VII. I like him
Non sa se definire divertente o spaventoso il modo in cui lui e Rylee si stanno guardando... O, meglio, il modo in cui lei sta fissando lui. È propenso ad accendere l'aggettivo "spaventoso", ma gli altri ragazzi intorno a loro stanno ridendo sotto i baffi, quindi non è certo che sarebbe la scelta più giusta.
Dopo aver spiazzato Louis con la sua richiesta assolutamente non in argomento, l'altro l'ha invitato con un cenno della testa a seguirlo. Hanno trovato Liam in fondo alle scale, poggiato al muro, con il cellulare in mano e un tic piuttosto preoccupante alla gamba; il ragazzo ha sollevato subito la testa e li ha guardati, sbarrando gli occhi nel vederli entrambi così rilassati – si aspettava di sentire volare oggetti e di dover guardare impotente mentre Louis buttava Harry fuori dalla porta. Non che abbia così poca stima del suo amico, ma è davvero la prima volta che un umano viene a conoscenza del loro mondo – che lui sappia, almeno – e gli è quindi concesso di poterne fare parte.
È tutto nuovo, tutto inaspettato.
Ed è questo che sta succedendo, no? Harry e Liam lo pensano quasi in contemporanea, nel minuscolo arco di tempo in cui si guardano e l'uno rassicura l'altro: Harry sta cercando di incastrarsi nell'enorme puzzle di una realtà della quale non dovrebbe nemmeno conoscere l'esistenza.
E Rylee lo sta fissando. Già. È stato tutto molto divertente, almeno fino a quando Harry non si è reso conto che il piano della ragazza sembra essere quello di guardarlo con insistenza fino a fargli un enorme buco in fronte.
L'ingresso in cucina dei tre ragazzi è stato accolto da cinque paia di occhi che si sono subito mossi nella loro direzione, per studiare con visibile interesse la situazione. Harry è piuttosto certo del fatto che nessuno di loro sia stato felice di vederlo ancora qui – accompagnato da Louis, per giunta, un indizio che deve aver confermato i loro timori. Eppure, nessuno ha detto niente. Zayn ha allungato a Liam una bottiglia di birra e quest'ultimo ha invitato Harry ad accomodarsi dove meglio preferiva. Lui ha optato per restare in piedi, con il fondoschiena poggiato contro il piano cottura; gode di un'ottima visuale su tutti i membri del branco... Non che si aspetti che qualcuno lo azzanni alla gola, ma non si può mai sapere. Qualche saluto, un paio di cenni col mento, l'invito a prendere qualunque cosa volesse dal frigorifero – lui ha optato per una vaschetta con della pasta fredda – e poi è iniziato l'inquietante gioco di sguardi con Rylee. Harry vorrebbe davvero ignorarla... ma è come se lei riuscisse a spingerlo a ricambiare, a desiderare di volerla sfidare.
È Zayn a giungere – indirettamente – in suo soccorso, spezzando inoltre la strana atmosfera di attesa e di silenzio che riempie ogni angolo della cucina. «Quindi avete scopato?»
Harry volta di scatto la testa verso di lui: sta mangiando un semplice panino al tonno con lo stesso interesse e trasporto che si potrebbe riservare a un'aragosta.
Zayn sta muovendo gli occhi tra Niall e Rylee, facendo rimbalzare le iridi scure prima su l'uno e poi sull'altra, un'espressione indecifrabile che nasconde sicuramente una gran voglia di ridere in faccia a entrambi.
Niall arrossisce fino alla punta delle orecchie. «N-Noi... Io—Pensavo che... E poi—»
«È questo che intendevi quando gli hai detto di andare a cercarla?» Zayn lo interrompe, parlando ora a Louis.
L'Alpha non fa in tempo a ribattere che «Come se tu non ti lasciassi coinvolgere in un ménage à trois ogni volta che Will e Meryan te lo chiedono» Rylee interviene, incrociando le gambe sotto il corpo, da dove si trova seduta su un angolo della cucina.
