Thomas ed io

Thomas non mi guarda. Sta giocando all'ottovolante, e non smetterà finché non avrà raggiunto l'espressione massima di sfogo e l'adrenalina dignitosamente scaricata.

Fa sempre così, è un suo modo per reagire alle situazioni di tensione della vita.

Thomas ha gli occhi scuri e le ciglia lunghe, le sopracciglia sono folte e i capelli crespi e ricci. Io sono il suo guardiano.

Mi ha chiamato Linea Bianca. Perché ho una linea bianca cucita sul viso, tra gli occhi, e scende sul muso e sul collo fino alla pancina. È la parte più morbida del mio corpicino.

Thomas continua a giocare. Gira su se stesso, muovendo le mani in cerchi nervosi nell'aria, a volte riempie i palmi di sabbia o sale, sennò di matite lunghe. Gira le mani e gira su se stesso e urla e ammira il volo, mentre piano piano si scarica dal disagio che ha indossato fino a quel momento.

Lo guardo, in attesa di sue attenzioni. Sono poggiato a terra vicino alle scarpe, prima il cane mi ha dato anche un bacino. Però sul pavimento fa freddo, e vorrei stare fra le sue braccia. Tommy, guardami!

Mi guarda, e se potessi sorriderei come sta facendo lui ora. Posa le matite sul tavolo e mi prende, mi rivolge qualche parolina all'orecchio - alla tutrice non piace che lui lo faccia, a lei non piace che Tommy giochi tanto con me. Lei dice che Tommy dovrebbe fare più attività fisica e giochi di gruppo per impararla a socializzare e gestire l'ansia in pubblico, e reprimere la rabbia e le emozioni improvvise e violente di un bambino schizofrenico.

È come se credesse che Tommy sia pericoloso. Ma non è così. Tommy è il bambino migliore che mi sia mai capitato.

Non è pericoloso. È in pericolo

Quando abbiamo cambiato casa, la nuova mamma ci ha donato un bel lettuccio in una camera in mansarda, così spaziosa e gradevole con le finestre grandi e una stanza segreta dove possiamo mettere i nostri giochi.

E dove possiamo nasconderci, quando lui arriva. E quando arriva lui, ci sono solo io a proteggere Tommy. Nessuna mamma, nessuna tutrice, nessun cane.

Il nuovo papà entra nella camera e dice di andare a dormire. Thomas è spaventato, penso che piangerà anche stasera. Tutte le sere prima di dormire ha una crisi isterica, per questo a cena gli danno delle medicine per calmarsi. Io li ho visti mamma e papà mettergliele nel latte, ma Tommy non se n'è accorto. Non se ne accorge mai.

Comunque la crisi è temporanea. Lo vedo Tommy, è stanco dopotutto, quindi coricarsi non sarà una grande impresa. Prendere sonno, piuttosto.

Il papà gli rimbocca le coperte, e io mi lascio cadere ai suoi piedi, così lui mi raccoglie, mi spolvera alla veloce e mi mette sul cuscino, di fianco al volto di Tommy. Nei suoi occhi vedo l'ombra di inquietudine che lo farà piangere a breve.

Lo chiamiamo Pollo. Mamma una volta ci ha spiegato che se diamo nomi buffi ai nostri nemici, questi non ci sembreranno più così tanto minacciosi. Ma Pollo è davvero tanto spaventoso.

Il papà chiude la porta della camera, la accosta solo, non fa scattare la serratura. Se non lo fa papà, ci penserà Pollo.

Tommy piange. Mamma e papà fingono di non sentire, lo fanno sempre. "Tommy deve imparare a dormire da solo" dicono sempre. E Tommy ci prova, ma una volta nel letto la paura lo terrorizza e aspetta che vengano a salvarlo.

Le luci si spengono anche di là. Mamma e papà sono andati a dormire. Non temere Tommy ci sono io. Ora dobbiamo solo chiudere gli occhi e dormire... rituale serale: braccia e gambe bene sotto le coperte in posizione fetale, mani sotto la guancia e faccia ben schiacciata contro il cuscino per togliere subito le lacrime e soffocare le urla. Tommy ci copre entrambi sotto la coperta, Pollo sta arrivando. Quasi soffochiamo, respirando a malapena per non fare rumore... Tommy ha gli occhi spalancati e guarda nel vuoto.

Clack. Oh no, è arrivato Pollo.

Si sente subito una presenza incombente su di noi. Tommy lancia un gridolìo isterico, lo vorrei accarezzare per tranquillizzarlo. Fruscii attraversano la stanza, Tommy sta fermo immobile e so che vorrebbe morire anziché trovarsi qui. Io sono solo Linea Bianca, a me Pollo non mi tocca mai. Ma a Tommy sì.

La coperta cade. Oh no! Senza coperta come ci proteggiamo? Un'ombra gigantesca con due piccole fessure in alto verdi, sono i suoi occhi, gli occhi di Pollo.

Tommy lancia un urlo. Grida Tommy, con tutte le tue forze! Le mani di Pollo si avvicinano, ci stanno venendo incontro. Tommy grida.

Clack. La porta si apre, si accende la luce. La mamma. Pollo non c'è più.

La mamma dice che va tutto bene, che non deve urlare. Gli asciuga le lacrime a Tommy ma lui mi guarda negli occhi, lo sappiamo entrambi che Pollo odia quando Tommy urla e si accende la luce...

Che cosa hai fatto mamma.

Tommy la tira, vuole dormire con lei. Mamma si mette giù vicino a noi, lascia la lucina accesa quella sul comodino e spegne il lampadario grande. Ora va meglio.

Tommy dorme finalmente. Il respiro quieto mi fa capire che sta bene. Mamma gli accarezza i capelli, meno male che sei qui mamma...

Ma poi mamma piano piano si alza, Tommy non si sveglia, lei si alza e esce piano piano dalla camera... Tommy svegliati! Chiamala! Dille di tornare indietro!

Pollo è già lì, dietro la porta. Clack, la chiude di nuovo. Tommy si sveglia.

Non ha il tempo di urlare. Non ha il tempo nemmeno di mettersi a piangere.

Pollo è su di lui e lo divora. Non posso fare nulla.

***

Sono ancora sul cuscino. La luce entra dalla finestra, l'alba è già passata da un pezzo, saranno le sette del mattino. Papà viene a svegliarci. Pollo l'ha divorato ieri sera, Tommy oggi non c'è più. Oggi è un altro Tommy. Quando lo sveglia, papà lo chiama dolcemente ma Tommy sta già urlando e dimenandosi e piangendo. Ed ecco che arriva la siringa, con la medicina del mattino. Tommy ha gli occhi vuoti. Guardami Tommy, torniamo a giocare. Forse oggi si ricorderà di me.

Thomas sa chi sono solo quando la sera arriva Pollo. Ma da un paio di anni a questa parte, Thomas non è più nessuno. Tommy era mio, ma Pollo e le medicine me l'hanno portato via.

Tommy si siede e fa colazione. Ora è tranquillo, con il  cucchiaio gioca nell'aria e fa versi strani, mamma mi mette sul tavolo e Tommy mi guarda. Ciao Tommy, chi sei oggi?

Non temere Tommy, starò sempre al tuo fianco. 

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