegni che chiamano gambe, per essere belli! >>
Harry, però, non voleva accettare le parole della nonna, così si recò a parlare con l'unica creatura che conosceva ogni cosa, la temibile strega del mare.
La sirena uscì dal palazzo e si avviò verso il torrente ribollente, dietro il quale abitava la strega.
Non aveva mai percorso quella strada, era orribile, non vi crescevano né fiori né erba, solo un fondo di sabbia grigia si stendeva verso il torrente, dove l'acqua, che sembrava spinta dalle ruote di un mulino, girava come un vortice e inghiottiva tutto quel che poteva afferrare.
Dovette passare in mezzo a quei vortici tremendi per arrivare nel territorio della strega e lì c'era da attraversare una vasta pianura bollente, che la strega chiamava la sua torbiera.
Oltre la torbiera si trovava la sua casa, in mezzo a un bosco orribile.
Tutti gli alberi e i cespugli erano polipi, per metà bestie e per metà piante: sembravano centinaia di teste di serpente che crescevano dal terreno, tutti i rami erano lunghe braccia vischiose, con le dita simili a vermi ripugnanti, che si muovevano in ogni loro parte, dalle radici fino alla punta più estrema.
Si avvolgevano intorno a tutto quel che potevano afferrare e non lo lasciavano mai più.
Harry si fermò spaventatissimo, il cuore gli batteva forte per la paura, stava per tornare indietro, ma pensò al principe e all'anima degli uomini, così gli tornò il coraggio.
Legò per bene i lunghi capelli svolazzanti, affinché i polipi non riuscissero a afferrarli, mise le mani sul petto e partì passando come un pesce guizzante nell'acqua, tra gli orribili polipi, che allungavano i vischiosi tentacoli verso di lui.
Vide ciò che ognuno di essi aveva afferrato, centinaia di tentacoli trattenevano le prede come tenaglie di ferro: uomini che erano morti in mare e caduti sul fondo si affacciavano come bianchi scheletri tra i tentacoli, remi di imbarcazioni e casse erano tenuti stretti, scheletri di animali e persino una sirenetta che avevano catturato e soffocato.
Questa vista fu per lui la più spaventosa!
Poi giunse in un'ampia radura di fango nel bosco, dove grossi serpenti di mare si rivoltavano mostrando i loro orribili denti gialli.
Nel mezzo si trovava una casa fatta con le bianche ossa di uomini calati sul fondo...lì stava la strega del mare e lasciava che un rospo mangiasse dalla sua mano, come gli uomini fanno con i canarini quando gli danno lo zucchero.
Quegli orribili grossi serpenti di mare erano chiamati «pulcini» dalla strega che lasciava le strisciassero sui grossi seni cadenti.
«So bene che cosa vuoi!» disse la strega del mare «Sei proprio ammattito! Comunque il tuo desiderio verrà soddisfatto, perché ti porterà sventura, mio bel principe ! Vuoi liberarti della tua coda di pesce e ottenere in cambio due sostegni per camminare come gli uomini, così che il giovane principe si innamori di te e tu possa ottenere un'anima immortale!»
La strega rideva così sguaiatamente che il rospo e i serpenti caddero a terra e lì continuarono a rotolarsi.
<< Arrivi appena in tempo!» riprese << Domani, una volta sorto il sole non potrei più aiutarti e dovresti aspettare un anno intero. Ti preparerò una bevanda, ma con questa devi nuotare fino alla terra, salire sulla spiaggia e berla prima che sorga il sole. Allora la tua coda si dividerà e si trasformerà in ciò che gli uomini chiamano gambe. Soffrirai come se una spada affilata ti trapassasse. Tutti quelli che ti vedranno, diranno che sei la più bella creatura umana mai vista! Conserverai la tua aggraziata andatura, nessuna ballerina sarà migliore di te, ma a ogni passo che farai, sarà come se camminassi su un coltello appuntito, e il tuo sangue scorrerà. Se vuoi soffrire tutto questo, ti aiuterò!»
«Sì» esclamò Harry con voce tremante, pensando al principe e all'anima immortale.