Assolutamente non igienico, pensa Harry, anche se dubita che a qualcuno potrebbe importare qualcosa. E Rylee ha finalmente smesso di guardarlo, quindi.
«Chi ha detto che glielo dobbiamo chiedere.» Will soffoca il proprio ghigno in un bicchiere di spremuta d'arancia e Meryan, accanto a lui, sottolinea la cosa con un'alzata di spalle.
Harry è più che certo di essere dello stesso colore di Niall, di una sfumatura di rosso molto simile a quella della pelle di un pomodoro; Liam, in piedi accanto a lui, lo colpisce con il fianco e lui lo guarda, gli occhi sgranati, incerto su che cosa dire o fare.
«Credevo... » Harry si schiarisce la voce e abbassa il tono. «Credevo che i lupi fossero animali monogami.»
È sicuro di aver bisbigliato, ha faticato a sentire lui stesso le proprie parole, ma quando Liam, con il labbro inferiore stretto tra i denti per impedirsi di ridere, muove lo sguardo verso sinistra, Harry inclina appena il capo nella medesima direzione e si rende conto che tutti lo stanno fissando.
Magnifico.
Vorrebbe tanto che Louis dicesse qualcosa. Non sa perché, ma pensa che Louis potrebbe toglierlo da questo imbarazzo, solo che l'Alpha non dice nulla, né si muove da dove si trova in piedi accanto alla porta. Harry sa che è ancora lì, e che sta tenendo d'occhio tutti quanti, ma girarsi a controllare lo farebbe definitivamente sprofondare dalla vergogna.
Ed è davvero troppo divertente, ormai è chiaro. È quasi comico, perché loro due hanno iniziato con il piede sbagliato e lei sembra davvero tanto determinata a farlo sentire un essere stupido e inferiore – cosa che, nell'immediato contesto, è. Ma Rylee si mette a ridere e scuote la testa; scende con un salto da dove si trova e solleva le braccia, in un classico gesto rassegnato. «Ti spiego velocemente la cosa, amore» dice. «L'essere umano è un animale. Bene, noi siamo sia esseri umani che veri e propri animali, quindi immagina quali istinti ci comandano.» Si sta avvicinando a lui, con misurata teatralità. «Hai presente quando ti svegli, al mattino, e senti il tuo cazzo già sull'attenti, pronto a qualsiasi cosa possa soddisfarlo? E, se non hai un bel corpo caldo a disposizione, sai di dover per forza arrangiarti con la mano, perché ne hai bisogno.»
La ragazza punta i suoi occhi in quelli di Harry. E a Harry piacciono i ragazzi, sa di essere attratto solo dal sesso maschile, ma lei sta cercando di fargli sentire qualcosa e lui adesso lo percepisce, forte e chiaro, guardandola avanzare nelle sue stupide All Star e nei suoi maledetti shorts neri, i capelli che le incorniciano il viso e le scendono sulle spalle, mentre gli sta parlando di quanto desiderio sessuale si nasconda nel corpo di un mutaforma. «Ecco, noi ci sentiamo così ogni singolo secondo, arrapati come conigli.» Rylee si trova adesso di fronte a lui, a meno di un metro di distanza, e Harry non sa se si sente più allarmato o eccitato da questa inaspettata vicinanza. Lei solleva la mano destra e gli sfiora con la punta dell'indice la guancia, senza staccare gli occhi dai suoi. «E se ci capita di non esserlo per semplice istinto animale, è la sete di sangue e di violenza a farci venire voglia di scopare» sibila, sporgendosi in avanti e portando le punte dei loro nasi a sfiorarsi. «Ora hai capito?»
Harry deglutisce. «Q-Quindi non s-siete per la monogamia» farfuglia, provando a tirarsi indietro, anche se la superficie della cucina glielo impedisce. «Non è certo un problema. No, accidenti, no... Ognuno può fare ciò che vuole, pensavo...» Si schiarisce la voce. «Stavo solo pensando ad alta voce.»
«Se può aiutarti a mettere ordine nei tuoi pensieri, io ho fatto sesso solo ed esclusivamente con Niall.»
