Epilogo
EPILOGO
11 anni dopo
Diagon Alley era particolarmente affollata quel giorno ma non dovevo sorprendermene perché il nuovo anno scolastico stava per cominciare e questa volta persino i miei figli avrebbero affrontato il loro primo anno ad Hogwarts.
<< Mancano solo le bacchette da Olivander >> lesse la lista Louis.
Mio marito non era cambiato nel corso degli anni, eccezion fatta per i capelli tenuti leggermente più lunghi del solito ed il fatto che fosse da poco diventato l'alpha del branco; mio padre aveva deciso di cedere a Lou il comando e nonostante il castano pensasse che fosse mio dovere assumermi il ruolo di leader ero riuscita a convincerlo ad accettare il posto di Ares perché io dovevo già badare ai suoi pestifere eredi.
Un sorriso mi solcò le labbra mentre sentivo i cuccioli scalciare nel mio ventre, forse destati dal mio tanto camminare per le vie affollate della Londra magica.
<< Stai bene tesoro? >> domandò Louis.
<< Tranquillo sono solo i tuoi figli che si stanno facendo sentire >> ridacchiai.
<< Chissà quanti saranno stavolta >> si chiese Draco.
<< Spero per te Nike che siano solo due >> rise Hermione.
I coniugi Malfoy si erano sposati lo stesso giorno in cui Louis ed io ci eravamo uniti in matrimonio e la riccia, di comune accordo col neo marito, mi aveva confessato di desiderare una vita libera e serena per i propri figli e mi aveva chiesto se ci fosse posto anche per loro nel branco; era stata una vera sorpresa la loro scelta di vivere in mezzo ai lycan ma mio padre fu ben felice di accogliere la mia migliore amica ed il biondo e loro erano solo stati i primi maghi ad entrare a far parte del branco perché nei mesi e negli anni seguenti i lupi iniziarono a mischiarsi coi maghi ed ora potevamo vantare un gran numero di coppie miste, con annessi i rispettivi cuccioli.
<< Noi lycan siamo abituati ad avere dei gemelli quasi ad ogni gravidanza >> disse Louis.
<< E' vero tesoro ma dopo cinque figli concedimi la grazia di non doverne sfornare altrettanti >> ridacchiai.
Entrammo nel piccolo negozio di Olivander ed il vecchio fabbricante di bacchette ci riconobbe all'istante, salutandoci con la sua consueta serietà ma anche con un pizzico di curiosità.
<< Miei cari ragazzi che piacere rivedervi dopo tutti questi anni >> ci accolse.
<< E' un piacere anche per noi vederla signor Olivander >> salutammo.
I miei gemelli William e Lilith ci superarono insieme a mio nipote Scorpius, parandosi davanti al negoziante che si mise a borbottare mentre osservava la miriade di scatoline alle sue spalle.
<< Signorino Malfoy provi questa: legno di biancospino, crine di unicorno, undici pollici, non particolarmente flessibile >> porse la bacchetta Olivander.
Scorpius venne scelto da quella stecca sotto lo sguardo contento dei suoi genitori mentre i miei figli si mordicchiavano le labbra per il timore di non essere tanto fortunati; sapevano che io non ero mai riuscita a trovare una bacchetta idonea e che loro padre era stato praticamente l'unico lycan a possederne una, che teneva tutt'ora con sé.
<< Mi sembrate nervosi signorini Tomlinson-Lucifer >> sogghignò il negoziante.
<< Lei crede che saremo fortunati come nostro padre? >> domandò William.
<< Adesso lo scopriremo >> rispose il mago.
Riconobbi immediatamente la custodia che reggeva tra le mani: era laccata di nero con particolari e piacevoli rifiniture dorate; solo che invece di una scatolina Olivander ne aveva due.
<< Bacchette gemelle >> spiegò il negoziante << Legno di ulivo, piuma di fenice, dieci pollici, flessibile >>.
William e Lilith afferrarono ognuno una stecca ed una luce dorata li avvolse, facendo illuminare anche i loro occhi ma senza recare danni a niente ed a nessuno.
<< Stavolta ero preparato > affermò soddisfatto Olivander.
<< Non ha avuto fortuna con me, ma vedo che ha avuto la sua rivalsa con i miei figli oltre che con mio marito >> risi.
<< E sono pronto a scommettere che anche i futuri Tomlinson-Lucifer avranno le loro bacchette fabbricate da me >> annuì con orgoglio il vecchio fabbricante.
Pagammo gli ultimi acquisti e ci congedammo dal negoziante, smaterializzandoci nella radura che ospitava il branco e che si trovava proprio nell'antica terra dei nostri avi: la Foresta Proibita.
Sorrisi quando Louis si stese accanto a me dopo aver fatto addormentare le nostre cinque pesti; William e Lilith avevano ormai undici anni ed erano autosufficienti, ma i gemelli Freddie, Ignis ed Artemis di sette anni desideravano ancora la fiaba della buonanotte letta per la maggior parte delle volte da loro padre, soprattutto ora che la gravidanza era agli sgoccioli per me.
<< Sono crollati dopo la prima pagina >> ridacchiò Lou.
<< Hanno giocato ininterrottamente tutto il giorno, ancora mi chiedo come abbiano fatto a non addormentarsi a tavola durante la cena >> finsi stupore.
<< Lo sai che sono iperattivi >>.
<< Hanno preso tutto da te >>.
<< Ed anche da te >> replicò il castano.
Scossi la testa con un sorriso sulle labbra prendendo la mano di Louis per posarla sul mio pancione e fargli sentire che qualcun altro era ben sveglio e continuava a rivelare la sua presenza.
<< Ultimamente scalciano molto >> sorrise Lou.
Osservai attentamente il suo profilo illuminato dai flebili raggi di luna e quando i suoi occhi azzurri incrociarono i miei sentii il mio cuore accelerare i suoi battiti come accadeva sin dalla prima volta che ci eravamo conosciuti da bambini.
<< Avresti mai immaginato tutto questo? >> domandai.
<< Intendi tu ed io sposati e con una numerosa cucciolata? Sì, l'avevo sempre sognato da quando mi avevi scelto come tuo compagno da piccoli >> annuì sincero.
<< Perciò sei felice Louis? >>.
<< Lo sono Nike ed ogni giorno la mia gioia ed il mio amore aumentano pian piano e così sarà per sempre >>.
Dopo le sue parole avvicinai il mio viso al suo e lo baciai con passione, consapevole che il nostro presente ed il nostro futuro sarebbe stato felice e sereno perché eravamo insieme e lo saremmo stati fino alla fine.
Il fato stabilisce le carte.
Noi le giochiamo nel modo migliore.
(Wolverine)
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