«Ma ricordati» aggiunse la strega «una volta che ti sarai trasformato in uomo, non potrai mai più ritornare a essere una sirena! Non potrai più discendere nel mare dalle tue sorelle e al castello di tuo padre e, se non conquisterai l'amore del principe, cosicché lui dimentichi per te suo padre e sua madre, dipenda da te per ogni suo pensiero e chieda al prete di congiungere le vostre mani rendendovi sposi, non avrai mai un'anima immortale! Se poi lui sposerà un'altra persona, il primo mattino dopo il matrimonio il tuo cuore si spezzerà e tu diventerai schiuma dell'acqua!»
«Lo voglio ugualmente!» disse Harry, che era pallido come un morto.
«Però mi devi ricompensare!» aggiunse la strega «E non è poco quello che pretendo. Tu possiedi la voce più bella tra tutti gli abitanti del mare e credi con quella di poterlo sedurre, ma la voce la devi dare a me.
Io voglio ciò che tu di meglio possiedi per la mia preziosa bevanda!
Devo versarci del sangue, affinché il filtro sia tagliente come una spada a due
lame!»
«Se mi prendi la voce» chiese Harry «che cosa mi resta?»
«La tua splendida persona, la tua armoniosa andatura e i tuoi occhi espressivi, con questo riuscirai certo a conquistare il cuore di un uomo. Allora, hai perso il coraggio? Tira fuori la lingua così te la taglio...è il pagamento per quella potente bevanda!»
«Va bene!» esclamò la sirena e la strega mise sul fuoco la pentola per far bollire la bevanda magica.
La megera si tagliò il petto, fece gocciolare il suo sangue nero e il vapore assunse forme molto strane che facevano paura.
«Eccola qui!» disse la strega e tagliò la lingua a Harry, che ora era muto e non poteva più né cantare né parlare.
«Se i polipi volessero afferrarti, mentre passi di nuovo attraverso il mio bosco» spiegò la strega «getta una goccia di questa bevanda su di loro e le loro braccia e dita si romperanno in mille pezzi.»
Harry, però, non ebbe bisogno di farlo, infatti i polipi si allontanarono spaventati da lui non appena videro quella bevanda lucente che teneva in mano come fosse una stella luminosa.
Così passò in fretta per il bosco, per la palude e per il torrente che ribolliva.
Vide il castello di suo padre, le luci erano spente quasi ovunque, segno che certamente tutti dormivano....lui comunque non avrebbe osato entrare ora , era muto e doveva andarsene per sempre.
Il sole non era ancora sorto, quando Harry arrivò nei pressi del palazzo del principe.
La luna splendeva meravigliosa e la sirena bevve allora il filtro infuocato.
Subito fu come se una spada a due lame gli trafiggesse il corpo delicato, svenne e rimase disteso come morto sul bagnasciuga.
Quando il sole spuntò all'orizzonte, si svegliò e sentì un dolore lancinante, ma proprio davanti a lui stava il giovane principe, bellissimo, che lo fissava con i magnifici occhi azzurri, così lui abbassò i suoi e vide che la sua coda di pesce era sparita e ora possedeva gambe bianche e nude.
Harry, però, era completamente nudo, così cercò di coprirsi in qualche modo.
Il principe, capendo il suo imbarazzo, chiese:
" Chi sei? Cosa ti è capitato? Io sono il principe Louis "
Harry lo guardò dolcemente e, a gesti, gli fece capire che non poteva parlare.
Louis, allora, lo prese per mano e lo portò al palazzo.
Ad ogni passo ad Harry sembrava, come la strega aveva detto, di camminare su punte taglienti e su coltelli affilati, ma sopportò tutto volentieri e, tenendo il principe per mano, salì le scale leggero come una bolla d'aria e sia lui che gli altri ammirarono la sua armoniosa andatura.
Ricevette costosi abiti di seta e di broccato, era il più bel ragazzo del castello, ma era muto e non poteva né cantare né parlare.