«Ma hai appena det—»
Rylee si lascia scivolare all'indietro contro il bordo del tavolo. «Che siamo arrapati ventiquattro ore su ventiquattro, sì. E, credimi, non mi disgusterebbe per niente la prospettiva di provare tutti i presenti in questa stanza, ma le gambe le ho aperte e continuerò ad aprirle solo per uno di loro.»
Harry sta sudando. Rivolge un timido cenno in direzione di Zayn, poi di Will e Meryan. «Però voi tre... Insomma...»
«È questo che ti interessa sapere?» interviene Will, sorridendo sornione. «La nostra vita sessuale?»
«È lei che ha cominciato a parlarne!» Harry a questo punto sa di essere sul punto di piangere dalla frustrazione.
«Tu hai tirato in ballo la monogamia.»
«Era solo—» Si interrompe, perché riesce a leggere negli occhi di Rylee che la ragazza sta riuscendo nel suo intento, quello di metterlo terribilmente in imbarazzo. «Era per fare conversazione» borbotta quindi, incrociando le braccia al petto.
Ma lei non desiste. «Tu ci stavi giudicando.»
«Cazzo, no.» Harry si passa una mano tra i capelli e abbassa gli occhi sulle proprie scarpe. «Ero... Mi incuriosisce questa cosa, ok?»
Ed è vero... Improvvisamente, gli interessa sapere non tanto il discorso "sesso" all'interno del branco, quanto il tipo di relazione che lega ognuno di loro. È così strano? A quanto pare sì, perché nessuno sembra volerlo prendere sul serio: chi non lo sta guardando divertito gli sta rivolgendo delle espressioni che sono un connubio tra il biasimo e la compassione. Non ha il coraggio di guardare Liam, né tantomeno Louis.
Il ticchettio delle dita di Rylee sulla superficie del tavolo gli sta per dare ai nervi. Harry cerca nei suoi occhi marroni un po' di comprensione, un po' di supporto nei suoi confronti... Non le ha fatto nulla, dannazione! Non ha fatto in tempo ad aprire bocca che lei ha deciso per tutti e due, inchiodandolo al muro, complicando una situazione che di per sé non è per niente semplice. Non mette in dubbio che debba essere irritante dover includere un essere umano nel proprio circolo del soprannaturale, ma non è stato di certo lui a volere che succedesse.
Rylee si muove in avanti e solleva leggermente il mento, studiandolo, sempre con quello sguardo di superiorità. «Tu mi piaci» dice poi. Supera Harry e si avvicina a Louis, annuendo con convinzione. «Lui mi piace, Lou.»
Eh?!
«Credevo che lo volessi fuori dalla nostra vita, anche a costo di farlo uccidere.»
Il suono della voce di Louis coglie Harry completamente impreparato. Non l'ha sentito da che hanno raggiunto gli altri in cucina ed è strano... È come se fossero due persone diverse a parlare, con due toni differenti l'uno dall'altro che si sposano a meraviglia tra loro. È quasi una sensazione, una piccola pulce che gli zampetta nell'orecchio e che sussurra; l'ha percepita appena messo piede in questa casa, ma prima, quando erano soli e nell'intimità della camera da letto di Louis, questo suono alterato non c'era, Harry ne è sicuro.
Ora sì, lo avverte, lo riconosce.
E gli fa sentire le farfalle nello stomaco.
«Le persone cambiano idea.»
Alla risposta di Rylee, Zayn si volta verso Will e Meryan e i due annuiscono; Niall sorride a Harry e gli rivolge un velocissimo pollice verso l'alto.
Liam si muove appena al suo fianco e Harry lo guarda – confuso, spaventato, incuriosito, nervoso... Non è più in grado di definire il proprio stato d'animo. «Ti hanno accettato» Liam bisbiglia, sempre con quel suo sorriso molto dolce stampato in faccia.
Oh, fantastico, sì.