Nonostante questo, Louis, giorno dopo giorno, si affezionò a lui e gli disse che sarebbe dovuto rimanere per sempre con lui e gli diede il permesso di dormire fuori dalla sua stanza su un cuscino di velluto.
Fece preparare per lui un costume da cavallerizzo, affinché potesse accompagnarlo a cavallo.
Cavalcarono in mezzo ai boschi profumati, dove i verdi rami sfioravano loro le spalle e gli uccellini cantavano tra le foglie fresche.
La sirena si arrampicò col principe sulle alte montagne, e, nonostante i suoi piedi sanguinassero a tal punto che anche gli altri se ne accorsero, lui ne rideva e lo seguì fino a dove poterono vedere le nuvole spostarsi sotto di loro, come fossero state stormi di uccelli che si dirigevano verso paesi stranieri.
Quando al castello di notte gli altri dormivano, Harry andava alla scalinata di marmo e si rinfrescava i piedi doloranti immergendoli nell'acqua fresca del mare e intanto pensava a coloro che stavano nelle profondità marine.
Una notte giunsero le sue sorelle, cantarono tristemente, nuotando sulle onde, lui le salutò con la mano e loro lo riconobbero e raccontarono quanto fossero tristi senza di lui.
Da quella volta tutte le notti gli facevano visita e una notte vide, lontano, la vecchia nonna, che da molti anni non era più salita in superficie, e il re del mare, con la corona in testa.
Essi tesero le braccia verso di lui, ma non osarono avvicinarsi alla terra
come le sue sorelle.
Ogni giorno il principe gli voleva più bene, lo amava come si può amare un amico, ma non pensava certo di sposarlo, eppure lui doveva diventare sua marito, altrimenti non avrebbe mai ottenuto un'anima immortale e, al mattino successivo al matrimonio del principe con un altro, sarebbe diventato schiuma.
"Non vuoi più bene a me che a tutti gli altri?" sembrava chiedessero gli occhi della sirena, quando il principe lo prendeva tra le braccia e gli baciava la bella fronte.
«Sì, tu sei il più caro di tutti !» diceva il principe «perché hai un cuore che è migliore di tutti gli altri, poi mi sei molto devoto e assomigli tanto a una ragazza che vidi una volta, ma che sicuramente non troverò mai più.
Ero su una nave che affondò, le onde mi trascinarono a riva vicino ad una costruzione bianca, una ragazza mi trovò sulla spiaggia e mi salvò la vita, la vidi solo due volte....è l'unica persona che potrei amare in questo mondo più di te "
"Oh, lui non sa che sono stato io a salvargli la vita!" pensò Harry " Io l'ho sorretto in mare fino al bosco dove si trova la costruzione , io mi sono nascosto tra la schiuma per vedere se arrivava gente. E ho visto quella bella fanciulla che lui ama più di me!" .
Un giorno si venne a sapere che il principe si doveva sposare con la bella principessa del reame confinante e, per questo, stava allestendo una splendida nave.
Louis sarebbe andato a visitare il regno vicino, così si diceva, ma in realtà era per vedere la figlia del re e avrebbe portato con sé un ricco seguito, compreso Harry.
«Non hai paura del mare, vero, mio fanciullo muto ?» gli chiese il principe, quando furono sulla meravigliosa nave che doveva portarli nel regno vicino e gli raccontò della tempesta e del mare calmo, degli strani pesci e di quello che i palombari avevano visto sul fondo ed Harry sorrideva ai suoi racconti, lui che conosceva meglio di chiunque altro il fondo del mare.
Nella chiara notte di luna, mentre tutti gli altri dormivano fuorché il timoniere, si appoggiò al parapetto della nave e guardò verso l'acqua trasparente....gli sembrò di vedere il castello di suo padre e la vecchia nonna con la corona d'argento in testa che osservava, attraverso le correnti del mare, il movimento della nave.
Poi giunsero alla superficie le sue sorelle, che lo fissarono tristemente tendendo le mani bianche verso di lui.
Harry le salutò, sorrise e avrebbe voluto dire che tutto andava bene, ma il mozzo si avvicinò e le sorelle si immersero nell'acqua, così lui credette che quel biancore che aveva visto fosse la schiuma del mare.
Il mattino dopo la nave entrò nel porto della bella città del re vicino.
Tutte le campane suonarono e dalle alte torri risuonarono le trombe, mentre i soldati, tra lo sventolare delle bandiere, presentavano le baionette lucenti.
Ogni giorno ci fu una festa.
Balli e ricevimenti si susseguirono, ma la principessa non c'era ancora, abitava molto lontano,in un edificio bianco, dissero, per imparare tutte le virtù necessarie a una regina.
Finalmente un giorno arrivò.
Harry era ansioso di vedere la sua bellezza e dovette riconoscere, quando la vide, di non aver mai visto una figura così graziosa.
«Sei tu!» esclamò il principe «Tu che mi hai salvato quando giacevo come morto sulla costa!» e strinse tra le braccia la fidanzata, che era arrossita.
" Oh, sono troppo felice!» disse ad Harry " La cosa più bella, che non avevo mai osato sperare, è avvenuta! Rallegrati con me, tu che mi vuoi così bene tra tutti"
Harry sorrise, ma il suo cuore si spezzò....il mattino dopo le nozze sarebbe morto, trasformato in schiuma del mare.
Tutte le campane suonarono e gli araldi cavalcarono per le strade ad annunciare il fidanzamento ed il prossimo matrimonio.
Il giorno stabilito per le nozze, Harry salutò il suo principe per l'ultima volta e gli accarezzò una guancia.
Non indossò l'abito costoso che era stato preparato per lui per partecipare alla cerimonia, uscì dal palazzo e si diresse verso il mare.
Si tolse tutti i vestiti e si sedette nudo sul bagnasciuga mentre le onde gli accarezzavano la pelle.
Il principe Louis dalla finestra della sua camera lo vide e non capì che cosa stesse facendo.
Allora, incurante dei servi che gli dicevano che avrebbe fatto tardi al suo matrimonio, si precipitò in spiaggia.
" Che cosa fai qui?" chiese ad Harry avvicinandosi.
Il ragazzo si voltò e gli sorrise, prendendogli una mano e mettendola sul cuore.
Solo allora, guardandolo attentamente, Louis notò che le sue gambe stavano diventando trasparenti, così come la sua pelle.
" Cosa ti sta accadendo, ragazzo muto?" chiese il principe disperato.
Harry non poteva rispondere, ma lo fecero per lui alcune voci che si levarono dal mare.
Erano le sorelle della sirena, che, nell'ultimo tentativo di salvare il fratello, narrarono, cantando, la storia di Harry.
Il principe pian piano capì ogni cosa e il suo cuore provò dolore per la sorte del ragazzo accanto a lui.
Pensò alla fidanzata che aveva lasciato a palazzo e poi osservò gli occhi verdi della sirena....
Allungò una mano per accarezzargli i capelli, ma Harry svanì nel mare trasformandosi in schiuma.
" No! Io non mi sono ancora sposato..." urlò alle onde.
" Se tu salvarlo vorrai
nel mare andrai
e la tua vita scorderai..." cantarono le sorelle.
Louis esitò solo un istante, poi si gettò in acqua.
In pochi istanti venne risucchiato da un gorgo e si ritrovò nel bellissimo palazzo del re del mare.
Si guardò in giro e vide venire verso di sè Harry.
" Ragazzo muto..." sussurrò.
" Harry..." rispose la sirena.
" Puoi parlare?"
" Sì, tu sei venuto nel mare per me e hai rinunciato alla tua vera vita. Hai rotto la profezia della strega "
Louis osservò il suo corpo e la coda di pesce che aveva al posto delle gambe.
Attirò a sè Harry e lo baciò e, con questo bacio, accettò di abbandonare tutto per amore e di vivere per sempre nel mare.
Nel mondo emerso, per giorni e giorni, tutti cercarono il principe, ma di lui non si seppe più nulla, anche se, alcuni pescatori giurano di averlo visto nuotare sotto la superficie del mare, mano nella mano con una bellissima sirena dai lunghi capelli ricci.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top