«Molto bene.» Louis si allontana dalla porta e raggiunge il centro della cucina, guardando a turno tutti i presenti. «Vi siete intrattenuti con il giocattolino nuovo anche troppo» dice, a quanto pare intenzionato a ignorare ciò che è appena successo. O forse non lo ignora... Ne prende atto. «Andate.»
E lo fanno, sul serio. Una sola parola, scandita dall'Alpha con quella particolare voce che Harry è sicuro abbia un suo significato, e tutti finiscono in fretta qualsiasi cosa stiano mangiando o bevendo e si avviano verso un'ennesima porta finestra che dà sul giardino, senza riservare a Harry delle attenzioni di troppo. Solo Rylee si volta per rivolgergli un saluto militare, per poi seguire saltellando i suoi compagni.
Molto bene. Ottimo.
Harry si gratta il retro del collo. «Dove—Ehm... E io che faccio?» chiede a Liam, imbarazzato.
Ma è Louis a rispondergli. «Noi adesso abbiamo da fare, Harry.» L'Alpha guarda Liam con insistenza e inclina la testa di lato.
Liam si schiarisce la voce. «Torna a casa. È stata una giornata molto lunga e impegnativa e non vorrei mai che tua madre biasimasse me per queste tue sparizioni» dice, mettendo una mano sulla sua spalla.
È solo una sua impressione, o l'atmosfera sembra essere cambiata di nuovo? Lo stanno velatamente invitando a togliersi dalle palle?
Che branco di lunatici... Ah, divertente.
Louis guarda in direzione del giardino, distratto. «Senti, puoi tornare, ok?» Compie un visibile sforzo per rivolgergli un sorriso che sembri quantomeno sincero. «Basta che non piombi qui all'improvviso.» Riserva un'occhiata finale a Liam, annuisce nella sua direzione e poi si allontana.
Harry sgrana gli occhi nel vedere Louis sfilarsi la maglietta poco prima di uscire dalla stanza; coglie di sfuggita la pelle nuda della sua schiena prima che scompaia alla sua vista e improvvisamente sente più caldo... Qualcuno ha acceso il riscaldamento?
«Harry?»
«Eh? Mmh?» Harry sposta con riluttanza la propria attenzione su Liam. «Cosa c'è?»
Il suo amico ridacchia. «Ti passo a prendere più tardi, ok?»
«Ma—Dove sono andati?»
Non gli serve ricevere una risposta: il modo in cui Liam inclina la testa e come l'angolo della sua bocca si solleva appena all'insù bastano a fargli capire che questa è una delle cose che non gli è dato sapere.
Anche se sono un po' troppi i particolari sui quali ancora non è riuscito a fare luce.
Harry annuisce. «Va bene, va bene» borbotta. «Ci vediamo più tardi?»
«Promesso.» Liam infila la mano destra nella tasca posteriore del jeans e porge ad Harry le chiavi della sua macchina. «Trattala bene, mi raccomando.»
Altri interrogativi si aggiungono automaticamente all'infinita lista che ormai occupa la maggior parte dei pensieri di Harry... ma sa che domandare qualcosa non servirebbe a nulla. Si limita a prendere le chiavi e ad annuire, sovrappensiero.
«La strada... Non so dove siamo.»
Liam gli rivolge l'ennesimo sorriso, indietreggiando verso la porta finestra, con le mani già sul collo della maglietta. «Usa Google Maps. Dovresti esserne in grado!»
E scappa anche lui, lasciandolo solo.
La tentazione è grande, immensa, eppure Harry riesce a darle un colpo in testa e a rimetterla al suo posto. Sbuffando, stringe la presa sulle chiavi dell'auto di Liam e si dirige verso la porta d'ingresso. Esce dalla casa, attraversa il giardino e poi supera l'enorme cancello d'entrata senza nemmeno guardarsi alle spalle.
Nel salire in auto, tiene gli occhi fissi sul volante, su un oggetto che gli impedisca di indagare con lo sguardo.
Perché li sente.
Harry non è sordo e, nel seguire l'invito a tornare a casa sua, una serie di potenti ringhi che sembrano rincorrersi l'uno con l'altro giunge alle sue orecchie.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top